Nebbiolata 1971

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Pigigres
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 20 set 2010 23:20

vignadelmar ha scritto:
Pigigres ha scritto:
vignadelmar ha scritto:
Che di giudizi così trancianti sul forum ce ne sono tutti i giorni. E venirlo a fare proprio quando uno reagisce dopo aver letto di Gaja definito come un produttore turbomodernista.......ma dai, non si può né sentire né scrivere né leggere !!!! Cazzo !!! Andrebbe vietato per legge !!!

Ciao

.


Il fatto è che tu la leggi come una cosa di per sé negativa mentre in realtà è solo uno stile innovativo, che può piacere o meno, di cui Gaja è l'archetipo. Ci sono in giro tanti Barbareschi altrettanto modernisti che sono dieci volte peggio.
All'interno di questo stile, come ho già detto, Gaja è uno dei migliori.
Poi che sia uno stile che non apprezzo è un altro paio di maniche.
Ma se dobbiamo dividere tra tradizionalisti e modernisti a mò di riva sinistra e destra di Bordeaux, allora non ho molti dubbi su dove posizionare Gaja. E non credo li abbia nemmeno tu.




p.s. a parte che TU prima, rispondendo a Palma, hai ammesso di dare a quel termine turbomodernista un'accezione negativa e di averla utilizzata appositamente in tal senso.

.


Si, hai ragione; dicevo in senso negativo rispetto al mio gusto personale; credendo fosse lo stesso anche per Palma.
Ripeto che è uno stile all'interno del quale c'è chi riesce bene e chi no.

Però cosa centra il fatto che vinifica da 50 anni? Quante aziende conosciamo che hanno radicalmente cambiato stile nel corso degli anni? E come può essere considerato tradizionale uno che vinifica il Nebbiolo in barrique?
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 20 set 2010 23:23

Pigigres ha scritto: Si, hai ragione; dicevo in senso negativo rispetto al mio gusto personale; credendo fosse lo stesso anche per Palma.
Ripeto che è uno stile all'interno del quale c'è chi riesce bene e chi no.

Però cosa centra il fatto che vinifica da 50 anni? Quante aziende conosciamo che hanno radicalmente cambiato stile nel corso degli anni? E come può essere considerato tradizionale uno che vinifica il Nebbiolo in barrique?


Dai, te l'ho detto, è inutile discutere. Chiudo e vado a dormire. Domani, martedì, è il mio giorno di chiusura, quindi non sarò al computer, sfogati/sfogatevi liberamente..... :P :P :P :P :P

Ciao e buona notte.

.
Ultima modifica di vignadelmar il 20 set 2010 23:26, modificato 1 volta in totale.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Palma » 20 set 2010 23:25

Baroloonline ha scritto:PIccola sospensione delle mia dieta per questa bellissima coppia e sfida sugli 89:

Barbaresco Bruno Giacosa Riserva Santo Stefano 1989 vs Barbaresco Gaja Sori San Lorenzo 1989

batteria che mi riconcilia ancora di piu' con la splendida annata 89 in Langa, annata potentissima, marina, financo scura nella concentrazione gustativa.

Due vini allo stesso modo emozionanti, su registri diversi, piu' snello e verticale il Giacosa, piu' massivo e potente il Gaja.
Al naso tradiscono bene l'annata, fatta di salinità , mineralità, un tocco ossidativo (forse altre bottiglie di Giacosa erano un pelo meno evolute), con Giacosa sempre piu' ritroso e meno potente al naso e Gaja impostato sulla marinità pulita, sullo iodio, sul fruttino in disparte, con piu' intensità olfattiva e piu' profondità.
In bocca il rapporto si rovescia, vince Giacosa, complice un acidità piu' accentuata e una beva forse piu' snella. Verso il fine della serata pero' il San Lorenzo si riprendeve e martellava come un forsennato anche lui in bocca (a quel punto Giacosa era già terminato da noi golosacci). Tannini presenti e dolcemente duri, minerale che si ricaricava con l'ossigeno, acidità. Un'annata di equilibrio magistrale, di livello altissimo, che coniuga durezze elevate a dolcezze e concentrazioni leggere.
SIcuramente due vini impegnativi, che pretendono attenzione e ripagano con una profondità gustativa senza pari, che non possono essere capiti dal novizio che si approccio al vino Coca cola, ma che trasudano entrambi cio' che di piu' bello si puo' ottenere dal grande nebbiolo in grande annata. pensavo potesse vincere Giacosa agilmente, il SS89 è uno dei vini culto della cantina, ma stasera, avessi la possibilità di ribermene una seconda bottiglia forse sceglierei Gaja.
Vale la pena stare quasi un mese senza bere per poi riiniziare in questo modo.
Chapeau a tutti e due, grazie Bruno e grazie Angelo.
E grazie a Paolo che mi ha portato il San Lorenzo 89....
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 20 set 2010 23:26

