LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

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emigrato
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda emigrato » 27 dic 2020 18:16

supersonic76 ha scritto:
emigrato ha scritto:
supersonic76 ha scritto:Barolo 2016 Marziano Abbona

Ha tutto.Eleganza, profondità, intensità.
Ma quello che ha dell'incredibile è la pefetta fusione di ogni suo componente.Mai bevuto un barolo così equilibrato all'uscita.
E la veemente spalla acida che accompagna il sorso fa presagire ulteriori progressioni, miglioramenti.
In una parola.Strepitoso.
Da comprarne a casse

E' quello che Xtrawine da a € 25,47? sicuro che non ci sia un Serralunga da uve comprate da qualche parte? :lol:


Sì, è lui.
Dove compri le uve me ne sbatto i coglioni.
Squisito anche il giorno dopo, forse meglio.
Barolo di grandissima classe.

E fai bene, facevo ironia sulla discussione nell'altro topic su Giovanni Rosso :wink:
Messner
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Messner » 27 dic 2020 20:03

zampaflex ha scritto:
Ludi ha scritto:
Messner ha scritto:Zabaione, miele, cappero, noce, mandorla; diciamo che i descrittori non mancano. Un unicum nel panorama degli spumanti, decisamente atipico e particolare, ben fatto a mio avviso, l'ho apprezzato parecchio. Ogni tanto fa bene bere qualcosa di non convenzionale, soprattutto se il risultato è questo :wink:


zabajone descrittore perfetto....


Credo che possa risultare altrettanto spiazzante del Phineas di Arunda, che ha dell'assyrtiko nell'uvaggio. La vostra descrizione me lo ha ricordato.


Non l'ho mai bevuto, devo rimediare :wink:
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Ziliovino » 28 dic 2020 12:21

Immagine  

Interessante confronto tra i due Tavel del Domaine de L'anglore di Eric Pfifferling, nella stessa annata (2016):
due vini dal carattere differente, la versione "annata" spara subito una caratteristica nota di carne secca affumicata, poi melograno, i frutti rossi e la ciliegia, bocca energica che parte e riempie da vino rosso per chiudere con una scia più fresca e floreale da rosé. Pian piano l'affumicato vira sullo speck, quello buono...
Anche il vintage apre sul melograno, ma qui la florealità è più spiccata, la bocca ha maggior spessore e spinta, nonché più freschezza e cremosità, la nota fumé, più soffusa ed in disparte, vira sul torbato. Due vini di gran carattere, anche se sicuramente non facili, che hanno più il carattere di una schiava che del rosé classico.
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Kalosartipos » 28 dic 2020 12:37

Ho bevuto il suo Lirac 2016 l'altro ieri.. un naso affascinante, da negozio di profumeria, bocca più "normale"..
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Ludi » 28 dic 2020 19:38

SommelierSardo ha scritto:
Fai subito un tampone, non si sa mai...


gli aromi del vino li sento....Covid nun te temo
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Ziliovino » 28 dic 2020 19:46

Kalosartipos ha scritto:Ho bevuto il suo Lirac 2016 l'altro ieri.. un naso affascinante, da negozio di profumeria, bocca più "normale"..


Bevuto un annetto fa la stessa annata, medesime impressioni...
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Guido_88 » 28 dic 2020 20:34

Saurus Malbec 2019, Schroeder

Delicato, fruttato, per me molto buono! Forse finale un po' dolce probabilmente per la giovane età. Da provarne qualcuna più vecchiotta per capire se smussa anche questi difetti
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Luca castoldi » 28 dic 2020 21:23

Ho letto qua e là la discussione su metodi classico italiano e champagne. Dico la mia non richiesta, anche perchè da fare ho poco. Fare un confronto è complicato, e lasciamo stare i fuori categoria italiani, che ormai sono andati fuori prezzo implacabilmente, a meno di botte di culo o errori. A volte qualcuno blasonato persino fuori qualità. Fanno bolle per cinesi o signore annoiate all'ora dell'aperitivo.
Clamoroso il crollo qualitativo di molte aziende, che in gioventù ho bevuto con piacere e curiosità.
Il problema è che poi si fa presto a dire champagne, l'ho accennato in un mio 3d e lo ribadisco qui. I territori sono così diversi e le etichette bisogna andare a vederle con attenzione. Puoi avere il domaine ad Avize, magnificarlo in etichetta ma poi hai le vigne in maggior parte in Marna (nulla di male per carità) o nell'Aube, quando va bene.
15 mila produttori, un territorio che penso di aver calpestato con attenzione. Molti fanno bibite gassate, con un grande vantaggio, spesso: il territorio e la tecnica, che a volte rende dei vini che se tolte le bolle sarebbero banali, rendendoli "flatteur" , ammiccanti. Io quando valuto uno champagne, provo sempre a pensare senza bolla che vino mai sarebbe.
La differenza è che con un po' di ricerca e di esperienza, e qui ci sono tanti bravi esperti, venditori, non so se selezionatori ma certamente competenti venditori e bevitori, trovi e troverai sempre delle belle realtà a prezzi appropriati.
Non mi piace parlare di rapporto qualità prezzo, lo trovo poco sensato, preferisco parlare di appropriatezza di un prezzo.
Lo spumante italiano si sta omologando ed ex bevitori seriali di spritz dettano le mode. Non ultima quella di bere dei gran dosaggi 0 da zone che non hanno le carte in regola per produrre vini che. senza l'aiuto dello zucchero, escono spesso di grazia. Ma basta dire che lo spumante è una bella lama ed il gioco è fatto. Spesso, senza il giusto volume e la materia che lo sostiene, sembrano degli anticalcare. Di moda. Io non sono una lavatrice. Non togliamo ai cessi il trucco ed i vestiti
E' raro ora in italia bere uno spumante fatto a modo, e più salgono di livello e più casini fanno, quando magari eseguono dei buoni entry level.
Le eccezioni ci sono, per carità , ma sono mosche bianche e i prezzi sono ormai quello che sono. Non appropriati al vino prodotto.
Ma questa è solo la mia idea.
buonasera
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
vinogodi
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda vinogodi » 28 dic 2020 21:50

