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JohnnyTheFly
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Re: In Piemonte si beve bene

Messaggioda JohnnyTheFly » 07 set 2010 19:54

meursault ha scritto:Nota a margine: Palma, Manichi e compagnia bella, vergognatevi.......sparare ripetutamente Mastrojanni o Brunello su Crichet Pajè 1998 di Roagna è una cosa che per adesso è passata in secondo piano ma che resterà sul vostro curriculum per un bel pezzo... :D

Mi assumo la piena responsabilità per averlo battezzato come Schiena d'Asino. Come mi assumo il pieno merito per aver riconosciuto il Bâtard. Ricordo bene l'attimo di silenzio in sala dopo averlo indovinato.
1 a 1 palla al centro. :P
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manichi
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Re: In Piemonte si beve bene

Messaggioda manichi » 07 set 2010 21:06

meursault ha scritto:Nota a margine: Palma, Manichi e compagnia bella, vergognatevi.......sparare ripetutamente Mastrojanni o Brunello su Crichet Pajè 1998 di Roagna è una cosa che per adesso è passata in secondo piano ma che resterà sul vostro curriculum per un bel pezzo... :D

Esimio Dott. Meursault riceverà a breve notizie dal mio legale , non ho sostenuto nè la tesi Mastrojanni nè quella Brunello ; ho solo detto che al naso poteva anche sembrare sangiovese ma in bocca era chiaramente nebbiolo , le telecamere a circuito chiuso potranno confermare il tutto .
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
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e nemmeno un rimpianto.
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Francvino
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Re: In Piemonte si beve bene

Messaggioda Francvino » 07 set 2010 21:33

manichi ha scritto:
meursault ha scritto:Nota a margine: Palma, Manichi e compagnia bella, vergognatevi.......sparare ripetutamente Mastrojanni o Brunello su Crichet Pajè 1998 di Roagna è una cosa che per adesso è passata in secondo piano ma che resterà sul vostro curriculum per un bel pezzo... :D

Esimio Dott. Meursault riceverà a breve notizie dal mio legale , non ho sostenuto nè la tesi Mastrojanni nè quella Brunello ; ho solo detto che al naso poteva anche sembrare sangiovese ma in bocca era chiaramente nebbiolo , le telecamere a circuito chiuso potranno confermare il tutto .


Abbiamo capito. E' stato il Marchese con la sua schiena a citare il Mastrojanni. :D
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Re: In Piemonte si beve bene

Messaggioda Dedalus » 08 set 2010 02:05

Dopo una decina d'anni di letture, visite ed assaggi compulsivi si diventa davvero bravi, e si comincia a tirarsela un pochettino, ma quel poco seriamente.

Ed è in ogni caso segno di serietà vera. Per aspera (acida et tannica, per lo più) ad astra! :mrgreen:
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: In Piemonte si beve bene

Messaggioda slow ciccio » 08 set 2010 08:51

meursault ha scritto:Dopo un ennesimo ringraziamento a Francesco e consorte per l'ospitalità devo dire che il vino della serata è stato sicuramente il "Le Corton" 1966 di Bouchard, vino C-L-A-M-O-R-O-S-O.

Segnalo, per dovere di cronaca, che il Volnay 1er cru Caillerets stessa annata e stesso nègociant, bevuta da Francesco un mese fa, ha largamente meritato il medesimo aggettivo (in maiuscolo e coi trattini). Sempre per la cronaca, per quel poco che conta, alla cieca gli ho misurato un quarto di secolo in meno.

Come dire, un Borgogna alla... Borgogno. :lol: 8) :lol: 8) :lol:
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Baroloonline » 20 set 2010 13:20

PIccola sospensione delle mia dieta per questa bellissima coppia e sfida sugli 89:

Barbaresco Bruno Giacosa Riserva Santo Stefano 1989 vs Barbaresco Gaja Sori San Lorenzo 1989

batteria che mi riconcilia ancora di piu' con la splendida annata 89 in Langa, annata potentissima, marina, financo scura nella concentrazione gustativa.