Wineduck ha scritto:
Pigigres ha scritto:
vignadelmar ha scritto:
Che di giudizi così trancianti sul forum ce ne sono tutti i giorni. E venirlo a fare proprio quando uno reagisce dopo aver letto di Gaja definito come un produttore turbomodernista.......ma dai, non si può né sentire né scrivere né leggere !!!! Cazzo !!! Andrebbe vietato per legge !!!

Ciao

.


Il fatto è che tu la leggi come una cosa di per sé negativa mentre in realtà è solo uno stile innovativo, che può piacere o meno, di cui Gaja è l'archetipo. Ci sono in giro tanti Barbareschi altrettanto modernisti che sono dieci volte peggio.
All'interno di questo stile, come ho già detto, Gaja è uno dei migliori.
Poi che sia uno stile che non apprezzo è un altro paio di maniche.
Ma se dobbiamo dividere tra tradizionalisti e modernisti a mò di riva sinistra e destra di Bordeaux, allora non ho molti dubbi su dove posizionare Gaja. E non credo li abbia nemmeno tu.



Il bello dei forum telematici è che possono scrivere tutti, gandi e piccini, belli e brutti, attempati e pivelli, e possono affermare di tutto, una tesi e anche quella contraria, una "Ave Maria" o una "bestemmia", tutto sotto lo stesso cielo.... :roll:
Sospirone... (Oste style)


Esatto. Il brutto dei forum invece è che, in mezzo a una marea di persone interessanti, ci sono anche quelli che scrivono unicamente per dar sfogo a frustrazioni personali e che volutamente fanno il male del forum stesso.
Sai, è la democrazia, dobbiamo sopportarli. Forza!
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vittoxx » 20 set 2010 23:56

Bevuti recentemente San Lorenzo 96, Tidin 95, Barbaresco 87, Barbaresco 64, Barbaresco 74 (e aperto un altro 64 ma ahimè andato) e trovate bottiglie dal sublime (64) al molto buono. Forse il tildin non a livello degli altri, ma l'ho aperto al volo freddo di cantina e scolato senza concedergli nulla (tra l'altro a seguito di un borgogna che aveva fatto il suo). Se qualche taleban se ne vuol disfare, a prezzi di realizzo li prendo volentieri :mrgreen:
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda meursault » 21 set 2010 01:09

Non sono un fan di Gaja ma credo che definirlo "turbomodernista" sia piuttosto ingeneroso ed ingiusto, oltre che concettualmente poco corretto, imho.

Avrei altresì voglia di bere questi vini che purtroppo non ho spesso l'occasione di assaggiare.
Se ci fosse la possibilità di organizzare una bella bevuta di approfondimento sui vini di Gaja sarebbe veramente una bella cosa.
Adesso sentiamo un po' da qualche spacciatore se riesco a rimediare qualcosa, ogni altra iniziativa spontanea sarebbe ben accetta ovviamente.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda l'oste » 21 set 2010 01:17

Si nomina il Giove e arriva la tempesta.
Oggettivamente Gaja produce vini che dividono, oggettivamente a volte sono più buoni altre meno buoni, come succede a molti -se non a tutti- i produttori. Tutti d'accordo.

