Oggi a pranzo in quel di Civitella Val di Chiana, nel covo di Mirko alias Richebourg83

, che oltre ad essere una persona gentilissima è anche un fine degustatore.
Mi permetto di consigliare la sosta a chi si trovasse a passare da queste parti. Si mangia bene, pochi piatti ben cucinati da materie prime eccellenti. Per gli amanti dei sapori perduti consiglio gli affettati e la carne di chianina cruda, battuta o in capaccio.
Abbiamo fatto un aperitivo con un calice di
Trento brut riserva 2006 del Maso Martis. Bollicina italica sorprendente per finezza, cremosità e carattere agrumato; caldamente consigliato a tutti, scettici e non.
La scelta(felicissima) del vino a tutto pasto(eravamo solo io e la mia compagna) è caduta su una bottiglia di
Clos Rougeard Le Bourg 2004, un vino che non avevo mai sentito, di nessuna annata.
Ascendente borgognone, non in una nota particolare, ma nell'eleganza complessiva. Un peperone rosso appena staccato dalla pianta apre giustamente le danze al naso, richiamando l'attenzione sul vitigno originario; poi si mette da parte per lasciare la scena a note floreali e mentolate di grande finezza, in un quadro olfattivo continuamente mobile e mai del tutto decifrabile, com'è per i vini di classe. In perfetto equilibrio acido/sapido, il sorso scorre agile su un tannino maturo e completamente risolto, mantenendo sempre una certa tensione giovanile, fino alla chiusura di qualità eccellente. La struttura non è di quelle monumentali(12,5% alc), e immagino che l'annata non sia memorabile, ma questa oggi è una grande boccia. Sulle costolette di capretto fritte e sul carpaccio di chianina.
Poi ci siamo trattenuti piacevolmente con Mirko a chiacchiera sulla terrazza panoramica su cui si affaccia il locale, e così, per non farci seccare la bocca abbiamo assaggiato alla cieca:
Campi Flegrei falanghina 2010 Contrada Salandra;
Greco di Tufo 2011 Cantina Bambinuto;
Trebbiano d'Abruzzo Castello di Semivicoli 2007 Masciarelli.
Vorrei far notare la cura messa nella ricerca della qualità anche sulla fascia di prezzo abbordabile.
Ovviamente non ne ho beccato uno, ma neanche ci sono andato mai vicino, tenendomi sempre un po' troppo a nord. Vini sorprendenti, soprattutto i due campani, e qui lascerei volentieri la parola al buon
De Magistris nel caso mi legga e trovi il tempo di intervenire. Il greco è veramente di spessore, ma anche la falanghina mi ha colpito per l'arrembante personalità, ben lontana dall'idea di vino banale che uno si può costruire bevendone di inutili in pizzeria.
Grazie Mirko.