brifazio ha scritto:Si desume che il discorso debba considerarsi concluso, il descrittore che è stato introdotto (ma era ghiaccio secco, ghiaccio d'acqua, acqua?) non è capace di rimandare a una caratteristica del vino, non mette d'accordo nessuno, nemmeno coloro che sono propensi a utilizzarlo.Dedalus ha scritto:Qua stiamo girando intorno a dettagli tecnici che sono del tutto inutili, perché siamo su un forum di appassionati di degustazione, e non di otorinolaringoiatri dediti a vivisezionare la fisiologia dell'olfatto. Se il descrittore è capace di rimandare plausibilmente ad una caratteristica del vino, il discorso è finito.
Ripropongo, sotto un'altra forma, il quesito posto inizialmente a pigigres.
Quali altri sensazioni olfattive può ricordare quella procurata dall'acqua ghiacciata nelle sue diverse manifestazioni?
Cosa vuol dire che non è capace di rimandare a una caratteristica del vino?
Ma perché, tu conosci tutti i determinanti chimico-fisici e relativa fisiologia di tutti i descrittori che utilizzi? Vogliamo allora dire che per usare un descrittore bisogna rimandare ad una caratteristica del vino, ovvero saper citare esattamente la molecola o la combinazione di molecole che lo determinano? E già che ci siamo, magari provare anche analiticamente che in quel tal vino le sostanze così identificate sono presenti con sufficiente concentrazione da superare il livello di soglia olfattiva. E per finire, provare con un bell'elettroencefalogramma a zone che durante la degustazione del vino, nel momento in cui si esprimeva il tal descrittore, erano attive proprio le zone del cervello preposte alla recezione dello stimolo olfattivo e al recupero mnemonico del descrittore, e non le zone preposte alla creatività parolaia...
Insomma, quest'ottica dimostrativa, è dal principio che lo dico, è del tutto innaturale e fuorviante, e si decide di prenderla solo con il descrittore "ghiaccio" perché fa strano. Il che è anche comprensibile: fa strano, quindi uno ci vuole vedere chiaro.
Ma ad un certo punto bisogna essere equilibrati, e tornare al punto. Il buon descrittore rimanda ad una caratteristica del vino organolettica, cioè alla possibilità da parte di terzi di ritrovare anche loro quel sentore nel vino.
Anziché stare qui a cercare studi scientifici da tesi di laurea, attraverso i quali dimostrare che il tale che ha speso il tal descrittore è ufficialmente un buffone, si può tranquillamente verificare se lo si sente o no, e concludere che da una parte ci sono Pigigres, Aramis e gremul che quella nota nel vino ce l'hanno sentita, mentre tutto il resto del forum no, manco lontanamente. Con la qual cosa risulterà ugualmente chiaro che ci sono tre buffoni in libera uscita, e tutti gli altri sono gascromatografi umani che quando non ce la sentono loro una certa cosa, allora quella cosa non c'è.
Dov'è il problema?
Aggià, che la plebe degustativa cazzara (Pigigres, Aramis, gremul) rischia di essere presa sul serio da altra plebe degustativa boccalona. Il dramma dei drammi.