Cosa bevemmo a dicembre 2024

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alì65
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda alì65 » 07 dic 2024 10:32

C2H6O ha scritto:Radikon Oslavje 1999,
bottiglia n. 1 aperta, assaggiata e conferita in botte aceto,
bottiglia n. 2 aperta, aspettato, assaggiata, e conferita in botte aceto.
Va bene i macerati, eppure la marsala, ma queste non stavano ne' da una parte ne' dall'altra. Non ho riscontrato note positive dei due tipi.
Essendo che ne ho una terza, sono io che non ci azzecco, tipo devo aerarla per un paio di giorni, e' giusto cosi', o non ci siamo...? :roll:


ti racconto la mia esperienza datata 2003 circa; sull'onda della notorietà dei vini di Gravner, e siccome sembrava che solo lui sapesse fare i vini in otri al mondo, abbiamo ripiegato sul quasi dirimpettaio Radikon
unico vino veramente buono fu Merlot 95 e, detto da lui, era il peggiore perché fatto in modo tradizionale
ok, e fin qua ci sta; il peggio è arrivato quando ci fece assaggiare quello che riteneva la sua creatura migliore, dopo aver passeggiato per il cortile in mezzo alle merde dei polli, arrivammo a questo tino aperto in legno
già prima si sentiva puzza di aceto, assaggiammo per la cortesia e non sputammo per altrettanta cortesia
ok, esperienza fatta, basta così; grazie e arrivederci.....a mai più
nonostante ciò presi qualche bt di Oslavje che proprio male non era ma non sono vini da aspettare, al contrario di Gravner
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
alì65
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda alì65 » 07 dic 2024 10:34

in questi giorni di bagordi e caciara all'ennesima potenza si beve bene ma senza troppa attenzione
se mi rimarrà qualche ricordo lo scrivo 8)
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
slowshow10
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda slowshow10 » 07 dic 2024 11:16

Serata introduzione, (de)gustazione e approfondimento su Bruno Clavelier con una parte della compagnia di Lucca.
Questi i vini in degustazione:

- Bourgogne Les Champs d'argent 2019
- Vosne Romanée 1er Cru Aux Brûlées 2012
- Vosne Romanée 1er Cru Les Beaux Monts 2013
- Chambolle Musigny 1er Cru La Combe d'Orveaux 2013

Il Bourgogne è un vino che fa il suo lavoro: non un mostro in complessità, ma non è quello che li si chiede, bensì bella freschezza in bocca e al naso una leggera volatile che sostiene e rende il frutto più interessante. Ritorna, in bocca, quella mineralità che ci accompagnerà come un fil rouge per tutta la serata.

Aux Brûlées e Les Beaux Monts per certi versi si assomigliano ma il secondo stacca nettamente il primo per profondità e nitidezza di gusto e sensazioni. Punto in comune è la spezia di Vosne che risalta in tutti e due i vini, ma mentre nel Aux Brûlées la nota della tostatura è più accentuata e il frutto è più abbrustolito, nel Les Beaux Monts la spezia accudisce e culla gli altri sentori elevandoli e rendendoli partecipi di quello che è un grande vino adesso e nel divenire. Bocca coerente col naso a livello di sentori speziati, quella del Brûlées è meno consequenziale perché risulta più fresca di quello che le note vagamente vespertine del naso lasciano intravedere. Più lungo ed eccitante l'allungo speziato e fruttato del Beaux Monts, sicuramente l'annata più fresca può aver aiutato ma ad ora il vino è come una donna voluttuosa che ti vuole a tutti i costi e non fa niente per nasconderlo.

