Classificazione Grand Cru d’Italia

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Favorevoli o no

Sondaggio concluso il 16 giu 2013 10:31

Si
25
35%
No
46
65%
 
Voti totali: 71
Patatasd
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda Patatasd » 06 giu 2013 17:05

flavio ha scritto:Siamo d’accordo che il concetto di Cru è legato al terroir ma qual’è il parametro per definire che un terroir sia Cru ed un altro no?

A parte che posta così la domanda ha poco senso, cerco di interpretarla in qualcosa tipo: "qual’è il parametro per definire che un terroir sia Grand Cru ed un altro no?"
In questo caso si potrebbe parlare all'infinito su quali parametri usare.

Possiamo solo vedere gli esempi francesi, come a Champagne che hanno usato il prezzo di acquisto dell'uva di quella zona (Attenzione, al prezzo dell'uva e non al prezzo del vino che ne deriva) a Borgogna sono stati delimitati dai monaci cistercensi nel medio evo e classificati nel secolo scorso in base alla qualità (quindi soggettiva) dei vini che se ne produce e alle caratteristiche dei climat, esposizione favorevole, pendenza, terreno etc.
Bordeaux invece come detto era appunto legato agli Chateaux e non al terreno in se, una cosa più simile a quel che dici te.

Da ciò capiamo che ogni zona di Francia ha il suo criterio più o meno simile per stabilire un livello qualitativo, e la cosa funziona perché? Perché ogni criterio é circoscritto ad una regione omogenea per cultura/tradizione, uvaggi usati e vini prodotti, non si sognerebbe mai nessuno di mettere tutte le regioni allo stesso livello in una scala qualitativa (Se non le varie riviste con le loro classifiche, ma questa é un'altra storia).

Quindi se vogliamo facciamo una classificazione dei cru di Barolo e Barbaresco, e qualcuno ci ha già pensato facendo un lavoro secondo me serio: http://www.intravino.com/primo-piano/le ... snaghetti/

Facciamone una di Montalcino, una del Chianti, della Valpolicella (Così si risolve il problema dei vigneti in pianura) e così via... Ma usiamo parametri seri e non solo il prezzo all'asta

flavio ha scritto:Noi abbiamo utilizzato il prezzo pagato sul mercato secondario(che non è solo quello Asiatico) quale metro di giudizio oggettivo per indicare a quale terroir,
che è sottostante a ciascuna etichetta (come nel caso di Bordeaux), il pubblico riconosce lo status di Grand Cru.

Per me il prezzo che il pubblico riconosce ha lo stesso valore di un televoto, cioé 0... Tanto vale allora chiedere a Parker, Suckling e compagnia bella di farla direttamente loro la classificazione visto che i prezzi, specie in certi mercati, sono sempre molto legati agli umori di questa gente piuttosto che ad una qualità intrinseca del terreno/vino.

flavio ha scritto:Tu quale metro di giudizio utilizzeresti, tenendo presente che il “gusto” è soggettivo?


La classificazione per me deve essere fatta da un pool di persone che hanno competenze in materia come agronomi, geologi, storici, enologi, produttori, critici e così via... tenendo in considerazione i climat e quindi l'esposizione, il terreno e anche la storia, se da un cru si produce vino da centinaia d'anni e un'altro é stato impiantato l'altro ieri non possono essere messi a pari livello, e volendo ci può stare anche il prezzo che viene riconosciuto ma come parametro pesato non come scala unica.

Poi per carità in zone come bolgheri meno legate al vigneto e basata su blend di uvaggi diversi che richiedono terreni diversi ci può anche stare una classificazione diversa più simile a bordeaux se si vuole, ma solo circoscritta a quest'area.

flavio ha scritto:riterresti più affidabile una commissione interministeriale di saggi per
redigere una Classificazione dei Grand Cru d’Italia? Oppure l’autocandidatura delle aziende come nel caso
del Comitato http://www.grandicruditalia.com ?

