Messaggioda l'oste » 10 ott 2010 21:38
La fondue à la bourguignonne, a dispetto del nome fighetto-snob (al quale non trovo traduzione non letterale) è un piatto da intimità. Ci si deve riunire attorno ad un fornelletto, cuocendo ognuno la propria carne, in un rito antico. Non si può essere più di 6 persone per ogni fornelletto e questo rende la preparazione ancor più intima.
Le salse dipendono dai gusti di ognuno, ce ne sono di buone in commercio, ma trovo più sano e divertente farsele da sè, anche perchè basta una maionese ben fatta da poter poi condire e declinare (tartare, salsa rosa, aiolì, boscaiola...). E a parte le salse a base d'uovo in pochi minuti si prepara un bagnett vert o ross, una crema piccante di pomodori e peperoni, un pesto di erbe e frutta secca e altre che la fantasia suggerisce.
La carne dev'essere buona, perchè nonostante la "copertura" della salsa, la cottura leggermente "al sangue", permette di "sentire" molto il sapore, anche perchè l'olio bollente sigilla da subito i succhi all'interno della carne e quando la si addenta se è buona si sente.
Per assonanza con il nome del piatto ho aperto un borgogna, ma siccome alla fine eravamo in sei, una bottiglia non sarebbe bastata.
Gevrey Chambertin 1er les Goulots 2005 - Herestzyn produttore poco nominato sul forum, un cru solitamente non granchè strutturato ma alla fine una bella bottiglia. Soprattutto aromaticamente il produttore ha limato alcune imprecisioni trovate in annate precedenti, c'è un bel fruttino, un velo di radici dolci, buon volume. In bocca è troppo corto, non riesce a sfoggiare l'acidità sufficiente a contrastare la grassezza delle salse, con struttura troppo poco cicciosa per un'annata come il 2005. Quattro pedine.
Chambolle Musigny 2005 - Roumier anche se non li ho certo bevuti tutti, direi che è in assoluto tra i migliori village del millesimo. E altra strada potrà ancora fare, si sente la giovane età.
C'è tanto, c'è tutto, soprattutto un'armonia equilibrata tra i diversi profumi, un senso di semplice naturalezza. In bocca accarezza, invoglia a berne altro, solo a voler cercare il pelo non è infinito nel finale. Due torri, un cavallo.
Sagrantino 1996 - Colpetrone profumi andati in picchiata giù dalla collina, ossidato, da non tentare nemmeno l'assaggio. Bottiglia che non mantiene le promesse che le guide, i premi e i giudizi assegnarono a questo vino all'uscita. Devo confessare che anche da "giovane" una decina d'anni fa non mi aveva molto colpito.
Collepiano 2001 - Caprai invece questo alla fine mi è piaciuto, parte spavaldo con profumi ancora di frutto scuro e speziato, un che di tabacco. Alla cieca potrebbe quasi sembrare lontanamente bordolese, discreta ampiezza aromatica. In bocca prende un buono spazio, c'è sufficiente freschezza e la persistenza è lunga, ancorchè dolcina, ma con erbe e spezie sempre presenti. Si rilassa solo dopo qualche ora, assestrandosi su note un po' scure. Quattro pedine.
Nepomuceno 2005 - Az. Agr. Cantrina un merlottone, ma fatto bene. Mi ricordo un 2001 e un 2004 ancor più eccellenti, ma anche questo '05 ha tanta ciccia, profumi non banali, con erbe di montagna, una vena minerale fresca, oltre alla solita ricchezza di frutto, anche il palato soddisfa per consistenza e trama, finalone bello lungo e con ritorno di spezie. Quattro pedine.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.
Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini