gianni femminella ha scritto:Ultimamente, da rossista convinto come sono, mi è sorto un dubbio. Tenete conto che le cifre che scrivo sono puramente immaginarie; spesso i "grandi" vini rossi a cinque anni sono scorbutici; a dieci anni sono sul punto di essere maturi ma gli manca ancora qualcosa; a 12 sono quasi pronti, ma possono migliorare; a 13 di colpo sono cotti...![]()
Mi sono dedicato negli ultimi mesi a bere svariati bianchi di Alsazia, Friuli e Mosella ( e altri me ne mancano ) che alla tenera età di oltre 20 anni sono invecchiati meravigliosamente, sono affascinanti e privi di difetti ( almeno a me riconoscibili ). Sarà che sono ottenebrato dalla sfida che il tempo impone al vino, ma il confronto, sul piano della maturazione, tra i vini citati e molti Brunelli, Chianti e compagnia bella mi ha spiazzato. Qualcuno mi fornisce qualche opinione o spiegazione?
Da ignorante direi che i vini bianchi da te citati hanno nelle loro corde genetiche una longevità impressionante che gli rende la vita più semplice.
Come paragonare un Primitivo di Manduria ad un Brunello: va da sé che il primo ha più difficoltà ad affrontare il tempo.
All'interno dei brunelli poi il BBS11 mi verrebbe da dire che ha vita più semplice di altri.
Qualche mese fa ho bevuto un riesling della mosella, un base da 10€, anno 2000 che sembrava imbottigliato il giorno prima e che in termini di mera "vita" ha fatto fare la parte del vecchio rincoglionito ad un Radici Riserva di Mastroberardino di un solo anno più vecchio.
Poi io ho preferito comunque il Radici.
Ieri sera, e il rimanente oggi a pranzo (evito le foto del ragout e del lardo di colonnata

Cabernet Sauvignon 1995 – Tasca d’Almerita





Penultima bottiglia comprata un anno fa da STEE, tutte vecchiotte, TUTTE in eccellenti condizioni, questa inclusa.
Bellissimo vino.
Un anno e mezzo fa avevo bevuto la 2001, e mi era piaciuta molto. Questa 1995 quindi mi incuriosiva tanto,vista la “maggiore età” oramai raggiunta.
Ho tribolato un po’ nell’apertura a causa di un tappo che si sbriciolava senza rendere possibile altro, alla fine, che mandar giù la metà che non riuscivo a tirar via. Travaso in altra bottiglia tenuta sempre in perfette condizioni alla necessita ed eccolo lì, perfetto …
Colore bellissimo, neanche l’unghia denota cedimenti, un rosso scuro e concentrato, impenetrabile, tanto che gli dai molti, ma molti meno dei 18 anni che si porta addosso.
Idem il naso. Appena monocorde all’apertura, gli è bastata una breve sosta nel bicchiere per manifestarsi per quel fuoriclasse che è. Terra, cuoio, tabacco, caffè tostato, anche tè, frutti di bosco, eucalipto, in un mix di grande fascino ed equilibrio che poi trova al palato una conferma davvero straordinaria. Tannino ancora vivo, bocca corposa, retrogusto di confettura amaricante il giusto per lanciare verso un altro sorso. Persistenza da record. Vino di grande fascino, davvero bello.
Considerata la qualità lo considero un best-buy nonostante non sia proprio di fascia bassa.
Ancora complimenti a STEE per i vini che vende: sia prezzi che condizioni.
P.S
Ah, dimenticavo … niente anguria e dire che siamo in una delle regioni che ne produce di più!
