Bene, tento di mettere qualche commento.
Lascio al Latour un post a parte ed inizio con gli altri. Quasi, quasi rubo la scala all'Oste
- Champagne Ivoire et ébène 1998 Aubry: a me è piaciuto proprio parecchio. Fresco e di bella bevibilità, nonostante fosse avvertibile il dosaggio (così almeno mi hanno detto) che però magari dava una certa dolcezza in bocca, ma senza realmente appesantire il vino. Non un mostro di complessità, ma vorrei berne spesso. Piaciuto parecchio
- Chablis grand crù Les Clos 1996 Droin: non conosco questo produttore, quindi non ho parogoni o riferimenti, però ho visto che questo vino è un 93 di rovani (Parker) e si prla di elevatissima acidità ed eccezionale annata per il cru in questione, probabilmente ci siamo imbattuti in una bottiglia estremamente sfigata, anche se con diversi 96 mi è tornato spesso in mente il mitico 3ad su ToD "Ossidazione precoce sui Borgogna 1996" aperto da Jeanluc (a proposito, dov'è finito?). Comunque solo miele ed ossidazione, parte malino ed a contatto con l'aria tracolla in un battibaleno. Non piaciuto.
- Les Monts Damnés 2002 P. Cotat: alterna note veramente piacevoli ad altre che mi lascino perplesso. Di sicuro è troppo giovane, altrettanto sicuramente non è proprio il mio vino. Il naso è fin troppo agrumato, pompelmo, pomplemo ed ancora pompelmo, la bocca è dotata di grande acidità e la sapidità finale è certamente la sua miglior caratteristica. Piaciuto, ma senza esaltarmi, comunque da aspettare prima di formualre un giudizio.
- La Grande Cote 2002 P. Cotat: naso più sovignoneggiante, ma anche di amggior spettro rispetto all'altro, bocca un tantino più grassa e minor sapidità finale, ad alcuni piace di più ad altri di meno, per me fa quasi patta. Piaciuto, ma senza esaltarmi -. Sempre da aspettare
- Domaine de l'Edre 2005: blend di syrah, grenache e carignano (se ricordo bene la controetichetta), dal naso speziatissimo ed anche abbastanza intrigante, non mi convince del tutto la bocca che trovo ababstanza anonima e pesantuccia. Anche questo forse migliorerà cogli anni, ma non credo sia destinato a far strappare troppi capelli. Non del tutto piaciuto.
- Ghiaie della Furba 1992 Capezzana: mettete insieme, un territorio abbastanza denigrato come quello del Carmignano, un'annata considerata del piffero, aggiungere il mio amore per gran parte (non tutti, sia ben chiaro) dei supertuscans ed il mix dovrebbe dare il mio anti vino, una bottiglia da sbattere contro il muro. Invece eccoci davanti ad una veramente bella biturica italiana, di rara finezza ed eleganza, tra l'altro di assoluta integrità. Certo non sarà il miglior vino del mondo, ma si beve con enorme piacere. Da considerare però che proveniva da cantina assolutamente miracolosa. Piaciuto
- Brunello 1988 Conti Costanti: pulitosi in breve tempo dalle poche imperfezioni, si è rivelato uno splendido brunello di stampo classico, in ottima forma. Naso con carruba in evidenza, ma di spettro sufficientemente ampio e bocca non lunghissima, ma equilibrata e senza astringenza finale. Piaciuto assai
- Barolo Cannubi riserva 1982 Prunotto: altra splendida conferma dei vini di questo produttore negli anni 80, forsae questa in assoluto la bottiglia più in forma che mi sia capitata. Bellissimo il naso, molto balsamico, fresco e complesso, di grande bevibilità, ma forse legegrmente scarna la bocca (mi sa che è un classico di Beppe Colla), comuqnue si beve a garganella e finisce quasi per entusiasmare. Piaciuto molto.
- Barolo 1971 Oddero: gran bel vino anche questo, soprattutto in relazione alla sua età. certamente un po' di ossidazione la si inizia ad avvertire (anche se ciò è stato oggetto di dibattito), è comunque la rosa macerata a farla da padrone al naso, mentre la bocca risulta di straordinaria dolcezza e persistenza. Piaciuto quasi molto.
- Champagne Dom Perignon 1964: chairisco subito che la bottiglia era stata presa con ben poche speranze solo come tentativo (a prezzo molto basso per l'etichetta in questione), chi l'aveva era certo non fosse più bevibile. L'apertura lasciava presagire il peggio, tappo che scivola via, quasi senza opporre resistenza e senza neppure un piccolo sfiato. Il colore è quasi ambrato, ma mantiene una certa brilantezza, al naso certamente l'ossidazione è parecchio presente con note di caffè, e quelle tipiche più biscottose, in bocca incredibilmente mantiebne una certa freschezza, c'è ancora cidità ed è avvertibile anche la carbonica, manca certamente di ampiezza, ma non è affatto da buttare, anzi finbisce pure col regalare qualche emozione. A breve potremmo berci una bottiglia che dovrebbe essere più in forma ed allora ci si dovrebbe proprio divertire.
- Les Erables Coteaux du layon Rablay 1997 ecc.: ci sonoa rrivato già abbastanza cotto, ma non mi ha affatto mal impressionato, anzi il naso l'ho trovato piuttosto interessante e soprattutto per nulla stucchevole. Sensazioni simili anche in bocca, ma dovrei davvero riberlo per poterne dire con sicurezza. Piaciuto, almeno credo.