LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

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Ludi
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Ludi » 17 lug 2025 06:59

littlewood ha scritto:
Ludi ha scritto:Domaine Weinbach, Riesling Clos des Capucins Cuvée St. Catherine L'Inedit! 2012: acquistato in cantina dalle mani di Colette Faller, dopo una bellissima visita. Ha tutto quello che un Riesling alsaziano maturo deve avere, a partire dalla evidente nota affumicato-idrocarburica, ma con un pizzico di zucchero residuo che lo integra ed avvicina ai modelli d'oltrereno. La persistenza è di minuti, e tiene testa persino ad un formaggio di capra corso che farebbe resuscitare i morti.
Praesidium, Montepulciano d'Abruzzo Riserva 2009: schietto e animale, come è caratteristico dei vini di Praesidium, ma zero sentori di brett o puzzettine strane; anzi, in bocca sfodera una evidente e giovanile vena fruttata che fa salivare.
Etienne Sauzet, Pouligny-Montrachet 1er cru La Garenne 2009: archetipico, cartesiano, perfetto; qualcuno direbbe troppo perfetto, macchissenefrega: i grandi bianchi della Cote d'Or mi piacciono così, eleganti, con uso sapiente del legno, opulenti ma freschi.
Felton Road, Central Otago Pinot Noir Bannockburn 2009: confesso che era la prima volta che assaggiavo un PN neozelandese con qualche anno sulle spalle. Una sola parola: chapeau. Il vino è assolutamente intatto, ancora molto giocato sulla fragolina e sul lampone, ma al contempo persistente, elegantissimo, goloso da far paura. Impossibile non finire la bottiglia in poco tempo. Vino del we.

E beh giuliano..felton road non e' mica un' azienda pizza e fichi!!! Son bellissimi vini tutta la gamma!


Franco, in effetti avevo bevuto altre loro bottiglie, anche di Chardonnay, ma mai con più di 6-7 anni sulle spalle....questa è stata una vera sorpresa, soprattutto per come il frutto fosse ancora incredibilmente intatto.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Ziliovino » 17 lug 2025 10:00

Alberto ha scritto:
Se tiri in ballo l'ossidazione su un Fino, propendo per una bottiglia "vecchia" o sottoposta a conservazione non buona...gli imbottigliamenti en rama sono particolarmente delicati, tra l'altro...
Però poi ripensandoci mi parli di "ossidazione sulla mandorla" e secondo me sei tu che proprio dai una lettura dei sentori da maturazione sotto flor come ossidazione.


non saprei, io ho ricondotto tutto al fatto che sia prodotto con uve pedro ximenez, e non ci ho pensato troppo.
Bottiglia acquistata da poco, da grosso sito on-line, e la retro etichetta riporta "Saca de invierno L.010225" che ho perfino pensato fosse la data di imbottigliamento...
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Alberto
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Alberto » 17 lug 2025 10:25

Ziliovino ha scritto:
Alberto ha scritto:
Se tiri in ballo l'ossidazione su un Fino, propendo per una bottiglia "vecchia" o sottoposta a conservazione non buona...gli imbottigliamenti en rama sono particolarmente delicati, tra l'altro...
Però poi ripensandoci mi parli di "ossidazione sulla mandorla" e secondo me sei tu che proprio dai una lettura dei sentori da maturazione sotto flor come ossidazione.


non saprei, io ho ricondotto tutto al fatto che sia prodotto con uve pedro ximenez, e non ci ho pensato troppo.
Bottiglia acquistata da poco, da grosso sito on-line, e la retro etichetta riporta "Saca de invierno L.010225" che ho perfino pensato fosse la data di imbottigliamento...

No, no, allora la bottiglia è "fresca", e salvo botte di caldo nel trasporto non dovrebbe avere avuto problemi di conservazione.
L'uva è PX ma il processo di lavorazione è lo stesso del fino jerezano, salvo che è possibile (ma bisognerebbe verificare) che non sia fortificato, ovvero che il mosto di partenza potrebbe essere stato naturalmente a 15% alc. potenziali (cosa che con il palomino normalmente non accade) e che quindi non sia stato aggiunto alcol.
Da Montilla a Jerez (ed ancor più a Sanlucar) cambia sensibilmente il microclima però, visto che viene di molto meno l'influsso oceanico, e sui finos (per esperienza personale) è una cosa che si sente molto in termini di freschezza generale.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda fabrizio leone » 17 lug 2025 16:05


Domaine Gerard Seguin . Gevrey Chambertin 2021


prima esperienza con Il Domaine e con la denominazione
che bontà !!!! bevuta in due tempi
Elegante, fine e persistente. davvero un ottimo vino
Nexus1990
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Nexus1990 » 17 lug 2025 16:29