Due vini allo stesso modo emozionanti, su registri diversi, piu' snello e verticale il Giacosa, piu' massivo e potente il Gaja.
Al naso tradiscono bene l'annata, fatta di salinità , mineralità, un tocco ossidativo (forse altre bottiglie di Giacosa erano un pelo meno evolute), con Giacosa sempre piu' ritroso e meno potente al naso e Gaja impostato sulla marinità pulita, sullo iodio, sul fruttino in disparte, con piu' intensità olfattiva e piu' profondità.
In bocca il rapporto si rovescia, vince Giacosa, complice un acidità piu' accentuata e una beva forse piu' snella. Verso il fine della serata pero' il San Lorenzo si riprendeve e martellava come un forsennato anche lui in bocca (a quel punto Giacosa era già terminato da noi golosacci). Tannini presenti e dolcemente duri, minerale che si ricaricava con l'ossigeno, acidità. Un'annata di equilibrio magistrale, di livello altissimo, che coniuga durezze elevate a dolcezze e concentrazioni leggere.
SIcuramente due vini impegnativi, che pretendono attenzione e ripagano con una profondità gustativa senza pari, che non possono essere capiti dal novizio che si approccio al vino Coca cola, ma che trasudano entrambi cio' che di piu' bello si puo' ottenere dal grande nebbiolo in grande annata. pensavo potesse vincere Giacosa agilmente, il SS89 è uno dei vini culto della cantina, ma stasera, avessi la possibilità di ribermene una seconda bottiglia forse sceglierei Gaja.
Vale la pena stare quasi un mese senza bere per poi riiniziare in questo modo.
Chapeau a tutti e due, grazie Bruno e grazie Angelo.
E grazie a Paolo che mi ha portato il San Lorenzo 89....
Ultima modifica di Baroloonline il 20 set 2010 15:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda marwine » 20 set 2010 13:22

...e grazie Francesco :wink:
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Palma
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Palma » 20 set 2010 13:33

Baroloonline ha scritto:PIccola sospensione delle mia dieta per questa bellissima coppia e sfida sugli 89:

Barbaresco Bruno Giacosa Riserva Santo Stefano 1989 vs Barbaresco Gaja Sori San Lorenzo 1989

batteria che mi riconcilia ancora di piu' con la splendida annata 89 in Langa, annata potentissima, marina, financo scura nella concentrazione gustativa.

Due vini allo stesso modo emozionanti, su registri diversi, piu' snello e verticale il Giacosa, piu' massivo e potente il Gaja.
Al naso tradiscono bene l'annata, fatta di salinità , mineralità, un tocco ossidativo (forse altre bottiglie di Giacosa erano un pelo meno evolute), con Giacosa sempre piu' ritroso e meno potente al naso e Gaja impostato sulla marinità pulita, sullo iodio, sul fruttino in disparte, con piu' intensità olfattiva e piu' profondità.
In bocca il rapporto si rovescia, vince Giacosa, complice un acidità piu' accentuata e una beva forse piu' snella. Verso il fine della serata pero' il San Lorenzo si riprendeve e martellava come un forsennato anche lui in bocca (a quel punto Giacosa era già terminato da noi golosacci). Tannini presenti e dolcemente duri, minerale che si ricaricava con l'ossigeno, acidità. Un'annata di equilibrio magistrale, di livello altissimo, che coniuga durezze elevate a dolcezze e concentrazioni leggere.
SIcuramente due vini impegnativi, che pretendono attenzione e ripagano con una profondità gustativa senza pari, che non possono essere capiti dal novizio che si approccio al vino Coca cola, ma che trasudano entrambi cio' che di piu' bello si puo' ottenere dal grande nebbiolo in grande annata. pensavo potesse vincere Giacosa agilmente, il SS89 è uno dei vini culto della cantina, ma stasera, avessi la possibilità di ribermene una seconda bottiglia forse sceglierei Gaja.
Vale la pena stare quasi un mese senza bere per poi riiniziare in questo modo.
Chapeau a tutti e due, grazie Bruno e grazie Angelo.


Belle note soprattutto bellissimi vini. Grazie.
Il Santo Stefano di Giacosa lo conosco bene ed il miglior Barbaresco da me mai bevuto, purtroppo il san Lorenzo l'unica volte che l'ho bevuto non era performante come quello da te provato. Mi toccherà ritentare.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Baroloonline » 20 set 2010 15:09

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Ecco la foto
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Wineduck » 20 set 2010 15:23

Baroloonline ha scritto:PIccola sospensione delle mia dieta per questa bellissima coppia e sfida sugli 89:

Barbaresco Bruno Giacosa Riserva Santo Stefano 1989 vs Barbaresco Gaja Sori San Lorenzo 1989

batteria che mi riconcilia ancora di piu' con la splendida annata 89 in Langa, annata potentissima, marina, financo scura nella concentrazione gustativa.