Con la combe d'orveaux ci spostiamo di comune, di terreno, di sensazioni e di emozioni. Una vigna magnifica, confinante con il Grand Cru di Musigny (chissà se un giorno ne farò parte).
La musica cambia: la potenza e la spezia di Vosne si sostituiscono con la sinuosità e l'eleganza del frutto. Un tripudio di fragoline di bosco e arancia sanguinella accompagnano una nota mentolata di langhiana memoria. In bocca il tannino vince il premio Nobel per la pace. Vino fulgente che conferma le potenzialità di questa vigna e di questo produttore.
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Wineduck
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Wineduck » 07 dic 2024 12:42

slowshow10 ha scritto:Serata introduzione, (de)gustazione e approfondimento su Bruno Clavelier con una parte della compagnia di Lucca.
Questi i vini in degustazione:

- Bourgogne Les Champs d'argent 2019
- Vosne Romanée 1er Cru Aux Brûlées 2012
- Vosne Romanée 1er Cru Les Beaux Monts 2013
- Chambolle Musigny 1er Cru La Combe d'Orveaux 2013

Il Bourgogne è un vino che fa il suo lavoro: non un mostro in complessità, ma non è quello che li si chiede, bensì bella freschezza in bocca e al naso una leggera volatile che sostiene e rende il frutto più interessante. Ritorna, in bocca, quella mineralità che ci accompagnerà come un fil rouge per tutta la serata.

Aux Brûlées e Les Beaux Monts per certi versi si assomigliano ma il secondo stacca nettamente il primo per profondità e nitidezza di gusto e sensazioni. Punto in comune è la spezia di Vosne che risalta in tutti e due i vini, ma mentre nel Aux Brûlées la nota della tostatura è più accentuata e il frutto è più abbrustolito, nel Les Beaux Monts la spezia accudisce e culla gli altri sentori elevandoli e rendendoli partecipi di quello che è un grande vino adesso e nel divenire. Bocca coerente col naso a livello di sentori speziati, quella del Brûlées è meno consequenziale perché risulta più fresca di quello che le note vagamente vespertine del naso lasciano intravedere. Più lungo ed eccitante l'allungo speziato e fruttato del Beaux Monts, sicuramente l'annata più fresca può aver aiutato ma ad ora il vino è come una donna voluttuosa che ti vuole a tutti i costi e non fa niente per nasconderlo.

Con la combe d'orveaux ci spostiamo di comune, di terreno, di sensazioni e di emozioni. Una vigna magnifica, confinante con il Grand Cru di Musigny (chissà se un giorno ne farò parte).
La musica cambia: la potenza e la spezia di Vosne si sostituiscono con la sinuosità e l'eleganza del frutto. Un tripudio di fragoline di bosco e arancia sanguinella accompagnano una nota mentolata di langhiana memoria. In bocca il tannino vince il premio Nobel per la pace. Vino fulgente che conferma le potenzialità di questa vigna e di questo produttore.


Bellissime note, bravo!
Se invece che vini di Borgogna fossero stati vini del Rodano sarebbe stato un piacere "assaporarli con l'immaginazione" tramite le tue parole... :wink:
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda paperopap » 07 dic 2024 16:06

Immagine

Ca' del Baio - Valentine 2021
Chaardonnay delle Langhe (Treiso) borgogneggiante, ancora giovane (un po' di legno presente), ma già profondo, profondissimo. Non ho chissà quale esperienza di (grandi) bianchi di Borgogna, quindi non saprei collocarlo una scala qualitativa proiettata in quel territorio, ma devo dire che sa regalare emozioni. Al naso il frutto è abbastanza in retroguardia, laddove invece dominano note burrose leggermente agrumate, noce moscata, pietra focaia, pepe bianco. In bocca è più verticale di quanto facesse sospettare il naso, invitando verso una pericolosa beva. E il tempo trascorso nel calice gli dona nuove e diverse dimensioni. Davvero piaciuto.

Chateau Musar - Chateau Musar bianco 2017
Un altro infante, ma capace di regalare emozioni. Il colore è più carico dello chardonnay precedente, se per il Valentine s'invoca la Borgogna, per questo si va in zona Bordeaux. Aromi qui di frutta secca, arachide, fichi con miele. In bocca denso ma comunque snello. Tra naso e bocca risalta la complessità su una cornice alcolica di soli 11,5°!

