MarcelloR ha scritto:Patatasd ha scritto:vinogodi ha scritto:"... PENSO che ne' a Madame ne' a De Villaine freghi un cazzo della biodinamica".
Perfetto, ora posso finalmente rispondere (con tutto il rispetto) con un bel estikazzi di quel che pensi su questa cosa, centinaia di articoli provano il contrario.
…centinaia di articoli su rivista scientifica? Peer reviewed? Perché io in realtà avevo sentito tutto il contrario. Cioe che evidenze scientifiche di impatti positivi sulla vigna dovuti a pratiche bio dinamiche in confronto al “solo biologico ”non ce ne fossero. Mentre evidenze positive di trattamenti biologici rispetto a quelli “convenzionali” ce ne fossero in abbondanza….
Fonte:
https://youtu.be/DvsY60gcoes
Se ravanate nel forum, qualche mese fa ho postato un paio di recenti articoli o report che esaminavano l'evidenza empirica dell'aumento del microbioma nel terreno di vigne convenzionali, biologiche, biodinamiche comparativamente, e dell'apporto dato dal cornoletame.
Tali evidenze dimostrano un notevole aumento della flora batterica e fungina nelle vigne bio-x, e che il fatidico cornoletame contribuisce in non poca parte al fenomeno.
Ora, io da scettico scientista ho sempre guardato con forte sospetto alla evidente cialtroneria di alcune affermazioni sulle energie cosmiche e sulle preparazioni omeopatiche, ma di fronte a questi risultati ottenuti da studi universitari non posso che adeguarmi e trarne le dovute conseguenze, che sono tre.
La prima è che la vigna, in quanto monocoltura non arricchente e poco sinergica, impoverisce tendenzialmente il bioma del terreno.
La seconda, e probabilmente lo sappiamo tutti, è che la gestione convenzionale devasta la flora batterica a forza di antiparassitari e vari prodotti di sintesi.
La terza è che lo spargimento del cornoletame avviene ad una diluizione elevata ma sufficiente per permettere un ripopolamento della flora, sia per varietà che per quantità. E che il terreno, impoverito da una coltivazione che non l'aiuta, ne ha forte bisogno. Tanto che il trattamento viene ripetuto
ogni anno.
Da questi passaggi ricade che la vite migliori il proprio vigore, resa, resistenza alle malattie nonché adeguamento alle condizioni atmosferiche, come se venisse riportata in minima parte allo stato selvatico, di quando era arbusto libero e giulivo, e perciò maggiormente dotato di capacità di adattamento. Sappiamo bene che ogni selezione produttivista operata dall'uomo aumenta la specificità di un vegetale o di un animale e ne riduce l'elasticità intrinseca nel suo DNA, esponendolo a maggiori rischi di contrarre malattie o malformazioni (vedasi ad esempio nei cani, più sono di razza "pura" più sono fragili).
Basta tutto questo per farne un vino migliore? Assolutamente no, la mano del vignaiolo (come detesto sta parola arcaista
) resta fondamentale. La zona, pure. La dotazione genetica della vite, anche. Il clima stagionale, hai voglia.
Pontet-Canet è una dimostrazione. Sono passati con metodo e disciplina alla biodinamica traendone evidenti vantaggi nella produzione, in una zona nella quale quando partono i trattamenti fitosanitari
chiudono le scuole!.
Ho avuto prima di leggere quei testi una spiacevole discussione con un amico produttore, in biodinamica, che mi ha sostanzialmente invitato a venire a zappare la terra per rendermi conto di quanto sostenesse, prima di potere parlare sull'argomento. Sarebbe bastato, per evitarla, una maggiore diffusione dei risultati di questi esperimenti, ed una loro valutazione con approccio disincantato e olistico (alle mie deduzioni ci sono arrivato da solo, non ne ho viste di simili DA NESSUNA PARTE) invece del fideismo cavernicolo e settario che viene sbandierato dalla stragrande maggioranza dei produttori bio-x per non parlare di chi fa vino "naturale".
Per inciso, il mio amico produttore usa anche lo spargimento di tisane, pratica la diversità colturale, l'inerbimento, ha un apiario vicino alle vigne e così via. Di fronte alle malattie gravi però non c'è molto che possa fare, così come con infestanti tipo la cocciniglia, che si combatte con le coccinelle (notorie predatrici) o soffocandola con acqua e sapone, ma che resta un nemico temibile.
Mi resta comunque la convinzione che quel cretino di Steiner ci sia arrivato per puro caso, e vorrei divulgata la storia di cornoletame e cornosilice, nonché dell'applicazione delle tisane, per sapere se facciano parte di una tradizione contadina (non mi pare), di una applicazione sperimentale (non ne ho evidenza) o di azzardi esoterici casualmente funzionali.
Come leggendo l'intervista a Madame, che applica i trattamenti seguendo i segni zodiacali (triple facepalm, prestatemi una mano). Non è di certo (anche se filologicamente dovrei piuttosto dire "altamente improbabile a mio parere") quella la motivazione della bontà dei suoi vini.