Puntuale come le tasse...
PARTE 1
IRPINIA
COLLI DI LAPIO
Fiano di Avellino 2023
Giovanissimo e poco leggibile, ancora imballato.
I FAVATI
Fiano di Avellino Pietramara 2022
Sottilmente equilibrato fra parte fruttata e un finale decisamente piccante
Greco di Tufo Terrantica 2022
Sospeso fra la terra e il mare. Tanto sale, fibroso quasi masticabile, nespole mature, curry, nel finale la parte iodata prende il sopravvento.
TENUTA MADRE
Fiano di Avellino i sognatori 2022
Largo ma non grasso, tanta frutta bianca matura, una parte della massa fermenta in barriques ma l’apporto non stravolge un disegno equilibrato.
Taurasi vigna Carrani 2020
Pettinato con la riga di lato, manca la spinta del tannino.
VILLA RAIANO
Fiano di Avellino Alimata 2022
Da vigna di Montefredane, si conferma il fiano più efficace della gamma di questa importante cantina. Sviluppo verticale, pesca matura, fiori gialli e tanto sale sul finale.
Greco di Tufo ponte dei santi 2022
Naso vegetal-verdino, bocca molto più performante, zenzero, arancia dolce, cedrina. Buono ma manca la feroce acidità grechesca.
Campi taurasini costa baiano 2020
Al naso piuttosto muto, in bocca dopo un iniziale stallo esce fuori un bel agrume rosso, acido, salino e sanguigno.
CANTINA DEL BARONE
Particella 928 2022
Il fiano di Luigi Sarno ha traiettorie peculiari che a seconda dell’annata portano a diverse mete. In questa versione vive uno strano equilibrio fra una parte spiccatamente glicerico-mielosa, con propoli e glicine in evidenza, e un finale iodato e speziato. Orientaleggiante.
PIETRACUPA
Fiano 2022
Dopo qualche battuta a vuoto riecco una bella versione di un vino che è sempre stato ai vertici della denominazione (anche se è qualche anno che sta fuori dalla doc). Come di consueto, soprattutto in questa fase embrionale è la parte iodata e rocciosa che spicca nel bicchiere, anche se non mancano interessanti spunti più fibrosi e quasi cerealicoli.
Greco 2022
Manca qualcosa. Questo bicchiere lascia una sensazione indefinita, curiosa la nota di miele di acacia al naso, in bocca è scorrevole e piacevole ma manca di cattiveria, la parte agrumata che ci si aspetterebbe non arriva.
Taurasi 2018
Ad un naso anarchico fa da contraltare una bocca socialdemocratica svedese.
DE VITO LAURA
Fiano di Avellino elle 2021
Vigne di Lapio, al naso parte con spiccate note fumè che in bocca vengono parzialmente addomesticate da una trama ben ordita, frutta bianca matura, melone giallo, lime.
TORRICINO
Fiano di Avellino serrapiano 2021
Crema di limone, salvia e un bel finale iodato.
Greco di Tufo raone 2022
Bello il naso di mela verde e litchi, buona la bocca con una bella parte agrumata e balsamica, e una decisa carica acida sul finale.
TENUTA DEL MERIGGIO
Fiano di Avellino 2015
Campione volutamente presentato con qualche anno sulle spalle (era presente anche l’annata corrente), molto caratterizzato da una nota sulfurea cupa che ne rende il sorso faticoso.
Taurasi 2018
Tutto di troppo dal tannino alla limonosa acidità.
Taurasi riserva 2013
Non proprio bello, squilibrato e scomposto, tannino troppo irruento.
DI MEO
Fiano di Avellino colle dei cerri 2008
2 anni in tonneaux, 11 in acciaio e altri due di riposo in bottiglia. Chapeaux per la pazienza! Vino sorprendente per integrità e sapore, salvia, mentuccia, un tocco di sale. Manca al centro bocca un filo di spintarella acida ma penso possa considerarsi peccato veniale.
Greco di Tufo vittorio 2010
12 anni di acciaio e due di bottiglia. Lungo, denso, minerale, agrumato e balsamico, con le dovute cautele azzarderei anche un finale fresco e verticaleggiante.
FEUDI
Greco di Tufo cutizzi 2022
Un classico realizzato in numeri piuttosto importanti ma che conserva sempre spunti di interesse. Mandarino tardivo, accenni di frutto della passione e un deciso finale salato che ci riporta fra i confini della denominazione.
Serpico 2017
Bel naso balsamico, in bocca il vino non è banale ma è ancora segnato da un passaggio in legno nuovo piuttosto evidente e che finisce per dare al tannino (già ben presente di suo) un ruolo predominante.