Due vini allo stesso modo emozionanti, su registri diversi, piu' snello e verticale il Giacosa, piu' massivo e potente il Gaja.
Al naso tradiscono bene l'annata, fatta di salinità , mineralità, un tocco ossidativo (forse altre bottiglie di Giacosa erano un pelo meno evolute), con Giacosa sempre piu' ritroso e meno potente al naso e Gaja impostato sulla marinità pulita, sullo iodio, sul fruttino in disparte, con piu' intensità olfattiva e piu' profondità.
In bocca il rapporto si rovescia, vince Giacosa, complice un acidità piu' accentuata e una beva forse piu' snella. Verso il fine della serata pero' il San Lorenzo si riprendeve e martellava come un forsennato anche lui in bocca (a quel punto Giacosa era già terminato da noi golosacci). Tannini presenti e dolcemente duri, minerale che si ricaricava con l'ossigeno, acidità. Un'annata di equilibrio magistrale, di livello altissimo, che coniuga durezze elevate a dolcezze e concentrazioni leggere.
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Chapeau a tutti e due, grazie Bruno e grazie Angelo.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 20 set 2010 15:30

Baroloonline ha scritto:PIccola sospensione delle mia dieta per questa bellissima coppia e sfida sugli 89:

Barbaresco Bruno Giacosa Riserva Santo Stefano 1989 vs Barbaresco Gaja Sori San Lorenzo 1989

batteria che mi riconcilia ancora di piu' con la splendida annata 89 in Langa, annata potentissima, marina, financo scura nella concentrazione gustativa.

Due vini allo stesso modo emozionanti, su registri diversi, piu' snello e verticale il Giacosa, piu' massivo e potente il Gaja.
Al naso tradiscono bene l'annata, fatta di salinità , mineralità, un tocco ossidativo (forse altre bottiglie di Giacosa erano un pelo meno evolute), con Giacosa sempre piu' ritroso e meno potente al naso e Gaja impostato sulla marinità pulita, sullo iodio, sul fruttino in disparte, con piu' intensità olfattiva e piu' profondità.
In bocca il rapporto si rovescia, vince Giacosa, complice un acidità piu' accentuata e una beva forse piu' snella. Verso il fine della serata pero' il San Lorenzo si riprendeve e martellava come un forsennato anche lui in bocca (a quel punto Giacosa era già terminato da noi golosacci). Tannini presenti e dolcemente duri, minerale che si ricaricava con l'ossigeno, acidità. Un'annata di equilibrio magistrale, di livello altissimo, che coniuga durezze elevate a dolcezze e concentrazioni leggere.
SIcuramente due vini impegnativi, che pretendono attenzione e ripagano con una profondità gustativa senza pari, che non possono essere capiti dal novizio che si approccio al vino Coca cola, ma che trasudano entrambi cio' che di piu' bello si puo' ottenere dal grande nebbiolo in grande annata. pensavo potesse vincere Giacosa agilmente, il SS89 è uno dei vini culto della cantina, ma stasera, avessi la possibilità di ribermene una seconda bottiglia forse sceglierei Gaja.
Vale la pena stare quasi un mese senza bere per poi riiniziare in questo modo.
Chapeau a tutti e due, grazie Bruno e grazie Angelo.
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La tua descrizione del San Lorenzo mi ricorda per più di un tratto lo Sperss 1989, altro vino grandioso, ai vertici della poroduzione storica in Langa.

Da dire che nelle annate più recenti i vini meglio riusciti di Gaja, pur eccellenti in generale, non hanno però quello stesso carattere, quella stessa libertà e varietà espressiva che hai ben raccontato qui, e che ricordo ancora benissimo sullo Sperss 1989, peraltro anche lui toccato da una lieve traccia ossidativa. Io avevo pensato ad una bottiglia con un tappo non perfetto, ma vista la ricorrenza, potrebbe essere anche una questione evolutiva più generale.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Baroloonline » 20 set 2010 15:42

Dedalus ha scritto:
Baroloonline ha scritto:PIccola sospensione delle mia dieta per questa bellissima coppia e sfida sugli 89:

Barbaresco Bruno Giacosa Riserva Santo Stefano 1989 vs Barbaresco Gaja Sori San Lorenzo 1989

batteria che mi riconcilia ancora di piu' con la splendida annata 89 in Langa, annata potentissima, marina, financo scura nella concentrazione gustativa.