Ieri Serata Chablis a casa di un amico irpino:
Laurent Tribut Chablis 2020
Buonissimo nella sua semplicità: teso, acido, salato, una nota di ostrica, profumi sottili e sapore deciso, bella lunghezza. Lo Chablis villages (ma forse estenderei al vino bianco ‘tout court’) che vorresti sempre nel calice. 16,75
Laurent Tribut Chablis 1erCru ‘Montmains’ 2020
Parte muto poi pian piano escono dei sentori sottili, tra salvia e mentolato, sicuramente fascinoso ma il vino risulta un po’ placido, il sale lo salva ma manca un po’ di grip anche rispetto al villages. 16,5
Billaud-Simon Chablis 1erCru ‘Vaillons’ 2020
Al naso subito una mineralità pirica impressionante, un agrume che forse è pompelmo, o bergamotto. Al sorso ci sono una concentrazione e una densità nettamente superiori ai due vini precedenti ma senza in alcun modo pregiudicare la freschezza del frutto che è scintillante, vino di ‘sève’ se ce n’è uno. Peccato per la punta di amaro sul finale, lungo, unico piccolo “difetto”. Gran bella bottiglia, a un prezzo più che onesto. 17,5
Billaud-Simon Vs William Fèvre Chablis GrandCru ‘Vaudesir’ 2020
La comparazione tra due produttori diversi sullo stesso cru nella stessa annata è la mia idea di perfezione quando si fa una degustazione, specie di Borgogna. Quello di Billaud-Simon è Vaudesir da manuale, trasognato quant’altri mai, tutto floreale (sui fiori blu) e con una distinzione e una finezza dei profumi che ho sentito raramente. La bocca è coerente, una ‘carezza della sera’ ravvivata da una energia agrumata molto bella ma mai sopra le righe, composta. Sicuramente guadagnerà qualcosa ma già oggi è un piccolo capolavoro di dettaglio. 18
Fèvre è più mineral-roccioso, è meno screziato al naso e in generale ha qualcosa in meno dal punto di vista aromatico, soprattutto al naso è chiuso come se fosse una pietra di calcare in armatura, strettissimo. Infatti in bocca esplode questa bomba di sale dalla forza motrice devastante, riempie ogni centimetro quadrato della bocca, finale lunghissimo. Da attendere almeno 4/5 anni, diventerà grandissimo. 17,75
William Fèvre Chablis GrandCru ‘Les Clos’ 2005
Colore stupefacente per giovinezza, chiarissimo. Naso molto complesso, si sentono i terziari sotto forma di nocciola, burro alle erbe aromatiche, quasi una nota conciata. In bocca è un discreto terremoto (senza arrivare alla potenza deflagrante del Vaudesir), tanto sale e nerbo acido pur in questo quadro di maggiore “ricchezza” aromatica, come è giusto considerando cru ed annata. 17,75
Bouchard Pére et fils Corton Charlemagne GrandCru 2008
Regalo del padrone di casa servito alla cieca, identificato immediatamente come Borgogna di altissimo livello (ma gli abbiamo dato 10 anni in meno): qui si sente che non siamo più a Chablis, il naso ha un che di tropicale (ananas fresco) che rivela una natura più solatia, in bocca se i due vini di Fèvre erano delle scosse di assestamento questo è il terremoto del 62 D.C. Progressione e lunghezza e forza minerale inusitate. 18,25
P.S. Niente noia e soprattutto niente torroncino, ma sicuramente sarò stron7o io :lol:
P.P.S. Bouchard sempre troppo sottovalutato. I vini da vigne di proprietà, bianchi o rossi, Villages, PremierCru, GrandCru, sono uno più buono dell’altro, non deludono praticamente mai
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 17 lug 2025 20:53

Branzino in padella con fumetto di pesce e insalata estiva carote, rucola, germogli di soia e altri vegetali a strisce.
Bianco spagnolo da uve Albariño, più noto per essere l’uva del viño verde portoghese (in loco, Alvariño), dalla croccante acidità tagliente come una spada (di Toledo). Eppure qui siamo nel nord della Spagna, denominazione Rias Baixas, uno dei “luoghi del vino” in stato di rapida e folgorante ascesa a livello mondiale, e lo specimen si chiama Rias Baixas Leirana finca Genoveva 2022 della Botega Forjas del Salnés.
Questo vino, come alcuni buoni Chablis, parte in sordina ma, soprattutto quando la temperatura di servizio sale un poco, esprime - oltre alla acidità rinfrescante che lo caratterizza in assoluto - anche un frutto consistente e maturo.
Il bouquet è silente, al principio, ma con un po’ di areazione e qualche grado centigrado in più (normalmente i bianchi li stappo molto freddi) fa uscire la mela verde, la prugna bianca, l’origano e il timo, e note minerali metalliche e vegetali aromatiche (vetiver). Giallo paglierino carico il colore. Beva compulsiva: è quasi impossibile smettere di berlo, complice anche la gradazione alcolica non alta. Perfetto con il pesce.
Non arrivo ai 96+ che gli ha dato Wine Advocate, ma - secondo me - 93/100 li merita tutti.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda bobbisolo » 18 lug 2025 13:06