Luca castoldi ha scritto:Ho letto qua e là la discussione su metodi classico italiano e champagne. Dico la mia non richiesta, anche perchè da fare ho poco. Fare un confronto è complicato, e lasciamo stare i fuori categoria italiani, che ormai sono andati fuori prezzo implacabilmente, a meno di botte di culo o errori. A volte qualcuno blasonato persino fuori qualità. Fanno bolle per cinesi o signore annoiate all'ora dell'aperitivo.
Clamoroso il crollo qualitativo di molte aziende, che in gioventù ho bevuto con piacere e curiosità.
Il problema è che poi si fa presto a dire champagne, l'ho accennato in un mio 3d e lo ribadisco qui. I territori sono così diversi e le etichette bisogna andare a vederle con attenzione. Puoi avere il domaine ad Avize, magnificarlo in etichetta ma poi hai le vigne in maggior parte in Marna (nulla di male per carità) o nell'Aube, quando va bene.
15 mila produttori, un territorio che penso di aver calpestato con attenzione. Molti fanno bibite gassate, con un grande vantaggio, spesso: il territorio e la tecnica, che a volte rende dei vini che se tolte le bolle sarebbero banali, rendendoli "flatteur" , ammiccanti. Io quando valuto uno champagne, provo sempre a pensare senza bolla che vino mai sarebbe.
La differenza è che con un po' di ricerca e di esperienza, e qui ci sono tanti bravi esperti, venditori, non so se selezionatori ma certamente competenti venditori e bevitori, trovi e troverai sempre delle belle realtà a prezzi appropriati.
Non mi piace parlare di rapporto qualità prezzo, lo trovo poco sensato, preferisco parlare di appropriatezza di un prezzo.
Lo spumante italiano si sta omologando ed ex bevitori seriali di spritz dettano le mode. Non ultima quella di bere dei gran dosaggi 0 da zone che non hanno le carte in regola per produrre vini che. senza l'aiuto dello zucchero, escono spesso di grazia. Ma basta dire che lo spumante è una bella lama ed il gioco è fatto. Spesso, senza il giusto volume e la materia che lo sostiene, sembrano degli anticalcare. Di moda. Io non sono una lavatrice. Non togliamo ai cessi il trucco ed i vestiti
E' raro ora in italia bere uno spumante fatto a modo, e più salgono di livello e più casini fanno, quando magari eseguono dei buoni entry level.
Le eccezioni ci sono, per carità , ma sono mosche bianche e i prezzi sono ormai quello che sono. Non appropriati al vino prodotto.
Ma questa è solo la mia idea.
buonasera
...applauso...la penso esattamente allo stesso modo. Il brutto è che non sono i francesi, a sbeffeggiarci, quanto noi stesso a tirarcela con confronti inappropriati senza l' onestà intellettuale che deve caratterizzare il bravo degustatore oppure l' edonista vero. Non quello d' accatto e i chiaccheratori seriali, come il 99.23% sul web. Ma la cultura enologica non è alla portata di tutti, anzi, di pochissimi, per cui la payette della festa, la velina gialla e la bottiglia evocativa colpiscono l'enoimbecille più di un contenuto appropriato. ..grazie per il più bell' intervento delle feste... :wink:
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Kalosartipos » 28 dic 2020 22:17

Clap!
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Luca castoldi » 28 dic 2020 22:58

Grazie del complimento. L'ho fatto col cuore perchè , ahimè, questa discussione l'ho vissuta in prima persona da anni. Era un modo di dare un contributo fuor di polemica e anche di presentarmi in una platea che conosco poco .
Io vendo vino per divertimento, non è il mio lavoro ma selezionare la mia divertente ossessione. Ho un vantaggio, posso dire serenamente quello che voglio perchè compro solo quello che mi piace. Che si attaglia al mio palato