Taurasi riserva piano di montevergine 2018
Chi ha lasciato il gas acceso? E’ questa la domanda che mi pongo alla prima snasata, in bocca il termalismo si ripresenta, peccato perché ci sta pure una bella parte agrumata rossa e un corredo di menta fresca, ma alla fine il sorso comunque rimane sfocato.
CANTINE DELL’ANGELO
Greco di Tufo miniere 2022
Stranamente leggibile in questo momento. Al naso emblematica la nota gessosa e sulfurea, in bocca è solare e saporito, tanto sale ma anche un bel corpo e una bella parte fruttata di arancia matura, erbe spontanee e cereali.
TRAERTE
Greco di Tufo tornante 2021
Pietra focaia e zucchero filato, bocca piccantissima e sulfurea, il finale è un calderone di spezie e sale, acidità masticabile.
Fuori limite vecchie vigne 2020
2000 bottiglie da una vigna di circa 80 anni poste nel comune di Montefredane da cui il “fuori denominazione”. Macchia mediterranea, erbe spontanee, finocchietto selvatico, in bocca fibroso e agrumato, minerale dal finale lunghissimo.
GIOVANNI VESCE
Campi taurasini case arse 2021
Da campoceraso di Venticano, un cru del taurasi. Il naso inizialmente ha qualche deriva vinilica, poi si apre su cioccolato fondente e ciliegia matura, in bocca carne alla brace, arancia rossa, sale e sul finale un tannino che accompagna senza sovrastare.
Campi taurasini leo cubans 2021
La fiera dell’esagerazione, bocca inizialmente dolce quasi saturante, tanto alcol, tannino, frutto maturo. Ma nel complesso funziona e scorre in maniera divertente.
DE’ GAETA
Campi taurasini ioien 2021
Un giovanotto che deve ancora farsi, parte imballato e così rimane. Avrebbe bisogno di altri tempi e altri contesti.
Taurasi due cape 2020
Molto taurasino, tannino feroce ma funzionale a una struttura dalla quale emerge frutta sotto spirito, liquirizia, arancia sanguinella. Finale salino appagante.
MASSERIA DELLA PORTA
Quattro cerri 2019
Piccolo taurasi, piccoli frutti rossi, arancia matura, mentuccia selvatica, liquirizia. Tannino vivace.
Taurasi quattro cerri 2019
Naso da aerosol da quanto è balsamico, in bocca rimane questa parte mentolata coadiuvata da note di menta e china, grafite e rosmarino.
CONTRADE DI TAURASI
Irpinia aglianico 2019
Buon entry level. Vino che vive su un interessante equilibrio fra una parte fruttata-rotonda e una piccante-speziata. Tannino educato e chiusura un po’ lesta.
Taurasi coste 2018
Una delle migliori versioni di sempre di questo cru di Taurasi. Al naso macchia mediterranea, china e polvere di liquirizia, in bocca a questa parte radicosa silvestre corrisponde una parte agrumata e salina che ne completa il sorso.
DELITE
Generoso 2017
Al naso spogliatoio dopo una partita giocata il 13 agosto alle 14. In bocca va meglio ma un finale vinilico e sfocato rovina l’insieme.
Taurasi pentamerone 2015
Una bella prova, toni balsamici e resinosi, tannino mordace ma non eccessivo, frutta rossa matura e alcol nei giusti termini.
DONNACHIARA
Taurasi 2020
Senza appigli, tecnico, senza difetti, senza picchi. Tutto al posto giusto e senza strafare. Algido
Taurasi riserva 2019
Arancia sanguinella saturante, menta, parte affumicata, minerale, in tutto questo il tannino passa quasi in secondo piano, ma tutto sommato è un discreto bere.
VERNICE
Taurasi creamy 2019
Il nome (palma d’oro per la bruttezza) in questo caso potrebbe portare fuori strada, il vino è minerale, verticale e con una acidità clamorosa.
TENUTA DE GREGORIO
Taurasi 2019
La parte verde resinosa, balsamica prende il sopravvento anche sul tannino che risulta pressoché assente. Non un brutto vino ma timido.
I CAPITANI
Taurasi bosco faiano 2019
Bella prova, tanto arioso, frutta rossa matura, menta, arancia rossa dolce, tannino ben distribuito.
MACCHIE SANTA MARIA
Taurasi riserva evocatus 2018
Nonostante in nome trovo scarsi spunti evocativi, vino sfuggente, si nasconde dietro suggestioni vegetali e boschive ma chiude veloce la pratica.
IL CANCELLIERE
Taurasi riserva nero ne’ 2016
Del taurasi 018 assaggiato l’anno passato dicevo che aveva una bassa scolarizzazione enologica. In questa versione la scuola è stata vandalizzata e non si sa quando potrà riaprire.
PETILIA
Taurasi riserva tesole 2016
Naso di amarene sotto spirito, al palato è ematico, cupo, radicoso. Finale con un bel guizzo di acidità che rende il sorso più lieve. Tannino dietro il secondo piano.
