CRONACHE D'OSTERIA

Uno spazio per tutti, esperti o meno, appassionati o semplicemente incuriositi dall'affascinante mondo del vino: domande, idee, opinioni...
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Dedalus
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda Dedalus » 31 dic 2008 16:40

Massimiliano Nicli ha scritto:Vedo che anche quest'anno Babbo Natale ha portato in dono "pippe mentali a go-go"...
Spero nella clemenza della Befana...


Tu invece come al solito ti dedichi al più a commentare le pippe mentali altrui, senza aggiungere null'altro di tuo alla discussione, quindi potresti essere definito un pippementalologo.

Sei poi quello che fra il parlare del vino in sé ed il parlare delle relazioni fra appassionati, si è inventato la terza via: non parlare e non far parlare nessun altro sui vini che si conoscono meglio. Quindi potresti essere definito un pippementalologo con il silenziatore.

Speriamo che la Befana porti anche un po' di senso dell'opportunità.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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de magistris
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda de magistris » 31 dic 2008 17:00

Ketto ha scritto:ma scusa de magistris.. se odi fare una cosa perchè la fai?? e, soprattutto.. dov'eri fino ad ora?? :D
ma tant'è..

io scrivevo per il puro gusto di scrivere.. e di divertirmi un pò sul forum.. tutto qui.. non c'è in atto nessuna discussione in cui bisogna avere l'ultima parola.. nessun argomento specifico.. mi divertivo a leggere quello che scrivono i forumisti e intervenivo con domande laddove volevo ulteriori chiarimenti.. spunti.. o riflessioni..
certo di non dare fastidio a chi trova maggior piacere nel discutere di aria fritta piuttosto che di vino.. e di chi professa libertà assoluta di utilizzo dei post degli altri (nel limite del rispetto delle regole poste dall'admin)

del resto de magistris tu sei nuovo a questo forum.. e non sai che il dedalus sono anni che si diverte a mandare in vacca i thread altrui.. con la tecnica dell'inseguimento critico-polemicoche che il ferrazzano ci ha cinicamente descritto.. lui si diverte ad inseguire coloro che a suo dire ne sanno di meno.. rintuzzando qualsiasi affermazione.. e poi lasciar grattare la rogna (delle discussioni andate in vacca)..

io apro 2/3 thread all'anno in questa sezione.. e puntualmente sono anni che lui interviene e manda tutto all'aria.. ci è riuscito persino nell'ultimo.. il cui scopo era organizzarsi una bevuta tra amici che una volta all'anno acquistano i vini di frank.. è venuto per manifestare il suo disgusto ed accusarmi di fare markette moralmente indecenti.. quando la bevuta nasceva tra l'altro dal voler condividere una bottiglia di valore ricevuta in omaggio..

tu non fai parte della lista nera (almeno per il momento.. finchè non dici a suo dire qualche millanteria) quindi non puoi capire.. alcuni hanno imparato a convivere con dedalus.. alcuni lo stoppano sul nascere mandandolo a cagare (con affetto.. si capisce).. alcuni sono stati costretti ad abbandonare il forum. alcuni vengono prontamente perseguitati non appena vi si riaffacciano (un esempio è presente in questo thread).. altri sono semplicemente costretti a non aprire più nessun thread.. se non nel compra e vendi (dove guarda caso il ferrazzano non c'è mai)..

allora cosa rimane a noi reietti.. che passiamo 11 ore al giorno davanti ad un pc.. e che vogliamo farci due risate con gli amici del forum?? :D :wink:
de magistris.. è natale.. e con affetto sincero ti chiedo di riflettere su questo ;)


Non fa niente Marco, fai conto che non ho detto niente. Andate avanti così, si vede che è solo e soltanto puro divertimento... :D
Paolo De Cristofaro

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Ci si può divertire anche senza alcool. Ma perché correre il rischio? (Roy Hodgson)

Auspico una guida che non metta i vini DRC al vertice. Sarà la migliore. (Edoardo Francvino)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda Massimiliano Nicli » 31 dic 2008 17:10

Dedalus ha scritto:
Massimiliano Nicli ha scritto:Vedo che anche quest'anno Babbo Natale ha portato in dono "pippe mentali a go-go"...
Spero nella clemenza della Befana...


Tu invece come al solito ti dedichi al più a commentare le pippe mentali altrui, senza aggiungere null'altro di tuo alla discussione, quindi potresti essere definito un pippementalologo.

Sei poi quello che fra il parlare del vino in sé ed il parlare delle relazioni fra appassionati, si è inventato la terza via: non parlare e non far parlare nessun altro sui vini che si conoscono meglio. Quindi potresti essere definito un pippementalologo con il silenziatore.

Speriamo che la Befana porti anche un po' di senso dell'opportunità.


No un pippementalologo a salve. Sveglia!!!
Quei vini che tu definisci "pure espressioni di sangiovese" per me sono invece "pure espressioni di Gambelli" (della sua ricetta, del suo standard, chiamalo come vuoi)."L'anatra del vino"
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda vignadelmar » 31 dic 2008 17:11

Dedalus ha scritto:
vignadelmar ha scritto:Altrimenti amen, quell'argomento non è interessante per nessuno e si parla d'altro.


