PS: evoluzione di un concetto: nel 2001 circa sul forum di Porthos, Bardamu parlava di degustatori con la "maglia di Topolino" e non di "cravatta di Paperino"




pippuz ha scritto:Peccato che poi si sia voluto degenerare a tutti i costi.
Io ti consiglio un salto da Francone per un assaggio di Perrino, se poi avrai il culo di trovare una bottiglia simile a quella di mercoledì se ne potrà riparlare con una base più solida.
Parlo di culo perchè con questi produttori è proprio il caso. Poi assaggiando il 2007 ieri le basi per una performance del genere in quel tipo di vino ci sono, ma per rendersene conto è necessario aver assaggiato prima la grande bottiglia.
pudepu ha scritto:pippuz ha scritto:Peccato che poi si sia voluto degenerare a tutti i costi.
Io ti consiglio un salto da Francone per un assaggio di Perrino, se poi avrai il culo di trovare una bottiglia simile a quella di mercoledì se ne potrà riparlare con una base più solida.
Parlo di culo perchè con questi produttori è proprio il caso. Poi assaggiando il 2007 ieri le basi per una performance del genere in quel tipo di vino ci sono, ma per rendersene conto è necessario aver assaggiato prima la grande bottiglia.
Occhio pero' che Francone ha spesso la camicia o i pantaloni colorati
pudepu ha scritto: Occhio pero' che Francone ha spesso la camicia o i pantaloni colorati
pippuz ha scritto:
A me lo dici ? L'anno scorso ne ha messa una in tinta con i fiori che c'erano sul suo tavolo ... era quasi mimetizzato (forse).
vignadelmar ha scritto:pippuz ha scritto:
A me lo dici ? L'anno scorso ne ha messa una in tinta con i fiori che c'erano sul suo tavolo ... era quasi mimetizzato (forse).
Scusa, ma sul tavolo, per mimetizzarsi Francone ce ne doveva essere un mazzo enormissimo !!!
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pudepu ha scritto:Occhio pero' che Francone ha spesso la camicia o i pantaloni colorati
Dedalus ha scritto:pudepu ha scritto:Occhio pero' che Francone ha spesso la camicia o i pantaloni colorati
Vi do una notizia incredibile: ci sono persone che vestono elegantissimamente del tutto inette a capire il vino.
Dedalus ha scritto:pudepu ha scritto:Occhio pero' che Francone ha spesso la camicia o i pantaloni colorati
Infatti apprezzo moltissimo la coerenza estetica irridente ed anticonvenzionale di Francone, che si mette qui l'avatar di Jacovitti, su facebook con il cappellone da cuoco e a torso nudo con tanto di pelliccia da orso al vento, scrive sempre con tono scanzonato ed ironico.
Come ho già detto citando Missoni, ci vuole molta più personalità e senso estetico per vestire una maschera, che per essere semplicemente eleganti.
Qui ci si fissa sulla cravatta di Paperino, e si perde di vista o si rifiuta per voglia di far caciara di considerare il talento estetico come discriminante nella degustazione.
Come al solito, si guarda al dito e si perde di vista la luna.
Vi do una notizia incredibile: ci sono persone che vestono elegantissimamente del tutto inette a capire il vino.
Dedalus ha scritto:diego ha scritto: Impossibile non riconoscere lo stesso identico stampo del monumentale Luvaira 1988 fatto alla Tenuta Giuncheo quando il proprietario era Biamonti, bevuto da Aldo un paio d'anni fa.
Alberto ha scritto:...
1)Non capisco il senso di questa risposta...
2) Ho parlato dei voti di Vignadelmar sul Kurni e sul San Michele 2006, che sono due suoi vini del cuore (assieme ai vini di Fino ed ad altri pugliesi...lasciando da parte il capitolo G.T.E.I.) perché è stato proprio lui ad eccepire sulla verosimiglianza di un 95/100 (o giù di lì) ad un Rossese di Dolceacqua.