Due vini allo stesso modo emozionanti, su registri diversi, piu' snello e verticale il Giacosa, piu' massivo e potente il Gaja.
Al naso tradiscono bene l'annata, fatta di salinità , mineralità, un tocco ossidativo (forse altre bottiglie di Giacosa erano un pelo meno evolute), con Giacosa sempre piu' ritroso e meno potente al naso e Gaja impostato sulla marinità pulita, sullo iodio, sul fruttino in disparte, con piu' intensità olfattiva e piu' profondità.
In bocca il rapporto si rovescia, vince Giacosa, complice un acidità piu' accentuata e una beva forse piu' snella. Verso il fine della serata pero' il San Lorenzo si riprendeve e martellava come un forsennato anche lui in bocca (a quel punto Giacosa era già terminato da noi golosacci). Tannini presenti e dolcemente duri, minerale che si ricaricava con l'ossigeno, acidità. Un'annata di equilibrio magistrale, di livello altissimo, che coniuga durezze elevate a dolcezze e concentrazioni leggere.
SIcuramente due vini impegnativi, che pretendono attenzione e ripagano con una profondità gustativa senza pari, che non possono essere capiti dal novizio che si approccio al vino Coca cola, ma che trasudano entrambi cio' che di piu' bello si puo' ottenere dal grande nebbiolo in grande annata. pensavo potesse vincere Giacosa agilmente, il SS89 è uno dei vini culto della cantina, ma stasera, avessi la possibilità di ribermene una seconda bottiglia forse sceglierei Gaja.
Vale la pena stare quasi un mese senza bere per poi riiniziare in questo modo.
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La tua descrizione del San Lorenzo mi ricorda per più di un tratto lo Sperss 1989, altro vino grandioso, ai vertici della poroduzione storica in Langa.

Da dire che nelle annate più recenti i vini meglio riusciti di Gaja, pur eccellenti in generale, non hanno però quello stesso carattere, quella stessa libertà e varietà espressiva che hai ben raccontato qui, e che ricordo ancora benissimo sullo Sperss 1989, peraltro anche lui toccato da una lieve traccia ossidativa. Io avevo pensato ad una bottiglia con un tappo non perfetto, ma vista la ricorrenza, potrebbe essere anche una questione evolutiva più generale.


L'evoluzione era piu' presente al naso del Giacosa.
Un'idea che mi sovviene, non è che i vini di Gaja semplicemente abbisognino di piu' tempo per uscire fuori nella loro gloriosità?
Tutte le volte che assaggio i Sori appena imbottigliati mi deliziano, per poi entrare in una fase piu' anonima.
Non ho un'esperienza enorme con i Gaja, sicuramente me la cavo un po' di piu' con i Giacosa, ma puo' essere?
Dovessi riconprare oggi, alla stessa cifra, e basandomi solo sull'assaggio di ieri, comprerei Gaja.
Comincia direi sfida pareggiata a 97 punti, che non è poco per me.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Nebbiolino » 20 set 2010 15:50

Baroloonline ha scritto:
Un'idea che mi sovviene, non è che i vini di Gaja semplicemente abbisognino di piu' tempo per uscire fuori nella loro gloriosità?
Tutte le volte che assaggio i Sori appena imbottigliati mi deliziano, per poi entrare in una fase piu' anonima.
Non ho un'esperienza enorme con i Gaja, sicuramente me la cavo un po' di piu' con i Giacosa, ma puo' essere?
Dovessi riconprare oggi, alla stessa cifra, e basandomi solo sull'assaggio di ieri, comprerei Gaja.
Comincia direi sfida pareggiata a 97 punti, che non è poco per me.


