Negli ultimi giorni, qualche vino alternativo
Patrick Uccelli / Dornach - 1 (pinot bianco) 2018Biodinamico, naturale, vediamo. Pesca, menta, pietra, e tanta linfa. Il vegetale domina anche sul palato, che è molto sciolto e tende a scappare via in fretta. Poco alcool ma anche poca struttura. Da solo non lo degneresti di una seconda occhiata, su piatti a base di verdura si difende e trova una sinergia accettabile. Comunque pulito e ordinato, che è già qualcosa.

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Dominio do Bibei - Ribeira Sacra Lalama 2015Prevalentemente Mencìa,cresciuta in una zona irreale (cercatevi le foto, sono già esse un viaggio), che dimostra i limiti di eleganza e struttura tipici. Pare una garnacha slavata. Ha il pregio di scorrere senza grossa fatica. Sempre per conoscenza si bevono ste bocce, ricordarselo.
Andrea Occhipinti - VdT Alea Viva 2019Qui siamo sull'Aleatico di Gradoli, uno di quei vitigni che solo Invernizzi potrebbe lodare. Andrea mi dicono essere un vinificatore attento, e però qualche tocco della naturalità sbagliata affiora; dopo la riduzione iniziale, che scompare velocemente, i toni floreali e di fruttini rossi vengono disturbati dalla classica sensazione di succhi gastrici e da una chiusura sulle erbe amare, due sfumature di cui faremmo volentieri a meno (almeno la prima, la seconda ci starebbe sul chinoso se fosse più leggera). Risentito dopo un po' d'aria, un coté birrario emerge prepotente e malvisto. Peccato perché è un vino centrato, un peso medio gradevole con qualche lato sbarazzino e altri più seriosi.
Perché rovinare i vini così? Perché?

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