Il punto non è quando un vino di Gaja non piace. E' capitato, se ne scrive e se ne è scritto, raccontando l'esperienza non felice con tale bottiglia, a volte imputando il mancato piacere anche allo stile del produttore con tutte le (note) argomentazioni e opinioni.
Ciò che per me è incongruente, è che la telenovela gajesca parta fuori anche quando qualcuno beve e ci racconta (grazie Francesco) una bottiglia eccelsa.
E gustiamoci 'sta carota...

Però per essere propositivo ed ovviare a questo ciclico monsone sul buon Angelo, propongo una soluzione moratoria su Gaja: creare un thread storico su di lui, dove chi vorrà potrà lagnarsi dei cambi di stile, criticare le scelte di mercato e le posizioni sul brunello, persino mandare anatemi per la profanazione della sacra formula del nebbiolo e quant'altro soggettivamente scrivibile.
Si potrebbe intitolare "Gaja, con tristezza", sfiorando un ossimoro che sembra parlar di langa.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda alexer3b » 21 set 2010 01:27

l'oste ha scritto:Si potrebbe intitolare "Gaja, con tristezza", sfiorando un ossimoro che sembra parlar di langa.

Oppure se potrebbe organizza' un ber Gaja Pride !

Alex
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... a Nossiter (come ai suoi compaesani) bisognerebbe spiegare che quando avrà capito l’importanza di usare il bidet sarà sempre troppo tardi… :lol: (anonimo 07-02-2012)
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda l'oste » 21 set 2010 01:37

alexer3b ha scritto:
l'oste ha scritto:Si potrebbe intitolare "Gaja, con tristezza", sfiorando un ossimoro che sembra parlar di langa.

Oppure se potrebbe organizza' un ber Gaja Pride !

Alex

Risatona.

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 21 set 2010 07:40

l'oste ha scritto:
Il punto non è quando un vino di Gaja non piace. E' capitato, se ne scrive e se ne è scritto, raccontando l'esperienza non felice con tale bottiglia, a volte imputando il mancato piacere anche allo stile del produttore con tutte le (note) argomentazioni e opinioni.
Ciò che per me è incongruente, è che la telenovela gajesca parta fuori anche quando qualcuno beve e ci racconta (grazie Francesco) una bottiglia eccelsa.
E gustiamoci 'sta carota...
.

Per carità, ovvio che sì. Io sono solo intervenuto a fronte delle affermazioni di, in ordine: Palma, vinogodi, Francvino e Baroloonline che, riassunte in una frase, dicevano: "le critiche contro Gaja sono più frutto di un'idea che di una reale non corrispondenza gustativa" io mi sono permesso di portare la mia esperienza, facendo notare che la bocciatura era nel bicchiere e non in altro; con toni pacati e assolutamente non offensivi. Ho definito Gaja turbomodernista non nell'accezione negativa del termine bensì catalogandolo in un preciso stile moderno di vinificazione (che poi mi piaccia o meno è altro discorso).
Cosa significa Nebbiolo moderno? Qual era (e qual è) l'obiettivo che taluni si prefiggevano? Lo sappiamo bene, quello di ottenere un vino più pronto, immediato, dolce con tannini levigati. Un vino mediamente più carico, di facile beva e che sia allo stesso tempo individuabile. Chi c'è riuscito veramente? Chi è stato capace di far vini nello stile professato dal manifesto del Nebbiolo moderno? Pochissimi; e tra essi io metto con convinzione Gaja. Tutti gli altri hanno ottenuto un risultato opposto: vini legnosi, con tannini astringenti e profumi smaltati/verniciosi/detersivo. In questo senso è un complimento quello che faccio a Gaja. Poi io dichiaro apertamente che questa maniera di intendere il Nebbiolo fa fatica a prendermi.

