Il Parente ha scritto:piergi ha scritto:gianni femminella ha scritto:piergi ha scritto:Fiano di Avellino 015- Filadoro
Da Lapio, un concentrato di sale marino, conchigliame e idrocarburo. Al sorso ci sta sia questa parte mineral/verticale che dimensionalità tattile, canfora, frutta a pasta gialla, mandarino tardivo.
Finale che stupisce per una leggera noterella di zucchero filato che anziché stancare crea un bel connubio con l'energia iodata che sicuramente rappresenta l'elemento più caratterizzante di questa bottiglia.
È una sfida alla mia memoria, non mi verrà mai in mente di che bottiglie si trattasse, ma un leggero zucchero filato nel Fiano mi è capitato di trovarlo più di una volta.
Penso sia un descrittore che esce fuori nelle bottiglie che hanno qualche annetto sulle spalle, anche la canfora
Giannì è il ciclotene il responsabile di questo odore gradevole, a me ricorda le bancarelle di dolciumi dei luna park.
È una molecola odorosa rintracciabile principalmente tra i varietali che caratterizzano lo chardonnay, però anch'io l'ho identificato diverse volte tra i profumi che contraddistinguono il bouquet olfattivo del fiano (odore influenzato anche da passaggioin barrique, però così il discorso va un po' troppo per le lunghe andiamo oltre).
Per la canfora, invece, nn siamo nel campo dei varietali, ma nella naturale fase evolutiva: terziarizzazione.
Riguardano il fiano come qualsiasi altra cultivar![]()
Principali responsabili sono il vitispirano ( che però ha il suo perché soprattutto nei rossi agée) e l'actinidolo.
Sono molecole standardizzati che accompagnano il vino verso il "mutismo varietale".
Bravo Enzù, ti ringrazio, e vedo che non sono l'unico.
Sai bene che sono argomenti che mi interessano tanto. Aiutano a capire cosa si beve.