Inama - Oratorio di San Lorenzo 2018
Anche per questo, vanno invocate le scuole primarie se non quelle dell'infanzia. Una delle migliori espressioni di Carmenere, ancora "disturbate" dal legno ma comunque capace di mostrarsi elegante e materico. Al naso balla tra il varietale (i suoi richiami "verdi", tra peperone e note erbacee) e note dolci da botte. Il frutto è ben presente, nella sua declinazione tra ribes e ciliegia. Grandissima persistenza.
ferrari federico
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda ferrari federico » 07 dic 2024 18:54

A.A. Pinot nero Riserva Puntay 2021
Erste & Neue

Era perfetto con la buonissima tartare di capriolo marinata con salsa alla senape e valeriana mangiata ieri sera a cena.
Pinot giovane, tutto sul frutto, dotato di buona finezza e di ottime consistenza e persistenza. Bel rubino limpido e lucente il colore.
Piccoli frutti rossi e violetta al profumo.
Corpo medio-leggero ma con una buona materia e dotato di carattere. Molto gradevole.
90/100
slowshow10
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda slowshow10 » 07 dic 2024 20:05

Wineduck ha scritto:
slowshow10 ha scritto:Serata introduzione, (de)gustazione e approfondimento su Bruno Clavelier con una parte della compagnia di Lucca.
Questi i vini in degustazione:

- Bourgogne Les Champs d'argent 2019
- Vosne Romanée 1er Cru Aux Brûlées 2012
- Vosne Romanée 1er Cru Les Beaux Monts 2013
- Chambolle Musigny 1er Cru La Combe d'Orveaux 2013

Il Bourgogne è un vino che fa il suo lavoro: non un mostro in complessità, ma non è quello che li si chiede, bensì bella freschezza in bocca e al naso una leggera volatile che sostiene e rende il frutto più interessante. Ritorna, in bocca, quella mineralità che ci accompagnerà come un fil rouge per tutta la serata.

Aux Brûlées e Les Beaux Monts per certi versi si assomigliano ma il secondo stacca nettamente il primo per profondità e nitidezza di gusto e sensazioni. Punto in comune è la spezia di Vosne che risalta in tutti e due i vini, ma mentre nel Aux Brûlées la nota della tostatura è più accentuata e il frutto è più abbrustolito, nel Les Beaux Monts la spezia accudisce e culla gli altri sentori elevandoli e rendendoli partecipi di quello che è un grande vino adesso e nel divenire. Bocca coerente col naso a livello di sentori speziati, quella del Brûlées è meno consequenziale perché risulta più fresca di quello che le note vagamente vespertine del naso lasciano intravedere. Più lungo ed eccitante l'allungo speziato e fruttato del Beaux Monts, sicuramente l'annata più fresca può aver aiutato ma ad ora il vino è come una donna voluttuosa che ti vuole a tutti i costi e non fa niente per nasconderlo.

Con la combe d'orveaux ci spostiamo di comune, di terreno, di sensazioni e di emozioni. Una vigna magnifica, confinante con il Grand Cru di Musigny (chissà se un giorno ne farò parte).
La musica cambia: la potenza e la spezia di Vosne si sostituiscono con la sinuosità e l'eleganza del frutto. Un tripudio di fragoline di bosco e arancia sanguinella accompagnano una nota mentolata di langhiana memoria. In bocca il tannino vince il premio Nobel per la pace. Vino fulgente che conferma le potenzialità di questa vigna e di questo produttore.


Bellissime note, bravo!
Se invece che vini di Borgogna fossero stati vini del Rodano sarebbe stato un piacere "assaporarli con l'immaginazione" tramite le tue parole... :wink:


Per il Rodano attendo una delle tue serate. Sentiamoci presto :D
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda gianni femminella » 07 dic 2024 21:23

Dettori bianco 2021

Dettori è una delle mie passioni. Non che ne abbia bevute tante bottiglie ( sarò poco oltre quota 25 ), perché nel bene e nel male ho troppe curiosità per riuscire a seguire qualsiasi vino e manca il tempo per approfondire come vorrei, diciamo che in po' di storico ce l'ho.
È più secco di come lo ricordassi. Più asciutto rispetto allo stile aperto dei rossi di Dettori. Quando trovo questo carattere asciutto, un po' tannico, la mente va a certo trebbiano di Abruzzo, e se qualcuno li conosce probabilmente sa cosa intendo. Non è certo un macerato, ma ha un filo tannico nell'impatto, che si completa e armonizza con la parte glicerica, e dona una bella gradevolezza. Non è invadente come ci si potrebbe aspettare da un vino di quelle zone che titola 15,5 gradi, qui completamente assorbiti da tessitura e struttura. Nonostante in etichetta sia dichiarato che i vini che producono "sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano", non c'è nessun accenno di difetti da "non interventismo". È pulito e non ha sbavature. È buono, tanto buono, mi inchino.