Nexus1990 ha scritto:Ieri Serata Chablis a casa di un amico irpino:
Laurent Tribut Chablis 2020
Laurent Tribut Chablis 1erCru ‘Montmains’ 2020
Billaud-Simon Chablis 1erCru ‘Vaillons’ 2020
Billaud-Simon Vs William Fèvre Chablis GrandCru ‘Vaudesir’ 2020
La comparazione tra due produttori diversi sullo stesso cru nella stessa annata è la mia idea di perfezione quando si fa una degustazione, specie di Borgogna.
William Fèvre Chablis GrandCru ‘Les Clos’ 2005
Bouchard Pére et fils Corton Charlemagne GrandCru 2008


bellissime note e concordo sulla tua idea di 'perfezione' di degustazione
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda bobbisolo » 18 lug 2025 13:08

ferrari federico ha scritto:Branzino in padella con fumetto di pesce e insalata estiva carote, rucola, germogli di soia e altri vegetali a strisce.
Bianco spagnolo da uve Albariño, più noto per essere l’uva del viño verde portoghese (in loco, Alvariño), dalla croccante acidità tagliente come una spada (di Toledo). Eppure qui siamo nel nord della Spagna, denominazione Rias Baixas, uno dei “luoghi del vino” in stato di rapida e folgorante ascesa a livello mondiale, e lo specimen si chiama Rias Baixas Leirana finca Genoveva 2022 della Botega Forjas del Salnés.
Questo vino, come alcuni buoni Chablis, parte in sordina ma, soprattutto quando la temperatura di servizio sale un poco, esprime - oltre alla acidità rinfrescante che lo caratterizza in assoluto - anche un frutto consistente e maturo.
Il bouquet è silente, al principio, ma con un po’ di areazione e qualche grado centigrado in più (normalmente i bianchi li stappo molto freddi) fa uscire la mela verde, la prugna bianca, l’origano e il timo, e note minerali metalliche e vegetali aromatiche (vetiver). Giallo paglierino carico il colore. Beva compulsiva: è quasi impossibile smettere di berlo, complice anche la gradazione alcolica non alta. Perfetto con il pesce.
Non arrivo ai 96+ che gli ha dato Wine Advocate, ma - secondo me - 93/100 li merita tutti.


ottima scoperta, mai sentiti i bianchi...
della stessa cantina, che vedo chiusa definitivamente su google e non so come mai cosa sia successo o se abbia cambiato nome, abbiamo bevuto con messner il finca genoveva rosso e soprattutto il goliardo a telleira rosso... vino che mi riconsiglio di bere
L_Andrea
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda L_Andrea » 18 lug 2025 18:52

Falanghina Guido Marsella 2022
Minerale e sapido, solo sul finale si fa sentire la frutta a pasta gialla tipica del vitigno. Temo pecchi di gioventù perché credo abbia ancora molto da dire. :D
ferrari federico
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 18 lug 2025 20:35

Colli Martani Grechetto Grecante 2024
Arnaldo Caprai

Bevuto molto freddo questo bianco risulta fin troppo tagliente nell’acidità ma, non appena la temperatura si alza un minimo, esce anche il frutto a stemperare il tutto e a raggiungere un gradevole equilibrio di beva. Escono anche i profumi, in precedenza un po’ compressi, di fiori bianchi, bacche di sambuco e di ginepro, mela verde e una nota piacevolmente metallica. Colore paglierino con riflessi di verde chiaro. Estivo, versatile, piacevole. 88/100 per me.