E' appunto quello che succede. Guarda che io sono sul forum da quando ancora era pagina unica, prima dell'apertura della prima ikonboard, quella del 2002 con l'arancione come colore caratterizzante.

E' già successo. Ma questo sarebbe il meno. Uno dice la sua, risposte tante o poche, va come va. Ma se si comincia a dire che un vino minore (chessò, un Rossese di Dolceacqua del 1988) è da 92-94 punti, e bastona allegramente tanti blasonatissimi Barolo e Pinot Nero Grand Cru di Borgogna, che salta fuori? Ma se si comincia a dire che la Riserva da 150 euro del tal produttore della tal DOCG è un bidone da meno di 80 punti, che salta fuori?

Ecco.

Quindi.

Allora.

Allora scrivo se capita. E preferisco discutere. E sono radicalmente contrario all'idea che la discussione sul metodo e sul costume (non sui degustatori) abbia meno cittadinanza delle descrizioni e delle considerazioni organolettiche sui vini in quanto tali. Chi pretende di estendere alla dimensione emotiva ed umana la passione per il vino non dovrebbe chiedere altro, no? E invece, giù cloroformio a manate, non appena come ora la discussione diviene un pochino meno ovattata, cromata, vellutata, borghese e stantia.

E si badi, non sto affatto prendendo la posa della vittima, ché sarei credibile come un pinguino nel bel mezzo del Sahara.



Io non sono per nulla contrario a dire che un vino da 150 euro non valga nemmeno 80 punti....anzi !!! Semmai il problema è come dirlo e se si allarga la critica al produttore come persona ed alla totalità della sua azienda. Per spiegare meglio non potrei che riquotare parola per parolo i bellissimi e puntualissimi interventi di De Hades che scrive poco ma quando scrive ha la dote non comune di farsi capire benissimo.

Rimane il fatto che a me piace molto fare polemica, se e quando necessaria. Non mi tiro certo indietro e ben si sa. Però non mi tiro neanche indietro per la "paura" di dire cose impopolari o non evocative di applausi a scena aperta. Boh, io credo invece che il mio e quello di Rossano siano due modi opposti di intendere il forum. In ogni caso a me piacerebbe leggere le note dei vini che comunemente bevi....non lo vuoi fare, libero di non farlo. Però secondo me sbagli facendo forse inconsapevolmente da sponda a coloro che vorrebbero questo spazio riservato alle enopippe da grandi vini e poco altro.

Ciao


.
Pigigres 20/09/'10 "A me è capitato con il Tildin....ho capito Nebbiolo turbomodernista. Poi usando un pò di cervello.... ho detto Gaja."
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda il chiaro » 31 dic 2008 18:25

vinogodi ha scritto:
il chiaro ha scritto:avrei alcune domande:
1)perchè non si può dire che un vino non piace?
2)cosa c'è che non va in porthos e nella sua idea di vino? (parlo della rivista/sito, non del forum)

3)Una affermazione: quoto in toto meursault.

4)un consiglio: provate con una carbonara con pancetta ben cotta ad accostare un marsala.
...avrei alcune risposte:
1) Si può dire benissimo . E' che qualcuno gioca su questo equivoco per mettere in bocca di altri cose sbagliate ... e quindi , giù tutti ad incazzarsi come jene . Tutti possono esprimere il proprio giudizio . Se qualcuno dovesse "tentare" di impedirmi di esprimermi sia nel bene sia nel male , o me ne vado dal forum o gli spacco entrambi i femori : non vedo alternative di sorta ...
2)Ciao Chiaro : a questa domanda , dopo tutto quello che ho scritto , posso solo risponderti di fare una bella cura di fosforo . Chiaramente se hai letto tutto , altrimenti posso solo invitarti a ... leggere tutto .
3) Quoto te ma non Meursault :lol: : Meursault dà l'impressione di essere intelligente e simpatico , soprattutto a conoscerlo di persona . A volte sul forum dice cose intelligenti a volte meno , come tutti . A molti può stare simpatico o antipatico , come tutti noi . A volte fa la testa di cazzo , ed allora basta fare spallucce e sorriderci sopra ... il più delle volte basta qualche post e ridiventa simpatico e ricomincia a dire cose intelligenti , quindi basta solo saper attendere con pazienza . In questo thread non lo quoto per niente , fa parte del relativismo empirico di cui è discepolo e parziale sacerdote ...
4) edito per rispondere anche alla 4) che mi ero scordato : ci proverò ; a me la Carbonara piace con il Trebbiano di Valentini ...


2) ho letto, ma non riletto, (ti prego....) ma la mia domanda non riguarda il forum che in passato ho soltanto "lurkato", ma la rivista. Sono abbonato (da poco) e mi piace il modo con cui affrontano gli argomenti che propongono. Non sempre condivido i giudizi delle loro bevute, ma mi domando quale altra rivista in italia tratti l'argomento vino con tale passione.

