CARTOLINE DAL FRIULI: RONC DI BIANCA - ROSAZZO Sabato mattina visita all'azienda friulana di proprietà della signora Bianca Nadalutti e di suo figlio Simone Anzolini, in quel di Rosazzo, nel territorio comunale di Manzano.
E' una piccola azienda, la più vicina all'Abbazia di Rosazzo (se si eccettua la cantina storica del monastero), che imbottiglia dal 1999 col marchio commerciale di
Ronc di Bianca circa 10.000 bottiglie all'anno, provenienti dai 6 ettari di vigneti tutti attorno la bella casa colonica della famiglia, nella quale trova spazio la minuscola cantina. Ronc di Bianca mi era stata segnalata a suo tempo da Christian Patat di Nec-Otium, il quale ha iniziato a curarne la distribuzione all'estero tramite la società The Wine Trio.
Il corpo centrale dei vigneti, a parte qualche porzione più vecchia della quale dirò dopo, risale al 1987; quasi tutti su terrazzamenti, sono condotti a guyot ed in parte anche a cappuccina, con inerbimento totale e lavorazione estiva a filari alternati; per le selezioni che andranno in bottiglia (parte prende invece la via dello sfuso) le rese si attestano su 1-1,2 Kg per ceppo. In vinificazione Simone preferisce affidarsi esclusivamente a lieviti selezionati, sia per i bianchi, ottenuti tutti da pressatura soffice, sia per i rossi (merlot, cabernet sauvignon e tazzelenghe), in cui le macerazioni non si protraggono oltre la dozzina di giorni. Passaggio in tonneaux solo per i rossi, anche se Simone su suggerimento di Christian pensa di sperimentare nel prossimo futuro la fermentazione in legno sullo chardonnay.
Friulano, vigna di 40+ anni
I terrazzamenti
Tazzelenghe, vigna di 60+ anni
Vin de Garage!
Seduti nel magnifico giardino e rifocillati da stuzzichini di prosciutto di Sauris e formaggio, e poi da un ottimo risotto di asparagi bianchi preparati dalla moglie di Simone, Chiara, abbiamo testato:
Friulano, 2011 (13,5%)
Il "cuore" di questo vino è una bellissima parcella di oltre 40 anni di età, in un pianoro sopra i terrazzamenti vicino casa. Profilo molto classico, quasi didattico, per un tocai (oops...) tutto acciaio: pera, mandorla verde, lieviti, poi anche sfumature agrumate, in bocca l'acidità non è altissima ma il vino ugualmente non perde slancio. Bello così, senza complicazioni e orpelli.
Pinot Grigio, 2011 (13,5%)
Naso preciso di glicine, fieno, ed una suggestione di dolcezza al naso che però in bocca non ritrovi, anzi è decisamente secco, e pure lui, anche se non è una lama di acidità, non si "siede" assolutamente. Chiusura con una punta amaricante. Da bere un po' freddo perché l'alcol tende ad uscire.
Chardonnay, 2011 (13,5%)
Anche in questo caso gran nettezza e pulizia aromatica: melone leggermente acerbo, ritorna il glicine, poi tabacco biondo nel tempo; palato salino e teso, con una spinta acida ed un allungo superiore ai vini precedenti. Bellissimo chardonnay "nudo".
Chardonnay, 2010 (13,5%)
Leggerissima carbonica residua, in questa bottiglia (i bianchi subiscono un solo travaso, un mese circa prima di andare in bottiglia in tarda Primavera). Profilo aromatico più impostato sulla vegetalità rispetto al 2011, c'è anche della mela verde, rimangono i fiori bianchi; bocca dall'acidità quasi severa. Bello, ma il 2011 sembra un gradino sopra in termini di polpa.
Sauvignon, 2010 (14%)
Clone R3. Intenso al naso, di sambuco e pesca bianca, bocca invece abbastanza scarica, che tende un po' a "sfilar via", soprattuto in termini di persistenza. Mi ha coinvolto meno.
Tazzelenghe, 2010 (13%)
Un solo tonneau prodotto annualmente, da una vecchia vigna di circa 60 anni più una parcella impiantata nel 2005, entrambe allevate alla cappuccina. 24 mesi in rovere. Naso davvero bello, pieno di suggestioni ancora una volta, non mi stanco di ripeterlo, molto vivide e precise: pepe bianco, yogurt ai frutti di bosco (dal legno?), sandalo ed altri legni aromatici (molto Rosazzo!), nel tempo si amplia anche il frutto (ciliegia). In bocca si capisce però che non è l'annata migliore per questo vino, infatti impatta tannico ed acido da buon Taz, ma lo sviluppo poi è quasi tutto "in lungo" e pochissimo "in largo"; sono sicuro che la 2011 e la 2012 daranno quegli estratti e quel peso che mancavano nel vino sentito Sabato.
Un'accoglienza incredibile, della quale ringrazio di cuore tutta la famiglia...un'azienda sicuramente emergente e da seguire in futuro. Bravi!