Di certo non mi fiderei di un'azienda il cui core business é la vendita di vini, alla fine voi stabilite che i vini che vendete di più e meglio sono i migliori... non mi sembrate certo i paladini che salveranno il vino Italiano.
Per non parlare del sito che citi te in cui trovi gente come Zonin che ha 2000ha di vigne sparse per l'Italia... é un pò ridicolo che gente del genere venga a parlare di Grand Cru secondo me.

Se si vuole una classificazione ufficiale per forza di cose ci vuole una commissione interministeriale, non dico che sia la soluzione migliore per carità, anzi, ma visto che l'Italia é una democrazia se si vuole un qualcosa di ufficiale é l'unica strada percorribile.

Se si vuole invece un qualcosa di ufficioso (e quindi non menzionabile in etichetta) allora preferisco affidarmi a gruppi che dimostrino una certa competenza che si basino su criteri eterogenei, e che non dimostrino un chiaro conflitto di interessi nell'effettuare questa valutazione, come ad esempio il lavoro fatto dai ragazzi di Enogea.
Ultima modifica di Patatasd il 06 giu 2013 17:18, modificato 1 volta in totale.
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda il chiaro » 06 giu 2013 17:11

Non ci posso credere: quindi se il tavernello frizzante viene prezzato un centone di euro è un gran cru pure quello?

Il cru è un vigneto (per esempio vigna rionda) e da quel vigneto più produttori possono vinificare il vino gran Cru Vigna Rionda (sempre he il cru vigna rionda si meriti la classificazione di gran).

Insomma Flavio, un giretto in Borgogna per capire come funziona non vi farebbe male. I prezzi vengono solo di conseguenza.
Certo che in Italia a metter d'accordo tutti i proprietari di vigneti su quali sono i confini tra una vigna GC e una PC la vedo dura, più facile che il PD si allei col PDL....ops 8) 8)

Per valorizzare i vini italiani da vigneti particolari funziona meglio il pessimissimo video fatto da J.Suckling che riguarda la collina dei Cannubi (vedere Intravino please). Almeno per il neofita a qualcosa serve.
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda alì65 » 06 giu 2013 17:32

non mi ricordo d'aver mai visto un discorso così fuffoso come questo....la cultura che fa a cazzotti con la moneta, un bel incontro....
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda Andyele » 06 giu 2013 18:03

il chiaro ha scritto:Non ci posso credere: quindi se il tavernello frizzante viene prezzato un centone di euro è un gran cru pure quello?


Beh dai questo no, il discorso che stanno proponendo non regge e fa acqua da tutte le parti come ha ben evidenziato patatasd, però loro fanno riferimento al prezzo a cui un certo vino viene venduto, non a quello che fissa di suo arbitrio il produttore. Dubito che il tavernello a 100 euro verrebbe acquistato...
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda apple » 06 giu 2013 18:47

Andyele ha scritto:
il chiaro ha scritto:Non ci posso credere: quindi se il tavernello frizzante viene prezzato un centone di euro è un gran cru pure quello?


Beh dai questo no, il discorso che stanno proponendo non regge e fa acqua da tutte le parti come ha ben evidenziato patatasd, però loro fanno riferimento al prezzo a cui un certo vino viene venduto, non a quello che fissa di suo arbitrio il produttore. Dubito che il tavernello a 100 euro verrebbe acquistato...


Magari la riserva, sì... :mrgreen:
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda vinogodi » 06 giu 2013 19:32

Pot ha scritto:
flavio ha scritto:Sareste favorevoli ad ufficializzare la Classificazione dei Grand Cru d’Italia in occasione
dell’Expo 2015 per consentire di inserire la dicitura “Grand Cru” nelle etichette classificate?



Ovviamente NO.

Noto però che circa un terzo dei votanti ha espresso parere positivo. Qualcuno tra questi potrebbe argomentare il motivo del proprio voto?

...io, per esempio, non avevo capito la domanda... :lol:
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda vinogodi » 06 giu 2013 20:07

Andyele ha scritto:
flavio ha scritto: tenendo presente che il “gusto” è soggettivo


interessante questo argomento, sarebbe da approfondire meglio.