3)Tu cosa c'entri? Eppoi chi ha detto che 95 ad un Kurni sarebbe una gran cazzata?
4)E' uno dei miei vini preferiti...per il mese prossimo sto organizzando una degustazione di rossi marchigiani dove ci saranno la 2001 e la 2007, fa' un po' tu...
5)Ah, aggiungo...dall'incrocio di 7 guide è uscito un 97/100 per il Kurni (e in quale annata)?Ma se le uniche a dare i voti in centesimi sono Veronelli & Co. e Maroni?
vignadelmar ha scritto:Dedalus ha scritto:pudepu ha scritto:Occhio pero' che Francone ha spesso la camicia o i pantaloni colorati
Infatti apprezzo moltissimo la coerenza estetica irridente ed anticonvenzionale di Francone, che si mette qui l'avatar di Jacovitti, su facebook con il cappellone da cuoco e a torso nudo con tanto di pelliccia da orso al vento, scrive sempre con tono scanzonato ed ironico.
Come ho già detto citando Missoni, ci vuole molta più personalità e senso estetico per vestire una maschera, che per essere semplicemente eleganti.
Qui ci si fissa sulla cravatta di Paperino, e si perde di vista o si rifiuta per voglia di far caciara di considerare il talento estetico come discriminante nella degustazione.
Come al solito, si guarda al dito e si perde di vista la luna.
Vi do una notizia incredibile: ci sono persone che vestono elegantissimamente del tutto inette a capire il vino.
Nessuno si fissa sulla cravatta di Paperino; l'esempio assoluto, inequivocabile, definitivo, lo hai scritto tu, l' hai asserito convintamente l'altra sera
Dedalus: "E' venuto fuori anche l'altra sera, lo diceva Mazzoleni, per capire un critico basta guardare come si veste, come parla, come si muove. Bardamu lo dice da anni, uno che viene alle degustazioni con la cravatta di Paperino non devi aspettare a vedere che dia 82 al Falletto Riserva 1996 di Giacosa e 78 al Monfortino 1995 per sapere che dirà solo boiate."
Per poi rispondermi altrettanto convintamente: "Se non comprendi che la degustazione del vino è una forma di giudizio, e che si tratta di un giudizio di natura estetica, io caro vigna non so che farci."
Dai dicci quando ti sei sbagliato, l'altra sera o adesso ???
Hai anche un'altra possibilità, ammettere candidamente di aver scritto l'altra sera una boiata, hai provato a difenderla ma vista la mala parata hai ritrattato.
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vinogodi ha scritto:Alberto ha scritto:...
1)Non capisco il senso di questa risposta...
2) Ho parlato dei voti di Vignadelmar sul Kurni e sul San Michele 2006, che sono due suoi vini del cuore (assieme ai vini di Fino ed ad altri pugliesi...lasciando da parte il capitolo G.T.E.I.) perché è stato proprio lui ad eccepire sulla verosimiglianza di un 95/100 (o giù di lì) ad un Rossese di Dolceacqua.
3)Tu cosa c'entri? Eppoi chi ha detto che 95 ad un Kurni sarebbe una gran cazzata?
4)E' uno dei miei vini preferiti...per il mese prossimo sto organizzando una degustazione di rossi marchigiani dove ci saranno la 2001 e la 2007, fa' un po' tu...
5)Ah, aggiungo...dall'incrocio di 7 guide è uscito un 97/100 per il Kurni (e in quale annata)?Ma se le uniche a dare i voti in centesimi sono Veronelli & Co. e Maroni?
1) Male
2) Ho detto e solo detto che la similitudine , solo per chiaccherare o alludere che ognuno può , più o meno giustamente , sparare le sciocchezze che vuole , non mi andava avendo sbagliato completamente il paragone , non tanto dell'altro tipo di vino quanto sul Kurni , i quali giudizi "generalisti" non sono certo imputabili al trastullo di un enovisionario . Ti dirò inoltre che in questo momento secondo me La Tache fa schifo . Penso di averne bevuto quanto tu non ne berrai in tre vite ,qualcuno dirà che è buono , Bettane o Parker o Alberto , ma oggi mi sta sul culo e quindi dico che fa schifo . Posso vero?