Non può esservi un confronto sensato tra Champagne e Franciacorta o affini. Possiamo forse farlo tra questo o quel produttore
Mi hanno fatto assaggiare delle bolle sarde che andavano di moda( vanno forse) diverso tempo fa. Pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto e quando mi hanno detto il prezzo, stavo cadendo dalla sedia. Non ultimo un franciacorta bdn ambizioso al prezzo di 23 e fischia euro più iva al distributore. Una follia di un ricco annoiato che avrebbe fatto meglio a gassare dell'acqua.
Tra l'altro non dimentichiamoci che lo Chardonnay non è un uva di particolare talento ( ma possiamo aprire una bella discussione :) ), figuriamoci se lo piantano fuori dai territori che essa necessita.
Come se si volesse iniziare a disquisire tra Pinot noir di Borgogna et similia in altre parti del mondo, come di Syrah di cote du rhone, o grenache
Fatte le dovute eccezioni, di imbarazzante rarità e che spesso godono di buona stampa e ampio portafoglio, sono dei banali copia e incolla, senza talento. Che vendono un botto per fortuna loro e di chi sta nel settore.
Io mi sono semplificato la vita e il palato, pur trovando splendide eccezioni.
Non bevo improbabili nebbioli dall'Oregon , sangiovesi dal cile così come mi irrigidisco, sbagliando forse, coi pinot neri che arrivano da zone dove il sole picchia senza schermo per 3 mesi l'anno ( dove spesso nemmeno la frutta viene bene, se non quella a buccia scura), su quella buccia fine e delicata.
Le ultime tre annate di Pn Bourgogne ( 18 19 20 con belle differenze quantitative e a tratti qualitative) sta mettendo in seria difficoltà gente che fa Pinot da generazioni, caldo, siccità , tempeste e gelate . Figuratevi altrove.
Un vitigno di sterminato talento, col nebbiolo, che va messo al suo posto e sulla sua terra.
Il resto sono esercizi di stile. Spesso omologati.
vabbè abbiamo poco da fare, tanto vale perdere tempo in chiacchere
prosit
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Macca84 » 28 dic 2020 23:06

vinogodi ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Ho letto qua e là la discussione su metodi classico italiano e champagne. Dico la mia non richiesta, anche perchè da fare ho poco. Fare un confronto è complicato, e lasciamo stare i fuori categoria italiani, che ormai sono andati fuori prezzo implacabilmente, a meno di botte di culo o errori. A volte qualcuno blasonato persino fuori qualità. Fanno bolle per cinesi o signore annoiate all'ora dell'aperitivo.
Clamoroso il crollo qualitativo di molte aziende, che in gioventù ho bevuto con piacere e curiosità.
Il problema è che poi si fa presto a dire champagne, l'ho accennato in un mio 3d e lo ribadisco qui. I territori sono così diversi e le etichette bisogna andare a vederle con attenzione. Puoi avere il domaine ad Avize, magnificarlo in etichetta ma poi hai le vigne in maggior parte in Marna (nulla di male per carità) o nell'Aube, quando va bene.
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La differenza è che con un po' di ricerca e di esperienza, e qui ci sono tanti bravi esperti, venditori, non so se selezionatori ma certamente competenti venditori e bevitori, trovi e troverai sempre delle belle realtà a prezzi appropriati.
Non mi piace parlare di rapporto qualità prezzo, lo trovo poco sensato, preferisco parlare di appropriatezza di un prezzo.
Lo spumante italiano si sta omologando ed ex bevitori seriali di spritz dettano le mode. Non ultima quella di bere dei gran dosaggi 0 da zone che non hanno le carte in regola per produrre vini che. senza l'aiuto dello zucchero, escono spesso di grazia. Ma basta dire che lo spumante è una bella lama ed il gioco è fatto. Spesso, senza il giusto volume e la materia che lo sostiene, sembrano degli anticalcare. Di moda. Io non sono una lavatrice. Non togliamo ai cessi il trucco ed i vestiti
E' raro ora in italia bere uno spumante fatto a modo, e più salgono di livello e più casini fanno, quando magari eseguono dei buoni entry level.
Le eccezioni ci sono, per carità , ma sono mosche bianche e i prezzi sono ormai quello che sono. Non appropriati al vino prodotto.
Ma questa è solo la mia idea.
buonasera
...applauso...la penso esattamente allo stesso modo. Il brutto è che non sono i francesi, a sbeffeggiarci, quanto noi stesso a tirarcela con confronti inappropriati senza l' onestà intellettuale che deve caratterizzare il bravo degustatore oppure l' edonista vero. Non quello d' accatto e i chiaccheratori seriali, come il 99.23% sul web. Ma la cultura enologica non è alla portata di tutti, anzi, di pochissimi, per cui la payette della festa, la velina gialla e la bottiglia evocativa colpiscono l'enoimbecille più di un contenuto appropriato. ..grazie per il più bell' intervento delle feste... :wink:



Pienamente d'accordo.
Ovviamente si ricade sempre nella diatriba franciacorta/champagne/Trento doc.a
A questo punto mi partono 2 domande:
1. Anche se fuori prezzo quali sono i pochi metodi classici italiani da tenere in considerazione come antagonisti degli champagne?
2. Quali sono i peggiori come dice Luca che "escono di grazia" quando provano a fare alta gamma/dosaggio 0?

Giusto per capire da voi, più navigati in quantità di assaggi, una direzione....

