

Starà pensando alle tre leggi di Keplero.
Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni
vignadelmar ha scritto:Il Comandante ha scritto:
Gaja:
Barbaresco 2004: 89/100
Costa Russi 2004: 86/100
Sorì S. Lorenzo 2004: 90/100
Conteisa '96: 87/100
Sperss '89: 91/100
Barbaresco '64: 94+/100
Sui voti a Giacosa non mi esprimo, troppo scarsa è la mia conoscenza dei suoi prodotti.
Al Barbaresco 94 di Gaia io avrei dato almeno 2 punti in più
Al San Lorenzo almeno due, forse tre punti in più.
Allo Sperss 89 io invece avrei tolto qualcosina, nonostante si sia via via pulito alla fine qualche difettuccio evidente lo aveva.
Al Barbaresco 64 che era di un'integrità assoluta ed era stupefacente, ad un vino che dopo 43 anni era in quella forma il tuo voto va veramente stretto.
Ciao
p.s. non vorrei però che la discussione si arrovellasse attorno a punto più punto meno....o forse si perchè le soglie dei 90, 95, 97 punti sono un po' discriminanti.
.
Dedalus ha scritto:Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni
Questo sarebbe un argomento succoso di polemicazione et opinionazione.
Io non riesco a dire: "oggi vale 90" quando oggi percepisco chiaramente che domani varrà molto di più. Perché se lo percepisco chiaramente vuol dire che li vale già oggi, in una forma semplicemente diversa.
Voi che pensate?
Il Comandante ha scritto:Dedalus ha scritto:Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni
Questo sarebbe un argomento succoso di polemicazione et opinionazione.
Io non riesco a dire: "oggi vale 90" quando oggi percepisco chiaramente che domani varrà molto di più. Perché se lo percepisco chiaramente vuol dire che li vale già oggi, in una forma semplicemente diversa.
Voi che pensate?
Se lo percepisco chiaramente, ti do ragione.
Se si tratta più di fiducia verso il manico, come nel mio caso, è diverso.
Invece di polemizzare, dai i tuoi di voti!!
Dedalus ha scritto:Il Comandante ha scritto:Miei voti attuali ai vini, diversi dei quali penso destinati a crescere, anche significativamente, nei prossimi anni
Questo sarebbe un argomento succoso di polemicazione et opinionazione.
Io non riesco a dire: "oggi vale 90" quando oggi percepisco chiaramente che domani varrà molto di più. Perché se lo percepisco chiaramente vuol dire che li vale già oggi, in una forma semplicemente diversa.
Voi che pensate?
JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?
JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?
In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:
1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.
Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?
In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:
1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.
Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?
Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?
Ma mi sa che non ho capito un piffero...
JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?
In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:
1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.
Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?
Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?
Ma mi sa che non ho capito un piffero...
1) Il soggetto che giudica il vino (e potrei essere pure io), può in quel momento volere usare una delle scale di valutazione che vuole. Non necessariamente deve/può usare solo ed esclusivamente una scala per tutte le degustazione che partecipa.
2) il giudizio sul vino è condizionato dall'esperienza del degustatore in oggetto.
Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?
In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:
1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.
Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?
Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?
Ma mi sa che non ho capito un piffero...
1) Il soggetto che giudica il vino (e potrei essere pure io), può in quel momento volere usare una delle scale di valutazione che vuole. Non necessariamente deve/può usare solo ed esclusivamente una scala per tutte le degustazione che partecipa.
2) il giudizio sul vino è condizionato dall'esperienza del degustatore in oggetto.
1) In psichiatria si chiama schizofrenia
2) certamente, ma in ogni singolo momento di degustazione l'esperienza di ogni singolo degustatore è unica, quindi questo fattore non mi pare possa offrire una plurimità di valutazioni possibili al degustatore.
Dedalus ha scritto:E tu del Rocche del Falletto 2004 sentito ieri da Giacosa hai qualche dubbio che in futuro si esprimerà in maniera assai più generosa? Se ne potessi comprare qualche bottiglia, per quanti centimillesimi di secondo ti tratterresti, pensando che ci sarebbe in teoria la possibilità che non darà in futuro "di più"?
E 'namo...
