A proposito di Verdicchio, è un peccato che si finisca (quasi) sempre per parlare solo di vini e mai di territori e vigneti. Eppure quella dei Castelli di Jesi è una denominazione abbastanza grande e differenziata, con quote altimetriche che possono variare dai 100 metri delle vigne più vicine al mare ai 600 dei comuni di Apiro e Cingoli in provincia di Macerata, che fanno parte della zona classica della denominazione insieme a 17 comuni jesini *.
Oltre a questi, ci sono altri 8 comuni a Nord, alla sinistra del fiume Misa, che fanno parte della denominazione ma non hanno diritto alla qualificazione "Classico", tra cui Castelleone di Suasa, dove ha sede l'azienda Venturi e dove secondo il sito aziendale avrebbero sede i vigneti. In un'ottica borgognona, sarebbe un tantinello perturbante, anche se ovviamente non impossibile, che un Verdicchio prodotto ai confini della denominazione (siamo al limite tra la provincia di Ancona e quella di Pesaro) possa mettere in fila tanti concorrenti della zona classica, secondo alcuni (per esempio il Gambero Rosso, che l'ha premiato coi YYY).
Tuttavia in rete ci si imbatte in una storia diversa: secondo il resoconto di una serata-Verdicchio di qualche mese fa a cui era presente anche il produttore (che quindi si immagina sia la fonte), il Qudi nasce nelle "colline di Montecarotto, in un appezzamento in affitto, situato tra le proprietà di Santarelli e Umani Ronchi, costituito di vigne molto vecchie". E infatti l'etichetta riporta la qualificazione Classico Superiore, e l'anima borgognona -- confortata anche dalle
vieilles vignes ** -- tira un sospiro di sollievo...
Se lo trovo, lo assaggio volentieri anch'io!
* Ho trovato l'elenco dei comuni in "Verdicchio dei Castelli di Jesi: 40 anni di storia, tipicità e tradizione", che peraltro trascura Cingoli. I comuni sarebbero quindi 27 in totale, includendo quelli della zona non classica, mentre secondo Wikipedia (che non li elenca) sarebbero 24. Se qualche conoscitore ci illumina, sapremo almeno quale dei due è il numero giusto...
** Oops, ho letto adesso la retroetichetta che parla di "vigne quasi ventennali", età che sicuramente è una buona cosa, ma non coincide precisamente con la nozione francese di "vecchie vigne"...