3) ho quotato meursault per quello che ha scritto in questo thread solamente.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda l'oste » 31 dic 2008 18:29

error
Ultima modifica di l'oste il 31 dic 2008 18:35, modificato 1 volta in totale.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Le freak

Messaggioda l'oste » 31 dic 2008 18:31

Ketto ha scritto:oste, già qualcuno ti ha fatto notare come sia più interessante discutere non di vino..
se proprio insisti con i tuoi pareri sulle tue bevute almeno cerca di essere un pò cauto..

il pergole torte 2004 è un vino vinoso in cui il legno non si è ancora risoluto??
èun vino più di manico che di terroir? (chissà cosa ne pensa il manico in questione :D)
bisognerà aspettare oltre un lustro per averne un'immagine completa?

non ti lamentare se poi qualcuno trova più interessante la discussione tra dedalus e wineduck.. o tra dedalus e vinogodi.. o tra dedalus e vignadelmar.. o addirittura.. forse.. anche dedalus ed il sottoscritto..
io personalmente preferisco le storielle personali di dedalus.. di quando il suo gruppo faceva a botte e beveva birra.. (è comunque molto indicativo)

ciao oste.. come dice lucianone..
buon'anno a tutti :D

Non abbocco alle tue infantili provocazioni, mi spiego solo per chi, per colpa tua, potrebbe fraintendere le mie opinioni.
Dato poi che si parla di uno dei vini che ho bevuto spesso e che amo molto.
Confermo quel che ho scritto sul Pergole, ma confermo quel che ho scritto io, non i tuoi puerili tentativi di manipolazione.
Ho detto, convenendo su un'affermazione di Palma, persona e degustatore che stimo, che il 2004 bevuto all'uscita era "giovanilmente vinoso", il che non è uguale a ciò che tu hai scritto, ovvero che è "un vino vinoso".
Cerco di essere preciso con le parole, quindi non provarci, anche perchè si capisce bene che sei evidentemente preso dall'acredine per le mie libere opinioni sui vini del tuo amico Cornellisen.

Sul Pergole, potresti informarti sul manico Giulio "bicchierino" Gambelli, maestro assaggiatore ("cresciuto" con Tancredi Biondi Santi), enologo e creatore, insieme a Sergio Manetti, del Pergole Torte, nonchè uno dei massimi esperti sul sangiovese, collaboratore nel tempo, delle maggiori aziende toscane.
Se invece nel terroir di Radda in Chianti, (pur grande e nobilmente classico, ripeto) vi sono altri vini dello stesso blasone e alto livello di complessità del Pergole, bene, è sempre un piacere imparare, dimmi qualche nome.
Il Pergole Torte, secondo me esprime totalmente, nel frutto, nei suoi sentori speziati e terrosi e nell'acidità da purosangue, la toscanità "chiantigiana" del sangiovese, ma è grazie all'interpretazione del produttore/manico (Martino Manetti con Gambelli e altri consulenti), che è qualcosa di più di un vino di Radda. E' anche e soprattutto un emblema toscano e ottiene risultati nel tempo e consensi di molto superiori agli altri vini della sua microzona. Spesso poi raggiunge l'alta qualità anche in annate meno felici, dove appunto, la differenza la fa la mano dell'uomo (hai mai bevuto il Pergole '92?). E' un vino cerebrale, un progetto unico anche nello stile (modernamente-tradizionalista), che in ogni dettaglio rivela la passione straordinaria di chi lo produce.
Che sia un da aspettare qualche anno poi è opinione molto diffusa, anche sul sito di Montevertine.

Forse, oltre a seguire i sentori del nuovo che avanza, dovresti leggere anche della storia del vino. Faresti una figura migliore.
Ti han chiamato degustatore freak, avvoltoio e altro, ma per me dal tono in cui scrivi, si direbbe solo che mangi troppe linguine all'astio. Rilassati.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Le freak

Messaggioda vinogodi » 01 gen 2009 18:18

l'oste ha scritto:
Ketto ha scritto:oste, già qualcuno ti ha fatto notare come sia più interessante discutere non di vino..
se proprio insisti con i tuoi pareri sulle tue bevute almeno cerca di essere un pò cauto..

il pergole torte 2004 è un vino vinoso in cui il legno non si è ancora risoluto??
èun vino più di manico che di terroir? (chissà cosa ne pensa il manico in questione :D)
bisognerà aspettare oltre un lustro per averne un'immagine completa?

non ti lamentare se poi qualcuno trova più interessante la discussione tra dedalus e wineduck.. o tra dedalus e vinogodi.. o tra dedalus e vignadelmar.. o addirittura.. forse.. anche dedalus ed il sottoscritto..
io personalmente preferisco le storielle personali di dedalus.. di quando il suo gruppo faceva a botte e beveva birra.. (è comunque molto indicativo)

ciao oste.. come dice lucianone..
buon'anno a tutti :D

Non abbocco alle tue infantili provocazioni, mi spiego solo per chi, per colpa tua, potrebbe fraintendere le mie opinioni.
Dato poi che si parla di uno dei vini che ho bevuto spesso e che amo molto.
Confermo quel che ho scritto sul Pergole, ma confermo quel che ho scritto io, non i tuoi puerili tentativi di manipolazione.
Ho detto, convenendo su un'affermazione di Palma, persona e degustatore che stimo, che il 2004 bevuto all'uscita era "giovanilmente vinoso", il che non è uguale a ciò che tu hai scritto, ovvero che è "un vino vinoso".
Cerco di essere preciso con le parole, quindi non provarci, anche perchè si capisce bene che sei evidentemente preso dall'acredine per le mie libere opinioni sui vini del tuo amico Cornellisen.