Mercurey 1re Cru Clos des Myglandes Monopole 2021
Domaine Faiveley

Prima i fiori, violetta e geranio; poi i piccoli frutti rossi, lampone e ribes; in fondo - nonostante la annata ancora giovane - la speziatura della noce moscata e del pepe di Sichuan e il goudron dell’asfalto e del catrame caldo: questo il composito e già abbastanza sviluppato bouquet di questo premier cru della Côte Châlonnaise, vigna in monopolio del grande Domaine Faivelay, che conosco per una variabilità abbastanza ampia in termini di qualità tra le diverse e numerosissime etichette in produzione.
Questo Clos des Myglandes appartiene al lato luminoso e, senza essere un capolavoro emozionante, è un ottimo vino e un Borgogna che è degno del suo nome. Il colore è rubino di media intensità con ancora qualche riflesso violaceo a marcare lo stadio evolutivo ancora giovanile. In bocca ha quella acidità viva, che nel retrobocca richiama ancora la vinosità della fase primaria, e tornano prepotenti i piccoli frutti rossi già avvertiti al naso; si sente ancora un tannino un po’ acerbo (il vino è più pronto al naso che non al gusto). Non è un peso piuma ma un vino di corpo e struttura media, che - pur in un’ottica di delicatezza - è in grado di accompagnare anche cibi strutturati e importanti.
Probabilmente il miglior Mercurey che abbia mai assaggiato, oltretutto con la tipicità del terroir (quei piccoli frutti rossi un po’ acerbi) nobilitata da sfumature, senza dubbio in predicato di migliorare e intensificarsi nel giro dei prossimi 4/5 anni, più austere e interessanti. Il profumo è indubbiamente da grande vino, in bocca diventa più “normale” ma, se la acidità imperante si armonizzerà al meglio con il tannino per ora ancora un po’ verde, la valutazione certo può aumentare di qualche punto, rispetto ai 93/100 che gli attribuisco ora.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 20 lug 2025 20:38

Côte de Provence Rosé Charmeur 2024
Château Sainte-Croix
Delizioso questo Côte de Provence rosé da uve Cinsault, Grenache e Syrah! Mandarino, albicocca e pesca gialla al naso, in un bouquet esuberante e dolce di frutti maturi.
Colore buccia di cipolla; beva estiva e golosa, con il fruttato maturo che torna anche in bocca, insieme ad una rinfrescante punta acida, perfetta per accompagnare qualsiasi piatto, caldo o freddo, dall’aperitivo, alla pasta, alle verdure, e fino al pesce e alla carne bianca. 92/100 per me: uno dei migliori rosati degli ultimi tempi…

Pauillac 2016
Château Lynch-Moussas
Già maturo, dal tannino morbido, frutto e spezie dolci al naso. Perfetto con la carne grigliata.
92/100

Chassagne-Montrachet 1re cru Morgeot-Clos Pitois monopole 2023
Domaine Roger Belland
Corposo, denso nei profumi e nei sapori, già complesso anche se molto giovane, sontuoso Borgogna bianco dal passo da gigante, eppure aereo, delicato, ricco di sfumature; regale e nobile ma anche dall’approccio facile e non complicato. Il colore è giallo paglierino carico tendente al dorato; il bouquet, di ottima intensità, mescola la frutta gialla matura (pesca, susina gialla, melone bianco) alla crema chantilly e a una lieve vaniglia data dal 30% delle barriques nuove.
Eccellente la armonia alla beva, lunghissima la persistenza, evidente la nobiltà della materia. Il bianco migliore (per ora) bevuto quest’anno: 95/100, imo.

Côte de Provence rosé M de Minuty 2023
Gradevole ma, sinceramente, niente di particolare: un fruttato generico e poco caratterizzato e un finale un po’ “asciutto”. Un po’ deludente, tutto sommato.
L_Andrea
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda L_Andrea » 20 lug 2025 22:54

Barbera Scudetto Giuseppe Mascarello 2021
Infanticidio bello e buono. Il resto della cassetta riposerà serenamente per altri 5/6 anni :D
ferrari federico
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 23 lug 2025 20:15

Greco di Tufo 2024
Ciro Picariello

Una croccante e acidula mela verde insieme ad una matura e succosa mela rossa, l’esotico dell’ananas e del mango, il “nature” dell’uva da tavola… questo il mix, possente e intenso, di gusto alla beva di questo Greco di Tufo, giovane ma già del tutto pronto da bere. L’impatto gustativo è - francamente - esaltante e da grandissimo vino bianco.
Il bouquet è più riservato e, forse, ancora da sviluppare: nella moderata intensità si nota il frutto (buccia di limone e di cedro, pera), le erbe aromatiche (rosmarino, timo, maggiorana e mentuccia), insieme ad un tono minerale ancora non ben definito.
Colore giallo dorato chiaro.
Un prodotto, una volta tanto, sbilanciato sul versante della qualità, nel rapporto qualità-prezzo. Un appello: produttori, non siate avidi, non siate esagerati! Il futuro (vostro) è nel rapporto qualità-prezzo. Noi consumatori avvertiti siamo ormai del tutto consapevoli di questo e, ricordate, di Romanee Conti, di Vigna Rionda, di Latour c’è uno solo. Non tutti possono chiedere quei prezzi…
Fate come Ciro!
Vini buonissimi a prezzi giusti!
Vedremo se i dazi (al 15%) vi faranno ragionare un po’…
Per me, questo bianco vale 93/100.
Bevuto con una superba zuppa di pesce bianca con triglie, pescatrice, totani, gamberi, cozze e zafferano.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda vinogodi » 26 lug 2025 20:20