P.s. So che svariati forumisti non condividono la mia passione, i gusti personali per un prodotto di questo genere sono determinanti.
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
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L_Andrea
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda L_Andrea » 07 dic 2024 22:03

Seehof Riesling Kabinett Morstein 2023
Bravo il cognato di Keller. Tanti buono che non capisco perché non lo facciano solo in formato Magnum.
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MrLuDac
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda MrLuDac » 08 dic 2024 01:12

https://tinypic.host/image/Vini.2XILN6

Pranzo natalizio in anticipo, il Giulio Ferrari 2006 è apparso buono, ma leggermente stanco in batteria, o forse è stato il Valentino 2008 che ha mostrato i muscoli e dato prova di stoffa ammirevole. Bolla spesso sottovalutata ma che delude raramente.
Grignolino di Accornero buono, ma leggermente carico e faticoso mentre l'Osso San Grato 2015 in magnum ha giganteggiato, naso da applausi fra viola, frutti scuri e leggera liquirizia, al sorso tannino setoso ma vivace, lunghezza ed ampiezza fantastiche.
Nebbiolino
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Nebbiolino » 08 dic 2024 18:38

gianni femminella ha scritto:Dettori bianco 2021

Dettori è una delle mie passioni. Non che ne abbia bevute tante bottiglie ( sarò poco oltre quota 25 ), perché nel bene e nel male ho troppe curiosità per riuscire a seguire qualsiasi vino e manca il tempo per approfondire come vorrei, diciamo che in po' di storico ce l'ho.
È più secco di come lo ricordassi. Più asciutto rispetto allo stile aperto dei rossi di Dettori. Quando trovo questo carattere asciutto, un po' tannico, la mente va a certo trebbiano di Abruzzo, e se qualcuno li conosce probabilmente sa cosa intendo. Non è certo un macerato, ma ha un filo tannico nell'impatto, che si completa e armonizza con la parte glicerica, e dona una bella gradevolezza. Non è invadente come ci si potrebbe aspettare da un vino di quelle zone che titola 15,5 gradi, qui completamente assorbiti da tessitura e struttura. Nonostante in etichetta sia dichiarato che i vini che producono "sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano", non c'è nessun accenno di difetti da "non interventismo". È pulito e non ha sbavature. È buono, tanto buono, mi inchino.

P.s. So che svariati forumisti non condividono la mia passione, i gusti personali per un prodotto di questo genere sono determinanti.


Ogni volta che vi leggo su Dettori (tu e Ludi in particolare), mi viene immancabilmente voglia di riprovare questi vini.
Che poi trovo sempre nello stesso modo: buoni e intriganti, ma sempre troppo alcolici. Alla fine apprezzo sempre di più il renosu, sia rosso che bianco, per una semplicità di beva.
Sicuramente conta il fisico che non regge più come una volta.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda alì65 » 08 dic 2024 18:56

Nebbiolino ha scritto:
gianni femminella ha scritto:Dettori bianco 2021

Dettori è una delle mie passioni. Non che ne abbia bevute tante bottiglie ( sarò poco oltre quota 25 ), perché nel bene e nel male ho troppe curiosità per riuscire a seguire qualsiasi vino e manca il tempo per approfondire come vorrei, diciamo che in po' di storico ce l'ho.
È più secco di come lo ricordassi. Più asciutto rispetto allo stile aperto dei rossi di Dettori. Quando trovo questo carattere asciutto, un po' tannico, la mente va a certo trebbiano di Abruzzo, e se qualcuno li conosce probabilmente sa cosa intendo. Non è certo un macerato, ma ha un filo tannico nell'impatto, che si completa e armonizza con la parte glicerica, e dona una bella gradevolezza. Non è invadente come ci si potrebbe aspettare da un vino di quelle zone che titola 15,5 gradi, qui completamente assorbiti da tessitura e struttura. Nonostante in etichetta sia dichiarato che i vini che producono "sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano", non c'è nessun accenno di difetti da "non interventismo". È pulito e non ha sbavature. È buono, tanto buono, mi inchino.