Sul Pergole, potresti informarti sul manico Giulio "bicchierino" Gambelli, maestro assaggiatore ("cresciuto" con Tancredi Biondi Santi), enologo e creatore, insieme a Sergio Manetti, del Pergole Torte, nonchè uno dei massimi esperti sul sangiovese, collaboratore nel tempo, delle maggiori aziende toscane.
Se invece nel terroir di Radda in Chianti, (pur grande e nobilmente classico, ripeto) vi sono altri vini dello stesso blasone e alto livello di complessità del Pergole, bene, è sempre un piacere imparare, dimmi qualche nome.
Il Pergole Torte, secondo me esprime totalmente, nel frutto, nei suoi sentori speziati e terrosi e nell'acidità da purosangue, la toscanità "chiantigiana" del sangiovese, ma è grazie all'interpretazione del produttore/manico (Martino Manetti con Gambelli e altri consulenti), che è qualcosa di più di un vino di Radda. E' anche e soprattutto un emblema toscano e ottiene risultati nel tempo e consensi di molto superiori agli altri vini della sua microzona. Spesso poi raggiunge l'alta qualità anche in annate meno felici, dove appunto, la differenza la fa la mano dell'uomo (hai mai bevuto il Pergole '92?). E' un vino cerebrale, un progetto unico anche nello stile (modernamente-tradizionalista), che in ogni dettaglio rivela la passione straordinaria di chi lo produce.
Che sia un da aspettare qualche anno poi è opinione molto diffusa, anche sul sito di Montevertine.

Forse, oltre a seguire i sentori del nuovo che avanza, dovresti leggere anche della storia del vino. Faresti una figura migliore.
Ti han chiamato degustatore freak, avvoltoio e altro, ma per me dal tono in cui scrivi, si direbbe solo che mangi troppe linguine all'astio. Rilassati.
-ollallà . Mi riconnetto e toh , che trovo? Si riparla di vino , e che vino . Unica cosa di cui non sono troppo certo è sull'aderenza di Pergole ad uno stereotipo di terroir . Davvero lo trovo talmente particolare ed unico , che faccio fatica ad inserirlo in un contesto territoriale . In tutta sincerità , penso che Papà Manetti c'abbia messo un pezzo di se stesso , quindi fosse (ed è) più aderente ad un vino che esprime la sua personale filosofia . Lo stanno a dimostrare Sodaccio e Montevertine , che sembra esprimano loro stessi una certa anima . E penso che nessuno meglio di Gambelli suo grande amico e non solo riduttivamente consulente e , soprattutto , Martino oggi che è sangue del suo sangue , avrebbero potuto sviluppare uno e continuare l'altro questo trasferimento di personalità ad un vino ...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Le freak

Messaggioda l'oste » 01 gen 2009 19:02

vinogodi ha scritto:-ollallà . Mi riconnetto e toh , che trovo? Si riparla di vino , e che vino . Unica cosa di cui non sono troppo certo è sull'aderenza di Pergole ad uno stereotipo di terroir . Davvero lo trovo talmente particolare ed unico , che faccio fatica ad inserirlo in un contesto territoriale ...

E' quello che intendevo dicendo che è più un vino di manico che di terroir.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Le freak

Messaggioda vinogodi » 01 gen 2009 19:30

l'oste ha scritto:
vinogodi ha scritto:-ollallà . Mi riconnetto e toh , che trovo? Si riparla di vino , e che vino . Unica cosa di cui non sono troppo certo è sull'aderenza di Pergole ad uno stereotipo di terroir . Davvero lo trovo talmente particolare ed unico , che faccio fatica ad inserirlo in un contesto territoriale ...

E' quello che intendevo dicendo che è più un vino di manico che di terroir.
... ennò , non puoi estorcermi 7 euri , sono rimasto al verde ... 8) ... eppoi la mia era una considerazione fatta indipendentemente da qualsiasi contesto in cui hai architettato ogni tua affermazione . E' un concetto di filologia contestualizzata in una apparente trasformazione psicologico-esistenziale che viene da lontano , dal medioevo e si trascina slalomeggiando fra le più ardite correnti di pensiero settecento-ottocentesca che si intersecano in un didascalico caleidoscopio spazio temporale verticalizzando la ridimensionata valenza socratico-aristotelica ... oddio , Ketto e Rossano si sono impossessati del mio corpo ...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Le freak

Messaggioda l'oste » 01 gen 2009 19:54

vinogodi ha scritto:... eppoi la mia era una considerazione fatta indipendentemente da qualsiasi contesto in cui hai architettato ogni tua affermazione . E' un concetto di filologia contestualizzata in una apparente trasformazione psicologico-esistenziale che viene da lontano , dal medioevo e si trascina slalomeggiando fra le più ardite correnti di pensiero settecento-ottocentesca che si intersecano in un didascalico caleidoscopio spazio temporale verticalizzando la ridimensionata valenza socratico-aristotelica ... oddio , Ketto e Rossano si sono impossessati del mio corpo ...