Il Comandante ha scritto:Note per JtF: per i miei voti dati in questo thread ho utilizzato la scala jeunes vins européens, che è quella che di solito utilizzo per i vini giovani. Diversa dalla scala vieille garde che utilizzerò domani sera...
Il Comandante ha scritto:Noto comunque che non hai ancora scritto due righe né sulla giornata, né sui vini bevuti. Cheffàmo, ci limitiamo a polemizzare sui voti degli altri?
JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:* naturalmente il voto varia a seconda della scala che voglio utilizzare. Ad esempio la scala D&W non è come la scala Bue Apis Professional;a sua volta la scala Bue Apis Professional non è come la scala DRC; e così via.
Questo passaggio non l'ho compreso. Potresti spiegare più estesamente?
In soldoni, significa che il voto dipende da due fattori:
1) il soggetto che giudica il vino;
2) il vino che si sta bevendo, relazionato alla cultura del vino del soggetto che deve giudicare.
Il fattore 1), visto che si parla di voti dati da te, immagino che sia sempre lo stesso: JtF.
Il fattore 2) invece non lo capisco. Il voto dipende dal vino, ovverosia dall'etichetta/produttore (hai citato Bue Apis e DRC, non Aglianico e Richebourg), e non dalla sua qualità degustativa pura e semplice (ovviamente pura e semplice ma sempre contestualizzata secondo vitigno e territorio)?
Cioè se valuti un vino che di norma ti dà grandissime cose, scali un tot di punti per essere più severo con chi ha grandi possibilità (forte con i forti), e viceversa con vini più modesti?
Ma mi sa che non ho capito un piffero...
1) Il soggetto che giudica il vino (e potrei essere pure io), può in quel momento volere usare una delle scale di valutazione che vuole. Non necessariamente deve/può usare solo ed esclusivamente una scala per tutte le degustazione che partecipa.
2) il giudizio sul vino è condizionato dall'esperienza del degustatore in oggetto.
1) In psichiatria si chiama schizofrenia
2) certamente, ma in ogni singolo momento di degustazione l'esperienza di ogni singolo degustatore è unica, quindi questo fattore non mi pare possa offrire una plurimità di valutazioni possibili al degustatore.
1) nella stampa si chiama "linea editoriale"
2) "ogni singolo momento di degustazione" non viene fatto contemporaneamente ad orologio fermo. Ergo ad ogni degustazione si (o si dovrebbe) acquisisce esperienza, relativismo empirico, sensibilità estetica.
Dedalus ha scritto: Sarebbe una riedizione indiretta del concetto che porta ai famosi 105 punti di zo_ze, in sostanza.
JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto: Sarebbe una riedizione indiretta del concetto che porta ai famosi 105 punti di zo_ze, in sostanza.
Questo tuo passaggio l'avevo saltato perché l'hai aggiunto in un secondo momento. La scala DRC ideata da me ( e prontamente brevettata), comprende una scala massima di giudizio di 110/110. I vini che superano i 100/110 fanno parte di quella famiglia di bottiglie oggettivamente GRANDI. Il nome DRC deriva proprio dalla mia musa ispiratrice, la prima orizzontale della linea DRC 2001-2002 (escluso RC e Montrachet, nda) che feci qualche anno fa proprio da una organizzazione di zo_ze. Quando misi in bocca il primo vino che era l' Echezeaux '01, i partecipanti con allora più esperienza di me riconobbero fin da subito che era/sarebbe stato il vino 'minore' dell'intero lotto. Ma a me, con ancora nessuna esperienza vera di Borgogna, piaccque molto. Tanto da domandarmi che se per quel vino, che allora avrei dato un bel 90 abbondante, era il più debole, quale voto avrei poi dato quando sarebbe giunto il La Tâche? Pensai anche che se l'Echezeaux '01 era da oltre gli 90 punti, perché avevo dato oltre 85 punti ad un brunello molto debole bevuto qualche giorno primo? Quindi, dopo quella fantastica esperienza, pensai che per semplicità era più rapido non rettificare tutti i miei giudizi sui vini bevuti prima dell'orizzontale DRC, ma di aumentare di 10/10 la scala per le degustazioni dei vini oggettivamente TOP. Invece di abbassare di 10/10 il giudizio di molti vini ne aumento di altrettanti 10/10 per i grandi vini, facendoli 'volare' sopra i 100/100, fino ad un massimo di 110/110.
l'oste ha scritto:Aldilà della fede nel relativismo empirico, trovo ideale la classificazione del Gamberorosso in bicchieri, magari allargata dal quarto bicchiere per i grandissimi vini o da qualche + o - per spaccare il capello. E già così si discute lo stesso.