Sono curioso di sentire e risposte dei più navigati, visto che per alcuni pare che Gaja sia il male.
Peraltro, qualche mese fa mi ero fatto venire lo stesso dubbio di Francesco, salvo poi subirmi una filippica di primo livello... :lol: :lol: :lol:
O forse, giusto per non uscire dalla miglior tradizione, certe glorie appartengono ormai solo al passato?
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Baroloonline » 20 set 2010 15:56

Nebbiolino ha scritto:
Baroloonline ha scritto:
Un'idea che mi sovviene, non è che i vini di Gaja semplicemente abbisognino di piu' tempo per uscire fuori nella loro gloriosità?
Tutte le volte che assaggio i Sori appena imbottigliati mi deliziano, per poi entrare in una fase piu' anonima.
Non ho un'esperienza enorme con i Gaja, sicuramente me la cavo un po' di piu' con i Giacosa, ma puo' essere?
Dovessi riconprare oggi, alla stessa cifra, e basandomi solo sull'assaggio di ieri, comprerei Gaja.
Comincia direi sfida pareggiata a 97 punti, che non è poco per me.


Sono curioso di sentire e risposte dei più navigati, visto che per alcuni pare che Gaja sia il male.
Peraltro, qualche mese fa mi ero fatto venire lo stesso dubbio di Francesco, salvo poi subirmi una filippica di primo livello... :lol: :lol: :lol:
O forse, giusto per non uscire dalla miglior tradizione, certe glorie appartengono ormai solo al passato?


Se non sbaglio le prime annate fatta dal binomio Angelo Gaja - Rivella sono di metà degli anni 70, e da quello che mi risulta la vinificazione non è cambiata.
possibile che i vini siano peggiorati? Non credo.
Comunque ho troppa poca esperienza per poter anche solo esprimere un parere, ma cio' che ho bevuto tra 89 e 90 mi è sempre piaciuto, anche se devo dire che questa è la mia prima bottiglia veramente emozionante. E pensare che arrivava da Parma in macchina quindi era pure sbatacchiata
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 20 set 2010 16:11

Baroloonline ha scritto:L'evoluzione era piu' presente al naso del Giacosa.
Un'idea che mi sovviene, non è che i vini di Gaja semplicemente abbisognino di piu' tempo per uscire fuori nella loro gloriosità?
Tutte le volte che assaggio i Sori appena imbottigliati mi deliziano, per poi entrare in una fase piu' anonima.
Non ho un'esperienza enorme con i Gaja, sicuramente me la cavo un po' di piu' con i Giacosa, ma puo' essere?
Dovessi riconprare oggi, alla stessa cifra, e basandomi solo sull'assaggio di ieri, comprerei Gaja.
Comincia direi sfida pareggiata a 97 punti, che non è poco per me.

Ripeto rapidamente quello che ho appena scritto a Wineduck nell'altro thread.

Se uno conosce bene vitigno, zona e tecniche generali, un'idea generale del vino se la fa sin da quando il vino è messo in commercio.

Non credo che ci sia "l'evoluzione dei vini di Gaja", quella "dei vini di Giacosa", quella "dei vini di Conterno", quella "dei vini di Clerico", quella "dei vini di Orlando Obrigo".

Penso che ci sia
l'evoluzione del Nebbiolo e del Sangiovese;
quella del Nebbiolo di Langa e quella del Nebbiolo dell'Alto Piemonte;
quella del Nebbiolo in botte grande, in botte media vecchia, in botte media nuova, in barrique usate, in barrique tutte nuove, in cigarillos...;
quella del Nebbiolo fermentato tre giorni, una settimana, un mese, due mesi;
quelle del Nebbiolo fermentato in rotomaceratore a spin atomico, in rotomaceratore a tre giri al giorno, in acciaio termocondizionato, in tino di rovere...;
quella del Nebbiolo rimontato al chiuso e all'aperto, follato a mano e a macchina, a cappello sommerso, con o senza delestage...


Ognuna di queste lavorazioni e di tutte le altre che non ho elencato influenzano le caratteristiche del vino sin dal primo giorno in cui la bottiglia viene tappata, e pur lasciando spazio alle sfumature e ai margini di imprevedibilità che fanno il succo della passione per il vino, se un vino varia il suo stile, lo si sente da subito. Non dico che sia meglio o peggio, e non sono affatto conservatore per partito preso, attenzione.

