Nebbiolino ha scritto:
Mi permetto un'altra piccola considerazione: quando i vini di Rinaldi si trovavano in enoteca (o altri operatori del settore) a prezzi corretti, io non mi ponevo problemi a prenderne. Non per altro, è che fra 35 euro in cantina da Rinaldi, o 50/55 presso un operatore, la differenza non era affatto molta... Perchè quando vado in Langa mi sparo quasi 500 km fra andata e ritorno, con costi di carburante e autostrada.
Oggi che per un Brunate, le stesse enoteche che fino ad un paio di anni fa mi chiedevano 55 euro, me ne chiedono 120... la questione cambia un poco.
Ecco, ribadendo che trovo solo giusto e doveroso che chi ha un'attività commerciale copra i costi e realizzi un profitto - ribadendo tutto ciò, spero che quanto sopra possa far nascere anche qualche piccola riflessione, oltre che ad anatemi inferociti.
Marzio, per un Rinaldi che si impenna nei prezzi, in enoteca trovi decine di etichette che prendono polvere. E non è che l'ottimo Rinaldi non sia degnamente sostituibile a minor prezzo. La valutazione su profitti e perdite va fatta globalmente, non su una singola etichetta.
Le politiche comerciali di Meregalli, citate sopra, possono essere discutibili, ma si ritrova anche a distribuire vini che pochi vogliono. Che cerchi di guadagnare su alcune etichette è giustificato da quelle che non vende (che non mi permetto di definire "fango", per rispetto a chi si fa un mazzo tanto a produrre). Se la cosa non piace, basta non acquistare o rivolgersi altrove. Senza anatemi, da una parte e dall'altra.