Penso che i punti più che linguaggio, siano una rassicurazione virtuale. Esistono per discuterne più che per cercare di definire con precisione matematica un'emozione. Impossibile. Anzi, provocatoriamente penso che, quanto più sale il punteggio, tanto più questo numero è restrittivo e riduttivo, proprio per il vino stesso.
vignadelmar ha scritto:Sui voti a Giacosa non mi esprimo, troppo scarsa è la mia conoscenza dei suoi prodotti.
Dedalus ha scritto:Vero. Ripeto vero.
Però se si deve usare lo strumento qualitativo bisogna anche seguirne la logica, ad un certo punto, specie quando il gioco si fa duro ed i duri, le grandissime bottiglie, cominciano a giocare.
A certi livelli la grandissima qualità crea effettivamente delle deformazioni del tessuto qualitativo, e laddove sembrerebbe non esserci più spazio, improvvisamente si aprono sconfinate praterie. Per questo in occasioni particolari come queste è utile trovare un dettaglio un po' maggiore dei tre-quattro-cinque bicchieri, perché, volendo esercitarsi sul particolare esercizio della comparazione dei valori complessivi, la differenza fra un 95 stiracchiato ed un 100 è grossa, non piccola, ed avere un modo di posizionare riassuntivamente la propria opinione in modo chiaro può essere utile. Anche molto. Pensa ad esempio al caso di due vini, un vino a tre bicchieri (90-94) ed uno a "tre rossi" (95-100): potrebbero essere uno a 94 e l'altro a 95, praticamente lo stesso valore, oppure uno a 90 e l'altro a 100, dieci punti secchi di differenza. In termini qualitativi veri e propri, usando la scala centesimale come siamo abituati a fare qui, un abisso senza pari.
E' importante allora trovare la saldezza insieme emotiva e concettuale dentro al taschino, per provare a fermare lo scivolo verso la dilatazione potenzialmente infinita della scala, che da 100 a 110 potrebbe arrivare comodamente a 100.000, se si avesse la fortuna di bere solo Montrachet e Romanée Conti. Fermata la scala, si può provare a farsi un'idea astratta ed esaustiva del vino da tot punti. Non "se è più buono deve avere un punteggio più alto", ma "se ha certe caratteristiche generali sta in una certa classe". A quel punto, fermata la scala, si può anche affrontare con più serenità sia il vino di prestigio mondiale, sia il concetto di qualità stesso.
Altrimenti il rischio forte è che, anche alla cieca, fino a che non si sente odore di DRC i voti non passano mai alla scala in 110imi, e se si trova un vino che non è palesemente un borgogna o un bordeaux o un nebbiolo o un sangiovese, è inchiodato sotto un certo livello e non ci sono santi e madonne, oltre non si va. Perché la scala DRC è fatta per i DRC.
Dedalus ha scritto:vignadelmar ha scritto:Sui voti a Giacosa non mi esprimo, troppo scarsa è la mia conoscenza dei suoi prodotti.
Ma sono dei Barbaresco e dei Barolo, più in generale dei Nebbiolo, e come se non bastasse della più classica tipicità. I vini non si giudicano per il produttore, ma per la tipologia. Altrimenti non si potrebbero fare le degustazioni alla cieca! Se non ti potessi esprimere su Giacosa, non potresti esprimerti nemmeno sugli altri Barbaresco e Barolo, e più in generale sui Nebbiolo. Siccome invece come si vede puoi esprimerti su Gaja, puoi farlo anche su Giacosa. Di' semplicemente, se ti va ovviamente, quanto ti sono piaciuti i vari vini, e se ti sono piaciuti di più o di meno dei vini di Gaja. Da lì al punteggio, il passo è davvero breve. Poi come dice bene JtF, il percorso evolutivo è l'essenza della degustazione, e si procede sempre lungo di esso, tanto o poco, quindi è del tutto normale esprimersi e poi cambiare opinione, al sopraggiungere di sostanziali nuove esperienze ed approfondimento.
