

alì65 ha scritto:io mi tiro fuori, non faccio parte dei "grandi bevitori"....
hansen ha scritto:hansen ha scritto:Provo a rispiegare il concetto ci sono tanti descrittori che conosciamo per gusto al palato che si ritrovano al naso nei vini
Per esempio la nota ematica mica uno si è annusato il sangue
paperofranco ha scritto:Un caro amico che ha bevuto RC 2 volte(purtroppo io non c'ero) si è dichiarato sicuro di saperlo riconoscere in mezzo a mille vini, questo per l'insieme delle sensazioni. Poi mi ha parlato di una nota di cipria particolarmente elegante e particolarmente evidente, a suo dire.
...io sono solo un "grosso bevitore" (anche se la forma fisica mi impone i 92,7 Kg) quindi sono costretto a latitare...davidef ha scritto:mi piacerebbe sentire il parere di altri "grandi bevitori" ma latitano i possibili confronti, anche su Bordeaux 2010
marcolandia ha scritto:A sentire parlare di "grandi bevitori" la prima cosa che mi viene in mente è di tirare fuori la lupara.
vinogodi ha scritto:...io sono solo un "grosso bevitore" (anche se la forma fisica mi impone i 92,7 Kg) quindi sono costretto a latitare...davidef ha scritto:mi piacerebbe sentire il parere di altri "grandi bevitori" ma latitano i possibili confronti, anche su Bordeaux 2010
PS: ecco, forse su Romanée Conti potrei dire la mia, anche se ho poca roba in cantina, in quanto è l'unico vino che ho l'incubo di bere "scollinato" , per cui me lo sono sempre bevuto al picco ideale, 10-15 anni , quindi mai, dico mai, bevuto così giovane come negli ultimi casi narrati da Davidef.... diciamo una ventinacinquina di volte, non di più, l'equivalente di assortimenti cassa che comprai a suo tempo quasi ogni anno, dall'annata 1971 alla 2002. Comunque, devo dire che rispetto a La Tache oppure Richebourg, non ho mai trovato tratti estremamente di comune identità anno per anno se non una balsamicità molto diffusa, intensità mai estreme come in certe annate di La Tache né bocche vigorose come Richeboutg ,però sempre complessità assolutamente fuori dalle righe che necessitano di una concentrazione particolare durante il sorso.Alla fine è di un fascino quasi irrazionale. Diciamo, come tutti i sommi vini,è una "espressione di sintesi" . Chissà perchè chissà percome, lo ritengo un vino da "fine corsa" in termini di percorso personale, dove i sensi sono ormai abituati a tutto ed allenati per decifrarlo in modo compiuto .IL neofita, pur apprezzandolo, avrà sempre una piccola delusione perchè si aspetta pirotecnia dove pirotecnia non c'è e preferirà sempre vini più urlati, proprio come La Tache o Richebourg già citati.Di Romanée Conti ricordo versioni epiche in termini di struttura e facilmente intellegibili ( 1978 ,1985 , 1990 , 1996), ed altre chiaroscurali (1987 , 1992, e le ultime che ho bevuto, 1997 , 1998, assieme a La Tache, dove le ha prese sonoramente proprio per questo suo modo sussurrato di proporsi). In realtà, penso davvero sia uno dei vini di vertice mondiali, indipendentemente dal valore di mercato. Vino estremamente meditativo che ti fa in ogni caso riflettere ...