...mio Dio, ora che ha trovato un potente alleato, chi ferma più Meursault?...
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda Pot » 06 giu 2013 22:19

vinogodi ha scritto:
Pot ha scritto:
flavio ha scritto:Sareste favorevoli ad ufficializzare la Classificazione dei Grand Cru d’Italia in occasione
dell’Expo 2015 per consentire di inserire la dicitura “Grand Cru” nelle etichette classificate?



Ovviamente NO.

Noto però che circa un terzo dei votanti ha espresso parere positivo. Qualcuno tra questi potrebbe argomentare il motivo del proprio voto?

...io, per esempio, non avevo capito la domanda... :lol:


Estraneo a questi argomenti, eh? :lol:
...La vita va corretta, eccome, è troppo dura da buttare giù liscia.

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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda flavio » 09 giu 2013 23:31

Patatasd ha scritto:
flavio ha scritto:Siamo d’accordo che il concetto di Cru è legato al terroir ma qual’è il parametro per definire che un terroir sia Cru ed un altro no?

A parte che posta così la domanda ha poco senso, cerco di interpretarla in qualcosa tipo: "qual’è il parametro per definire che un terroir sia Grand Cru ed un altro no?"
In questo caso si potrebbe parlare all'infinito su quali parametri usare.

Possiamo solo vedere gli esempi francesi, come a Champagne che hanno usato il prezzo di acquisto dell'uva di quella zona (Attenzione, al prezzo dell'uva e non al prezzo del vino che ne deriva) a Borgogna sono stati delimitati dai monaci cistercensi nel medio evo e classificati nel secolo scorso in base alla qualità (quindi soggettiva) dei vini che se ne produce e alle caratteristiche dei climat, esposizione favorevole, pendenza, terreno etc.
Bordeaux invece come detto era appunto legato agli Chateaux e non al terreno in se, una cosa più simile a quel che dici te.

Da ciò capiamo che ogni zona di Francia ha il suo criterio più o meno simile per stabilire un livello qualitativo, e la cosa funziona perché? Perché ogni criterio é circoscritto ad una regione omogenea per cultura/tradizione, uvaggi usati e vini prodotti, non si sognerebbe mai nessuno di mettere tutte le regioni allo stesso livello in una scala qualitativa (Se non le varie riviste con le loro classifiche, ma questa é un'altra storia).

Quindi se vogliamo facciamo una classificazione dei cru di Barolo e Barbaresco, e qualcuno ci ha già pensato facendo un lavoro secondo me serio: http://www.intravino.com/primo-piano/le ... snaghetti/

Facciamone una di Montalcino, una del Chianti, della Valpolicella (Così si risolve il problema dei vigneti in pianura) e così via... Ma usiamo parametri seri e non solo il prezzo all'asta

flavio ha scritto:Noi abbiamo utilizzato il prezzo pagato sul mercato secondario(che non è solo quello Asiatico) quale metro di giudizio oggettivo per indicare a quale terroir,
che è sottostante a ciascuna etichetta (come nel caso di Bordeaux), il pubblico riconosce lo status di Grand Cru.

Per me il prezzo che il pubblico riconosce ha lo stesso valore di un televoto, cioé 0... Tanto vale allora chiedere a Parker, Suckling e compagnia bella di farla direttamente loro la classificazione visto che i prezzi, specie in certi mercati, sono sempre molto legati agli umori di questa gente piuttosto che ad una qualità intrinseca del terreno/vino.

flavio ha scritto:Tu quale metro di giudizio utilizzeresti, tenendo presente che il “gusto” è soggettivo?


La classificazione per me deve essere fatta da un pool di persone che hanno competenze in materia come agronomi, geologi, storici, enologi, produttori, critici e così via... tenendo in considerazione i climat e quindi l'esposizione, il terreno e anche la storia, se da un cru si produce vino da centinaia d'anni e un'altro é stato impiantato l'altro ieri non possono essere messi a pari livello, e volendo ci può stare anche il prezzo che viene riconosciuto ma come parametro pesato non come scala unica.