...su richiesta di un manipolo di giovani desiderosi di bolle serie, abbiano fatto un anticipo della champagnata di fine Agosto. Chiaramente faro' qualche varianza di produttori o annate diverse,ma , comunque, ci siamo divertiti davvero tanto, con la presenza eccellente di Paolo e Valeriano....
Apetitivo: Cava
Prima batteria: I Grandissimi artigiani mito
Seconda batteria: Soleras ( perpetuel)
Terza batteria : i grandi classici con le loro Cuvee de prestige
Quarta batteria: vintage
Finale 1: Monvigliero Burlotto e SEE Spiriti Ebbri
Finale 2 : Riesling Spatlese da asta
Finale 3 : Malvasia Passita " solera" 2017- 2018
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 26 lug 2025 20:39

Rosso di Valtellina 2023
Marco Ferrari

Il nebbiolo Chiavennasca, nel suo particolare terroir cioè le terrazze delle vigne valtellinesi, dà vita a vini a volte un po’ magri (specialmente nella tipologia del Rosso di Valtellina) e aciduli ma dotati di un profumo esplosivo, intenso e di norma variegato e complesso. Questo Rosso di Marco Ferrari, uno dei migliori esempi della tipologia insieme al Rosso di Ar.Pe.Pe. a mio parere, incarna alla perfezione il modello: il bouquet è un ampio ventaglio fiorito (geranio, mughetto, gelsomino, violetta) con nuances terrose e minerali e un lampone acerbo; l’ingresso in bocca vede in primo piano l’acidità, stemperata in un tannino lieve e abbastanza maturo, anche se con una nota ancora un po’ verde. La persistenza è lunga, con una bella coda speziata, e l’impatto generale è quello di un prodotto pensato per essere posizionato su un livello di qualità medio-alta. La beva è facile e non impegnativa. La acidità ben presente e la struttura leggera ne fa un rosso adatto anche alle alte temperature estive, specialmente se servito con un’ora di frigorifero. Colore rubino-granata di media intensità, da manuale del nebbiolo. Il profumo meriterebbe di più, ma - complessivamente - almeno 91/100, per me.

Vigneti delle Dolomiti Igt Petit Manseng 2023
Franz Haas

L’uva del Jurançon dolce vinificata in area alpina come bianco secco. Interessante. Il colore è giallo - verdino intenso. Il profumo è fievole, non del tutto ben delineato, con montanti aromi fruttati (melone e anguria rossa), erbacei (fieno) con una nota minerale metallica. Alla fine esce anche un sentore petrolifero, manco fosse un Riesling. In bocca, però, esplode con una lussuriosa ricchezza esotica fruttata, con la nota minerale che torna, lunga, nel retrobocca. Buona l’armonia tra frutto e acidità. Come mi aspettavo, è ottimo su piatti di ispirazione orientale e ho confermato questa opinione su noodles di riso con branzino, cipollotto, pomodorini freschi e secchi e salsa di soia. Buono anche sul Gruyère di fine pasto. 90/100 imo.

Barolo Cerequio 2016
Damilano

Temperatura un po’ rinfrescata, nonostante la stagione dell’anno nel pieno dell’estate, e - di conseguenza - torna la voglia di un rosso importante.
Maturo, pronto da bere: non so se potrà ulteriormente migliorare ma la attuale fase già terziaria mi fa dire che aspettare ancora non ha un senso logico. Eppure, oltre che al cuoio inglese, al tartufo nero, al mallo di noce, al legno bruciato ci sono anche, nel bouquet potente e complesso, bei profumi ancora di frutta matura e di spezie dolci. Grande profumo! In bocca il tannino è ormai completamente metabolizzato ed è seta brillante alla beva, ancora viva la acidità ma è talmente intarsiata alla levigatezza generale che si trova solo se ci si fa caso, cercandola appositamente. Colore granato con unghia mattone ma con bagliori ancora rubino.
Il corpo è medio e il vino, complessivamente, tende molto più verso la finezza che verso la potenza e la concentrazione. L’impressione generale è comunque, al di là della suadenza del frutto e del tannino morbido, quella di un vino dal carattere austero, serio, facile da bere ma forse non tanto facile da comprendere veramente in tutte le sue sfaccettature e le sue grandi finezze.
Un vero Grand Cru!
Per me un vino (quasi) perfetto e 96/100.
Ci hanno regalato molti tartufi neri (estivi) molto gradevoli, per cui stasera lo abbiamo accompagnato con scaloppine di vitello cotte nel burro alle erbe e irrorate abbondantemente del tartufo di cui sopra. Great!
vinogodi
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda vinogodi » 26 lug 2025 21:03

