Sabato del villaggio, approfittando del passaggio in Campania del buon Paolino Petitbogho, tra le varie cose eccellente preparatore di battuta al coltello. Si è bevuto:
- Terre de Vertus 2008 - Larmandier-Bernier: riconoscibilissimo come zona, produttore e stile. Tanta acidità agrumata, gremuliano in tutto e per tutto, a noi ci è piaciuto, non mi stupirei però se qualcun altro lo trovasse un filino troppo crudo e verticale.
- Greco Vigna Cicogna '09 - Benito Ferrara: l'annata della "svolta", con vendemmie leggermente anticipate e un profilo di vino più dritto, bianco e minerale rispetto al periodo precedente, caratterizzato da Cicogna più sul miele, la materia e la pasticceria. Sta evolvendo bene, vino completo, di bella tensione e carattere.
- Greco '09 - Cantine dell'Angelo: stessa zona, vigne molto vicine, stessa annata, vino completamente diverso. Stile riduttivo, provola affumicata e zolfo in primo piano, limone, salto, dritto, più sottile sul confine del magro rispetto al Cicogna. Ma per me più affascinante e intrigante: c'è una certa variabilità di bottiglie su questa annata, quando la bottiglia è così, è vino di grande anima, con tanta strada davanti.
- Greco Musc' '08 - Contrade di Taurasi/Lonardo: anche qui il carattere non manca, tanto fumé, frutto solare, passo salato, integro. Un po' più monocorde però nello sviluppo, con chiusura alcolica un po' bruciante per minus di struttura.
- Pallagrello Bianco '08 - Viticoltori del Casavecchia: anche il pallagrello bianco può evolvere bene, anche se questa è un'interpretazione un po' sui generis, forse non rappresentativa fino in fondo del vitigno. Questo è giocato sulla clorofilla, lo iodio, il frutto bianco, in sottigliezza, manca la spalla sapida orizzontale un po' "rodaniana" dei pallagrello bianco più "territoriali".
- Fiano '08 - Ciro Picariello: gran bella bottiglia, mineralità fluviale, molto pimpante, ampio e appagante, beccato facilmente come denominazione, annata e produttore. E per me questo è un plus.
- Furore Bianco '07 - Marisa Cuomo: paglia, erbe, frutto giallo, buon sapore, non ha difetti, la tenuta è più che buona, ma tende a stancare quasi subito.
- Cote Rotie '95 - Jamet: chiaramente non si è mosso di un cm dalla bottiglia stappata a dicembre, ma questa appare da subito un po' più espressiva. Tanta macchia e resina, un tocco di pomodoro e garrigue che può far pensare a Rodano sud, poi liquirizia nettissima, bocca giovanissima, con scheletro acido ancora non trasformatosi del tutto in sapore. Ci vuole ancora molta pazienza.
- Fiano '07 - Rocca del Principe: tra i migliori vini della giornata, ancora più sorprendente se pensiamo all'annata. Vino in formissima, tonico, autorevole, finocchietto selvatico, erbe secche, cedro, ha spalla, sale e lunghezza. Bravi.
- Ischia Biancolella Tenuta Frassitelli '06 - Casa D'Ambra: bottiglia più avanti di quella stappata due mesi fa, tutto sulla terra, scoglio, frutto rosso, cera d'api. Non ha uno sviluppo particolarmente coinvolgente in bocca, ma come detto era bottiglia non felicissima.
- Fiano '97 - Mastroberardino: il base base, che all'epoca usciva sul mercato addirittura a Natale qualche volta. E si sente, perché il vino è integro ma manca di articolazione e lunghezza.
- Arbois Pupillin Capusla Verde '99 - Overnoy: credo fosse lo chardonnay vinificato non sous voile. La volatile ce l'ha, acidità spinge e ha bisogno di una temperatura più da rosso che da bianco. Lì si libera la parte più rigogliosa e coinvolgente, con i pinoli, le erbe di montagna, il pepe bianco e un ritmo palatale davvero jazz, nel senso più bello del termine.
- Sommerberg D '08 - Boxler: quando l'Alsazia è così tedesca, c'è solo da togliersi il cappello e godere. E' ultragiovane ma si beve come un energade.
- Trebbiano '01 - Pepe: individuato facilmente, per le sue virtù. Lievito indigeno in primo piano, ma anche una parte di pesca bianca e fiori quasi "friuliana", ha sviluppo concreto e armonioso, con strada davanti.
- Greco G '10 - Pietracupa (non ancora in commercio e chissà quando lo sarà): il mostriciattolo cresce bene, ora è in una fase più muta al naso, mentre in bocca continua ad essere uno dei greco più vitali, floreali e saturanti che abbia mai sentito.
- Urziger Wurtzgarten Auslese *** '76 - Loosen Erben: dimostra venti anni di meno, si avverte la botrite più dell'idrocarburo, solido e complesso, non si ha il tempo di seguirlo nel bicchiere perché finisce in un lampo.
- Bussia '04 - Fenocchio: bellissima boccia, tanto agrume e un tocco rugginoso che all'inizio mi fa quasi pensare all'Alto Piemonte. Passo da peso medio veloce e scattante, un bruce lee nel fiore degli anni.
- Cossano '04 - Tenuta Ponte: ecco come diventa un merlot irpino di quasi dieci anni, molto più irpino che merlot
- Pallagrello Nero '01 - Vestini Campagnano: onore alla tenuta, un po' meno al tannino gallico che ne frena piacevolezza e naturalezza di beva
- Sabbie di Sopra il Bosco '10 - Nanni Copè: il 2011 è più "gourmand", ma anche questo sta crescendo bene e trova nella tavola il suo miglior alleato per bilanciare qualche spigolo, acido soprattutto, che ancora si porta dietro.
Si può bere bene anche senza il vino assoluto da 95 centesimi, potrebbe essere questa la sintesi.