3) Perchè ho letto una scemata , l'ho interpretata come tale e invece di , come al solito , alzare le spalle e farmi una risata mi è venuto lo sprizzo di intervenire . Se l'ho interpretata male , spiegati meglio , la cocausa è chiara e non ho voglia di scusarmi se tu ti spieghi male e mi fai capire male.
4) Ti rimando al punto di prima , ti sei spiegato male ed io ho interpretato male , evidentemente . Guarda che con questo non voglio dire che ognuno non possa esprimere ciò che pensa , anzi , però io posso replicare come la penso io . Sbaglia Vignadelmar a dubitare sia sulla metodologia , quanto sul fatto che non possa un vino raggiungere , seppur occasionalmente , livelli eccellenti , amplificati inoltre dalla sorpresa . Capita a tutti . Per fare un esempio , però , il Kurni non è un vino sorpresa quanto un vino che fa discutere perchè ha caratteristiche non apprezzate da tutti , come tutti i vini di grande struttura .
5) Io conosco molte più persone di quante ne conosci tu , all'interno sia di AIS che dell'Espresso che del GR : le simbologie nascono da un precedente voto espresso da una commissione giudicante . Ogni anno una rivista (ex grande) come Civiltà del Bere fa questa classifica . Vattele a leggere ...
Pigigres ha scritto:
Che sfinimento che sei. Oltre a non aver capito una mazza di quello che ha detto Rossano, nonostante abbia provato anche io a spiegartelo meglio qualche post fa, e nonostante lo abbia fatto anche lui dopo, sei ancora qua a ripetere la stessa distorta storiellina. Renditi conto che non hai parlato di vino nemmeno in un post durante tutto il thread. Renditi conto che non hai fatto altro che provocare durante tutto il thread. Renditi conto che non hai fatto una domanda, non ti sei mai mostrato con atteggiamento propositivo, non hai portato nulla di significativo durante tutto il thread.
E' un forum libero, ognuno può scrivere quello che vuole, ci mancherebbe. Però nella vita esistono anche regole non scritte.
Pigigres ha scritto:
Che sfinimento che sei. Oltre a non aver capito una mazza di quello che ha detto Rossano, nonostante abbia provato anche io a spiegartelo meglio qualche post fa, e nonostante lo abbia fatto anche lui dopo, sei ancora qua a ripetere la stessa distorta storiellina. Renditi conto che non hai parlato di vino nemmeno in un post durante tutto il thread. Renditi conto che non hai fatto altro che provocare durante tutto il thread. Renditi conto che non hai fatto una domanda, non ti sei mai mostrato con atteggiamento propositivo, non hai portato nulla di significativo durante tutto il thread.
E' un forum libero, ognuno può scrivere quello che vuole, ci mancherebbe. Però nella vita esistono anche regole non scritte.
vignadelmar ha scritto:Pigigres ha scritto:
Che sfinimento che sei. Oltre a non aver capito una mazza di quello che ha detto Rossano, nonostante abbia provato anche io a spiegartelo meglio qualche post fa, e nonostante lo abbia fatto anche lui dopo, sei ancora qua a ripetere la stessa distorta storiellina. Renditi conto che non hai parlato di vino nemmeno in un post durante tutto il thread. Renditi conto che non hai fatto altro che provocare durante tutto il thread. Renditi conto che non hai fatto una domanda, non ti sei mai mostrato con atteggiamento propositivo, non hai portato nulla di significativo durante tutto il thread.
E' un forum libero, ognuno può scrivere quello che vuole, ci mancherebbe. Però nella vita esistono anche regole non scritte.
Bravo, dai il compitino lo hai svolto bene anche stavolta, adesso vatti a vedere i cartoni animati, dai, fai il bravo.
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Alberto ha scritto:Sì, davvero, la misura è colma...va bene voler recitare forzatamente la parte dell'odioso (con tanto, tanto tempo libero per aumentare il conta-post a dismisura), ma a tutto c'è un limite...il forum è di tutti!
Alberto ha scritto:...evidentemente l'"ombrello" delle guide a volte torna utile anche per uno del tuo calibro, Vinogodi...pensavo di no, ed invece pare sia così...
Dedalus ha scritto:Châteauneuf-du-Pape AOC Vieilles Vignes 2004 - Domaine de la Janasse
Etichetta parkeriana, celebrata in alcuni millesimi a suon di 100/100, perfetto specchio di quello stereotipo che ha imperversato per anni in tutto il mondo. Occhio nero, rotea denso e pesante nel bicchiere, da cui si sollevano ondate cupissime di aromi scuri e maturi, frutta nera quasi sciroppata, liquore alla liquirizia, pasta di olive, e perché no afrore d'asfalto caldo appena posato anziché il tipico e più austero goudron dei vini ancien régime, tutto condito in denso brodo di vaniglia dolce e balsamico suadente. Insomma, il mitico "smorgasbord" di note parkeriane al top della forma. Dopo un quarto d'ora dicasi un quarto d'ora viene fuori la cenere, si spengono le luci, tacciono le voci, e dal buio senti sussurraaar...
- prego, vuole ber la Janasse?
- grazie, preferisco di no: non bevo il vino col timeeeer...
Vino da sveltina in degustazione tecnica massale. A tavola, un vinone che dopo pochi minuti di bicchiere risulta stanco e fiacco, che non diventa proprio cattivo ma a cui non rimane molto da dire. 85/100.
pippuz ha scritto:Dedalus ha scritto:Châteauneuf-du-Pape AOC Vieilles Vignes 2004 - Domaine de la Janasse
Etichetta parkeriana, celebrata in alcuni millesimi a suon di 100/100, perfetto specchio di quello stereotipo che ha imperversato per anni in tutto il mondo. Occhio nero, rotea denso e pesante nel bicchiere, da cui si sollevano ondate cupissime di aromi scuri e maturi, frutta nera quasi sciroppata, liquore alla liquirizia, pasta di olive, e perché no afrore d'asfalto caldo appena posato anziché il tipico e più austero goudron dei vini ancien régime, tutto condito in denso brodo di vaniglia dolce e balsamico suadente. Insomma, il mitico "smorgasbord" di note parkeriane al top della forma. Dopo un quarto d'ora dicasi un quarto d'ora viene fuori la cenere, si spengono le luci, tacciono le voci, e dal buio senti sussurraaar...
- prego, vuole ber la Janasse?
- grazie, preferisco di no: non bevo il vino col timeeeer...
Vino da sveltina in degustazione tecnica massale. A tavola, un vinone che dopo pochi minuti di bicchiere risulta stanco e fiacco, che non diventa proprio cattivo ma a cui non rimane molto da dire. 85/100.
Su questo concordo con il giudizio generale; però ricordo un inizio veramente notevole, con note di pomodori secchi, "sugo di pomodoro" e parecchio altro.
Peccato sia stato un fuoco di paglia.
Dedalus ha scritto:Rossese di Dolceacqua DOC Vigneti d'Arcagna 2004 - Vignaioli Testalonga Antonio Perrino
Occhio granato scarico ma piuttosto brillante, con ampia unghia aranciata, non perfettamente limpido ma pulito.
Il naso all'opposto ti fa uno scherzo strano: anziché nasconderti qualche descrittore da districare più o meno faticosamente nel mezzo del flusso alcolico e delle note genericamente vinose, svuota completamente il bicchiere, ci butta dentro una zaffata di aria tersa e calma di scogliera, e nel mezzo ci distribuisce bei mazzetti di spezioline ed altre cose belle.