Ultima, ma non ultima, nata una discussione con colleghi e ne son venute fuori una cena/sfida tra franciacorta e champagne di prodotti di medio livello (under 30 euri).
Sicuro di asfaltare franciacorta in qualsiasi salsa in quella fascia di prezzo con i vari bollinger cuvee, collet brut, oliver pere et fils e barons de Rothschild brut.
Ma l'altra sfida lanciatami da uno in particolare è surclassare pesantemente un anna Maria clementi con uno champagne dal prezzo sui 60-70 euro (a detta sua paragonabile solo a krug, cristal e Dom Prrignon). Io me lo ricordo non male, ma non a quel livello. E qui chiedo a voi per sicurezza, anche se qualche ideuzza la avrei già... perché voglio proprio asfaltare senza se e senza ma....

Grazie

Davide
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda astroniluca » 28 dic 2020 23:23

Macca84 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Ho letto qua e là la discussione su metodi classico italiano e champagne. Dico la mia non richiesta, anche perchè da fare ho poco. Fare un confronto è complicato, e lasciamo stare i fuori categoria italiani, che ormai sono andati fuori prezzo implacabilmente, a meno di botte di culo o errori. A volte qualcuno blasonato persino fuori qualità. Fanno bolle per cinesi o signore annoiate all'ora dell'aperitivo.
Clamoroso il crollo qualitativo di molte aziende, che in gioventù ho bevuto con piacere e curiosità.
Il problema è che poi si fa presto a dire champagne, l'ho accennato in un mio 3d e lo ribadisco qui. I territori sono così diversi e le etichette bisogna andare a vederle con attenzione. Puoi avere il domaine ad Avize, magnificarlo in etichetta ma poi hai le vigne in maggior parte in Marna (nulla di male per carità) o nell'Aube, quando va bene.
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La differenza è che con un po' di ricerca e di esperienza, e qui ci sono tanti bravi esperti, venditori, non so se selezionatori ma certamente competenti venditori e bevitori, trovi e troverai sempre delle belle realtà a prezzi appropriati.
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Pienamente d'accordo.
Ovviamente si ricade sempre nella diatriba franciacorta/champagne/Trento doc.a
A questo punto mi partono 2 domande:
1. Anche se fuori prezzo quali sono i pochi metodi classici italiani da tenere in considerazione come antagonisti degli champagne?
2. Quali sono i peggiori come dice Luca che "escono di grazia" quando provano a fare alta gamma/dosaggio 0?

Giusto per capire da voi, più navigati in quantità di assaggi, una direzione....

Ultima, ma non ultima, nata una discussione con colleghi e ne son venute fuori una cena/sfida tra franciacorta e champagne di prodotti di medio livello (under 30 euri).
Sicuro di asfaltare franciacorta in qualsiasi salsa in quella fascia di prezzo con i vari bollinger cuvee, collet brut, oliver pere et fils e barons de Rothschild brut.
Ma l'altra sfida lanciatami da uno in particolare è surclassare pesantemente un anna Maria clementi con uno champagne dal prezzo sui 60-70 euro (a detta sua paragonabile solo a krug, cristal e Dom Prrignon). Io me lo ricordo non male, ma non a quel livello. E qui chiedo a voi per sicurezza, anche se qualche ideuzza la avrei già... perché voglio proprio asfaltare senza se e senza ma....

Grazie

Davide

È statisticamente improbabile che tu non riesca a trovare uno champagne, in quella fascia di prezzo (es. Le Cran di Bereche), che non lo asfalti.
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Macca84 » 28 dic 2020 23:30

astroniluca ha scritto:
Macca84 ha scritto:
vinogodi ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Ho letto qua e là la discussione su metodi classico italiano e champagne. Dico la mia non richiesta, anche perchè da fare ho poco. Fare un confronto è complicato, e lasciamo stare i fuori categoria italiani, che ormai sono andati fuori prezzo implacabilmente, a meno di botte di culo o errori. A volte qualcuno blasonato persino fuori qualità. Fanno bolle per cinesi o signore annoiate all'ora dell'aperitivo.
Clamoroso il crollo qualitativo di molte aziende, che in gioventù ho bevuto con piacere e curiosità.
Il problema è che poi si fa presto a dire champagne, l'ho accennato in un mio 3d e lo ribadisco qui. I territori sono così diversi e le etichette bisogna andare a vederle con attenzione. Puoi avere il domaine ad Avize, magnificarlo in etichetta ma poi hai le vigne in maggior parte in Marna (nulla di male per carità) o nell'Aube, quando va bene.
15 mila produttori, un territorio che penso di aver calpestato con attenzione. Molti fanno bibite gassate, con un grande vantaggio, spesso: il territorio e la tecnica, che a volte rende dei vini che se tolte le bolle sarebbero banali, rendendoli "flatteur" , ammiccanti. Io quando valuto uno champagne, provo sempre a pensare senza bolla che vino mai sarebbe.
La differenza è che con un po' di ricerca e di esperienza, e qui ci sono tanti bravi esperti, venditori, non so se selezionatori ma certamente competenti venditori e bevitori, trovi e troverai sempre delle belle realtà a prezzi appropriati.
Non mi piace parlare di rapporto qualità prezzo, lo trovo poco sensato, preferisco parlare di appropriatezza di un prezzo.
Lo spumante italiano si sta omologando ed ex bevitori seriali di spritz dettano le mode. Non ultima quella di bere dei gran dosaggi 0 da zone che non hanno le carte in regola per produrre vini che. senza l'aiuto dello zucchero, escono spesso di grazia. Ma basta dire che lo spumante è una bella lama ed il gioco è fatto. Spesso, senza il giusto volume e la materia che lo sostiene, sembrano degli anticalcare. Di moda. Io non sono una lavatrice. Non togliamo ai cessi il trucco ed i vestiti
E' raro ora in italia bere uno spumante fatto a modo, e più salgono di livello e più casini fanno, quando magari eseguono dei buoni entry level.
Le eccezioni ci sono, per carità , ma sono mosche bianche e i prezzi sono ormai quello che sono. Non appropriati al vino prodotto.
Ma questa è solo la mia idea.
buonasera
...applauso...la penso esattamente allo stesso modo. Il brutto è che non sono i francesi, a sbeffeggiarci, quanto noi stesso a tirarcela con confronti inappropriati senza l' onestà intellettuale che deve caratterizzare il bravo degustatore oppure l' edonista vero. Non quello d' accatto e i chiaccheratori seriali, come il 99.23% sul web. Ma la cultura enologica non è alla portata di tutti, anzi, di pochissimi, per cui la payette della festa, la velina gialla e la bottiglia evocativa colpiscono l'enoimbecille più di un contenuto appropriato. ..grazie per il più bell' intervento delle feste... :wink:



Pienamente d'accordo.
Ovviamente si ricade sempre nella diatriba franciacorta/champagne/Trento doc.a
A questo punto mi partono 2 domande:
1. Anche se fuori prezzo quali sono i pochi metodi classici italiani da tenere in considerazione come antagonisti degli champagne?
2. Quali sono i peggiori come dice Luca che "escono di grazia" quando provano a fare alta gamma/dosaggio 0?

Giusto per capire da voi, più navigati in quantità di assaggi, una direzione....

Ultima, ma non ultima, nata una discussione con colleghi e ne son venute fuori una cena/sfida tra franciacorta e champagne di prodotti di medio livello (under 30 euri).
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Ma l'altra sfida lanciatami da uno in particolare è surclassare pesantemente un anna Maria clementi con uno champagne dal prezzo sui 60-70 euro (a detta sua paragonabile solo a krug, cristal e Dom Prrignon). Io me lo ricordo non male, ma non a quel livello. E qui chiedo a voi per sicurezza, anche se qualche ideuzza la avrei già... perché voglio proprio asfaltare senza se e senza ma....

Grazie

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È statisticamente improbabile che tu non riesca a trovare uno champagne, in quella fascia di prezzo (es. Le Cran di Bereche), che non lo asfalti.



Le cran mi pare sia sopraquota... sui 90.... no?
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda ORSO85 » 28 dic 2020 23:33

Secondo me basterebbe Egly ouriet brut

Chiedo perché la conoscenza del territorio per fare selezione dei vini mi affascina molto.
Vendo vino regolarmente come secondo lavoro, ma ad oggi è sempre più quello che bevo / finisce nella mia cantina rispetto a quello che vendo
Ci tengo quindi a bere bene e a dare il meglio a chi mi da fiducia comprando da me.

Detto questo, per contestualizzare la richiesta che diversamente potrebbe apparire d’interesse invece che sinceramente interessata, che strade consigliate per farsi una cultura in merito?
Rimanendo in argomento champagne per esempio.

Grazie
[email protected] - https://www.instagram.com/tanadelvino/
Non spedisco il venerdì per evitare di lasciare il vostro vino in deposito dai corrieri.
Spedisco il giorno successivo alla visualizzazione del pagamento, consegna in 24/48h.
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda vinogodi » 28 dic 2020 23:40

...Collection Oenoteque di Dumenil. Siamo sulla settantina e non solo lo asfalta, ma lo pialla, lo fresa e lo cartavetra...
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Macca84 » 28 dic 2020 23:42

vinogodi ha scritto:...Collection Oenoteque di Dumenil. Siamo sulla settantina e non solo lo asfalta, ma lo pialla, lo fresa e lo cartavetra...



Il 2000?
Luca castoldi
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Luca castoldi » 28 dic 2020 23:57

Allora Davide,
non faccio nessun nome per ovvi motivi, per quanto riguarda la domanda al punto 2, ma figurati :wink:
Facciamo il 90% in Italia ed il 50% in Francia sono da lavastoviglie. Il dosaggio zero richiede territorio, territorio e territorio.
E' una moda.
L'altra cosa che riguarda Anna maria clementi, non farei gare assurde. Questa ridicola gara se la sono inventata gli anglosassoni, di cui molti sono davvero dei veri mostri sacri ( Coates, Morris) che però non partecipano a queste assurdità, e inziarono nel 73 quando , a detta loro, Stag's Leap asfaltò, come dici tu, dei bordeaux immortali. La pacchianata ebbe il suo culmine quando un Marcassin Pn del 2011, In Sonoma Valley , California, dove brucia anche il bidè in estate ma puoi irrigare(nb), si inventarono avesse avesse " asfaltato" la Tache 2006.
Sono mondi diversi, non fare gare in ippodromi dove i cavalli fanno corse differenti.
Poi se vuoi vuoi un parere su Bellavista o ca del bosco, c'è il pm
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Luca castoldi » 29 dic 2020 00:32

ORSO85 ha scritto:Secondo me basterebbe Egly ouriet brut

Chiedo perché la conoscenza del territorio per fare selezione dei vini mi affascina molto.
Vendo vino regolarmente come secondo lavoro, ma ad oggi è sempre più quello che bevo / finisce nella mia cantina rispetto a quello che vendo
Ci tengo quindi a bere bene e a dare il meglio a chi mi da fiducia comprando da me.