vinogodi ha scritto:...su richiesta di un manipolo di giovani desiderosi di bolle serie, abbiano fatto un anticipo della champagnata di fine Agosto. Chiaramente faro' qualche varianza di produttori o annate diverse,ma , comunque, ci siamo divertiti davvero tanto, con la presenza eccellente di Paolo e Valeriano....
Apetitivo: Cava
Prima batteria: I Grandissimi artigiani mito
Seconda batteria: Soleras ( perpetuel)
Terza batteria : i grandi classici con le loro Cuvee de prestige
Quarta batteria: vintage
Finale 1: Monvigliero Burlotto e SEE Spiriti Ebbri
Finale 2 : Riesling Spatlese da asta
Finale 3 : Malvasia Passita " solera" 2017- 2018
...domani dettaglio...
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Nebbiolino » 27 lug 2025 19:56

ferrari federico ha scritto:Rosso di Valtellina 2023
Marco Ferrari

Il nebbiolo Chiavennasca, nel suo particolare terroir cioè le terrazze delle vigne valtellinesi, dà vita a vini a volte un po’ magri (specialmente nella tipologia del Rosso di Valtellina) e aciduli ma dotati di un profumo esplosivo, intenso e di norma variegato e complesso. Questo Rosso di Marco Ferrari, uno dei migliori esempi della tipologia insieme al Rosso di Ar.Pe.Pe. a mio parere, incarna alla perfezione il modello: il bouquet è un ampio ventaglio fiorito (geranio, mughetto, gelsomino, violetta) con nuances terrose e minerali e un lampone acerbo; l’ingresso in bocca vede in primo piano l’acidità, stemperata in un tannino lieve e abbastanza maturo, anche se con una nota ancora un po’ verde. La persistenza è lunga, con una bella coda speziata, e l’impatto generale è quello di un prodotto pensato per essere posizionato su un livello di qualità medio-alta. La beva è facile e non impegnativa. La acidità ben presente e la struttura leggera ne fa un rosso adatto anche alle alte temperature estive, specialmente se servito con un’ora di frigorifero. Colore rubino-granata di media intensità, da manuale del nebbiolo. Il profumo meriterebbe di più, ma - complessivamente - almeno 91/100, per me.


Perdonami, ma non sono d’accordo. Trovo i vini di Marco Ferrari indubbiamente ben fatti da un punto di vista della tecnica, ma ben poco territoriali.
Per il mio gusto sono buoni nebbiolo, non buone chiavennasca.
In cieca trovo non sia affatto scontato metterli in Valtellina, anzi… li trovo apolidi, tutt’altro che fra i migliori esempi della categoria onestamente.
ferrari federico
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 27 lug 2025 20:25

Le opinioni sono lecite, ovviamente. Ti posso però assicurare che conosco molto molto bene il vino valtellinese e i vini di Ferrari non solo sono molto buoni ma sono anche territoriali. Certo, non è la vecchia “tipicità” valtellinese di trent’anni fa ma anche il Barolo di oggi non è il Barolo di trent’anni fa. E guardo soprattutto ai produttori “tradizionalisti” no-barrique… sia nel primo caso che nel secondo mi sembra che l’evoluzione sia stata più che positiva.
ferrari federico
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 27 lug 2025 20:34

Nebbiolino ha scritto:In cieca trovo non sia affatto scontato metterli in Valtellina, anzi…

I profumi sono inequivocabilmente Valtellina, la acidità è tipica, la speziatura dell’Inferno e la mineralità ferrosa della Sassella ci sono tutte…
Se uno poi nei Valtellina cerca i toni spenti autunnali (dell’Ar.Pe.Pe delle prime vendemmie con una cantina ancora non rinnovata) o i sentori poco netti di certi produttori di molti decenni fa con le loro botti di castagno vecchie di decenni e mai rinnovate… allora certamente i vini di Ferrari non sono… tipici.
Nebbiolino
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Nebbiolino » 27 lug 2025 21:11

ferrari federico ha scritto:
Nebbiolino ha scritto:In cieca trovo non sia affatto scontato metterli in Valtellina, anzi…

I profumi sono inequivocabilmente Valtellina, la acidità è tipica, la speziatura dell’Inferno e la mineralità ferrosa della Sassella ci sono tutte…
Se uno poi nei Valtellina cerca i toni spenti autunnali (dell’Ar.Pe.Pe delle prime vendemmie con una cantina ancora non rinnovata) o i sentori poco netti di certi produttori di molti decenni fa con le loro botti di castagno vecchie di decenni e mai rinnovate… allora certamente i vini di Ferrari non sono… tipici.