PS: sulle decine di RC relativi al dopoguerra ereditati che avevo in cantinetta ed ingollati senza ritegno, non mi pronuncio perchè da post adolescente mi facevano cagare, indipendentemente dalla incapacità discriminante che mi caratterizzava: ero solo "enoincosciente" e loro "troppo maturi" per i miei gusti...
alì65 ha scritto:paperofranco ha scritto:Un caro amico che ha bevuto RC 2 volte(purtroppo io non c'ero) si è dichiarato sicuro di saperlo riconoscere in mezzo a mille vini, questo per l'insieme delle sensazioni. Poi mi ha parlato di una nota di cipria particolarmente elegante e particolarmente evidente, a suo dire.
anche Ugolaia ha una nota di cipria marcata, saranno uguali???
paperofranco ha scritto:Un caro amico che ha bevuto RC 2 volte(purtroppo io non c'ero) si è dichiarato sicuro di saperlo riconoscere in mezzo a mille vini, questo per l'insieme delle sensazioni. Poi mi ha parlato di una nota di cipria particolarmente elegante e particolarmente evidente, a suo dire.
marcolandia ha scritto:A sentire parlare di "grandi bevitori" la prima cosa che mi viene in mente è di tirare fuori la lupara.
Palma ha scritto:paperofranco ha scritto:Un caro amico che ha bevuto RC 2 volte(purtroppo io non c'ero) si è dichiarato sicuro di saperlo riconoscere in mezzo a mille vini, questo per l'insieme delle sensazioni. Poi mi ha parlato di una nota di cipria particolarmente elegante e particolarmente evidente, a suo dire.
Sì anch'io sono convintissimo che lo si riesca a riconoscere abbastanza facilmente in mezzo ad altri vini, quella bocca non l'ha nessuno. Sono però ancor più convinto che non mi capiterà mai una degustazione alla cieca dove qualcuno metterà quel vino
davidef ha scritto:Palma ha scritto:paperofranco ha scritto:Un caro amico che ha bevuto RC 2 volte(purtroppo io non c'ero) si è dichiarato sicuro di saperlo riconoscere in mezzo a mille vini, questo per l'insieme delle sensazioni. Poi mi ha parlato di una nota di cipria particolarmente elegante e particolarmente evidente, a suo dire.
Sì anch'io sono convintissimo che lo si riesca a riconoscere abbastanza facilmente in mezzo ad altri vini, quella bocca non l'ha nessuno. Sono però ancor più convinto che non mi capiterà mai una degustazione alla cieca dove qualcuno metterà quel vino
la nota di cipria la trovo qualche volta, devo spulciarmi note vecchie ma in qualche occasione è saltata fuori...
però come ho ribadito più volte e come il buon Fabrizio ripropone la bocca di Romanée-Conti è una cosa incredibile e dubito che qualcuno una volta sentita possa scambiarla per un altro vino, la sensazione che mi ha sempre dato è quella di essere un vino con un peso specifico diverso da tutti gli altri, arricchito di tutte le alchimie del caso per schiacciarti la lingua in un modo unico
infatti più che di singolo stimolo olfattivo per me questo vino è distinguibilissimo per l'impatto globale
Palma ha scritto:vinogodi ha scritto:...io sono solo un "grosso bevitore" (anche se la forma fisica mi impone i 92,7 Kg) quindi sono costretto a latitare...davidef ha scritto:mi piacerebbe sentire il parere di altri "grandi bevitori" ma latitano i possibili confronti, anche su Bordeaux 2010
PS: ecco, forse su Romanée Conti potrei dire la mia, anche se ho poca roba in cantina, in quanto è l'unico vino che ho l'incubo di bere "scollinato" , per cui me lo sono sempre bevuto al picco ideale, 10-15 anni , quindi mai, dico mai, bevuto così giovane come negli ultimi casi narrati da Davidef.... diciamo una ventinacinquina di volte, non di più, l'equivalente di assortimenti cassa che comprai a suo tempo quasi ogni anno, dall'annata 1971 alla 2002. Comunque, devo dire che rispetto a La Tache oppure Richebourg, non ho mai trovato tratti estremamente di comune identità anno per anno se non una balsamicità molto diffusa, intensità mai estreme come in certe annate di La Tache né bocche vigorose come Richeboutg ,però sempre complessità assolutamente fuori dalle righe che necessitano di una concentrazione particolare durante il sorso.Alla fine è di un fascino quasi irrazionale. Diciamo, come tutti i sommi vini,è una "espressione di sintesi" . Chissà perchè chissà percome, lo ritengo un vino da "fine corsa" in termini di percorso personale, dove i sensi sono ormai abituati a tutto ed allenati per decifrarlo in modo compiuto .IL neofita, pur apprezzandolo, avrà sempre una piccola delusione perchè si aspetta pirotecnia dove pirotecnia non c'è e preferirà sempre vini più urlati, proprio come La Tache o Richebourg già citati.Di Romanée Conti ricordo versioni epiche in termini di struttura e facilmente intellegibili ( 1978 ,1985 , 1990 , 1996), ed altre chiaroscurali (1987 , 1992, e le ultime che ho bevuto, 1997 , 1998, assieme a La Tache, dove le ha prese sonoramente proprio per questo suo modo sussurrato di proporsi). In realtà, penso davvero sia uno dei vini di vertice mondiali, indipendentemente dal valore di mercato. Vino estremamente meditativo che ti fa in ogni caso riflettere ...