Da parte mia non c'era volontà di insulto, solo di portare un contributo alla discussione che si stava facendo. Se vai a rileggerti le pagine converrai, ne sono certo.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 21 set 2010 08:57

Pigigres ha scritto: . Ho definito Gaja turbomodernista non nell'accezione negativa del termine bensì catalogandolo in un preciso stile moderno di vinificazione (che poi mi piaccia o meno è altro discorso).
Cosa significa Nebbiolo moderno? Qual era (e qual è) l'obiettivo che taluni si prefiggevano? Lo sappiamo bene, quello di ottenere un vino più pronto, immediato, dolce con tannini levigati. Un vino mediamente più carico, di facile beva e che sia allo stesso tempo individuabile. Chi c'è riuscito veramente? Chi è stato capace di far vini nello stile professato dal manifesto del Nebbiolo moderno? Pochissimi; e tra essi io metto con convinzione Gaja. Tutti gli altri hanno ottenuto un risultato opposto: vini legnosi, con tannini astringenti e profumi smaltati/verniciosi/detersivo. In questo senso è un complimento quello che faccio a Gaja. Poi io dichiaro apertamente che questa maniera di intendere il Nebbiolo fa fatica a prendermi.

Da parte mia non c'era volontà di insulto, solo di portare un contributo alla discussione che si stava facendo. Se vai a rileggerti le pagine converrai, ne sono certo.


Ieri sera ho sognato di aver letto cose diametralmente opposte ????

Palma: "Scusa, ma per turbomodernista cosa intendi? quel termine usualmente non ha una valenza proprio positiva."

Pigigres: "Si lo so, infatti lo dicevo proprio nell'accezione negativa del termine (per quanto riguarda il mio gusto)"

Mettiti d'accordo con te stesso però ! Forse la notte ha portato consiglio.....

Ciao

.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda alexer3b » 21 set 2010 08:59

l'oste ha scritto:
alexer3b ha scritto:
l'oste ha scritto:Si potrebbe intitolare "Gaja, con tristezza", sfiorando un ossimoro che sembra parlar di langa.

Oppure se potrebbe organizza' un ber Gaja Pride !

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So' tutti froçi cor vino dell'altri...

Potrebbe esse' tranquillamente il sottotitolo dell'evento !

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 21 set 2010 09:00

vignadelmar ha scritto:
Pigigres ha scritto: . Ho definito Gaja turbomodernista non nell'accezione negativa del termine bensì catalogandolo in un preciso stile moderno di vinificazione (che poi mi piaccia o meno è altro discorso).
Cosa significa Nebbiolo moderno? Qual era (e qual è) l'obiettivo che taluni si prefiggevano? Lo sappiamo bene, quello di ottenere un vino più pronto, immediato, dolce con tannini levigati. Un vino mediamente più carico, di facile beva e che sia allo stesso tempo individuabile. Chi c'è riuscito veramente? Chi è stato capace di far vini nello stile professato dal manifesto del Nebbiolo moderno? Pochissimi; e tra essi io metto con convinzione Gaja. Tutti gli altri hanno ottenuto un risultato opposto: vini legnosi, con tannini astringenti e profumi smaltati/verniciosi/detersivo. In questo senso è un complimento quello che faccio a Gaja. Poi io dichiaro apertamente che questa maniera di intendere il Nebbiolo fa fatica a prendermi.

Da parte mia non c'era volontà di insulto, solo di portare un contributo alla discussione che si stava facendo. Se vai a rileggerti le pagine converrai, ne sono certo.


Ieri sera ho sognato di aver letto cose diametralmente opposte ????

Palma: "Scusa, ma per turbomodernista cosa intendi? quel termine usualmente non ha una valenza proprio positiva."

Pigigres: "Si lo so, infatti lo dicevo proprio nell'accezione negativa del termine (per quanto riguarda il mio gusto)"

Mettiti d'accordo con te stesso però ! Forse la notte ha portato consiglio.....

Ciao

.


Ti ho già spiegato ieri sera che mi sono espresso male. Credendo che Palma avesse i miei stessi gusti gli ho detto: "nell'accezione negativa" per capirci al volo. Negativo per quanto riguarda il mio gusto.
Di per sé definire un produttore turbomodernista non è negativo perché vuol dire semplicemente posizionarlo in un determinato stile.