AMARANO
Taurasi riserva principe di lagonessa 2015
Equilibrato e coerente nello sviluppo olfattivo e palatale, rosmarino, arancia matura, goudron, tannino ben presente ma non disturbante.
PERILLO
Taurasi 2013
Solita bella prova di questo vino, tutto ben fatto, fresco e vitale. Forse manca quel guizzo tannico che in altre annate me lo aveva fatto preferire a tutti gli altri vini, ma sta comunque sul podio.
BENEVENTO
LA GUARDIENSE
Brut anima lavica 2023
Metodo Martinotti, falanghina in purezza. Divertente e spensierata bevuta. Da aperitivo senza troppi patemi. Spiccata acidità citrina.
Sannio falanghina senete 2023
Versione caratterizzata da una parte idrocarburica e ariosa che spinge al palato e al naso, lasciando in secondo piano una discreta parte fruttata.
Sannio falanghina anima lavica 2023
Anche qui è la parte idrocarburica e minerale che contraddistingue il vino, solo che a differenza dell’altro campione qui la parte minerale è meno solare, più cupa e sulfurea, ma a fare da contrappunto non ci sta una parte fruttata adeguatamente sviluppata. Alla lunga monocorde.
Sannio aglianico anima lavica 2020
La guardiense è a mio parere la più bella realtà cooperativa del meridione, e questa etichetta di aglianico non ne è che l’ulteriore conferma. Vino equilibrato e sapido, con una fitta trama di note silvestri e animali, tannino serrato ma non disturbante e una scia salina gustosa.
TORRE DEL PAGUS
Sannio falanghina macere 2023
La banana chimicona e ridondante nella falanghina beneventana è una leggenda? No.
Aglianico del taburno tumulto 2017
Naso velato e con noterelle non proprio fresche, in bocca va molto meglio del previsto. Vino sufficientemente saporito e con spunti non banali, il tannino, vista anche l’età, tende ad ammorbidirsi eccessivamente.
MUSTILLI
Sannio falanghina vigna segreta 2022
Solita bella prova. Buccia di mandarino, salvia, polpa di frutta bianca, sul finale una decisa scia salina. Corpo e verticalità in magistrale equilibrio.
FONTANAVECCHIA
Sannio falanghina VT libero F part. 190 2020
Interessante esperimento di zonazione, poche bottiglie (1333 per ciascuna versione), vendemmie tardive e affinamento in barriques. F sta per Foglianise, al naso è cupo e involuto, in bocca parte piuttosto ciccioso ma una notevolissima parte iodata e vegetale ne rendono il sorso molto appagante anche se non semplicissimo.
Sannio falanghina VT libero T part. 31 2020
Da vigneti di Torrecuso. Anche qui il vino si mostra piuttosto largo, la parte minerale è predominante ma manca quel finale iodato che possa renderne il sorso più agevole.
Sannio falanghina VT libero B part 148 2020
Da vigne di Bonea. Al naso punta di crema pasticcera alla vaniglia, in bocca questa sensazione di dolcezza viene mitigata da un bouquet di erbe spontanee e agrumi gialli, una decisa acidità rende il tutto molto più scorrevole di quanto il naso lasciasse presagire.
Tabarosso 2020
Aglianico verticale e salato, con tanta arancia sanguinella, menta fresca e catrame.
ELENA CATALANO
Pino 2021
Tra la ciliegia matura e il medicinale per la tosse, ma forse più sciroppo Fabbri alla ciliegia a pensarci bene.
Aglianico del taburno riserva le cerzaie 2019
Va molto meglio con questa riserva. Naso non proprio chirurgico, qualche velatura e sbuffo alcolico, in bocca c’è maggior equilibrio, note di cedro, cuoio, viola. Tannino abbastanza mordace ma non disturbante.
CANTINA DI SOLOPACA
Aglianico del taburno armunia 2020
Banalotto, a parziale redenzione c’è da dire che a un naso tremebondo corrisponde un sorso quantomeno privo di difetti evidenti.
FATTORIA LA RIVOLTA
Aglianico del taburno riserva terre di rivolta 2017
Uno de migliori aglianico assaggiati in questa tornata. Menta fresca, fiori rossi e cuoio al naso. In bocca tanta freschezza balsamica, china, liquirizia, radici e frutta matura. Finale lungo e sapido e tannino mordace e godurioso.
LA FORTEZZA
Aglianico del taburno riserva enzo rillo 2013
Naso scontroso e mutarello, in bocca è evidente la predominanza di una parte minerale-affumicata che si traduce quasi in una sensazione di brace viva. Arancia rossa matura, resina. Chiusura netta che lascia perplessi data la mole di materia nel bicchiere.
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