Detto questo, per contestualizzare la richiesta che diversamente potrebbe apparire d’interesse invece che sinceramente interessata, che strade consigliate per farsi una cultura in merito?
Rimanendo in argomento champagne per esempio.

Grazie

Ciao Orso, in realtà libri sullo champagne sono meno affidabili di quelli sulla Borgogna. Sono essi più soggetti a mode ed anche la storia ha certamente un impatto minore, per quanto sia il vino più famoso. Puoi fare affidamento totale sul tuo palato, correndo il rischio che non sia quello del tuo cliente. Sullo champagne, a mio modesto avviso, la letteratura serve a poco. Serve il palato e il cliente che, più spesso possibile, si trovi bene col tuo gusto.
Il discorso poi si fa più peloso, considerando che molte maison che una volta costavano 10 ora costano 20, a volte 25. Giustificato? Non spetta a me dire dirlo, certamente stampa ed un circuito autoreferenziale di giornalisti, addetti ai lavori ed altri ha contribuito a far lievitare i prezzi di champagne spesso sopravvalutati. Non mi riferisco certo ai top, le cui etichette di punta sono sovente imbattibili. Diverso discorso sui vini prodotti entry level, che per me difficilmente raggiungono punte di interesse, specie negli ultimi anni, dove comprano vigne ovunque, ma hanno maestri di cava molto preparati.
In Champagne, come in Borgogna, puoi passare dalla luce al buio, e non sempre è oro quel che luccica
Io mi affido senza problemi alla guida di Michel Veron ed ai suoi consigli, enologo della Avize viti campus con cui mi scambio delle email. Non fa gare, descrive degli champagne. E se sbaglia, me ne farò ragione.
O magari sbaglio io.
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda ORSO85 » 29 dic 2020 00:58

Luca castoldi ha scritto:
ORSO85 ha scritto:Secondo me basterebbe Egly ouriet brut

Chiedo perché la conoscenza del territorio per fare selezione dei vini mi affascina molto.
Vendo vino regolarmente come secondo lavoro, ma ad oggi è sempre più quello che bevo / finisce nella mia cantina rispetto a quello che vendo
Ci tengo quindi a bere bene e a dare il meglio a chi mi da fiducia comprando da me.

Detto questo, per contestualizzare la richiesta che diversamente potrebbe apparire d’interesse invece che sinceramente interessata, che strade consigliate per farsi una cultura in merito?
Rimanendo in argomento champagne per esempio.

Grazie

Ciao Orso, in realtà libri sullo champagne sono meno affidabili di quelli sulla Borgogna. Sono essi più soggetti a mode ed anche la storia ha certamente un impatto minore, per quanto sia il vino più famoso. Puoi fare affidamento totale sul tuo palato, correndo il rischio che non sia quello del tuo cliente. Sullo champagne, a mio modesto avviso, la letteratura serve a poco. Serve il palato e il cliente che, più spesso possibile, si trovi bene col tuo gusto.
Il discorso poi si fa più peloso, considerando che molte maison che una volta costavano 10 ora costano 20, a volte 25. Giustificato? Non spetta a me dire dirlo, certamente stampa ed un circuito autoreferenziale di giornalisti, addetti ai lavori ed altri ha contribuito a far lievitare i prezzi di champagne spesso sopravvalutati. Non mi riferisco certo ai top, le cui etichette di punta sono sovente imbattibili. Diverso discorso sui vini prodotti entry level, che per me difficilmente raggiungono punte di interesse, specie negli ultimi anni, dove comprano vigne ovunque, ma hanno maestri di cava molto preparati.
In Champagne, come in Borgogna, puoi passare dalla luce al buio, e non sempre è oro quel che luccica
Io mi affido senza problemi alla guida di Michel Veron ed ai suoi consigli, enologo della Avize viti campus con cui mi scambio delle email. Non fa gare, descrive degli champagne. E se sbaglia, me ne farò ragione.
O magari sbaglio io.


Mi trovi concorde.
Faccio spesso così, non prediligo champagne taglienti e senza corpo, il mio palato è ancora indietro ma per ora mi guida in questa direzione
Appunto che i grandi nomi e gli entry level sono sempre più difficilmente trattabili e bevibili, aumentano sempre i primi un salto nel vuoto certi champagne della seconda categoria.
Amplierò gli assaggi e mi farò una cultura, mi piace però “studiare” e documentarmi proprio perché lo faccio con passione.

Mi ritrovo in quello che scrivi e, se non ti costa fatica, ti chiederei maggiori indicazioni in pm anche su altre zone come la Borgogna.
Dove i nomi sono tanti, i prezzi anche, ma non sempre nel bicchiere si ritrova quello che ci si aspetta.

