Nelle Nuvole ha scritto:
Personalmente considero il Fiano di Avellino e il Verdicchio di Jesi due denominazioni che potenzialmente - sottolineo "potenzialmente - potrebbero nei prossimi due secoli raggiungere punte eccelse e mantenere tale posizione.
Divenendo seri però ti chiedo cosa debba fare una denominazione per essere considerata eccelsa (a parte che bisognerebbe capire cosa si intenda per eccelsa e se si abbia o meno in mente un modello qualitativo di riferimento.
Parlo per le due denominazioni verdicchiesche, che conosco molto meglio di quella del fiano, e secondo me, "eccelsività" a parte, hanno raggiunto una maturazione poliedricamente qualitativa molto molto alta. Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità. Le due denominazioni poi rappresentano un grande sprone a continuare a seguire su differenti vie interpretative.
Se si vanno a bere i grandi verdicchi, davvero sempre poco costosi, ci si rende conto di trovarsi di fronte a vini di alta/altissima qualità, rappresentativi di un territorio, con anche capacità di invecchiamento molto alta.
Davvero non capisco cosa manchi a quel "potenzialmente" per trasformarsi in "definitivamente".
Ciao
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