vignadelmar ha scritto:Nebbiolino ha scritto:Dedalus ha scritto: ma essendo comunque Giacosa sicuramente uno dei due o tre migliori produttori
Finchè dura, temo.
Certo che Giacosa è uno dei migliori, però anche lui, secondo me, non è un mostro in fatto di continuità.
Perchè se da un lato si diche che Gaja ha cambiato e pur nell'altissima costante qualità, qualche piccola variazione c'è stata, bisogna pur dire che le performance di Giacosa negli anni sono state abbastanza altalenanti. O sbaglio ?
Ha cambiato enologi, anche recentemente. E su quest'ultimo aspetto, sull addio di Dante Scaglione e su chi ne ha preso il posto anche qui sul forum, in passato né son state scritte parecchie. E, a meno che pensassimo ad enologi come teste di legno, meri esecutori degli ordini giacosiani, qualcosa con il loro avvicendamento sarà anche cambiato, o sbaglio ?
Senza voler parlare della annata 2006 che lui non ha voluto imbottigliare mentre gli altri, TUTTI gli altri lo hanno fatto. Questi TUTTI poi sono stati anche concordi nel giudicare l'annata 2006 come minimamente buona.
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Questo per dire che forse ben altri mostri sacri sono attaccabili in quanto a variabilità........non solo Gaja che è legato al medesimo enologo da qualche decennio.
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Detto questo, secondo me, questo problema della variabilità o della variazione minima dei protocolli non è uno scandalo, anzi. Secondo me un bravo Produttore DEVE adattare le proprie pratiche all'annata e all'uva che ha portato a casa. Sarebbe un folle a non farlo. Come è liberissimo, visto che son cose sue, soldi suoi, di portare o meno a compimento un'annata. Non per questo il suo valore ne esce minimamente sminuito. Così come può cambiare enologo anche mille volte.
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Infine, sui vini recenti di Gaja, mi preme dire che per quello che ho trovato nel bicchiere non parlerei assolutamente di una diminuzione qualitativa, anzi. Trovo un filo rosso continuo che lega questa produzione a quella di parecchi decenni addietro. Certo, avendoli bevuti poche volte non posso spingermi a parlare compiutamente fino all'annata '64. Poi, i vini di Gaja vanno aspettati. Per carità, la enorme qualità si vede subito, ci mancherebbe. Ma il tempo, secondo me, lascia emergere quella continuità che per altri degustatori non c'è o se presente lo è con lievi cambiamenti.
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Ciao
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Mi sembra che si faccia una notevole confusione fra cambiamenti stilistici intenzionali che investono la produzione di decenni e singole annate bucate per dolorose vicissitudini personali, cambio di enologo e cambio di progetto, reattività alle variazioni dell'annata e adeguamento strategico ai gusti dei mercati più importanti.
Potrei mettermi a discutere punto per punto, innescando discussioni fiume che non so quanto possano essere utili, quindi preferisco provare la via estremamente sintetica del periodo precedente.