Poi per carità in zone come bolgheri meno legate al vigneto e basata su blend di uvaggi diversi che richiedono terreni diversi ci può anche stare una classificazione diversa più simile a bordeaux se si vuole, ma solo circoscritta a quest'area.

flavio ha scritto:riterresti più affidabile una commissione interministeriale di saggi per
redigere una Classificazione dei Grand Cru d’Italia? Oppure l’autocandidatura delle aziende come nel caso
del Comitato http://www.grandicruditalia.com ?

Di certo non mi fiderei di un'azienda il cui core business é la vendita di vini, alla fine voi stabilite che i vini che vendete di più e meglio sono i migliori... non mi sembrate certo i paladini che salveranno il vino Italiano.
Per non parlare del sito che citi te in cui trovi gente come Zonin che ha 2000ha di vigne sparse per l'Italia... é un pò ridicolo che gente del genere venga a parlare di Grand Cru secondo me.

Se si vuole una classificazione ufficiale per forza di cose ci vuole una commissione interministeriale, non dico che sia la soluzione migliore per carità, anzi, ma visto che l'Italia é una democrazia se si vuole un qualcosa di ufficiale é l'unica strada percorribile.

Se si vuole invece un qualcosa di ufficioso (e quindi non menzionabile in etichetta) allora preferisco affidarmi a gruppi che dimostrino una certa competenza che si basino su criteri eterogenei, e che non dimostrino un chiaro conflitto di interessi nell'effettuare questa valutazione, come ad esempio il lavoro fatto dai ragazzi di Enogea.

Caro Patatasd,
scusa per il ritardo nella risposta ma mi è appena nata una figlia e come puoi immaginare sono abbastanza preso :mrgreen:

Intanto grazie per il tuo post, completo ed approfondito.

Teniamo però a ribadire che avere una Classificazione Ufficiale dei Grand Cru d’Italia, a nostro avviso,
è una necessità impellente per promuovere i nostri vini nel mondo e per competere con i Francesi.
Oggi, promuovere i nostri vini all’estero è indispensabile alla sopravvivenza del settore visto che
il mercato che si prospetta per i prossimi anni sarà sempre più dipendente dall’export.

In questo senso, anche in considerazione dei dazi che molti paesi applicano perchè
il vino “quotidiano” se lo vogliono produrre da soli – oggi rispetto a pochi anni fa
si produce vino quasi ovunque nel mondo: dal Brasile alla Cina per capirci –
pertanto solo gli “Icon Wine” possono fare breccia in quei mercati dove
il vino non è un alimento quotidiano, ma un lusso per i più, e dove manca
quella cultura del vino che anche noi speriamo possa globalizzarsi presto.
Ma oggi solo gli “Icon Wine” assieme all’alta moda, ai gioielli, alle auto
ed in generale ai prodotti del lusso possono essere gli strumenti per far
conoscere e far “innamorare” dell’Italia popolazioni lontane che del
nostro paese non sanno quasi nulla, ma che sognano “La Dolce Vita”
mentre non sono affatto interessati alla nostra storia ed alla cultura...
E’ gente che ha lavorato fino a ieri a testa bassa e che oggi si vuole
godere le cose semplici della vita e mostrare la propria ascesa sociale
ed è a loro che dobbiamo parlare. A quelli che stanno all’asilo, rispetto
al vino, e non a chi come te ha già fatto l’università e dispone degli
strumenti per orientarsi da solo.

A questo tipo di pubblico servono poche informazioni e chiare, il tuo
suggerimento di classificare ogni zona, peraltro con criteri diversi
va nella direzione opposta, duplicando le attuali denominazioni.

Quanto alla tua critica sul prezzo quale metro di giudizio: non è assolutamente convincente quando tu
stesso confermi che il prezzo determina la qualità nello Champagne (anche se si tratta del prezzo delle
uve) e che la Classificazione di Bordeaux è stata basata proprio sul prezzo. La Borgogna fa storia a sè
ma appunto è una storia millenaria documentata, che non ci si può inventare dall’oggi al domani.

La classificazione di Bordeaux invece è l’esempio calzante perchè anche un Imperatore
– Napoleone III – sapendo di non poter mettere d’accordo i diversi attori deputati a
valutare quali vini fossero Grand Cru, ma cosciente dell’importanza di classificare i
Bordeuaux, che ricordiamo erano destinati principalmente al mercato inglese, quindi
all’export, decise di classificarli in base al prezzo pagato proprio nel principale
mercato ovvero l’Inghilterra.