E comunque l'ho anche scritto in parentesi: "(per quanto riguarda il mio gusto)".
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 21 set 2010 09:03

Pigigres ha scritto:Cosa significa Nebbiolo moderno? Qual era (e qual è) l'obiettivo che taluni si prefiggevano? Lo sappiamo bene, quello di ottenere un vino più pronto, immediato, dolce con tannini levigati. Un vino mediamente più carico, di facile beva e che sia allo stesso tempo individuabile. Chi c'è riuscito veramente? Chi è stato capace di far vini nello stile professato dal manifesto del Nebbiolo moderno? Pochissimi; e tra essi io metto con convinzione Gaja.


Questa addirettura è da denuncia penale enologica !!!! :P :P :P

Se per te così sono i vini di Gaja....è un' ulteriore conferma che è inutile discutere.

Ciao

.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Baroloonline » 21 set 2010 09:12

ma perche' in questo forum non siamo in grado di piantarla di farci seghe mentali su cosa è e su cosa non è, su cosa sembra e su cosa non sembra, su come dovrebbe essere e su come non dovrebbe essere?
possibile che tutti noi (me compreso) non usiamo questo forum per il suo scopo principale e cioe' dire cosa si è bevuto e come lo si è trovato? va bene poi ragionarci sopra, ma se si perde di vista la vera utlità di questo strumento e cioe' capire se un vino è in beva o no, se è riuscito piu' o meno bene in quell'annata, se il produttore ha cambiato qualcosa o no.
Ma accidenti, prima di partire in quarta a filosofeggiare, a fare tifo da stadio, a insultare, non riusciamo a mettere delle note di degustazione che in primo luogo aiutano chi legge?
E' troppo difficile?
O forse ci si deve esporre troppo?
O forse ci vuole troppo coraggio?

Parliamo di vino insomma.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Baroloonline » 21 set 2010 09:22

Francvino ha scritto:
Baroloonline ha scritto:penso che in questo forum si sia raggiunta oramai la maturità di decidere cosa è buono e cosa non lo è davanti al bicchiere. E non per stupidi e antiquati schemi mentali.
Probabilmente non ne capiro' molto, ma sono sicuro che se mi avessero messo il San Lorenzo alla cieca avrei sicuramente beccato sia il vitigno che l'annata.
E non sapeva ne' di CAbernet, ne' di Barbera, anzi trasudava Langa. Ah, beh nell'89 era ancora un barbaresco, quindi poteva essere solo nebbiolo....


Francesco,
leggo nella frase di Vinogodi un'iperbole-provocazione per dire che certi pregiudizi sono duri a morire e che proprio il bicchiere sfata.
State dicendo le stesse cose...


non stavo rispondendo a Marco, stavo ragionando come lui, e in sostanza la penso come lui.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda M. de Hades » 21 set 2010 09:44

Dedalus ha scritto:Non credo che ci sia "l'evoluzione dei vini di Gaja", quella "dei vini di Giacosa", quella "dei vini di Conterno", quella "dei vini di Clerico", quella "dei vini di Orlando Obrigo".

Penso che ci sia
l'evoluzione del Nebbiolo e del Sangiovese;
quella del Nebbiolo di Langa e quella del Nebbiolo dell'Alto Piemonte;
quella del Nebbiolo in botte grande, in botte media vecchia, in botte media nuova, in barrique usate, in barrique tutte nuove, in cigarillos...;
quella del Nebbiolo fermentato tre giorni, una settimana, un mese, due mesi;
quelle del Nebbiolo fermentato in rotomaceratore a spin atomico, in rotomaceratore a tre giri al giorno, in acciaio termocondizionato, in tino di rovere...;
quella del Nebbiolo rimontato al chiuso e all'aperto, follato a mano e a macchina, a cappello sommerso, con o senza delestage...



