Inizio io dai… Ieri a pranzo piccola panoramica sul Rodano Nord
Tenimenti D’Alessandro ‘Migliara’ 2016 Vs Domaine du Colombier Crozes-Hermitage ‘Cuvèe Gaby’ 2015D’Alessandro un po’ segnato dall’affinamento, con note balsamico/resinose e di cenere/legno bruciato/camino spento. In bocca non ha neanche una cattiva dinamica, ma resta un po’ ingessato. 15,75
Il Crozes-Hermitage invece è un piccolo gioiellino: naso relativamente semplice, con frutto scuro e una nota mentolata, in bocca però ha agilità e allungo, bellissima mineralità. Considerando che l’ho pagato 25€ davvero un gran bevuta. 16,75
Gonon Saint-Joseph 2014 Vs J.L. Chave Saint-Joseph 2014Gonon parte freddino, con delle note verdi non esaltanti (la mosca Suzuki non lo ha risparmiato evidentemente). Con il tempo però pur conservando la sua dimensione prevalentemente verticale si scalda, esce la salamoia e perfino la marasca che regala una punta di dolcezza, la parte sanguigna rimonta su quella verde lasciandola sullo sfondo. 16,75
Chave tutt’altro registro, molto più completo già dal naso in cui insieme al frutto croccante fa capolino una nota selvatica, carnosa, molto interessante. In bocca si sente che c’è un grande manico per la precisione cartesiana, anche avvolgente nelle note speziate, soffre proprio un filo di diluizione, ma evidentemente questa annata ha fatto pochi prigionieri. Molto curioso di risentirlo in ottima annata 17,25
Rostaing Côte-Rôtie Côte-Blonde 2007 Vs Jamet Côte-Rôtie 2007Con Rostaing abbiamo l’unica, parziale delusione di giornata. Intendiamoci è un bel vino, sensuale e raffinato nelle sue note speziate e floreali, goloso e di bella beva, ma forse perfino troppo delicato, manca qualcosa in termini di grip e tensione, un po’ di “cazzimma” diremmo a Napoli. Averlo bevuto accanto al prossimo vino che descriverò non ha fatto altro che acuire questa mancanza… 17,25
Jamet un vino mostruoso, di forza e lunghezza impressionanti: profilo olfattivo piuttosto scuro di oliva nera, spezie e frutti pure neri, un po’ minaccioso nel complesso ma ravvivato dalla mineralità, che quando la sento al naso è sempre un buonissimo segno. In bocca è tiratissimo, c’è la carne affumicata e le erbe aromatiche, ha una energia indomabile, la materia sembra aumentare di volume, come se si moltiplicasse, lunga scia minerale. Volendo trovare un difetto (ma forse è una sua caratteristica, più che una vera mancanza) a questa eccezionale bottiglia, complessità e ampiezza non sono sbalorditive quanto la sua personalità, ma bisogna anche dire che questo vino è in ancora in forte ascesa, e tra 4/5 anni tirerà sicuramente fuori qualcosa d’altro. 18,25
Chapoutier Ermitage ‘Le Meal’ 2007 Vs Peyre Rose Coteaux du Languedoc ‘Clos des Cistes’ 2007Chapoutier un vino aristocratico, che pur portando in dote una struttura imponente si muove sul filo dell’eleganza e della dolcezza di spezie e frutto, è goloso e seducente, complesso. La trama è di grande qualità, velluto senza impunture, con bei tannini cremosi. Vino di classe 17,75
Peyre Rose è un vino fatto da una delle grandi “Donne del Vino” francesi, ciononostante (o forse proprio per questo
) è il vino più maschile della serata: pepe nero e goudron, mora, una parte terrosa, sorso che coniuga ampiezza e lunghezza, con bella sapidità nel finale a scongiurare l’effetto “bomba”. Tannino fittissimo e saporito, che lascia ancora qualche graffio. Al netto del suo essere (vagamente) dimostrativo la materia è di grandissima qualità, come dimostra anche la gioventù di questa bottiglia, senz’altro la più prospettica della serata insieme al Côte-Rôtie di Jamet. 17,5