Anche se vado un po’ OT vorrei ricordare che sono stati aspetti commerciali a trasformare la
produzione del vino come la conosciamo oggi, a partire dall’uso delle barriques che sono nate
per trasportare i bordeaux dalla Francia all’Inghilterra dove venivano imbottigliati e che solo
in un secondo tempo ci si rese conto degli effetti positivi delle barriques sull’invecchiamento...
quindi sarei molto cauto a svilire il lato commerciale, compreso il prezzo, nel mondo-vino.

D’altra parte sembra che la nostra classificazione rispecchi i gusti anche
qui sul forum, certamente con alcune eccezioni, ovviamente non è
pensabile che una lista di 30 o anche 50 etichette possa mettere
d’accordo tutti, ma prendendo ad esempio i primi 3 classificati:
Brunello Riserva Biondi Santi
Masseto
Monfortino
l’analisi dei prezzi ha messo sul podio i 3 vini simbolo delle
3 denominazioni italiane più apprezzate dai più e questo
a nostro avviso è una conferma importante che il metodo
è corretto, anche se ovviamente tutto è perfettibile.

Dal punto di vista semantico, forse sarebbe stato più “esatto” chiamarla:
Classificazione degli Icon Wine d’Italia, ma visto che l’obiettivo è la
promozione, il termine Grand Cru fa sicuramente più presa.

In merito ai punteggi delle guide: Parker, Tanzer, Suckling a meno di non
voler immaginare l’esistenza di una Spectre del vino va riconosciuto che
le critiche, in particolare di questi tre, raramente si discostano molto
l’una dall’altra e pertanto una certa attendibilità gli va riconosciuta.
D’altra parte non è che tutti gli appassionati possono degustare
tutti i vini che escono ogni anno, per cui mi sembra lecito che il
pubblico, che magari ha anche altro da fare nella vita, si
affidi ai loro giudizi per la scelta di un vino.

In conclusione ci spiace che tu sollevi la questione di un presunto conflitto di interessi da parte nostra
quando ci siamo limitati ad analizzare il nostro database di aggiudicazioni d’asta che siamo pronti a
mettere a disposizione delle autorità qualora servisse a contribuire alla creazione di una
classificazione Ufficiale dei Grand Cru d’Italia. E speriamo sinceramente che tu e chi oggi
la pensa come te, si renda conto che SE: “La classificazione (...) deve essere fatta da un
pool di persone che hanno competenze in materia come agronomi, geologi, storici, enologi,
produttori, critici e così via...” L’Italia non avrà MAI una Classificazione Ufficiale.
E’ un sogno impossibile nell’Italia di oggi, come lo era nella Francia del 1855
dove comunque basando la classificazione sul prezzo è stata fatta una scelta
più democratica di quella che suggerisci tu, che definirei “oligarchica” :wink:

Saluti
Flavio
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda bruber73 » 11 giu 2013 11:41

Io continuo a non capire quale sarebbe il senso di mettere in etichetta Grand Cru al Masseto. :?:
Ultima modifica di bruber73 il 11 giu 2013 11:59, modificato 1 volta in totale.
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda pippuz » 11 giu 2013 11:52

flavio ha scritto:Dal punto di vista semantico, forse sarebbe stato più “esatto” chiamarla:
Classificazione degli Icon Wine d’Italia, ma visto che l’obiettivo è la
promozione, il termine Grand Cru fa sicuramente più presa.

Ecco il punto chiave.

Icon wine of Italy o Vini icona d'Italia (mezzo inglese e mezzo italiano è un po' bruttino e fa molto provinciale :wink: ) sarebbe appropriato.

Mentre è molto inappropriato utilizzare il termine Grand Cru solo perchè fa più presa, così si riduce il termine stesso che fa tanto presa ad una buffonata che si riperquoterebbe sull'intera operazione.
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda bruber73 » 11 giu 2013 12:24

pippuz ha scritto:
flavio ha scritto:Dal punto di vista semantico, forse sarebbe stato più “esatto” chiamarla:
Classificazione degli Icon Wine d’Italia, ma visto che l’obiettivo è la
promozione, il termine Grand Cru fa sicuramente più presa.

