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Nius?

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Perdonami mi ero dimenticato. L’azienda si torna a chiamare Ronchi di Castelluccio e la nuova proprietà lavora bene ma la sta posizionando dove nessun vino romagnolo era mai stato. Mi fermo sui vini senza parlare dei prezzi che sono fuori mercato.
Le More (Sangiovese) & Lunaria (Sauvignon): entry level dell’azienda fatti molto bene. Giocano sulla freschezza e sul frutto entrambe. Il Sauvignon non è un classico Sauvignon ma si sente molto il territorio di Modigliana che rilascia note calcaree, più saliamo più sarà evidente.
Buco del Prete (Sangio) & Sottovento (Sauvignon e Trebbiano): linea intermedia, ancora commerciabile, è fatta veramente bene. Buco del Prete è un grande Sangiovese, anno scorso era ancora chiusa la 20 mentre oggi è veramente buono. Sottovento una grande nota erbacea e sapida che lo caratterizza dagli altri bianchi ma devo dire invece qui mi era piaciuta di più anno scorso la 20.
Selezioni 2020:
Ronco del Re, torna dopo 10 anni il più grande bianco romagnolo. Ancora 100% Sauvignon, ancora molto interessante. Prevede molto bene ma ha bisogno di tempo. 500 bottiglie usciranno a marzo. Unica nota dolente il prezzo di uscita ma questo non lo scriverò più. Vale da qui in avanti.
Ronco delle Ginestre, non sarà più prodotto perché le vigne sono state espiantate.
Poggiolo, Cabernet da vigneto appena sotto alla cantina. Molto internazionale, mi sembrava un discreto Bolgheri fatto bene ma niente di emozionale. Per me è no
Ronco dei Ciliegi, un buon Sangiovese già molto espressivo. di grande struttura ma già molto più approcciabile rispetto ad anno scorso. Non sono stato troppo convinto.
Ronco della Simia, da qui il cambio di marcia. Un grandissimo Sangiovese. Balsamico e lunghissimo. Non parlerò più del suo unico neo, 700 bottiglie.
Ronco del Casone, altro grandissimo Sangiovese forse un po’ meno pronto della Simia ma da poter far riposare in cantina per molti anni. 700 bottiglie.