Un opera di genetica genitalica biodinamica muscolare, prematurata e un po' surmaturata, naturale-mente...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda pippuz » 01 gen 2009 20:24

Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina; come antifurto, per esempio.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda Dedalus » 02 gen 2009 02:31

Io penso che Montevertine sia uno di quei casi di scuola in cui lo stile del produttore e l'espressione del territorio si fondano in un unico, che corrisponde al concetto del grande vino classico. Un concetto che ha ancora pochi esempi concreti in Italia, e forse per questo si tende ancora a tenere divisi e quasi contrapposti i due fattori. Ma i grandi vini sono quasi sempre prima riconoscibili in quanto vini di un certo produttore, e solo dopo -immediatamente dopo, ma dopo- come espressione di un certo particolare territorio. Nondimeno il territorio è più chiaramente leggibile qui che nei vini degli altri produttori, tanto che spesso è proprio su questi vini dal tratto stilistico particolarmente netto che si riesce a cogliere meglio la cifra territoriale del cru, che può poi essere rintracciata ed interpretata anche nelle interpretazioni degli altri produttori in cui la mano personale è meno autorale, ma contemporaneamente meno trasparente.

Si pensi ai cru di Giacosa, di Mauro Mascarello, di Voerzio, e ad un livello un poco inferiore di riconoscibilità stilistica ai cru di Brovia, di Barale, di Massolino...

Starei per scrivere che la minore propensione dei produttori toscani a comporre la linea aziendale con vini provenienti da diversi cru, preferendo giocare sulle selezioni vendemmiali, sulle riserve, sulle tecniche di vinificazione ed invecchiamento e soprattutto sui vitigni internazionali, potrebbe aver rallentato in maniera significativa l'emersione del pieno potenziale territoriale della regione, quantomeno nell'aspetto tutt'altro che secondario della sua percezione da parte del mercato. Ma pensando a quanto danno ha in realtà fatto la proliferazione in Langa di un mare di cru fotocopia di un gran numero di produttori ambiziosi ma poco dotati tanto di stile proprio quanto di vera aderenza al territorio, ingolfando il mercato di una massa di bottiglie che hanno creato più confusione e disorientamento che altro, forse è stato meglio così. Nondimeno, oggi che non è più tempo di certe scelte, potrebbe essere l'ora di muoversi in quella direzione anche per la Toscana. Insomma: della zonazione - e non della classificazione.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda Dedalus » 02 gen 2009 02:43

Tradotto per il forum: le solite pippe mentali. Molto meglio dedicarsi a scrivere di quanto era levigata e bella l'ennesima boccia di Riserva 1999 del famoso produttore tradizionale di Montalcino, di quanto gradevole sia stata la compagnia e di quanto ben confezionati fossero i piatti di accompagnamento. Coronando ovviamente il tutto con un bel votone dalle parti del 95. O a piacimento con un aggettivo misurato e sobrio ma che fa intendere che sempre dalle parti del vinone-one-one ci si è pregiati augustamente -ma con classe, senza affettazione- di gironzare. Senza dimenticarsi di concludere ammollando un generoso e benevolo 88++ di incoraggiamento all'incomprensibile Primitivo portato in un momento di schizofrenia gustativa (che dimostra la sua purissima classe di degustaore, la sua capacità di riconoscere il grande vino anche quando non gli piace...) da Bardamu, talmente legnoso da aver fatto diventare un indiluibile essudato di vaniglia persino le lenticchie alla cui rivitalizzazione è stato infine destinato. Ma costava 25 euro in cantina, vuoi mettere? E in etichetta lo status di riserva aziendale in inglese, il motto aziendale in latino. Alta classe, un gran vino da seguire con grande attenzione perché il grande territorio del sud sta per arrivare a travolgere le noiose abitudini dei soliti talebaroloni. Tutto fasciato nel più impeccabile gessato di doghe di Allier. Perché così si sta al mondo, così si sta al forum.

Giusto?

Oh, ovviamente se fa' pe' scherza', eh... non vorrei che qualcuno si offendesse proprio il primo dell'anno... :wink: :D
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.18 - Jingle friends

Messaggioda davidef » 02 gen 2009 11:08

Dedalus ha scritto:
Aramis ha scritto:

Da solo non ne berrei nemmeno mezzo, di bicchiere.
La prima volta che l'ho asssaggiato era invece con l'anatra arrosto alla Parolina di Acquapendente (Vt) - ristorante straconsigliato e ormai strafamoso qui in zona - e da allora sarei più possibilista: grande abbinamento e vino correttissimo, senza note legnose né iper-estrattivo, con una profondità insolita nei vini della mia regione. Il tutto, ovviamente, nei limiti di quanto il Merlot consenta.


Altro tema quanto mai complesso.

Quanto può essere considerato buono un vino di cui non si berrebbe nemmeno un mezzo bicchiere, e che diviene gradevole o apprezzabile solo in virtù dell'abbinamento? Perché bisognerebbe cominciare a fissare anche quale abbinamento, fatto in quale modo e da chi e con quale materia prima e con quale maestria...

