Baroloonline ha scritto:L'evoluzione era piu' presente al naso del Giacosa.
Un'idea che mi sovviene, non è che i vini di Gaja semplicemente abbisognino di piu' tempo per uscire fuori nella loro gloriosità?
Tutte le volte che assaggio i Sori appena imbottigliati mi deliziano, per poi entrare in una fase piu' anonima.
Non ho un'esperienza enorme con i Gaja, sicuramente me la cavo un po' di piu' con i Giacosa, ma puo' essere?
Dovessi riconprare oggi, alla stessa cifra, e basandomi solo sull'assaggio di ieri, comprerei Gaja.
Comincia direi sfida pareggiata a 97 punti, che non è poco per me.
Ripeto rapidamente quello che ho appena scritto a Wineduck nell'altro thread.
Se uno conosce bene vitigno, zona e tecniche generali, un'idea generale del vino se la fa sin da quando il vino è messo in commercio.
Non credo che ci sia "l'evoluzione dei vini di Gaja", quella "dei vini di Giacosa", quella "dei vini di Conterno", quella "dei vini di Clerico", quella "dei vini di Orlando Obrigo".
Penso che ci sia
l'evoluzione del Nebbiolo e del Sangiovese;
quella del Nebbiolo di Langa e quella del Nebbiolo dell'Alto Piemonte;
quella del Nebbiolo in botte grande, in botte media vecchia, in botte media nuova, in barrique usate, in barrique tutte nuove, in cigarillos...;
quella del Nebbiolo fermentato tre giorni, una settimana, un mese, due mesi;
quelle del Nebbiolo fermentato in rotomaceratore a spin atomico, in rotomaceratore a tre giri al giorno, in acciaio termocondizionato, in tino di rovere...;
quella del Nebbiolo rimontato al chiuso e all'aperto, follato a mano e a macchina, a cappello sommerso, con o senza delestage...
Ognuna di queste lavorazioni e di tutte le altre che non ho elencato influenzano le caratteristiche del vino sin dal primo giorno in cui la bottiglia viene tappata, e pur lasciando spazio alle sfumature e ai margini di imprevedibilità che fanno il succo della passione per il vino, se un vino varia il suo stile, lo si sente da subito. Non dico che sia meglio o peggio, e non sono affatto conservatore per partito preso, attenzione.
Ma quando escono nuovi vini che sono diversi per fattura rispetto a quelli degli anni precedenti, uno che conosce decentemente tutte le varie caratteristiche del vitigno, della zona e delle varie lavorazioni, se ne accorge e lo sa benissimo, anche senza aspettare che passino 150 anni per togliersi ogni ragionevole dubbio.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”