Dunque l'evoluzione dipende da un certo numero di variabili "geo-pedo-climatiche", "agronomiche" ed "enologiche".
E su questo siamo perfettamente d'accordo.
Ora, queste diverse variabili da te elencate si combinano, ovviamente, in maniera diversa nei vini dei diversi produttori: chi ha certi vigneti e chi altri, chi coltiva in un certo modo e chi in altri, chi vinifica in un certo modo e chi in altri, ecc., ecc.
Ne consegue, quindi, che ciò che davvero esiste, in realtà, è proprio "l'evoluzione dei vini di Gaja", quella "dei vini di Giacosa", quella "dei vini di Conterno", quella "dei vini di Clerico", quella "dei vini di Orlando Obrigo", ecc., ecc., ciascuna diversa e funzione della differente combinazione di variabili che caratterizza ciascun produttore (che naturalmente può anche cambiare nel tempo).
A voler essere proprio pignoli, poi, esistono "le evoluzioni" dei diversi vini di un medesimo produttore, quando provenienti da vigne diverse e/o vinificati diversamente, anche se, dal mio modestissimo punto di vista e per la mia ancor più modestissima esperienza, le pratiche di vinificazione adottate sono spesso più incisive sulla parabola evolutiva di un vino e sulle sue modalità di quanto non lo siano il vitigno e la vigna (che comunque, lo sottolineo a scanso di equivoci, hanno la loro bella e fondamentale importanza).
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 21 set 2010 09:55

L'unico problema è che non si possono fare le discussioni, alla cieca.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 21 set 2010 10:00

Baroloonline ha scritto:ma perche' in questo forum non siamo in grado di piantarla di farci seghe mentali su cosa è e su cosa non è, su cosa sembra e su cosa non sembra, su come dovrebbe essere e su come non dovrebbe essere?
possibile che tutti noi (me compreso) non usiamo questo forum per il suo scopo principale e cioe' dire cosa si è bevuto e come lo si è trovato?


Sono andato a ripescare le mie vecchie note sul Sori '01 se ti interessano:

Gaja Langhe Nebbiolo Sori Tildin 2001
Colore molto scuro, intenso, profondo. Profumi nebbioleschi contornati da note di balsamo, mirtilli, ciliegie. In bocca è suadente, tannini a medio impatto e grande persistenza.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda paolo7505 » 21 set 2010 12:11

Baroloonline ha scritto:ma perche' in questo forum non siamo in grado di piantarla di farci seghe mentali su cosa è e su cosa non è, su cosa sembra e su cosa non sembra, su come dovrebbe essere e su come non dovrebbe essere?
possibile che tutti noi (me compreso) non usiamo questo forum per il suo scopo principale e cioe' dire cosa si è bevuto e come lo si è trovato? va bene poi ragionarci sopra, ma se si perde di vista la vera utlità di questo strumento e cioe' capire se un vino è in beva o no, se è riuscito piu' o meno bene in quell'annata, se il produttore ha cambiato qualcosa o no.
Ma accidenti, prima di partire in quarta a filosofeggiare, a fare tifo da stadio, a insultare, non riusciamo a mettere delle note di degustazione che in primo luogo aiutano chi legge?
E' troppo difficile?
O forse ci si deve esporre troppo?
O forse ci vuole troppo coraggio?

Parliamo di vino insomma.
No mi sto riferendo a nessuno in particolare, ma a tutta la comunita' virtuale, me compreso.



