Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane Polifemo 2013 - Terraviva. Colore intenso e compatto, leggerissimo tca al sughero, nel bicchiere sembra inizialmente resistere, c'è una bella marasca, qualche nota mentolata, poi cioccolato al latte, sorso di buona concentrazione e freschezza, ma pian piano il tappino si fa tappone e sovrasta tutto... peccato, perché l'inizio sembrava promettente. Contattata l'azienda sembra la sostituiscano, vi aggiornerò quindi...
Trebbiano d'Abruzzo S. Maria dell'Arco 2015 - Faraone. Colore dorato carico, parte tutto su cereali e fieno, con qualche tono ossidativo al sorso, ma paradossalmente l'aria sembra fargli comunque bene e col tempo esce una bella scorza d'arancia e té nero, ed anche il sorso si mette a posto, di bella tensione.
le due bottiglie qui sopra sono stati souvenir estivi abruzzesi:
da Faraone mi imbuco in un gruppetto in degustazione, il trebbiano le vigne 2023 è facile, fresco e teso, lo riassaggerei tra qualche anno per vedere se acquisisce articolazione. Lo stesso nella selezione santa Maria dell'Arco 2021 guadagna corpo ed allungo, sempre fresco, al naso alla susina si aggiunge un tocco di cereale, convincente e promettente. Gli assaggi sono condotti dal giovane e competente produttore, che in poche efficaci parole farà anche un doveroso ripasso di legislazione ed ampelografia: sapevate che il trebbiano d'Abruzzo può essere fatto al 100% con il bombino bianco? io no, il taglio con un qualche trebbiano non è più necessario. E ricordate che Pagadebit, Passerina e bombino bianco sono lo stesso vitigno, che praticamente attraversa tutto lo stivale? A forza di parcelle di Borgogna e cloni di nebbiolo, è nozione finita decisamente nel dimenticatoio per me... Queste premesse sono necessarie in quanto qui si è scelto di fare i trebbiano solo con la Passerina (che è quindi vino ossimoro...), ritenuta la più performante nei vigneti aziendali, posti a pochi chilometri dal mare, in una valletta il cui fondovalle riesce a mantenere un microclima abbastanza fresco. Le selezioni Santa Maria dell'Arco rimandano ad una cappella vicina ai vigneti storici che il padre aveva invece in affitto in una frazione del paese.
Il metodo classico, sempre da passerina e prodotto storico aziendale è interessante, ma nulla più, come il Pecorino 2023, vitigno con cui ho poco feeling, ben fatto qui comunque.
Piaciuto invece il Cerasuolo 2023, che il produttore definisce come "fatto all'antica", ovvero distante dai moderni rosatini alla provenzale, perché una volta questo era "il vino rosso da bere d'estate", meglio fresco e non freddo. Aggiunge anche di provarlo in inverno quasi a temperatura ambiente: "un pinot noir". A parte la sparata (comunque effettuerò test empirico, si sa mai...) direi che mi è piaciuto, è sicuramente "rosatone" ma mantiene buona freschezza, ed il grip è assicurato anche dal cenno di tannino. Necessita di aria (non pulitissimo appena versato) ed anche di tempo, viene prodotto dal salasso del Montepulciano Le Vigne. Quest'ultimo nell'annata 2019 è intenso nel colore e nella frutta scura, anche al sorso, che manca un poco di dinamicità. Ultimo assaggio il Montepulciano Santa Maria dell'Arco 2017, che cresce in concentrazione ed intensità, ma forse l'annata calda si è fatta sentire. Ero venuto per ottimi ricordi di vecchie annate di quest'ultimo vino, ne esco entusiasta di bianchi e rosé...
Sempre nel teramano, sulle colline appena alle spalle di Tortoreto Lido c'è invece Terraviva, il cui slogan "vini vista mare" dice già parecchio, visto che i vigneti posti in un anfiteatro attorno alla cantina la brezza marina la sentono sicuramente...
Arrivo mentre si sta vendemmiando una parte del Trebbiano (che qui è invece clone abruzzese) ma c'è comunque tempo per quattro assaggi. Si parte da un davvero ottimo Pecorino 2022, agrumato, rotondo ma di buona sapidità. Salinità che torna anche nel trebbiano Mario's 49 2021, dove il numero cambia ogni anno in quanto è l'età della vigna, bianco di struttura e buona prospettiva, iodato, ma da bottiglia aperta da qualche giorno, mi riservo di riassaggiarlo con più calma. Il Cerasuolo viene qui prodotto da vendemmia precoce, resta comunque lontano dall'esile buccia di cipolla, guadagnando però in freschezza ed equilibrio, con qualche nota ferrosa a chiudere, 2023. Si chiude con Luì 2020, da vecchie vigne e botti grandi, intenso ma elegante, col leggero garofano oltre ai frutti, al sorso buona freschezza ed ancora sapidità, che la produttrice dice essere ovviamente nota peculiare dei suoi vini e donata dai terreni.
Segnalo che entrambe le aziende vendono diverse vecchie annate dei loro vini, plus mica male.
Nota a parte per la tappa spezza-viaggio sulle colline di Pesaro. La MilanoBeVe del forum (o per lo meno una sua parte) sponsorizza oltre a Terraviva anche Fattorie Mancini, che propone l'aperitivo vista mare al tramonto. Da gran modaiolo potevo esimermi? posto davvero fantastico, cercatevi qualche foto fatta meglio delle mie... Organizzati per grandi numeri, direi che in infrasettimanale si sta bene. Ah, e il vino? Un pinot nero, vinificato in bianco, maturato su assolate colline vista mare e vinificato pure in legno... sulla carta un horror-wine che terrorizzerebbe almeno il 101% dei frequentatori di questo forum, nel bicchiere invece il vino si fa piacere, un agrumato gatorade salino, cristallino e senza sbavature. Certo, il contesto inciderà sicuramente, ma dategli pure una chance, se vi capita... Impero 2022.