Grazie intanto per la tua cortese risposta
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Spedisco il giorno successivo alla visualizzazione del pagamento, consegna in 24/48h.
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Wineduck » 29 dic 2020 02:22

Complimenti a Luca ed a tutti i forumisti che stanno riportando questo luogo agli altissimi livelli di un tempo quando la migliore "intellighenzia" del vino italiano scriveva con ardore e competenza prima qui e poi eventualmente altrove. Sarebbe bellissimo se si ritornasse a qualcosa di simile seppur nella inevitabile differenza che strumenti e stili di vita attuali imporrebbero.

Sul merito dell'argomento mi limito a sottolineare il passaggio in cui Luca sostiene che la stragrande maggioranza dei vins claire da cui partono le spumantizzazioni dello champagne, in Italia non avremmo il coraggio neppure di conferirli alla peggiore cantina sociale della zona o a Caviro che dopo adeguata pastorizzazione ne ricaverebbe del Tavernello. Con un po' di zucchero non solo va giù la pillola ma anche milioni di ettolitri di idrolitina alcolica venduta a carissimo prezzo.
Avendo una consorte quasi esclusivamente champo-bevente mi sono dovuto dedicare negli ultimi dieci anni, nolente o volente, a conoscere meglio quella regione dalla cui visita tornai alquanto turbato e conscio che fosse il luogo sacro per eccellenza delle incxxxte che i nostri cugini sono maestri nel rifilare al resto del mondo.
Per questo sono così diffidente verso la nuova scuola di piccoli recoltant che con la scusa della cura maniacale del vigneto ma anche del poco spazio in cantina in cui far maturare i vini sui lieviti per molti anni, ti rifilano a prezzi allucinanti delle limonate tutto scheletro e gesso che ti fanno venire la gastrite in meno di 20 Minuti e di cui faccio volentieri a meno. Io dal buon Beaufort ho invece imparato che 2 cose non puoi togliere ad un grande champagne: un lungo affinamento sui lieviti (primo indicatore che il vino di base sia un signor vino e non una sciacquatura di botte), ed un dosaggio intelligente ovvero complementare alla maturità del frutto. Applaudo alla frase di Luca Castoldi: "il dosaggio zero se lo possono permettere in pochi". Per farlo devi avere sotto un vino con i controcazzi, con uve che provengono dalle migliori vigne, con le migliori esposizioni, nelle annate in cui un minimo di marutità sia stata raggiunta. Altrimenti evita di farlo solo per essere cool e foxxere quella massa di consumatori pseudo esperti che segue solo la moda del pas dosè.
Infine, a mio parere, anche a quelle latitudini, la qualità dei migliori vigneti grand cru, non c'è cura maniacale del vigneto (biologico, biodinamico, biovegano, triple AAA, triple pugnette, ecc.) che la possa eguagliare. Ovviamente IMHO...
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Alessio » 29 dic 2020 03:44

Probabilmente non sono un campione rappresentativo ma fra tutti gli champagne che bevo meno del 5% è senza dosaggio e quando per caso capita, come il 26, di aprire un cuvée Louis di Tarlant non dosato, lo trovo buono, ben fatto, ma tutt’altro che travolgente. Invece il Beaufort demi-sec 88 bevuto il 24 l’ho trovato caledoiscopico e buonissimo. Dumenil, Bereche, Philipponat, Beaufort, Agrapart, Rodez, Nowack e POL Roger che sono i più presenti in cantina rarissimamente sono non dosati.
Poi se penso ai grandissimi Krug, Dom, Cristal, Bollinger, Salon un vino non dosato sarebbe un eresia senza senso! Quindi viva lo champagne e viva la liqueur de dosage così noi gaudenti ci divertiamo.. anche se ci viene il diabete ahah
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Luca castoldi » 29 dic 2020 10:12

Wineduck ha scritto:Complimenti a Luca ed a tutti i forumisti che stanno riportando questo luogo agli altissimi livelli di un tempo quando la migliore "intellighenzia" del vino italiano scriveva con ardore e competenza prima qui e poi eventualmente altrove. Sarebbe bellissimo se si ritornasse a qualcosa di simile seppur nella inevitabile differenza che strumenti e stili di vita attuali imporrebbero.

Sul merito dell'argomento mi limito a sottolineare il passaggio in cui Luca sostiene che la stragrande maggioranza dei vins claire da cui partono le spumantizzazioni dello champagne, in Italia non avremmo il coraggio neppure di conferirli alla peggiore cantina sociale della zona o a Caviro che dopo adeguata pastorizzazione ne ricaverebbe del Tavernello. Con un po' di zucchero non solo va giù la pillola ma anche milioni di ettolitri di idrolitina alcolica venduta a carissimo prezzo.
Avendo una consorte quasi esclusivamente champo-bevente mi sono dovuto dedicare negli ultimi dieci anni, nolente o volente, a conoscere meglio quella regione dalla cui visita tornai alquanto turbato e conscio che fosse il luogo sacro per eccellenza delle incxxxte che i nostri cugini sono maestri nel rifilare al resto del mondo.
Per questo sono così diffidente verso la nuova scuola di piccoli recoltant che con la scusa della cura maniacale del vigneto ma anche del poco spazio in cantina in cui far maturare i vini sui lieviti per molti anni, ti rifilano a prezzi allucinanti delle limonate tutto scheletro e gesso che ti fanno venire la gastrite in meno di 20 Minuti e di cui faccio volentieri a meno. Io dal buon Beaufort ho invece imparato che 2 cose non puoi togliere ad un grande champagne: un lungo affinamento sui lieviti (primo indicatore che il vino di base sia un signor vino e non una sciacquatura di botte), ed un dosaggio intelligente ovvero complementare alla maturità del frutto. Applaudo alla frase di Luca Castoldi: "il dosaggio zero se lo possono permettere in pochi". Per farlo devi avere sotto un vino con i controcazzi, con uve che provengono dalle migliori vigne, con le migliori esposizioni, nelle annate in cui un minimo di marutità sia stata raggiunta. Altrimenti evita di farlo solo per essere cool e foxxere quella massa di consumatori pseudo esperti che segue solo la moda del pas dosè.
Infine, a mio parere, anche a quelle latitudini, la qualità dei migliori vigneti grand cru, non c'è cura maniacale del vigneto (biologico, biodinamico, biovegano, triple AAA, triple pugnette, ecc.) che la possa eguagliare. Ovviamente IMHO...