U capì.
A dire il vero, pensavo ad un confronto con Boffalora, Terrazzi Alti, Dirupi, lo stesso ar.pe.pe… che di certo non hanno sentori autunnali o spenti e con cui i vini (assaggiati) di Ferrari spartiscono ben poco.
Ma di certo é come dici.
ferrari federico
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 28 lug 2025 07:58

Oggi Ar.Pe.Pe. fa vini perfettamente integri e di grandissimo spessore qualitativo e sono, nonostante tutte le importanti new entry, ancora i migliori della Valtellina, ma non è sempre stato così: ricordo bene a fine anni ‘90 come, accanto ad una materia prima eccellente (la stessa di oggi) il rilascio commerciale eccessivamente tardivo, pratiche di vigna e di cantina probabilmente non così attente come quelle di oggi davano vita a vini nati già “stanchi”, in fase terziaria (calante) appena usciti sul mercato. Poi, magari, stavano così per decenni ma certo frutto non c’era più ma solo foglie secche.
Poiché questo avveniva in contemporanea con la rivoluzione dei Barolo boys, che anche in Valtellina aveva portato tutti i produttori di punta a riconvertirsi alle barriques nuove, la “reazione” degli anni successivi è stata - probabilmente - quella di identificare quello stile “autunnale” con la “vera” tipologia Valtellina.
Ricordo che in quegli anni - e siamo già a metà del primo decennio del millennio nuovo - persino Balgera era stato alzato sugli scudi per questa ragione, immagino.
Per fortuna, i produttori vecchi e nuovi si sono accorti che la valorizzazione, anzi l’interpretazione di un territorio, non comporta l’adesione ad un modello prefissato, che siano l’uso del legno grande o piccolo, vecchio o nuovo, che sia… l’autunno o la primavera, ma sono alcune caratteristiche organolettiche ricorrenti che - appunto - devono essere valorizzate e interpretate ognuno con il suo stile personale di produttore.
Torno ai vini di Ferrari: capisco chi, magari in degustazioni comparative con molti ringer, è incorso in “incidenti di percorso” e non è stato in grado di identificare alla cieca quel vino come un Valtellina; il suo Sassella e il suo Inferno hanno una finezza e una nobiltà quasi da Borgogna “serio” e il suo Rosso di Valtellina lo paragonai io stesso ad un buon Bourgogne base di ottimo produttore.
Dire, però, che hanno caratteristiche non da nebbiolo mi sembra esagerato.
Non può essere che la formazione enologica francese del Ferrari abbia portato ad un avvicinamento ad un certo stile d’oltralpe? Per stile intendo stile di vinificazione non mancanza di tipicità di prodotto…
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda steeeve6 » 28 lug 2025 09:09

ferrari federico ha scritto:Oggi Ar.Pe.Pe. fa vini perfettamente integri e di grandissimo spessore qualitativo e sono, nonostante tutte le importanti new entry, ancora i migliori della Valtellina, ma non è sempre stato così: ricordo bene a fine anni ‘90 come, accanto ad una materia prima eccellente (la stessa di oggi) il rilascio commerciale eccessivamente tardivo, pratiche di vigna e di cantina probabilmente non così attente come quelle di oggi davano vita a vini nati già “stanchi”, in fase terziaria (calante) appena usciti sul mercato. Poi, magari, stavano così per decenni ma certo frutto non c’era più ma solo foglie secche.
Poiché questo avveniva in contemporanea con la rivoluzione dei Barolo boys, che anche in Valtellina aveva portato tutti i produttori di punta a riconvertirsi alle barriques nuove, la “reazione” degli anni successivi è stata - probabilmente - quella di identificare quello stile “autunnale” con la “vera” tipologia Valtellina.
Ricordo che in quegli anni - e siamo già a metà del primo decennio del millennio nuovo - persino Balgera era stato alzato sugli scudi per questa ragione, immagino.
Per fortuna, i produttori vecchi e nuovi si sono accorti che la valorizzazione, anzi l’interpretazione di un territorio, non comporta l’adesione ad un modello prefissato, che siano l’uso del legno grande o piccolo, vecchio o nuovo, che sia… l’autunno o la primavera, ma sono alcune caratteristiche organolettiche ricorrenti che - appunto - devono essere valorizzate e interpretate ognuno con il suo stile personale di produttore.
Torno ai vini di Ferrari: capisco chi, magari in degustazioni comparative con molti ringer, è incorso in “incidenti di percorso” e non è stato in grado di identificare alla cieca quel vino come un Valtellina; il suo Sassella e il suo Inferno hanno una finezza e una nobiltà quasi da Borgogna “serio” e il suo Rosso di Valtellina lo paragonai io stesso ad un buon Bourgogne base di ottimo produttore.
Dire, però, che hanno caratteristiche non da nebbiolo mi sembra esagerato.
Non può essere che la formazione enologica francese del Ferrari abbia portato ad un avvicinamento ad un certo stile d’oltralpe? Per stile intendo stile di vinificazione non mancanza di tipicità di prodotto…


Ammiro la pacatezza nelle tue risposte, ma resto sempre più convinto che, se in questo forum si chiede quanto fa 2 + 2 nessuno risponderà mai che fa 4, ma se dici che 2+ 2 fa 5, tutti saranno prontissimi a correggerti e a tacciarti di limitatezza perchè non sai che fa 4.