P.s. So che svariati forumisti non condividono la mia passione, i gusti personali per un prodotto di questo genere sono determinanti.


Ogni volta che vi leggo su Dettori (tu e Ludi in particolare), mi viene immancabilmente voglia di riprovare questi vini.
Che poi trovo sempre nello stesso modo: buoni e intriganti, ma sempre troppo alcolici. Alla fine apprezzo sempre di più il renosu, sia rosso che bianco, per una semplicità di beva.
Sicuramente conta il fisico che non regge più come una volta.


invence a me vengono i brividi lungo la schiena; spero sia migliorato negli anni, ma tanto....
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Nexus1990 » 08 dic 2024 18:58

slowshow10 ha scritto:Serata introduzione, (de)gustazione e approfondimento su Bruno Clavelier con una parte della compagnia di Lucca.
Questi i vini in degustazione:

- Bourgogne Les Champs d'argent 2019
- Vosne Romanée 1er Cru Aux Brûlées 2012
- Vosne Romanée 1er Cru Les Beaux Monts 2013
- Chambolle Musigny 1er Cru La Combe d'Orveaux 2013

Il Bourgogne è un vino che fa il suo lavoro: non un mostro in complessità, ma non è quello che li si chiede, bensì bella freschezza in bocca e al naso una leggera volatile che sostiene e rende il frutto più interessante. Ritorna, in bocca, quella mineralità che ci accompagnerà come un fil rouge per tutta la serata.

Aux Brûlées e Les Beaux Monts per certi versi si assomigliano ma il secondo stacca nettamente il primo per profondità e nitidezza di gusto e sensazioni. Punto in comune è la spezia di Vosne che risalta in tutti e due i vini, ma mentre nel Aux Brûlées la nota della tostatura è più accentuata e il frutto è più abbrustolito, nel Les Beaux Monts la spezia accudisce e culla gli altri sentori elevandoli e rendendoli partecipi di quello che è un grande vino adesso e nel divenire. Bocca coerente col naso a livello di sentori speziati, quella del Brûlées è meno consequenziale perché risulta più fresca di quello che le note vagamente vespertine del naso lasciano intravedere. Più lungo ed eccitante l'allungo speziato e fruttato del Beaux Monts, sicuramente l'annata più fresca può aver aiutato ma ad ora il vino è come una donna voluttuosa che ti vuole a tutti i costi e non fa niente per nasconderlo.

Con la combe d'orveaux ci spostiamo di comune, di terreno, di sensazioni e di emozioni. Una vigna magnifica, confinante con il Grand Cru di Musigny (chissà se un giorno ne farò parte).
La musica cambia: la potenza e la spezia di Vosne si sostituiscono con la sinuosità e l'eleganza del frutto. Un tripudio di fragoline di bosco e arancia sanguinella accompagnano una nota mentolata di langhiana memoria. In bocca il tannino vince il premio Nobel per la pace. Vino fulgente che conferma le potenzialità di questa vigna e di questo produttore.

Complimenti per le bellissime note, che rendono in maniera vivida le sensazioni che ti hanno regalato questi bellissimi vini
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Ludi » 09 dic 2024 08:41

gianni femminella ha scritto:Dettori bianco 2021

Dettori è una delle mie passioni. Non che ne abbia bevute tante bottiglie ( sarò poco oltre quota 25 ), perché nel bene e nel male ho troppe curiosità per riuscire a seguire qualsiasi vino e manca il tempo per approfondire come vorrei, diciamo che in po' di storico ce l'ho.
È più secco di come lo ricordassi. Più asciutto rispetto allo stile aperto dei rossi di Dettori. Quando trovo questo carattere asciutto, un po' tannico, la mente va a certo trebbiano di Abruzzo, e se qualcuno li conosce probabilmente sa cosa intendo. Non è certo un macerato, ma ha un filo tannico nell'impatto, che si completa e armonizza con la parte glicerica, e dona una bella gradevolezza. Non è invadente come ci si potrebbe aspettare da un vino di quelle zone che titola 15,5 gradi, qui completamente assorbiti da tessitura e struttura. Nonostante in etichetta sia dichiarato che i vini che producono "sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano", non c'è nessun accenno di difetti da "non interventismo". È pulito e non ha sbavature. È buono, tanto buono, mi inchino.