Ecco il punto chiave.

Icon wine of Italy o Vini icona d'Italia (mezzo inglese e mezzo italiano è un po' bruttino e fa molto provinciale :wink: ) sarebbe appropriato.

Mentre è molto inappropriato utilizzare il termine Grand Cru solo perchè fa più presa, così si riduce il termine stesso che fa tanto presa ad una buffonata che si riperquoterebbe sull'intera operazione.


In termini promozionali sono ben pochi i vini dell'elenco cui gioverebbe avere in etichetta una scritta in più, sia questa Grand Cru, Vino Icona, Grappolo d'oro o quel che volete.
Rimane invece secondo me la confusione tra l'idea di promuovere una lista di vini (pura attività commerciale) e quella di individuare, riconoscere e far conoscere dei terroir particolarmente vocati.
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda alì65 » 11 giu 2013 13:17

ho come la sensazione che nonostante il nostro parere, per ora maggiorparte negativo, il Flavio voglia fare la classificazione di questi benemeriti GC a tutti i costi.....con quale meritocrazia poi.....

p.s.mio parere negativo, nel senso che sarei anche favorevole ma con competenza, alla borgognona....ma con il flaviano pensiero proprio no!!
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda il chiaro » 11 giu 2013 13:22

flavio ha scritto:
Brunello Riserva Biondi Santi
Masseto
Monfortino
l’analisi dei prezzi ha messo sul podio i 3 vini simbolo delle
3 denominazioni italiane più apprezzate dai più e questo
a nostro avviso è una conferma importante che il metodo
è corretto, anche se ovviamente tutto è perfettibile.



Scusa, mi dici quali sarebbero queste 3 denominazioni italiane più apprezzate dai più?
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda esorciccio79 » 11 giu 2013 14:19

flavio ha scritto: L’Italia non avrà MAI una Classificazione Ufficiale.
E’ un sogno impossibile nell’Italia di oggi, come lo era nella Francia del 1855
dove comunque basando la classificazione sul prezzo è stata fatta una scelta
più democratica di quella che suggerisci tu, che definirei “oligarchica” :wink:

Saluti
Flavio


"l'è tuta colpa del Garibaldi" (cit.)

:D
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda esorciccio79 » 11 giu 2013 14:23

bruber73 ha scritto:Io continuo a non capire quale sarebbe il senso di mettere in etichetta Grand Cru al Masseto. :?:


pè capì dal gusto a che cru de cacao (Madagascar,Trinidad,ecc..) te rimanna in bocca assieme al mappazzone de frutta sciroppata :P
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda pippuz » 11 giu 2013 14:36

il chiaro ha scritto:
flavio ha scritto:
Brunello Riserva Biondi Santi
Masseto
Monfortino
l’analisi dei prezzi ha messo sul podio i 3 vini simbolo delle
3 denominazioni italiane più apprezzate dai più e questo
a nostro avviso è una conferma importante che il metodo
è corretto, anche se ovviamente tutto è perfettibile.



Scusa, mi dici quali sarebbero queste 3 denominazioni italiane più apprezzate dai più?
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

Come quali ?

Una è la famosa DOCG Massetodellornellaia.

Non lo sai come amo io questo vino ? Manco per 30 €
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda brifazio » 11 giu 2013 14:59

Patatasd ha scritto:
flavio ha scritto:Siamo d’accordo che il concetto di Cru è legato al terroir ma qual’è il parametro per definire che un terroir sia Cru ed un altro no?

A parte che posta così la domanda ha poco senso, cerco di interpretarla in qualcosa tipo: "qual’è il parametro per definire che un terroir sia Grand Cru ed un altro no?"
In questo caso si potrebbe parlare all'infinito su quali parametri usare.

Addirittura la nifificazione dei qual è con l'apostrofo, non ce la posso fare.


Nessuno potrebbe fare al primo post un commento migliore e più sintetico dei Trettrè: "A mme ..."