Io di norma divido la valutazione del vino a sé, da quella in abbinamento. E mi riferisco sempre a quella a sé, parlando del vino in generale.



qualche giorno fa assaggiavo un vino in tavola con un amico, prima di mangiare e poi mangiando...e mi è ritornato in mente questo passaggio dove sia chiaro, condivido in pieno le parole di Rossano e successivamente gli appunti del Comandante

una bottiglia senza etichetta, tappo a pressione in plastica da spumante economico, dentro un liquido violaceo, naso classico da vite americana, una punta non troppo mascherata anche di volatile, acidità alta ma non pulita, bocca che qualcuno potrebbe definire graffiante ma che dire rustica sarebbe meglio con chiusura di notevole polverosità alle gengive....insomma un classico Clinto della miglior tradizione vicentina fatto in garage dal padre del mio amico e regalatomi il giorno di Natale perchè lo valutassi

da solo nemmeno un decimo di bicchiere, intendiamoci per la categoria vin de garages era anche fatto benino ma il vino è altra cosa....votazione numerica N.G. o se vogliamo pensando alle condizioni produttive un bel 65++ di stima

in tavola, misto di suino alla brace, costine, salsicce, Wurtsel, tomini, polenta, peperoni grigliati.....l'acidità sporchetta sgrassava da Dio la bocca bella unta del grasso delle costine, le gengive ed i colletti dei denti grazie alla carica tannica abrasiva venivano ripulite e meraviglia dai residui delle salsicce e la nota vegetale evidente si sposava a meraviglia con i peperoni grigliati, il tutto con la polentina ai ferri spennellata del grasso del maiale mollato fuori in cottura andava molto bene....tra una ciucciata alle dita e un mezzo bicchiere il voto al vino degustato in compagni del cibo poteva diventare un 79/80, insomma...si beveva anche bene :lol:

concordo che il vino va vissuto a tavola, che la sua sede è quella e che il suo scopo è molto spesso accompagnare qualcos'altro esaltandosi semmai nell'abbinamento reciproco, ma per me la valutazione tecnica di un vino è appunto solo di questo nel bicchiere e basta....non condivido molto le valutazioni vino assieme ad un piatto, mi sembrano a volte una piccola scappatoia per trovare una dimensione diversa a qualcosa che forse non ce l'ha.

se però un vino è pesante, se non riesco a berlo da solo, se non riesco a trarne fascino dalla sua sola presenza nel bicchiere, non vedo come posso giudicarlo un buonissimo vino
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diego
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda diego » 02 gen 2009 11:39

Anche io penso che il vino debba essere buono fin dal primo sorso, anche senza abbinamento.
E' pur vero che però il vino nasce per accompagnare i cibi e per essere bevuto e non solo degustato.

C'è da dire che personaggi come Soldati o Veronelli non facevano questi distinguo. Non erano nè supertecnici, nè goderecci e basta. Sapevano unire bevuta e degustazione, sapevano scherzosamente e con leggerezza prendere il vino terribilmente sul serio, ma senza seriosità.

Una nota degustativa di Veronelli sapeva trasmetterti le sensazioni del vino parlando pochissimo, o per nulla, delle sensazioni organolettiche. Nulla di più lontano dalle fredde schede tecniche di oggi...

Insomma: ai grandi riesce la quadratura del cerchio.
Esiste una finestra specifica per esprimere compiutamente il carattere del territorio: sopra una certa resa per ettaro tale carattere si spegne, ma lo stesso accade anche sotto una certa resa per ettaro.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda M. de Hades » 02 gen 2009 12:22

Dedalus ha scritto:Io penso che Montevertine sia uno di quei casi di scuola in cui lo stile del produttore e l'espressione del territorio si fondano in un unico, che corrisponde al concetto del grande vino classico. Un concetto che ha ancora pochi esempi concreti in Italia, e forse per questo si tende ancora a tenere divisi e quasi contrapposti i due fattori. Ma i grandi vini sono quasi sempre prima riconoscibili in quanto vini di un certo produttore, e solo dopo -immediatamente dopo, ma dopo- come espressione di un certo particolare territorio. Nondimeno il territorio è più chiaramente leggibile qui che nei vini degli altri produttori, tanto che spesso è proprio su questi vini dal tratto stilistico particolarmente netto che si riesce a cogliere meglio la cifra territoriale del cru, che può poi essere rintracciata ed interpretata anche nelle interpretazioni degli altri produttori in cui la mano personale è meno autorale, ma contemporaneamente meno trasparente.

Si pensi ai cru di Giacosa, di Mauro Mascarello, di Voerzio, e ad un livello un poco inferiore di riconoscibilità stilistica ai cru di Brovia, di Barale, di Massolino...

Starei per scrivere che la minore propensione dei produttori toscani a comporre la linea aziendale con vini provenienti da diversi cru, preferendo giocare sulle selezioni vendemmiali, sulle riserve, sulle tecniche di vinificazione ed invecchiamento e soprattutto sui vitigni internazionali, potrebbe aver rallentato in maniera significativa l'emersione del pieno potenziale territoriale della regione, quantomeno nell'aspetto tutt'altro che secondario della sua percezione da parte del mercato. Ma pensando a quanto danno ha in realtà fatto la proliferazione in Langa di un mare di cru fotocopia di un gran numero di produttori ambiziosi ma poco dotati tanto di stile proprio quanto di vera aderenza al territorio, ingolfando il mercato di una massa di bottiglie che hanno creato più confusione e disorientamento che altro, forse è stato meglio così. Nondimeno, oggi che non è più tempo di certe scelte, potrebbe essere l'ora di muoversi in quella direzione anche per la Toscana. Insomma: della zonazione - e non della classificazione.


