Messaggioda ferrari federico » 06 lug 2025 20:34
Venezia Giulia Prulke 2020
Zidarich
Fino dal colore, oro intenso al filo dell’orange, si capisce che questo bianco del Carso, uvaggio di Vitovska (20%), Malvasia (20%) e Sauvignon (60%), ha avuto una non breve macerazione sulle bucce prima della fermentazione. L’olfatto conferma il tutto con una nota evidente di ossidazione a coprire la scorza d’arancio, l’albicocca e i fiori bianchi indolici (gardenia, gelsomino, frangipane). Appena la temperatura di servizio sale un poco, l’intensità del profumo diventa forte e cresce sia in finezza che in armonia. L’ingresso in bocca è molto minerale e gessoso, lievemente amarognolo ma supportato da un ottimo equilibrio tra acidità e frutto. Lunga la persistenza, con l’amaricante che torna in evidenza.
Non è il tipo di vino bianco che prediligo, ma è indubbiamente un prodotto interessante e di qualità. L’ho bevuto con un trancio di pesce spada ma, secondo me, il pesce non è “la morte sua” migliore. Piuttosto con prosciutto un po’ saporito, un formaggio di capra, un piatto di verdure piccante…
Comunque almeno 90/100, imo.
Ps: infatti, match cibo-vino molto più riuscito il giorno successivo con una semplice piadina al salame. Il fondo della bottiglia perde la limpidezza e si opacizza alquanto.
Falanghina del Sannio 2023
Mastroberardino
Facile, estivo, super-versatile negli abbinamenti, semplice ma non banale.
Molto gradevole: giallo paglierino con lievi riflessi verdi o al colore; lieve il profumo, franco, frutto e agrumi. In bocca è ottima la armonia tra la acidità rinfrescante e la succosità della mela matura spolverata di buccia di lime e di succo di kiwi.
Con un po’ di concentrazione e di profondità in più sarebbe un bianco “premium”; così è un gradevolissimo “vino quotidiano”. Per me, almeno 87/100.
Boca 2016
Le Piane
Rispetto a due anni fa, l’ultima volta che ho bevuto questa annata del Boca di Le Piane, il vino è rimasto eccellente e, nel frattempo, ha intrapreso la via, probabilmente lunga, della terziarizzazione: cuoio e goudron ora svettano sul frutto maturo ma acidulo della ciliegia rossa, della susina piccola e oblunga (in questa zona sono chiamati “marubini”), del lampone precocemente colto. La Vespolina è a mio parere evidente e in un certo qual modo “marca” il Nebbiolo (pur prevalente nell’uvaggio) allo stesso modo in cui accade per certi uvaggi nebbiolo-barbera. Mi ricorda, su un livello di qualità più alto di diverse spanne, i Colline novaresi che bevevo tanti anni fa con mio padre, che li recuperava nelle sue visite ai clienti di quella zona. Vino assolutamente personale e riconoscibile, fine, con una dose di “nobiltà” allo stesso tempo simile ma molto diversa dagli altri grandi nebbioli, Langhe e Valtellina in primis. Diverso anche dai Carema e dai Gattinara del nord Piemonte, anche se in questo caso il raffronto è ovviamente più stretto. 93/100 imo.