(il problema è che non è solo questo forum ad essere così)

per quel che vale, ti leggo sempre più che volentieri perchè racconti una tua passione senza filtri nè paura dei giudizi e/o di "sbagliare" : pop wine-art
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda Nebbiolino » 28 lug 2025 09:43

Perdonami Federico, ma io non ho detto che non abbiano caratteristiche da nebbiolo, anzi.
Ho detto che a me, personalmente, non riportano affatto in valtellina.
Giustamente parli di finezza borgognona, cosa che può starci vista la preparazione e l’esperienza del produttore. Ma usare legni di un certo genere dopo aver rivoluzionato le vigne lasciando il ritocchino in favore del (se non sbaglio) guyot, mi sembra proprio voler seguire un modello che non è quello valtellinese.
E in bottiglia, sempre personalmente, ritengo che questo si senta, dando buoni vini da nebbiolo che, però, non mi trasmettono la valtellina come quando bevo invece i vini di Boffalora o di Siro, giusto per dirne due.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 28 lug 2025 13:35

Non ho esperienza concreta di viticoltura, se non per sentito dire, per cui non sono in grado di capire se e quanto un metodo di conduzione della vigna possa influire sulle caratteristiche organolettiche del prodotto finale. Per come posso immaginare, ma - ripeto - non sono assolutamente competente in materia, il viticoltore sceglie il metodo di gestione della vigna in base alle caratteristiche del terreno (e qui sembrerebbe che il Guyot sia una eresia, se non altro di tradizione) ma anche, credo, in funzione del clima (e qui si parla evidentemente di cambiamenti climatici) e dello stile di vitivinicoltura che si intende perseguire.
Se fosse così, allora sarebbe questione di stile e non di tipicità. Anche gli ottimi vini di Dirupi, da te citati come esempio di tipicità valtellinese, decenni fa sarebbero stati battezzati come “non tipici”, mentre - hai ragione - lo sono. Boffalora e Terrazzi alti, che non sono tra i miei preferiti, non li metterei sullo stesso piano qualitativo, anche se non ho alcun dubbio sulla loro tipicità.
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Re: LE BEVUTE DI LUGLIO 2025

Messaggioda ferrari federico » 28 lug 2025 13:57

steeeve6 ha scritto:
Ammiro la pacatezza nelle tue risposte,

per quel che vale, ti leggo sempre più che volentieri perchè racconti una tua passione senza filtri nè paura dei giudizi e/o di "sbagliare"


Quando si cerca di spiegare l’esperienza sensoriale del bere un vino di qualità, “sbagliare” - se si parla di appassionati avvertiti ed esperti, come sono tutti i partecipanti di questo bel forum - non è facilissimo: bisognerebbe dire che i vini da nebbiolo hanno poco tannino, che le Barbere sono giallo paglierino o che il Bordeaux è un vino che non ha la capacità di durare negli anni…
Scherzi a parte, mi sembra che tutti coloro che scrivono e leggono questo forum siano non certo degli entry level…
Se per “sbagliare” invece intendi avere il “coraggio” di esprimere opinioni che vanno contro la vulgata diffusa (una vulgata, comunque, e me ne sono accorto bene negli anni, che risente molto delle mode del momento e - magari - dall’allure che ha riscontrato una determinata serata di degustazione in cui è stata detta e condivisa una determinata opinione, diventando quasi “legge”, perché le cose che si ripetono più volte senza smentite o perlomeno discussioni argomentate diventano verità assolute) allora, si, non ho paura di “sbagliare”..,
Sul vino come sull’arte, quot capita tot sententiae, nel senso che l’esperienza sensoriale e soprattutto il giudizio di valore, all’interno ovviamente di parametri tecnici oggettivi che vanno conosciuti soprattutto con l’esperienza di degustazione, risentono inevitabilmente del gusto personale e della soggettività del fruitore.
A qualcuno piace Picasso ad altri no: l’importanza storica e oggettiva dell’autore va conosciuta ma poi intervengono il gusto e le scelte personali.
Ti ringrazio per le tue simpatiche parole. Effettivamente mi diverto molto a scrivere recensioni e questo, forse, un po’ si coglie.

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