Dedalus ha scritto:Tradotto per il forum: le solite pippe mentali. Molto meglio dedicarsi a scrivere di quanto era levigata e bella l'ennesima boccia di Riserva 1999 del famoso produttore tradizionale di Montalcino, di quanto gradevole sia stata la compagnia e di quanto ben confezionati fossero i piatti di accompagnamento. Coronando ovviamente il tutto con un bel votone dalle parti del 95. O a piacimento con un aggettivo misurato e sobrio ma che fa intendere che sempre dalle parti del vinone-one-one ci si è pregiati augustamente -ma con classe, senza affettazione- di gironzare. Senza dimenticarsi di concludere ammollando un generoso e benevolo 88++ di incoraggiamento all'incomprensibile Primitivo portato in un momento di schizofrenia gustativa (che dimostra la sua purissima classe di degustaore, la sua capacità di riconoscere il grande vino anche quando non gli piace...) da Bardamu, talmente legnoso da aver fatto diventare un indiluibile essudato di vaniglia persino le lenticchie alla cui rivitalizzazione è stato infine destinato. Ma costava 25 euro in cantina, vuoi mettere? E in etichetta lo status di riserva aziendale in inglese, il motto aziendale in latino. Alta classe, un gran vino da seguire con grande attenzione perché il grande territorio del sud sta per arrivare a travolgere le noiose abitudini dei soliti talebaroloni. Tutto fasciato nel più impeccabile gessato di doghe di Allier. Perché così si sta al mondo, così si sta al forum.

Giusto?

Oh, ovviamente se fa' pe' scherza', eh... non vorrei che qualcuno si offendesse proprio il primo dell'anno...



Rossano, rilassati.......
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda vignadelmar » 02 gen 2009 15:31

M. de Hades ha scritto:
Rossano, rilassati.......



Magari bastasse................... :? :? :? :? :? :? :?



.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda Dedalus » 02 gen 2009 17:00

M. de Hades ha scritto:Rossano, rilassati.......


Già fatto, grazie... "stamattina" mi sono alzato verso le due di pomeriggio dal letto :mrgreen:

Mi verrebbe la curiosità di sapere come mai ho l'onore di essere l'unico destinatario di questo invito, quando non sono stato certo l'unico né il primo a dedicarmi in questo thread ad anilizzare il rapporto fra manico e terroir. O a gigioneggiare un po' non senza una mezza punta di sale sull'approccio altrui.

Con alcuni in questi casi la cosa si spiega così: paiono tesissimi al limite dell'isteria quelli a cui ci si sente lontani o addirittura contrapposti per posizione dialettica o polemica; invece rilassati, gioviali, giustamente ironici, sapenti stare al mondo e al forum quelli vicini, con cui ci si può dare reciprocamente manforte. A prescindere persino dai concreti comportamenti normalmente usati sul forum fuori dal thread in questione, che possono addirittura essere proprio quelli maggiormente fatti oggetto di biasimo. Si imbarca chiunque, pur di fare massa. Purissima scuola da teorico dei talebani.
Ultima modifica di Dedalus il 02 gen 2009 17:06, modificato 1 volta in totale.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda Dudley » 02 gen 2009 17:03

Dedalus ha scritto:
M. de Hades ha scritto:Rossano, rilassati.......


Già fatto, grazie... "stamattina" mi sono alzato verso le due di pomeriggio dal letto :mrgreen:

Mi verrebbe la curiosità di sapere come mai ho l'onore di essere l'unico destinatario di questo invito, quando non sono stato certo l'unico (né il primo!) a parlare in questo thread del rapporto fra manico e terroir, e quando a gigioneggiare un po' sull'approccio altrui non sono stato anche qui né l'unico né il primo.

Con molti altri in questi casi funziona così: che paiono tesissimi al limite dell'isteria quelli a cui ci si sente lontani o addirittura contrapposti per posizione, e rilassati, gioviali, sapentistare al mondo e al forum quelli vicini con cui ci si può dare manforte. A prescindere persino dai concreti comportamenti normalmente usati sul forum. Purissima scuola da teorico dei talebani.


Io invece penso che dovresti prendere esempio da Ivo e smetterla di dare corda agli ***.
Il cui primo interesse non é parlare di vino ma provocare.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda Dedalus » 02 gen 2009 17:08

Dudley ha scritto:
Dedalus ha scritto:
M. de Hades ha scritto:Rossano, rilassati.......


Già fatto, grazie... "stamattina" mi sono alzato verso le due di pomeriggio dal letto :mrgreen:

Mi verrebbe la curiosità di sapere come mai ho l'onore di essere l'unico destinatario di questo invito, quando non sono stato certo l'unico (né il primo!) a parlare in questo thread del rapporto fra manico e terroir, e quando a gigioneggiare un po' sull'approccio altrui non sono stato anche qui né l'unico né il primo.

Con molti altri in questi casi funziona così: che paiono tesissimi al limite dell'isteria quelli a cui ci si sente lontani o addirittura contrapposti per posizione, e rilassati, gioviali, sapentistare al mondo e al forum quelli vicini con cui ci si può dare manforte. A prescindere persino dai concreti comportamenti normalmente usati sul forum. Purissima scuola da teorico dei talebani.