La trasparenza. Un naso netto è una cosa. Un naso trasparente è un'altra. Quanto sono rari i nasi trasparenti nel vino, in quello rosso? Rarissimi, sono. Vertici assoluti. Rayas, Haut Brion, Clos Rougeard, il Quintino Sella o il San Sebastiano a seconda delle annate, Monprivato più di Cà d'Morissio e anche più di Monfortino, il Carema di Ferrando, Soldera più di Biondi-Santi, a modo loro i grandi Patriglione e i grandi Duca Enrico al culmine della parabola. In una classe già inferiore di trasparenza, gli ultimi Monvigliero di Burlotto, l'Osso San Grato 2004 e 2006 più del 2005 e del 1999, Poggio di Sotto, il Lagrein di Mayr Nusserhof...
Il naso di un vitigno neutro che raggiunge, con i propri descrittori tipici, la nettezza e definizione, la perentoria capacità di evocare la diretta presenza degli oggetti nel bicchierie che è propria dei vitigni aromatici. Ma da vitigno neutro è sfumato, cangiante, mobile, in continua e progressiva evoluzione nel bicchiere: sorprende anziché accattivarsi, affabula anziché sedurti, affascina anziché attizzare. Eppure non trapassa mai nella poetica dell'indistinto, dell'evocativo, rimane sempre sobrio, nitido, materialmente presente. Non c'è insomma bisogno di perdersi in allettanti fantasticherie per finire a dire il classico "un vino così non si può spiegare quanto è buono, tanto è perfetto".
Ecco qui il rosmarino e il timo secchi, mischiati insieme al centro; poi una punta di lavanda in un angolo, e a fianco il pugnetto del pepe nero sgranato, ma non crudo, non pungente, non trigeminale. Da qualche parte anche una punta più densa, forse alloro, ma no, è solo il primo emergere della china che sarà fra qualche anno.
Uno stacco netto, come se questi aromi-oggetto fossero in sospensione nella parte alta della cassa armonica del bicchiere.
Sotto, appena meno netti che sopra, i frutti dolcissimi del mediterraneo, i datteri, i fichi bianchi freschi; il frutto rosso non è più l'acquerello della prima gioventù, si scioglie in afrori più densi e di ciliegia matura, di fragolina di bosco quasi avvizzita, e solo qui e lì fa capolino qualche nota più nitida di melograno. Il frutto di bosco è un ricordo ormai lontano, come l'alito alcolico del vino, che proprio non si trova più.
In fondo in fondo, gentile, il mare.
La bocca scorre lieve e precisa, dall'attacco al centro bocca, senza perdere un millimetro di palato e senza lasciare una striatura di troppo, pennellando le curve del gusto come fanno i grandi piloti, che più vanno forte e più sembra che la macchina vada sempre alla stessa velocità, senza il minimo sbandamento - ed è proprio per quello che vanno sempre più forte. A tre quarti bocca il vino schiocca, si apre alla sapidità misurata che infiltra inesorabile tutta la bocca, senza per questo dover sloggiare la dolcezza del frutto, la carezza del tannino maturo e finissimo. E' qui che si ripete crepitante e misurato lo spettacolo aromatico del naso, che il vino diviene gioia sensoriale, che ti piglia alla gola non mentre il sorso scende, ma mentre sale quel piccolo groppo di felicità di cui può essere capace il vino. Volendo tornare alla concretezza del vino, si potrebbe volere la stessa perentoria nettezza ed intensità del naso, una lieve maggiore purezza tattile, e saremmo davvero davanti ad uno dei grandi vini del mondo. Non ce li ha, rimane qualche passo indietro, medaglia di cartone alle Olimpiadi.
Nondimeno, nella notte silenziosa, una goccia sola nel bicchiere vuoto vale ore di naso a disposizione; un piccolissimo sorso, minuti interi di queste cose.
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