Dedalus ha scritto:Baroloonline ha scritto:i vini che voi chiamate moderni [...] i vini che voi chiamate tradizionalisti
Io invece preferisco puntare a vendere pop corn sulla base di argomenti più originali, tipo la diatriba modernisti-tradizionalisti in Langa...![]()
Quindi chiederei a Francesco quali espressioni usa lui per identificare i vini in cui è riconoscibile l'impronta moderna, e quelli in cui è riconoscibile l'impronta tradizionale.
Partendo dal punto di vista di considerare vini senza difetti, quindi vini senza volatili eccessive, senza tannini gallici, senza sentori di botte vecchia o di smalto, senza sentori di brett o di chips, ridurrei nelle annate recenti il discorso ad un semplice punto: nel vino in uscita il legno (ben usato) fa parte e fara' sempre parte del corredo aromatico oppure è assente e lo sarà sempre? Oramai se si vuole cercare il sottile confine che divide i due ex schieramenti secondo me basta focalizzare questo punto.Infatti le tecniche di cantina oramai si vanno a confondere, quasi sovrapponendosi, le malolattiche in legno o in acciaio non sono determinanti, i frutti scuri stanno via via svanendo, di tannini gallici se ne sentono sempre meno, tra un tonneau e una botte da 10hl non ci sono enormi differenze, il batonnage è usato sempre di meno....
Ora, fermo restando che per me al nebbiolo non serve l'apporto di legno, fermo restando che rispetto alla Borgogna, a Bordeaux o al Rodano il nebbiolo digerisce di meno il legno e in piu' tempo, fermo restando che certi legni ora sono piu' "educati" e "governati" rispetto ad un tempo, dopo tutto sono contento che ci sia stato il passaggio degli anni 90, perche' la scossa all'ambiente c'è stata, si sono rovinati tanti grandi vini, ma la qualità media del Piemonte Vitivinicolo alla fine è migliorata. Annate ce ne sono in uscita in continuo: nella nostra carriera di bevitori, se non cambiamo passione, avremo la possibilità di seguire almeno 30/40. E' davvero cosi' determinante averne perse 4 o 5 per una parte dei produttori?
I conti con le mie convinzioni passate (molte imparate talune inculcate da questo forum) li ho fatti, e voglio sottolineare che dal 1999 ogni annata è migliore tecnicamente alla precedente e tutto è in continuo movimento. A questo punto mi vengono spontanee delle domande: abbiamo voglia o no di rimettere in gioco le nostre convinzioni assaggiando e riassaggiando anche chi non ci ha convinto nel passato? Abbiamo voglia di non dare per scontato che certe nostre idee debbano essere immutabili? Abbiamo tutti la serenità e l'umiltà di capire fino a dove avevamo ragione e fino a dove avevamo torto? Abbiamo la serenità di aprirci un Bric del Fiasc di Scavino 96, sapendo che cosa stiamo facendo e giudicandolo per quello che è e non per quello che "sappiamo" che sia?