In ogni caso auguri alla bambina, alla mamma e al papà.
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda pippuz » 11 giu 2013 15:03

brifazio ha scritto:In ogni caso auguri alla bambina, alla mamma e al papà.

Giusto ... complimenti. :D
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda flavio » 11 giu 2013 15:09

pippuz ha scritto:
il chiaro ha scritto:
flavio ha scritto:
Brunello Riserva Biondi Santi
Masseto
Monfortino
l’analisi dei prezzi ha messo sul podio i 3 vini simbolo delle
3 denominazioni italiane più apprezzate dai più e questo
a nostro avviso è una conferma importante che il metodo
è corretto, anche se ovviamente tutto è perfettibile.



Scusa, mi dici quali sarebbero queste 3 denominazioni italiane più apprezzate dai più?
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

Come quali ?

Una è la famosa DOCG Massetodellornellaia.

Non lo sai come amo io questo vino ? Manco per 30 €



Immagine
Una volpe, dopo aver sognato di raggiungere un grappolo d'uva passa, si sveglia accorgendosi che quel grappolo esiste davvero. L'animale affamato tenta con grandi balzi di staccare il grappolo ma ogni sforzo è vano. Constatando di non poterla raggiungere, esclama: "tanto è ancora acerba!" La morale è: È facile disprezzare quello che non si può ottenere. (Esopo) ;-)
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda pippuz » 11 giu 2013 15:18

Sarebbe curioso sapere quante volte lo hai assaggiato tu il Masseto. Io "qualche volta" (tipo 7 annate) le ho bevute. :wink:
A dirla tutta piuttosto di spendere 300 € per un masseto prendo 3 bocce di Ornellaia che mi piace parecchio di più.

Non venire a fare lo sborone qui che caschi male.
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda flavio » 11 giu 2013 15:35

pippuz ha scritto:Sarebbe curioso sapere quante volte lo hai assaggiato tu il Masseto. Io "qualche volta" (tipo 7 annate) le ho bevute. :wink:
A dirla tutta piuttosto di spendere 300 € per un masseto prendo 3 bocce di Ornellaia che mi piace parecchio di più.

Non venire a fare lo sborone qui che caschi male.


Ammazza permalosetto...sono 3 pagine che mi sfondate di batture e te alla prima ti inacidisci? :mrgreen:
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda pippuz » 11 giu 2013 15:37

flavio ha scritto:
pippuz ha scritto:Sarebbe curioso sapere quante volte lo hai assaggiato tu il Masseto. Io "qualche volta" (tipo 7 annate) le ho bevute. :wink:
A dirla tutta piuttosto di spendere 300 € per un masseto prendo 3 bocce di Ornellaia che mi piace parecchio di più.

Non venire a fare lo sborone qui che caschi male.


Ammazza permalosetto...sono 3 pagine che mi sfondate di batture e te alla prima ti inacidisci? :mrgreen:

E' il Masseto che mi fa incazzare. Sarà il merlot sotto legno che contiene. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda balzac » 11 giu 2013 15:58

pippuz ha scritto:E' il Masseto che mi fa incazzare. Sarà il merlot sotto legno che contiene. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


mi incuriosisce questa tua idiosincrasia per il merlot...
quali terribili esperienze ti ha riservato?!
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Re: Classificazione Grand Cru d’Italia

Messaggioda petitbogho » 11 giu 2013 15:59

flavio ha scritto:
pippuz ha scritto:Sarebbe curioso sapere quante volte lo hai assaggiato tu il Masseto. Io "qualche volta" (tipo 7 annate) le ho bevute. :wink:
A dirla tutta piuttosto di spendere 300 € per un masseto prendo 3 bocce di Ornellaia che mi piace parecchio di più.

Non venire a fare lo sborone qui che caschi male.


Ammazza permalosetto...sono 3 pagine che mi sfondate di batture e te alla prima ti inacidisci? :mrgreen:


se mi è permesso, Flavio (ti do del tu), la battuta che hai fatto in questo contenitore di pazzi enospendaccioni suona maluccio: prova a dare un occhio alle bottiglie che vengono stappate a ripetizione dai frequentatori :wink:

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