Ma quando escono nuovi vini che sono diversi per fattura rispetto a quelli degli anni precedenti, uno che conosce decentemente tutte le varie caratteristiche del vitigno, della zona e delle varie lavorazioni, se ne accorge e lo sa benissimo, anche senza aspettare che passino 150 anni per togliersi ogni ragionevole dubbio.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Palma » 20 set 2010 16:19

L'ipotesi è più che plausibile, purtroppo è anche difficilmente verificabile. Stando alla mia esperienza, devo dire che i troppo pochi vecchi Gaja bevuti (a parte proprio quell'89 ed un 90, probabilmente a causa di bottiglia non al top) mi hanno sempre riservato bellissime sensazioni ed a volte emozioni. Di nuove annate ho bevuto ancor meno e non sempre le cose sono andate bene. Se però considero che Sperss 96 mi piacque molto diversi anni fa, mentre l'anno scorso fu una mezza delusione, che Tildin 2004 appena uscito mi era parso di altissimo livello, che Sperss 1994, che magari proprio perché essendo di annata magari si è aperto prima, è risultato il miglior 94 di Langa sentito, forse non sei per nulla fuori strada. Poi ci sono Costa Russi ed il Barbaresco base sui quali invece nutro più dubbi.
La longevità è sicuramente un pregio, però c'è anche il problema che se devo aspettare 20 anni prima di potermi godere un vino, non sono troppo invogliato ad acquistarne (non sto comprando quasi nulla di nuovo neppure di Bordeaux e non solo per i prezzi); tra 20 anni non so neppure se ci sarò ancora. Quando invece incontro dei vecchi millesimi la voglia di aprirli è sempre tanta con annesse anche le fregature che a volte si prendono a causa di conservazioni approssimative. Quindi va a finire che alla fine vi divento Borgognofilo pure io :D
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda paolo7505 » 20 set 2010 16:23

Baroloonline ha scritto:
Nebbiolino ha scritto:
Baroloonline ha scritto:
Un'idea che mi sovviene, non è che i vini di Gaja semplicemente abbisognino di piu' tempo per uscire fuori nella loro gloriosità?
Tutte le volte che assaggio i Sori appena imbottigliati mi deliziano, per poi entrare in una fase piu' anonima.
Non ho un'esperienza enorme con i Gaja, sicuramente me la cavo un po' di piu' con i Giacosa, ma puo' essere?
Dovessi riconprare oggi, alla stessa cifra, e basandomi solo sull'assaggio di ieri, comprerei Gaja.
Comincia direi sfida pareggiata a 97 punti, che non è poco per me.


Sono curioso di sentire e risposte dei più navigati, visto che per alcuni pare che Gaja sia il male.
Peraltro, qualche mese fa mi ero fatto venire lo stesso dubbio di Francesco, salvo poi subirmi una filippica di primo livello... :lol: :lol: :lol:
O forse, giusto per non uscire dalla miglior tradizione, certe glorie appartengono ormai solo al passato?


Se non sbaglio le prime annate fatta dal binomio Angelo Gaja - Rivella sono di metà degli anni 70, e da quello che mi risulta la vinificazione non è cambiata.
possibile che i vini siano peggiorati? Non credo.
Comunque ho troppa poca esperienza per poter anche solo esprimere un parere, ma cio' che ho bevuto tra 89 e 90 mi è sempre piaciuto, anche se devo dire che questa è la mia prima bottiglia veramente emozionante. E pensare che arrivava da Parma in macchina quindi era pure sbatacchiata


Innanzi tutto grazie a Francesco e Daniela per la magnifica ospitalità!
Si, devo dire che non abbiamo esattamente seguito il manuale del buon degustatore, una bottiglia è arrivata da Parma, si è fatta anche un bel giretto in Langa nel pomeriggio per poi essere stappata e bevuta praticamente subito, l'altra è stata presa su dalla tua cantina, dove giaceva coricata, è stata stappata e bevuta subito insieme all'altra.......
Probabilmente se le avessimo trattate un po' meglio sarebbero state ancora più grandiose, anche se faccio fatica a capire come avrebbe potuto esserlo.......
Comunque dopo aver letto il tuo primo post in cui descrivevi i vini, mentre come dici tu, torturavo il mio paziente, ho pensato esattamente la tua stessa cosa che pensi tu, e che poi ho letto sul tuo post successivo, e che se non ho capito male, è la stessa cosa che pensa Marzio-Nebbiolino, cioè che sono fermamente convinto che i vini di Gaja, anche a dispetto della loro teorica appartenenza ad una corrente "modernista" nata anche per facilitare una più godibile fruibilità del "nebbiolo" in tempi brevi, abbiano bisogno di molto, molto tempo per esprimersi al meglio! Non c'è una sola bottiglia vecchia di Angelo Gaja, anche in annate sfigatelle come l'87, che non mi abbia fatto godere appieno!
Ultima modifica di paolo7505 il 20 set 2010 18:21, modificato 2 volte in totale.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Palma » 20 set 2010 16:26

