
Guy Larmandier: se dalla mia "esperienza"

Varnier Fanniere: Denis Varnier è un' altra cosa. Buon padrone di casa, indaffarato con qualche travaso, ci accoglie calorosamente nella ridottissima saletta arredata modernamente chiedendoci: cosa volete assaggiare? Beh, vorremmo fare una panoramica se possibile...nessun problema! Anche se con qualche pausa a controllare il figlioletto e a seguire i lavori in cantina ci dedica due ore buone a parlare di champagne e di terroir, di tradizione e di modernità, del suo patrimonio di vecchie vigne nella Côte e dell'evoluzione di questo domain famigliare. Questo ragazzo ha le idee chiare...
Volendo essere puntigliosi l'inizio della gamma non strappa applausi: extra brut (in realtà non dosato) da base 06 poco definito e scorbutico, probabilmente soffre la sboccatura recente. Brut simile nella performance ma aiutato dal dosaggio che lo rende perlomeno gradevole e beverino, Rosé piacevolmente equilibrato e di buona persistenza ma, nonostante la profusione di premi non rientra nel mio genere. Tutt'altra stoffa sono invece le selezioni: si inizia con l'ultima nata, l 'Origine, da vecchie vigne di Avize, Cramant e Oger, base 03-04 e dosaggio a 3gr. Naso delicato, fiori bianchi, che prosegue su toni lievemente tostati, mandorla e nocciola; ricco in bocca, bella lunghezza e ottima beva. La più conosciuta St Denis, Avize in purezza, rimane sulla falsariga dell'Origine, per adesso più immediata ma, beneficiando delle annate 04-05, prevedo un bell'invecchiamento. Millesime 03 nonostante le perplessità dell'annata si rivela di discreto volume in bocca, piacevole, rotondo anche per via della scarsa acidità, da consumare quindi in fretta. Uno champagne forse piacione,"easy", un po' per tutti, ma che non scontenta nessuno. Ciliegina sulla torta un rarissimo millesimo 1990 (sb 95): bellissimo biscotto al naso, pieno volume, ossidazione limitatissima e fine, grande lunghezza e freschezza da manuale. Una delle 15 bottiglie che aveva ancora in cantina, aperto espressamente per il piacere di condividerlo con noi e che ci ha commosso. Mi sbilancio: siamo tra i grandi dei prossimi anni.
Fallet Prevostat: ce l'abbiamo fatta. Telefonata, preso appuntamento, Madame ci apre il portone e ci riceve in una saletta che sembra uscita da uno di quei film degli anni 50. Madame è curiosa: come mai siete qua? Non gradiscono pubblicità, anzi, son rimasti malissimo per un articolo uscito in Belgio ad inizio anno in seguito ad una visita di un giornalista che non si era qualificato come tale. La riservatezza è per loro una virtù da preservare cara, così come i loro champagne. Mi sento quasi in colpa per averlo capito solo ora. All'assaggio, generoso, le nuove sboccature da base 99-00: l'extra brut più piacevole al naso, brut meglio in bocca. Sono giovani, bisogna dare loro il tempo. Grande ricchezza per entrambi e in ogni caso un viaggio nella storia dello champagne.
...tbc...