Faccio mea culpa perchè, essendo l'altra sera solamente 2 forumisti, e avendo scritto solo Francesco, mancano in primis le mie note. Scusate, ma di giorno al lavoro per me è impossibile, riesco a malapena a leggere quello che scrivono gli altri, ogni tanto scrivo un post in 8 riprese, fra un paziente e l'altro, ma quando devo inviarlo, la discussione è già mille miglia avanti, speravo di riuscire a scrive ieri sera, ma con i bambini a casa è un’impresa………
Comunque ora non posso esimermi, e come dicevo a Francesco la cosa che mi è piaciuta di più di questi 2 grandi barbareschi è stato il constatare che malgrado i 20 sulle spalle, fosserò così diversi.
Tante volte il tempo appiattisce le differenze, e anche se il comune di provenienza è diverso, la mano del produttore è diversa, alla fine la spunta l’annata (intesa sia come “vecchiaia” cronologica che come caratteristica intrinseca all’anno specifico), invece qui i vini erano veramente leggibili in tutte le loro differenze.
E’ vero il SantoStefano era un pelo più ossidato-evoluto al naso, ma aveva quelle note di brace, di camino spento che mi fanno impazzire e che molto spesso ho trovato sui migliori Barbaresco (mentre sui Barolo non ricordo di averla mai notata) maturi. C’era anche un ricordo di fiori secchi, o meglio era come quando si mettono sul fuoco, nel camino, oppure quando si brucia la legna per il barbecue, i rami potati delle rose, con le foglie e magari qualche fiore appassito, non il profumo intenso che si ha mentre cominciano a bruciare, ma l’odore che rimane in sottofondo mentre il fuoco va via via morendo.
In bocca da sicuramente il meglio di se, l’ingresso riempie tutta la bocca, l’acidità è ancora bella viva e la salivazione schizza a mille, i tannini sono tanti, ma setosi e carezzevoli, compare il frutto che non avevo trovato al naso, è un frutto bianco-giallo bellissimo, ripensandociu il descrittore che più me lo ricorda è la percoca.
Bello, bello, bello, è volato via troppo velocemente, sono stato tentato di andare furtivamente nella cantina di Francesco e vedere se ne aveva altre da ristappare immediatamente, ma il suo cane faceva buona guardia…… :lol:

Appena ho altri 10 minuti scrivo anche le note del San Lorenzo
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda pippuz » 21 set 2010 12:14

paolo7505 ha scritto:Appena ho altri 10 minuti scrivo anche le note del San Lorenzo

Attento che ti tiene d'occhio (con un occhio solo) :lol:

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda paolo7505 » 21 set 2010 14:29

pippuz ha scritto:
paolo7505 ha scritto:Appena ho altri 10 minuti scrivo anche le note del San Lorenzo

Attento che ti tiene d'occhio (con un occhio solo) :lol:

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:lol: :lol: :lol:

Il San Lorenzo è più mobile nel bicchiere (anche qui devo dire che per la mia esperienza con i vini di Gaja sono propenso a pensare che abbiano più bisogno di tempo nel bicchiere, o almeno di un’apertura decisamente anticipata, rispetto ad altri produttori, non per pulirsi, e credo che nessuno possa mai imputare ai vini di Gaja problemi di pulizia, ma per esprimersi al meglio) forse anche perché Giocosa come diceva Francesco è terminato prima. Il naso è più netto, preciso si percepiscono chiaramente la rosa appassita e il balsamico mentolato, la salinità è molto marcata già al naso, con il passare del tempo esce fuori anche il tabacco biondo e la nota salino-marina vira su una componente più speziata.
La bocca è dura, all’inizio quasi scontrosa, i tannini sono molto fitti e più spigolosi del Santo Stefano, il frutto è ben presente, ma è un frutto più rosso, più succoso, la sapidità marcata, anche qui grande acidità e salivazione a mille.
Con il tempo ( o l’assuefazione) la bocca si ammorbidisce un po’, le componenti si amalgamano ed è come passare da una serie di assoli di bravi musicisti, al suono di orchestra.
Al retronaso tornano le note di tabacco.
Veramente fantastico anche questo, e la mia impressione è che nel complesso, almeno potendo giudicare su queste 2 bottiglie, il San Lorenzo sia un pochino più indietro rispetto al Santo Stefano che comunque non mi sembra assolutamente indirizzato lungo il viale…….