Certo, sono molto d accordo, specie quando parli di maturità del frutto e di riposo sui lieviti.
A tal proposito una simpatica visita ad un produttore di Mesnil, non faccio nomi anche se tanto qui non l ho mai visto in vendita.
Il suo brut, grand cru a prezzi super davvero, mi avrebbe permesso di uscire in listino sui 18 con un grand cru di Mesnil, era accettabile. Quando arrivammo al dosaggio 0 venne giù il cerone e la signora si mostrò senza veli: una lama gassata senza anima,senza materia.
Intanto la maggior parte delle vigne era a Chouilly. Che è grand cru ma non è Mesnil.
Mi spiegò che non era loro abitudine fare dosaggi zero ma che il mercato lo richiedeva e toccava adeguarsi.
I bravi distributori ,selezionatori su territorio nazionale ( io mi tiro fuori, sono una realtà quasi fantasma) stanno ben seguendo i gusti. Chi è attento, competente e scrupoloso, selezionerà prodotti provenienti da territori eletti, che badate bene anche in champagne non sono infiniti. Come invece infinite sono le bottiglie. Chi meno attento e competente, butterà sul mercato lame gassate.
Considerate poi che le più importanti realtà distributive fanno quasi sempre leva sui nomi top. Non faccio nomi, sono spesso vini spaziali e sapete chi sono. Con quelli gli agenti entrano sul mercato.
La gente vuole i nomi, i prezzi vanno fuori controllo ma intanto le bottiglie vanno e insieme a quelle tutta la gamma prende ossigeno.
Giustamente poi la gente ora è molto attenta alle realtà bio, biodinamiche. L ultima generazione di produttori di Borgogna e Champagne è generalmente molto attenta. Anche lì ci vuole buonsenso.
In Champagne io ci vado 4//5 volte l anno. I climi sono abbastanza balordi, per usare un eufemismo.
Bisogna essere dei manici veri. Lo saranno tutti questi che vedete in commercio?
Magari bio a dosaggio 0 :D
Ricordo il mio incontro con Beaufort, a proposito di bio.
Aveva una borsa di polistirolo da cui estraeva bottiglie verosimilmente aperte da giorni, certe lunari per bontà, qualcuna un po estrema come conservazione . Siccome avete parlato del demi sec, fu impressionante. La prova più dura per un demisec è quella del cioccolato fondente senza zucchero, cacao puro, quella roba che ti lega linGua,gengive,denti.
Se il demisec ti pulisce dal quel gesso nero, è fatta. Inutile dire che uscii con la bocca immacolata.
Vabbe, si è fatto per chiaccherare e passare ste giornate che iniziano e non finire più.
Figuratevi che il mio lavoro vero è affittare degli appartamenti ad americani, canadesi e australiani :D . Per fortuna c è il vino :wink:
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda zampaflex » 29 dic 2020 10:43

A proposito di bolle nostrane, il vicino di casa mi ha regalato una boccia di

La Costa - Incrediboll 2017

Avevo in passato bevuto alcuni fermi di questa fattoria piazzata in un territorio dalla assolutamente inesistente vocazione enologica: tristi e brutti.
Ieri stappo per curiosità, con plausibile destinazione finale la padella per gli sfumi, questa bolla da riesling italico e renano da viti cinquantenni.
Beh, la tecnica devono averla affinata non poco, visto che il prodotto è pulito e bevibile, con i limiti di una bolla giovane (36 mesi sui lieviti e sboccatura recente), senza difetti, di buon equilibrio e soprattutto senza il finale amaro che certifica ogni Franciacorta.
Potabile senza strapparsi i capelli, per cui posso mettere tre sorrisoni (l'equivalente degli 80 punti da scheda AIS, toh).
Non progredi est regredi
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Re: LE BEVUTE DI DICEMBRE 2020

Messaggioda Kalosartipos » 29 dic 2020 10:56

zampaflex ha scritto:A proposito di bolle nostrane, il vicino di casa mi ha regalato una boccia di

La Costa - Incrediboll 2017

Che gli hai fatto al vicino? Rigato l'auto? Ciulato la moglie?
:mrgreen:
"La vita è breve e bisogna che uno se la beva tutta".
Osvaldo Soriano - "L'ora senz'ombra"

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