Dedalus ha scritto:
Baroloonline ha scritto:L'evoluzione era piu' presente al naso del Giacosa.
Un'idea che mi sovviene, non è che i vini di Gaja semplicemente abbisognino di piu' tempo per uscire fuori nella loro gloriosità?
Tutte le volte che assaggio i Sori appena imbottigliati mi deliziano, per poi entrare in una fase piu' anonima.
Non ho un'esperienza enorme con i Gaja, sicuramente me la cavo un po' di piu' con i Giacosa, ma puo' essere?
Dovessi riconprare oggi, alla stessa cifra, e basandomi solo sull'assaggio di ieri, comprerei Gaja.
Comincia direi sfida pareggiata a 97 punti, che non è poco per me.

Ripeto rapidamente quello che ho appena scritto a Wineduck nell'altro thread.

Se uno conosce bene vitigno, zona e tecniche generali, un'idea generale del vino se la fa sin da quando il vino è messo in commercio.

Non credo che ci sia "l'evoluzione dei vini di Gaja", quella "dei vini di Giacosa", quella "dei vini di Conterno", quella "dei vini di Clerico", quella "dei vini di Orlando Obrigo".

Penso che ci sia
l'evoluzione del Nebbiolo e del Sangiovese;
quella del Nebbiolo di Langa e quella del Nebbiolo dell'Alto Piemonte;
quella del Nebbiolo in botte grande, in botte media vecchia, in botte media nuova, in barrique usate, in barrique tutte nuove, in cigarillos...;
quella del Nebbiolo fermentato tre giorni, una settimana, un mese, due mesi;
quelle del Nebbiolo fermentato in rotomaceratore a spin atomico, in rotomaceratore a tre giri al giorno, in acciaio termocondizionato, in tino di rovere...;
quella del Nebbiolo rimontato al chiuso e all'aperto, follato a mano e a macchina, a cappello sommerso, con o senza delestage...


Ognuna di queste lavorazioni e di tutte le altre che non ho elencato influenzano le caratteristiche del vino sin dal primo giorno in cui la bottiglia viene tappata, e pur lasciando spazio alle sfumature e ai margini di imprevedibilità che fanno il succo della passione per il vino, se un vino varia il suo stile, lo si sente da subito. Non dico che sia meglio o peggio, e non sono affatto conservatore per partito preso, attenzione.

Ma quando escono nuovi vini che sono diversi per fattura rispetto a quelli degli anni precedenti, uno che conosce decentemente tutte le varie caratteristiche del vitigno, della zona e delle varie lavorazioni, se ne accorge e lo sa benissimo, anche senza aspettare che passino 150 anni per togliersi ogni ragionevole dubbio.



In linea di massima è così, ma ci sono sempre delle eccezioni e se non si ha grossa esperienza con i vecchi millesimi di quel determinato produttori non è sempre così facile arrivare alla conclusione. I vini di Gaja anche appena usciti non sono certo quelli che additerei come esempi di Nebbiolo violentato, per cui io non me la sento di non dargli almeno il beneficio del dubbio. Per me sono assolutamente inspiegabili pure alcune fasi del cascina Francia (vino che conosco molto meglio dei Gaja), a volte si arriva alla conclusione che qualcosa non torna, poi spuntano di nuovo bottiglie che lo rimettono tra i grandissimi.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 20 set 2010 17:11

I vini di Gaja sono molto regolari, non ho mai trovato variabilità sui vini giovani, nemmeno leggendo le note di altri.

Tenendomi lontano dalla tentazione di erigere leggi universali e linee gotiche d'opinione/teoria, rimango sempre dell'idea che una certa variazione sia intervenuta, e che l'evoluzione dei migliori vini di Gaja potrà pure portare ad esiti molto positivi, ma comunque con caratteristiche diverse da quelle che oggi presentano i millesimi con 15 o 20 anni sulle spalle. Ancor più quando si guarda ai vini di 40 e 50 anni fa.