P.s. So che svariati forumisti non condividono la mia passione, i gusti personali per un prodotto di questo genere sono determinanti.


mi ritrovo moltissimo nelle tue note! Comunque, in realtà, il Dettori Bianco fa macerazione (quanto dipende dall'annata). Ultimamente, tutti i vini di Alessandro stanno andando verso una maggior pulizia e precisione, pur non essendo mutato il protocollo assolutamente "naturalista".
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Ludi » 09 dic 2024 08:43

Nebbiolino ha scritto:
Ogni volta che vi leggo su Dettori (tu e Ludi in particolare), mi viene immancabilmente voglia di riprovare questi vini.
Che poi trovo sempre nello stesso modo: buoni e intriganti, ma sempre troppo alcolici. Alla fine apprezzo sempre di più il renosu, sia rosso che bianco, per una semplicità di beva.
Sicuramente conta il fisico che non regge più come una volta.


dovresti provare il 18 Settembre, il vino che Alessandro ha fatto per la prima volta la scorsa annata da vigne più giovani, in onore del padre (che era nato il 18 Settembre). Si colloca un po' a metà strada tra il Bianco e il Renosu.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda slowshow10 » 09 dic 2024 10:33

Nexus1990 ha scritto:
slowshow10 ha scritto:Serata introduzione, (de)gustazione e approfondimento su Bruno Clavelier con una parte della compagnia di Lucca.
Questi i vini in degustazione:

- Bourgogne Les Champs d'argent 2019
- Vosne Romanée 1er Cru Aux Brûlées 2012
- Vosne Romanée 1er Cru Les Beaux Monts 2013
- Chambolle Musigny 1er Cru La Combe d'Orveaux 2013

Il Bourgogne è un vino che fa il suo lavoro: non un mostro in complessità, ma non è quello che li si chiede, bensì bella freschezza in bocca e al naso una leggera volatile che sostiene e rende il frutto più interessante. Ritorna, in bocca, quella mineralità che ci accompagnerà come un fil rouge per tutta la serata.

Aux Brûlées e Les Beaux Monts per certi versi si assomigliano ma il secondo stacca nettamente il primo per profondità e nitidezza di gusto e sensazioni. Punto in comune è la spezia di Vosne che risalta in tutti e due i vini, ma mentre nel Aux Brûlées la nota della tostatura è più accentuata e il frutto è più abbrustolito, nel Les Beaux Monts la spezia accudisce e culla gli altri sentori elevandoli e rendendoli partecipi di quello che è un grande vino adesso e nel divenire. Bocca coerente col naso a livello di sentori speziati, quella del Brûlées è meno consequenziale perché risulta più fresca di quello che le note vagamente vespertine del naso lasciano intravedere. Più lungo ed eccitante l'allungo speziato e fruttato del Beaux Monts, sicuramente l'annata più fresca può aver aiutato ma ad ora il vino è come una donna voluttuosa che ti vuole a tutti i costi e non fa niente per nasconderlo.

Con la combe d'orveaux ci spostiamo di comune, di terreno, di sensazioni e di emozioni. Una vigna magnifica, confinante con il Grand Cru di Musigny (chissà se un giorno ne farò parte).
La musica cambia: la potenza e la spezia di Vosne si sostituiscono con la sinuosità e l'eleganza del frutto. Un tripudio di fragoline di bosco e arancia sanguinella accompagnano una nota mentolata di langhiana memoria. In bocca il tannino vince il premio Nobel per la pace. Vino fulgente che conferma le potenzialità di questa vigna e di questo produttore.

Complimenti per le bellissime note, che rendono in maniera vivida le sensazioni che ti hanno regalato questi bellissimi vini


Grazie mille, gentilissimo.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Ludi » 10 dic 2024 10:15

Buvoli Dodici (sb. 2023): chi mi conosce sa che non ho molta considerazione per i MC italiani, ma stavolta mi sono dovuto clamorosamente ricredere. L'ho trovato semplicemente buonissimo, dichiaratamente selossiano nei richiami ossidativi, ammaliante nei richiami di mela cotogna, ricco, cremoso, avvolgente in bocca e per di più (deciso plus) con una invidiabile spinta acida. Nella differenza di stile, mi è piaciuto molto di più del GF, e costa meno della metà.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda l'oste » 10 dic 2024 17:47

slowshow10 ha scritto:In bocca il tannino vince il premio Nobel per la pace.

