Réaut - extra brut Merci Nature 2018
Parte quasi metallico, gessoso, un filo vegetale: si pensa a verticalità. Che viene trovata. Agrumato, una lama, ma denso, pulito, sapido, coprente. Grande esecuzione per due vitigni normalmente non accostati alla Champagne, figuriamoci a trovarli in abbinata, e solo loro: pinot blanc e pinot gris. Chapeau.




Taillet - brut nature bdn Sur Le Grand Marais (annate 13-18, sb 09/23)
Meno potente rispetto al Bansionensi bevuto da poco, dal colore e dall'aromatica spostata sull'arancio (pesca, albicocca) nonché da una struttura che, complice la temperatura lievemente sopra la perfezione, tende a evidenziare qualche larghezza, si capisce come debba essere un Meunier. Lo è, è del Maestro, è buono, ma mi aspettavo un capolavoro che invece non c'è.




Cortese Azienda Agricola (Catania, non Ragusa) - Marina 2022
Un po' yogurtoso, un po' imballato, c'è del calore ma anche un cuore di frutto fresco che ricorda un bel Chianti. La sorpresa arriva quando il conferitore scopre l'etichetta, trattandosi di blend 70% merlot 30% grenache. Vitigni coltivati a mille metri di quota sull'Etna a nordest, mi pare di ricordare. Non male, la barrique però nonostante i ripetuti passaggi non è esausta e toglie personalità.




Ar.Pe.Pe. - Grumello riserva Buon Consiglio 2007
Più evoluto del voluto (aiuto) causa tappo che ha lavorato in maniera imperfetta: il naso resta di bella varietà, floreale, rugginoso, scorza d'arancia, the; ma sul palato arriva una materia un po' stanca con qualche amaro finale non proprio gradito.




Nervi - Gattinara vigneto Molsino 2013
Ciliegia, fico ma anche balsamici eleganti che portano ad una lunga, fine e tenace esibizione di essenza di Golia. Tannino saporito, delicato, una manciata di spezie a completare. Sottile e bel costruito, notevole persistenza.




Lopez de Heredia - Rioja reserva Viña Bosconia 2006
E si scopre che invece per questo vino l'ora è lontana: importanti segni di affinamento ancora presenti si sovrappongono ad una struttura rigorosa e prestante. Bella retro. Attendere un lustro come minimo.




Collemassari - Grattamacco 1989
Cos'era stata questa annata sulla costa toscana? Pare qui di stare sulla Gironda. Una freschezza da vendere, chiaramente un taglio bordolese come carattere ma col Sangiovese che dà una ulteriore scossa. Che lunghezza. Però.




Tiezzi - Brunello di Montalcino Poggio Cerrino 2016
Un po' sporco, plasticoso, sopra a fruttini e sangue. Vino aguzzo, ancora scorbutico, terragnolo, qui frenato da una apertura evidentemente anticipata rispetto alla finestra ottimale. Rimandato con attese.




Montevetrano - Montevetrano 1999
Visto tappo e fondo è stato messo nel decanter. Eppure è rimasto chiuso, vegetale e poco concessivo a lungo, concedendo spiragli soltanto dopo più di mezz'ora nel bicchiere. Non male ma per me bottiglia un po' imballata.




Rostaing - Cote-rotie La Landonne 2000
Qui non si discute, è tutto al posto giusto. Elegante, equilibrato, stimolante, ha davanti a sé almeno un altro decennio.




Pio Cesare - Barolo 2014
Il base di una azienda non più all'altezza dei fasti di un tempo, in annata grama se non si è stati più che attenti: si prova, giusto farlo, ma senza risultato apprezzabile.



Baudoin - Coteaux du Layon Maria Juby grains nobles 1997
Curiosissimo. Versato pare un Vin Santo di media ossidazione dal colore. Annusato, conferma con olio motore, frutta secca, etere. Assaggiato, all'inizio fornisce ulteriori prove, però...il sorso è sufficientemente fluido e non pesantemente impegnativo, appare un cenno di zafferano da botrite...per esclusione quindi si deve pensare a zone abbastanza fresche per fornire la giusta acidità, ed umide nel momento giusto per l'attacco della muffa nobile. Ci sarei arrivato se non mi fossi impuntato sull'ossidazione, e invece si tratta di Chenin, al quale qualche passaggio in cantina deve avere fornito questo profilo poco nordico (più di uno al tavolo ha provato con il Sudest, Maury). Perfetto con la Tarte Tatin, ovviamente.




Saracco - Moscato d'autunno 2021
Una garanzia, riconosciuto al primo sorso il produttore; Md'A rispetto al base ha sempre una minore esibizione di zuccheri e questo equilibrio è unico nel panorama moscatesco.