Del resto, come potresti affermare che Gaja è il solo ed unico GIOVE TONANTE etcetera, se non potessi esprimere un'idea sugli altri candidati al trono in cima all'Olimpo?
l'oste ha scritto:Dedalus ha scritto:Vero. Ripeto vero.
Però se si deve usare lo strumento qualitativo bisogna anche seguirne la logica, ad un certo punto, specie quando il gioco si fa duro ed i duri, le grandissime bottiglie, cominciano a giocare.
A certi livelli la grandissima qualità crea effettivamente delle deformazioni del tessuto qualitativo, e laddove sembrerebbe non esserci più spazio, improvvisamente si aprono sconfinate praterie. Per questo in occasioni particolari come queste è utile trovare un dettaglio un po' maggiore dei tre-quattro-cinque bicchieri, perché, volendo esercitarsi sul particolare esercizio della comparazione dei valori complessivi, la differenza fra un 95 stiracchiato ed un 100 è grossa, non piccola, ed avere un modo di posizionare riassuntivamente la propria opinione in modo chiaro può essere utile. Anche molto. Pensa ad esempio al caso di due vini, un vino a tre bicchieri (90-94) ed uno a "tre rossi" (95-100): potrebbero essere uno a 94 e l'altro a 95, praticamente lo stesso valore, oppure uno a 90 e l'altro a 100, dieci punti secchi di differenza. In termini qualitativi veri e propri, usando la scala centesimale come siamo abituati a fare qui, un abisso senza pari.
E' importante allora trovare la saldezza insieme emotiva e concettuale dentro al taschino, per provare a fermare lo scivolo verso la dilatazione potenzialmente infinita della scala, che da 100 a 110 potrebbe arrivare comodamente a 100.000, se si avesse la fortuna di bere solo Montrachet e Romanée Conti. Fermata la scala, si può provare a farsi un'idea astratta ed esaustiva del vino da tot punti. Non "se è più buono deve avere un punteggio più alto", ma "se ha certe caratteristiche generali sta in una certa classe". A quel punto, fermata la scala, si può anche affrontare con più serenità sia il vino di prestigio mondiale, sia il concetto di qualità stesso.
Altrimenti il rischio forte è che, anche alla cieca, fino a che non si sente odore di DRC i voti non passano mai alla scala in 110imi, e se si trova un vino che non è palesemente un borgogna o un bordeaux o un nebbiolo o un sangiovese, è inchiodato sotto un certo livello e non ci sono santi e madonne, oltre non si va. Perché la scala DRC è fatta per i DRC.
Proprio in occasioni come queste mi sembra riduttivo e fallace dare punteggi, cioè con vini appena commercializzati e di tipologie come barolo e barbaresco che, darei per assodato, non danno il massimo di espressività e qualità in giovane età. Il fatto che vengano commercializzati prima ha altrie motivazioni che non la "prontezza" del vino. Infatti si mettono in cantina per qualche anno.
Spesso poi all'uscita di un vino, si sono espressi giudizi e punteggi affrettati, in un senso o nell'altro, anche su intere annate.
Personalmente posso, e lo sai, dare lo stesso valore (o punteggio) ad un Richebourg e ad un Carema presenti allo stesso tavolo, non mi interessa essere influenzato per confermare una comune o storica scala di valore (economico e di fama/blasone) e sentirmi rassicurato.
Ognuno ha il proprio metodo per "entrare a leggere un vino". A me piace ad occhi chiusi e sensibilità aperta. Quello dei numeri mi sembra il più freddo, restrittivo e rischioso proprio perchè si vuol dare un valore vicino all'assoluto. Ma è un discorso lungo e abbastanza ot.
JohnnyTheFly ha scritto:Il Comandante ha scritto:Note per JtF: per i miei voti dati in questo thread ho utilizzato la scala jeunes vins européens, che è quella che di solito utilizzo per i vini giovani. Diversa dalla scala vieille garde che utilizzerò domani sera...
E' molto importante, per una classifica generale espressa dalla giuria composta dai commensali/degustatori presenti, sapere tutti dall'inizio con quale scala si vogliono giudicare i vini in questione. Fallo presente anche ai Righeira e ad Astor Piazzolla domani sera prima di iniziare.
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