A volte ci si dimentica che anche se l'etichetta è la stessa, il vino ogni può essere fatto in maniera diversa. Il comportamento nel tempo di vini con la stessa etichetta può essere diverso, e non ha alcun senso pensare che siccome il 1987 è evoluto benissimo, altrettanto farà il 2006, se non riscontrando nel 1987 e nel 2006 il medesimo impianto tecnico che si riscontra nel 1987. Un minimo di esperienza su vitigno, zona e tecniche di produzione permette di interpretare ed inquadrare tutti questi fattori sia sul vino giovane sia sul vino (non troppo) più vecchio.

Anche Giacosa e Conterno hanno vissuto misurate variazioni stilistiche negli anni, ed è normale pensare che i loro vini evolveranno diversamente da quelli più vecchi. Meglio o peggio, dipende da mille cose, ma che siano vini diversi, mi pare ridicolo volerlo negare. Se un vino passa dalla botte da 100hl al cigarillo, si può raccontare quello che si vuole sull'andamento evolutivo delle annate invecchiate in botte grande, è ovvio che quelle in cigarillos saranno diverse anche dopo 100 anni. Per variazioni meno clamorose vale il medesimo principio, opportunamente proporzionato.

Il vino non invecchia in base all'etichetta che porta, ma in base a come è stato fatto.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda paolo7505 » 20 set 2010 18:28

Dedalus ha scritto:A volte ci si dimentica che anche se l'etichetta è la stessa, il vino ogni può essere fatto in maniera diversa. Il comportamento nel tempo di vini con la stessa etichetta può essere diverso, e non ha alcun senso pensare che siccome il 1987 è evoluto benissimo, altrettanto farà il 2006, se non riscontrando nel 1987 e nel 2006 il medesimo impianto tecnico che si riscontra nel 1987. Un minimo di esperienza su vitigno, zona e tecniche di produzione permette di interpretare ed inquadrare tutti questi fattori sia sul vino giovane sia sul vino (non troppo) più vecchio.



Ok perfetto, allora per piacere spiegami quali sono state le variazioni che ci sono state dall'87 al 96, perchè io non lo so, e quindi anche se per te non ha alcun senso, io sono portato a trovare qualche potenziale analogia di evoluzione!
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda l'oste » 20 set 2010 18:59

Ogni volta che qualcuno beve e scrive di un grande vino di Gaja, ancor più se fatto da Angelo, mi par di notare che sul forum partano le precisazioni, i (soliti) distinguo a spaccare il capello ecc ecc.

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda de magistris » 20 set 2010 21:43

l'oste ha scritto:Ogni volta che qualcuno beve e scrive di un grande vino di Gaja, ancor più se fatto da Angelo, mi par di notare che sul forum partano le precisazioni, i (soliti) distinguo a spaccare il capello ecc ecc.

Ah, les italiens...

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Andrea, voglio rivelarti un segreto ma non dirlo a nessuno: di Gaja ci sono grandi riuscite e altre più normali. Inoltre a qualcuno piace moltissimo e ad altri meno. Shhhhh 8)

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Palma » 20 set 2010 21:45

Ma secondo me c'è invece chi ritiene Gaja un grandissimo produttore e chi no, esattamente e legittimamente come tanti altri.
Certo che poi per di più il personaggio è di quelli che divide ed alcune sue posizioni di sicuro non lo rendono molto simpatico, neppure a me per esempio.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Palma » 20 set 2010 21:47

de magistris ha scritto:
l'oste ha scritto:Ogni volta che qualcuno beve e scrive di un grande vino di Gaja, ancor più se fatto da Angelo, mi par di notare che sul forum partano le precisazioni, i (soliti) distinguo a spaccare il capello ecc ecc.

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vinogodi » 20 set 2010 21:48

de magistris ha scritto:
l'oste ha scritto:Ogni volta che qualcuno beve e scrive di un grande vino di Gaja, ancor più se fatto da Angelo, mi par di notare che sul forum partano le precisazioni, i (soliti) distinguo a spaccare il capello ecc ecc.

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... dirò di più : a qualcuno sta sul cazzo e a qualcuno simpatico ( senza sapere perchè ...) ed anche se nelle sue bocce mettessi di nascosto Monfortino , qualcuno direbbe che è un "grande vino ma un pessimo Nebbiolo" , con tutta quella Barbera e Cabernet dentro ...
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