Ieri discreta bordolata a casa mia con alcuni cari amici enomaniaci (tra cui il Principe di Calabria). Menù autunnale:
Insalata di ovuli e porcini con rucola e scaglie di parmigiano, affumicati delle Isole Lofoten (baccalà con qualche lamella di ovuli e salmone taglio sashimi, questo ‘al naturale’). A seguire risotto con porcini, ovuli e Castelmagno, infine Filetto di maiale con contorno di finferli allo zafferano.
Domaine de Chevalier Pessac Leognan Blanc 2004Vino potente, non opulento (se non un po’ al naso, in cui si sente il semillon come suggeriscono alcuni alti palati, per la verità bassi e pelati), ancora giovane, un bel centro bocca pieno e una lunga scia sapida/iodata nel finale. Mi aspettavo un vino forse un po’ più complesso/emozionante, comunque buono. 16,5
Vino da Tavola Montevetrano 1995Al netto di una nota un po brodosa al naso è in gran forma: amarena/visciola, la nota pirazinica più netta della serata, precisa e rinfrescante, sorso pieno e vellutato, senza impunture. Proprio un bel vino 16,5
Saint Emilion Troplong Mondot 1995Bottiglia da far assaggiare a chi ha pregiudizi sul Merlot (me compreso) dettati dalle mostruosità che con quest’uva vengono spesso prodotte alle nostre latitudini: al tavolo, servito alla cieca, qualcuno ha azzardato perfino Cabernet Franc in prevalenza, e ad onor del vero in quest’annata pare ci sia il 15% di Cabernet Franc e ‘solo’ il 70% di Merlot. Lo Chateau firma, in questa annata, un vino di austerità e rigore notevoli, giocato sullo stretto, tutto lunghezza e drittezza, sembra avere 15 anni in meno, freschissimo. Fascinoso nella sua ostilità, ma mancano proprio un po’ di calore e di centro bocca per fare l’ultimo step, quello che porta da “molto buono” a “grande”. 17
Saint-Julien Ducru Beaucaillou 1999Qui il registro è diverso, bottiglia che ha un po’ diviso il tavolo ma a me è piaciuto molto: un vino certamente scuro ma senza alcuna traccia di maturità o men che meno mollezza, austero ma ben più concessivo del precedente, dominato da una parte fumé imperiosa, a tratti appassionante. In bocca c’è anche un tocco balsamico e in retrolfattiva sorprende un ricordo di erbe aromatiche (forse rosmarino) 17,5
Saint Estephe Cos d’Estournel 2001Giovanissimo, combattuto tra un naso apertissimo, floreale, dolce, luminoso e una bocca più dura/contrastata, con un tannino fitto fitto, di bella finezza ma ancora appuntito, una nota verde/amara che rinfresca e conferisce profondità, un bell’agrume chiaro (arancia navel

) e un finale molto lungo dove torna il floreale e fa capolino la spezia dolce. Unico vino della serata che brilla di luce chiara, un grande vino che migliorerà senz’altro per i prossimi 5/10 anni. 18
Pessac Leognan La Mission Haut Brion 1995Dopo la breve parentesi nel prato fiorito con Cos d’Estournel cala di nuovo la notte e il panorama si fa decisamente silvano. Parte male, polveroso e con una nota lattica. Mi spavento un po’, ma qualcuno che ha più esperienza di me suggerisce di attendere, che uscirà fuori dal guscio. Effettivamente è così, esce fuori un vino di complessità impressionante, speziatissimo, con un gran numero di suggestioni. Intensità del sorso rimarchevole, pieno, compatto, con tannini ancora belli vivi che intessono una trama a maglie strettissime ma finemente rifinite. Uno di quei vini in cui la differenza la fa la “sève”, la consistenza tanto cara agli amici francesi. Nobile nella sua raffinatezza un po’ scontrosa, altra grande bottiglia. 18
Vino da Tavola La Ricolma 1995Unico vino troppo evoluto della serata, in particolare al naso, davvero un po’ cotto. Si riscatta parzialmente con una bocca sanguigna, oserei dire chiantigiana, che ci suggerisce che forse 5 o 6 anni fa era un bellissimo vino
Poi fuori programma abbiamo stappato
Margaux Chateau Bel-Air Marquis d’Aligre 1995Un vino di 30 anni che sembra averne 10, più semplice dei precedenti ma goloso e di gran beva, pure questo discretamente chiaro, molto piacevole
Chateau Musar 1999Al naso decisamente marcato da una nota di sudore abbastanza inquietante, si riscatta alla grande con una bocca di vitalità e succosità irreali, tutta frutto e agrume e dalla beva trascinante. Integrità incredibile. Luci ed ombre dei cosiddetti vini naturali, comunque la sorpresa della serata
Sauternes Chateau Rieussec 1999Non ho grande feeling con i vini dolci, questo è sicuramente buono e molto complesso, denso e persistente, per me che amo i dolci di Loira a base che in avrei gradito un po’ di acidità in più. Ormai eravamo in piena caciara quindi non saprei argomentare oltre