Secondo me hai scritto la metafora enologica dell'anno su questo forum.
Standing ovation.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda ferrari federico » 10 dic 2024 22:29

l'oste ha scritto:
slowshow10 ha scritto:In bocca il tannino vince il premio Nobel per la pace.

Secondo me hai scritto la metafora enologica dell'anno su questo forum.
Standing ovation.



:lol:
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Kalosartipos » 11 dic 2024 07:42

Ludi ha scritto:Buvoli Dodici (sb. 2023)

L'ho bevuto una volta sola, l'anno scorso ed era talmente "ossidativo" che sono riuscito ad abbinarlo esclusivamente al lavandino... :roll:
De gustibus.
"La vita è breve e bisogna che uno se la beva tutta".
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Ludi » 11 dic 2024 11:11

Kalosartipos ha scritto:
Ludi ha scritto:Buvoli Dodici (sb. 2023)

L'ho bevuto una volta sola, l'anno scorso ed era talmente "ossidativo" che sono riuscito ad abbinarlo esclusivamente al lavandino... :roll:
De gustibus.


debbo dire che a me lo stile, in generale, piace molto...non a caso ho citato Selosse (si parva licet componere magnis, ovviamente)
Beppekk
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Beppekk » 11 dic 2024 22:11

Lungarotti San Giorgio 2000

Ancora in ottimo stato, frutta scura mista a note catramose e fumo, cuoio, liquirizia. tannino abbastanza presente ma carezzevole. Bottiglia piaciuta e con un ottima evoluzione.
Chiavennasco cresciuto nella Chiavennasca!
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda lucastoner » 12 dic 2024 09:01

Kalosartipos ha scritto:
Ludi ha scritto:Buvoli Dodici (sb. 2023)

L'ho bevuto una volta sola, l'anno scorso ed era talmente "ossidativo" che sono riuscito ad abbinarlo esclusivamente al lavandino... :roll:
De gustibus.

L'avevo portato in una "nostra" tappa a Chioggia.
Effettivamente lo ricordo pesante , sgraziato e di difficile beva. Quel giorno prese nettamente paga da "Sogno" di Ca' del Vent
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arnaldo
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda arnaldo » 12 dic 2024 17:20

Ludi ha scritto:
debbo dire che a me lo stile, in generale, piace molto...non a caso ho citato Selosse (si parva licet componere magnis, ovviamente)


Ciao Giuliano. assaggiato piu' volte la gamma. fino ai primi numeri ( amemoria....3, 6, 7 se non mi sbaglio..) tutto bene. Poi ad un certo punto, credo col Dodici la tendenza all'ovetto sbattuto con note di mela cotta rendevano la beva difficoltosa. per non parlare dell Extreme o come si chiama. Se ti piace il simil Selosse secondo me NICOLA GATTA gli sta 3 spanne sopra. a mio modestissimo parere. Ad es. Il suo Rose' nature......
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda zampaflex » 12 dic 2024 17:28

arnaldo ha scritto:
Ludi ha scritto:
debbo dire che a me lo stile, in generale, piace molto...non a caso ho citato Selosse (si parva licet componere magnis, ovviamente)


Ciao Giuliano. assaggiato piu' volte la gamma. fino ai primi numeri ( amemoria....3, 6, 7 se non mi sbaglio..) tutto bene. Poi ad un certo punto, credo col Dodici la tendenza all'ovetto sbattuto con note di mela cotta rendevano la beva difficoltosa. per non parlare dell Extreme o come si chiama. Se ti piace il simil Selosse secondo me NICOLA GATTA gli sta 3 spanne sopra. a mio modestissimo parere. Ad es. Il suo Rose' nature......


A me sei anni fa, nel corso di una sua orizzontale, erano piaciuti il Grande Quattro (basi però molto anziane), il Sette e l'Otto. Oltre, all'epoca non aveva niente o non li aveva portati.
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