PS: sulle decine di RC relativi al dopoguerra ereditati che avevo in cantinetta ed ingollati senza ritegno, non mi pronuncio perchè da post adolescente mi facevano cagare, indipendentemente dalla incapacità discriminante che mi caratterizzava: ero solo "enoincosciente" e loro "troppo maturi" per i miei gusti...
Senza offesa, ma ritengo questa descrizione di RC lontana mille miglia dalla realtà. Ha proprio nella bocca, dalla densità palatale inarrivabile e persistenza infinita il suo punto di forza ed il tratto che lo distingue direi da tutti gli altri vini del mondo. Paragonarlo poi a Richebourg che ho sempre ritenuto (può essere che sia cambiato qualcosa dal 2009, non so non avendolo sentito) il vino più debole del Domaine (ha un'aggressività maggiore in bocca, ma poi implode più che esplodere) assieme ad Echezeaux ha ben poco senso. Giusto per fare un po' di polemica
Palma ha scritto:Che fai m i rispondi prima che faccia la domanda?va a finire che ti devo pure i 7 euro
davidef ha scritto:Palma ha scritto:vinogodi ha scritto:...io sono solo un "grosso bevitore" (anche se la forma fisica mi impone i 92,7 Kg) quindi sono costretto a latitare...davidef ha scritto:mi piacerebbe sentire il parere di altri "grandi bevitori" ma latitano i possibili confronti, anche su Bordeaux 2010
PS: ecco, forse su Romanée Conti potrei dire la mia, anche se ho poca roba in cantina, in quanto è l'unico vino che ho l'incubo di bere "scollinato" , per cui me lo sono sempre bevuto al picco ideale, 10-15 anni , quindi mai, dico mai, bevuto così giovane come negli ultimi casi narrati da Davidef.... diciamo una ventinacinquina di volte, non di più, l'equivalente di assortimenti cassa che comprai a suo tempo quasi ogni anno, dall'annata 1971 alla 2002. Comunque, devo dire che rispetto a La Tache oppure Richebourg, non ho mai trovato tratti estremamente di comune identità anno per anno se non una balsamicità molto diffusa, intensità mai estreme come in certe annate di La Tache né bocche vigorose come Richeboutg ,però sempre complessità assolutamente fuori dalle righe che necessitano di una concentrazione particolare durante il sorso.Alla fine è di un fascino quasi irrazionale. Diciamo, come tutti i sommi vini,è una "espressione di sintesi" . Chissà perchè chissà percome, lo ritengo un vino da "fine corsa" in termini di percorso personale, dove i sensi sono ormai abituati a tutto ed allenati per decifrarlo in modo compiuto .IL neofita, pur apprezzandolo, avrà sempre una piccola delusione perchè si aspetta pirotecnia dove pirotecnia non c'è e preferirà sempre vini più urlati, proprio come La Tache o Richebourg già citati.Di Romanée Conti ricordo versioni epiche in termini di struttura e facilmente intellegibili ( 1978 ,1985 , 1990 , 1996), ed altre chiaroscurali (1987 , 1992, e le ultime che ho bevuto, 1997 , 1998, assieme a La Tache, dove le ha prese sonoramente proprio per questo suo modo sussurrato di proporsi). In realtà, penso davvero sia uno dei vini di vertice mondiali, indipendentemente dal valore di mercato. Vino estremamente meditativo che ti fa in ogni caso riflettere ...