Non ho le “certezze” di Francesco, dovessi scegliere quale bottiglia ribere stasera andrei parecchio in difficoltà, mi vien solo da dire che se i Santi sono così, il Paradiso sarà sicuramente un posto splendido! :D
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Baroloonline » 21 set 2010 14:37

C'erano ancora il Falletto 89 red, il Villero 89 white e il Collina rionda 89 red di fianco ai Santo Stefano 89, sei sicuro che vuoi riberlo subito?
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 21 set 2010 14:40

M. de Hades ha scritto:Ne consegue, quindi, che ciò che davvero esiste, in realtà, è proprio "l'evoluzione dei vini di Gaja", quella "dei vini di Giacosa", quella "dei vini di Conterno", quella "dei vini di Clerico", quella "dei vini di Orlando Obrigo", ecc., ecc., ciascuna diversa e funzione della differente combinazione di variabili che caratterizza ciascun produttore (che naturalmente può anche cambiare nel tempo).

Se tu consideri quello che si sta considerando qui, ovvero proprio la variazione nel tempo delle combinazioni delle diverse variabili produttive, giungerai a concludere e anon poter concludere altro che questo: che non esiste "l'evoluzione dei vini di Gaja", quella "dei vini di Giacosa", quella "dei vini di Conterno", quella "dei vini di Clerico", quella "dei vini di Orlando Obrigo", bensì l'evoluzione di ogni singolo vino di ognuno di questi.

Le serie orizzontali e verticali dei vari vini di ogni produttore possono in seconda analisi presentare ricorrenze perfette e continue nel tempo (prendi Beppe Rinaldi, un martello che non sbaglia un'annata e che non ha cambiato di una virgola la ricetta da tanti, tanti anni), ma possono anche presentare variazioni, più o meno radicali e frequenti.

Di più, se non ci si stacca dall'etichetta nel definire i comportamenti evolutivi, sarà sempre impossibile accorgersi che ad un certo punto i vini del produttore X sono fatti (e quindi invecchieranno) tali e quali a quelli del produttore Y.

Ma di che cosa stiamo parlando? Mi sembrano ragionamenti surreali. Non fosse che si sta parlando di Gaja, o di un altro intoccabile come Conterno, Biondi-Santi o Giacosa, di questi ragionamenti ci si lamenterebbe non perché sono discutibili o addirittura faziosi, ma perché al contrario rappresentano perdite di tempo, tanto sono ovvi.

Qualcuno mi vuole dire cortesemente come evolvono "i vini di Elio Grasso"? O come evolve "il Parafada di Massolino"? O come evolve "il Castelle di Antoniolo" (forse non tutti sanno che ad un certo punto il vecchio vigneto delle Castelle è stato infittito piantando nuove viti fra le vecchie, dal passo molto ampio, e quindi contemporaneamente ringiovanito, cambiando sensibilmente la curva evolutiva del vino)?

Altro è invece verificare se effettivamente queste variazioni ci sono o no, nel caso specifico.

Vogliamo dire che non si può essere tranquilli con le proprie impressioni sui vini giovani confrontati direttamente con i vecchi, per capire che qualcosa è cambiato? E sia, siamo garantisti. Per tagliare la testa al toro, qualche tempo fa chiesi in una simile discussione a vinogodi se lui, che si esperienza sin dall'uscita sulla serie storica ne ha, ed è in questo affidabilissimo, poteva confermare la mia sensazione e quella di tanti altri, ovvero che i vini di Gaja, in particolare il Barbaresco ma anche gli altri Nebbiolo, a partire all'incirca da metà anni '90 hanno assunto un'espressione più addomesticata (il che vuol dire anche più gentile) rispetto a tannini ed acidità, e hanno visto un legno più presente e sensibile di prima. Ha risposto positivamente. Ma ovviamente vignadelmar non se lo ricorda.
Ultima modifica di Dedalus il 21 set 2010 15:01, modificato 1 volta in totale.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda paolo7505 » 21 set 2010 14:57

Baroloonline ha scritto:C'erano ancora il Falletto 89 red, il Villero 89 white e il Collina rionda 89 red di fianco ai Santo Stefano 89, sei sicuro che vuoi riberlo subito?


Ma, sai com'è, dicono che la pazienza è la virtù dei forti, e io sono FORTISSIMO! Aspetto, aspetto........... :mrgreen:
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