Io invece penso che dovresti prendere esempio da Ivo e smetterla di dare corda agli ***.
Il cui primo interesse non é parlare di vino ma provocare.


Questo penso di averlo già fatto.

Negli ultimi passagi continuavo a parlare di terroir e manico seguendo il discorso di vinogodi e dell'oste, e sempre a vinogodi che mi coglionava un po' nella mia propensione a fare discorsi complicati e sostenuti dedicavo il passaggio in cui lo coglionavo un po', paritariamente, per la sua propensione alla degustazione celebrativa.

Mica sono loro i tipi alla Sicigliano, per i quali prendere esempio da Ivo.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda Nebbiolino » 02 gen 2009 17:15

Dedalus ha scritto:. Vedi ultimo mio intervento sul thread dell'Aglianico. Ottanta interventi sulle vecchie Riserve di Mastroberardino, e il mio intervento che parla della nuova generazione senza voce del Taurasi lasciato cadere completamente senza alcuna risposta. De magistris le conosce tutte per filo e per segno quelle etichette, ed è naturale che non commenti, ma gli altri?


Senza volermi mettere di traverso nella vostra discussione (so che è una passione per voi, ormai... :P ), dico solo che alcuni di questi "altri" probabilmente non hanno mai assaggiato e/o sentito i vini da te citati, ragion per cui non sono intervenuti solo perchè non avevano nulla da aggiungere - o, per meglio dire, non potevano aggiungere nulla alla discussione.
Così per me.
Però ti assicuro che se volessi organizzare qualcosa con quelle etichette, almeno alcuni fra questi altri sarebbero felicissimi di conoscere nuove realtà... :roll: :wink:
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - da pag.19 - Talk show

Messaggioda Il Comandante » 02 gen 2009 17:46

Nebbiolino ha scritto:
Dedalus ha scritto:. Vedi ultimo mio intervento sul thread dell'Aglianico. Ottanta interventi sulle vecchie Riserve di Mastroberardino, e il mio intervento che parla della nuova generazione senza voce del Taurasi lasciato cadere completamente senza alcuna risposta. De magistris le conosce tutte per filo e per segno quelle etichette, ed è naturale che non commenti, ma gli altri?


Senza volermi mettere di traverso nella vostra discussione (so che è una passione per voi, ormai... :P ), dico solo che alcuni di questi "altri" probabilmente non hanno mai assaggiato e/o sentito i vini da te citati, ragion per cui non sono intervenuti solo perchè non avevano nulla da aggiungere - o, per meglio dire, non potevano aggiungere nulla alla discussione.
Così per me.
Però ti assicuro che se volessi organizzare qualcosa con quelle etichette, almeno alcuni fra questi altri sarebbero felicissimi di conoscere nuove realtà... :roll: :wink:


Quoto, anche nel mio caso è stato così.
Thread interessantissimo che ho seguito con attenzione, ma non avendo nulla da aggiungere non ho scritto nulla. Non sempre il parco numero di risposte è indice di basso interesse per il thread.
AKA J. L. Picard
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda wwines » 02 gen 2009 21:34

Ho letto finalmente il 3d, trovo diversi (s)punti interessanti.

Sulla questione del vino in abbinamento al cibo. Credo che a tavola il vino sia tanto più godibile quanto più rispettoso di un piatto e viceversa: vedo i due come compagni di un viaggio diversi e simili allo stesso tempo, dove non c’è lo zoppo sostenuto dal prestante.
Non vedo l’abbinamento di un vino come una necessità ma una volontà personale.
Se il discorso del vino che acquista un “perché” in relazione ad un piatto esiste, dovrebbe esistere anche quello del piatto che, preparato con qualche pecca, dovrebbe trovare una dimensione piacevole in relazione al vino o ad altro liquido in abbinamento.
Se dovessimo relativizzare la bontà del vino in questo modo, allora bisognerebbe trasformare gli stand del vinitaly in miniristoranti..
Vedo il vino come entità indipendente, e solo dopo decido di divertirmi nel creargli associazioni con cibi diversi secondo il momento, l’ispirazione, la compagnia, la predisposizione, la situazione. Ogni volta quello stesso vino sarà diverso ma sempre bello, e saprà esprimersi in mille modi: trovo qui il vero senso dell’abbinamento.
Ma, alla base, devo riconoscere nel vino un riconoscibile (e bel) carattere.

Per la carbonara: ho sentito da queste parti che per la riuscita è fondamentale la stessa temperatura per pasta e uova, e che gli amidi persi dalla pasta non hanno rilevanza nella cremosità della preparazione. Si può modulare la cremosità con un poco di acqua, sempre della stessa temperatura di pasta e uovo.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.28 - Sangiovese e Volnay

Messaggioda vinogodi » 02 gen 2009 22:41

wwines ha scritto:Ho letto finalmente il 3d, trovo diversi (s)punti interessanti.


Per la carbonara: ho sentito da queste parti che per la riuscita è fondamentale la stessa temperatura per pasta e uova, e che gli amidi persi dalla pasta non hanno rilevanza nella cremosità della preparazione. Si può modulare la cremosità con un poco di acqua, sempre della stessa temperatura di pasta e uovo.
... come al solito , le femmine vogliono mettere il becco in questioni che non le riguardano . Ma cosa c'entrano le donne con la cucina? ... 8) :lol:
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