PS: sulle decine di RC relativi al dopoguerra ereditati che avevo in cantinetta ed ingollati senza ritegno, non mi pronuncio perchè da post adolescente mi facevano cagare, indipendentemente dalla incapacità discriminante che mi caratterizzava: ero solo "enoincosciente" e loro "troppo maturi" per i miei gusti...
Senza offesa, ma ritengo questa descrizione di RC lontana mille miglia dalla realtà. Ha proprio nella bocca, dalla densità palatale inarrivabile e persistenza infinita il suo punto di forza ed il tratto che lo distingue direi da tutti gli altri vini del mondo. Paragonarlo poi a Richebourg che ho sempre ritenuto (può essere che sia cambiato qualcosa dal 2009, non so non avendolo sentito) il vino più debole del Domaine (ha un'aggressività maggiore in bocca, ma poi implode più che esplodere) assieme ad Echezeaux ha ben poco senso. Giusto per fare un po' di polemica
Fabrizio ritieni sempre Richebourg inferiore a tutti i vini del Domaine o solo ultimo nella gerarchia del trittico Richebourg, La Tache, R.S.V. ?
se ti riferisci al trittico posso concordare 2 volte su 3, se ti riferisci alla gamma intera per me il vaso di coccio per blasone di etichetta è il R.S.V. che spesso trovo più di fiato corto rispetto agli altri, sicuramente elegantissimo e sicuramente strabuonissimo ma senza quell'impeto trascinante e quella definizione dei fratelli superiori, nella fase giovanile poi spesso è anche un filo più sgranato e compresso dai vicini
ti assicuro che Richebourg 2010 è una bottiglia devastante non per aggressività ma per espansione e movimento, pazzesca, e pure il 2009 era veramente tanto tanto, se andiamo sugli anni indietro invece secondo me nell'ultima decade '90 qualche Richebourg non fu a fuoco del tutto ed in un paio di bevute preferii clamorosamente il Grands-Echezeaux per migliore definizione e cesallatura pur se sempre di peso massimo parliamo
paradossalmente il vino del Domaine che più mi ha "deluso" negli anni è stato il Richebourg 1989, nelle ultime uscite invece per me è un vino che non deve mancare mai nella ipotetica cantina di un appassionato
Palma ha scritto:davidef ha scritto:Palma ha scritto:vinogodi ha scritto:...io sono solo un "grosso bevitore" (anche se la forma fisica mi impone i 92,7 Kg) quindi sono costretto a latitare...davidef ha scritto:mi piacerebbe sentire il parere di altri "grandi bevitori" ma latitano i possibili confronti, anche su Bordeaux 2010
PS: ecco, forse su Romanée Conti potrei dire la mia, anche se ho poca roba in cantina, in quanto è l'unico vino che ho l'incubo di bere "scollinato" , per cui me lo sono sempre bevuto al picco ideale, 10-15 anni , quindi mai, dico mai, bevuto così giovane come negli ultimi casi narrati da Davidef.... diciamo una ventinacinquina di volte, non di più, l'equivalente di assortimenti cassa che comprai a suo tempo quasi ogni anno, dall'annata 1971 alla 2002. Comunque, devo dire che rispetto a La Tache oppure Richebourg, non ho mai trovato tratti estremamente di comune identità anno per anno se non una balsamicità molto diffusa, intensità mai estreme come in certe annate di La Tache né bocche vigorose come Richeboutg ,però sempre complessità assolutamente fuori dalle righe che necessitano di una concentrazione particolare durante il sorso.Alla fine è di un fascino quasi irrazionale. Diciamo, come tutti i sommi vini,è una "espressione di sintesi" . Chissà perchè chissà percome, lo ritengo un vino da "fine corsa" in termini di percorso personale, dove i sensi sono ormai abituati a tutto ed allenati per decifrarlo in modo compiuto .IL neofita, pur apprezzandolo, avrà sempre una piccola delusione perchè si aspetta pirotecnia dove pirotecnia non c'è e preferirà sempre vini più urlati, proprio come La Tache o Richebourg già citati.Di Romanée Conti ricordo versioni epiche in termini di struttura e facilmente intellegibili ( 1978 ,1985 , 1990 , 1996), ed altre chiaroscurali (1987 , 1992, e le ultime che ho bevuto, 1997 , 1998, assieme a La Tache, dove le ha prese sonoramente proprio per questo suo modo sussurrato di proporsi). In realtà, penso davvero sia uno dei vini di vertice mondiali, indipendentemente dal valore di mercato. Vino estremamente meditativo che ti fa in ogni caso riflettere ...
PS: sulle decine di RC relativi al dopoguerra ereditati che avevo in cantinetta ed ingollati senza ritegno, non mi pronuncio perchè da post adolescente mi facevano cagare, indipendentemente dalla incapacità discriminante che mi caratterizzava: ero solo "enoincosciente" e loro "troppo maturi" per i miei gusti...
Senza offesa, ma ritengo questa descrizione di RC lontana mille miglia dalla realtà. Ha proprio nella bocca, dalla densità palatale inarrivabile e persistenza infinita il suo punto di forza ed il tratto che lo distingue direi da tutti gli altri vini del mondo. Paragonarlo poi a Richebourg che ho sempre ritenuto (può essere che sia cambiato qualcosa dal 2009, non so non avendolo sentito) il vino più debole del Domaine (ha un'aggressività maggiore in bocca, ma poi implode più che esplodere) assieme ad Echezeaux ha ben poco senso. Giusto per fare un po' di polemica
Fabrizio ritieni sempre Richebourg inferiore a tutti i vini del Domaine o solo ultimo nella gerarchia del trittico Richebourg, La Tache, R.S.V. ?
se ti riferisci al trittico posso concordare 2 volte su 3, se ti riferisci alla gamma intera per me il vaso di coccio per blasone di etichetta è il R.S.V. che spesso trovo più di fiato corto rispetto agli altri, sicuramente elegantissimo e sicuramente strabuonissimo ma senza quell'impeto trascinante e quella definizione dei fratelli superiori, nella fase giovanile poi spesso è anche un filo più sgranato e compresso dai vicini
ti assicuro che Richebourg 2010 è una bottiglia devastante non per aggressività ma per espansione e movimento, pazzesca, e pure il 2009 era veramente tanto tanto, se andiamo sugli anni indietro invece secondo me nell'ultima decade '90 qualche Richebourg non fu a fuoco del tutto ed in un paio di bevute preferii clamorosamente il Grands-Echezeaux per migliore definizione e cesallatura pur se sempre di peso massimo parliamo
paradossalmente il vino del Domaine che più mi ha "deluso" negli anni è stato il Richebourg 1989, nelle ultime uscite invece per me è un vino che non deve mancare mai nella ipotetica cantina di un appassionato
Risposta in realtà complessa, perché non è che poi gli assaggi siano centinaia.
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Palma ha scritto:
Benissimo e ringrazio per la spiegazione, terrò certamente presente in caso decidessi per qualche follia.
vittoxx ha scritto:A no?! Niente party con le compagne di liceo?
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