LE BEVUTE DI MARZO 2023

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Ziliovino
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Ziliovino » 16 mar 2023 17:10

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Passito di Pantelleria Decennale 2009 - Ferrandes. una bottiglia parecchio integra, anzi fin troppo, il tappo sembrava nuovo ed anche il vino giovanissimo, con la classica uva passa ed i canditi. Sempre di piacevolezza estrema comunuque.

vino bianco fermo 2018 - Silvano Follador. Sempre delizioso questo muscadet nostrano, tutto sulla pera verde in questa fase, a tratti un poco algido, migliora bevendolo fresco e non freddo.

Brunnello di Montalchino Schiena d'Asino 1990 - Mastrojanni.
Chainti Classico riserva 1995 - Castell'in Villa.
Disfida del sangiovese finita in pieno pareggio direi. Il brunello parte sul chinotto, la buccia di mandarino sulla sufa, un po' di carne secca e una netta nota fumé, sembra un filo stanco ma piuttosto mobile la naso, sorso pieno e di struttura, più completo. Il Chianti è più teso e pimpante, c'è ancora il frutto e l'agrume, più statico però, dal sorso teso e con meno polpa ma di bella energia.

Dolcetto d'Alba Superiore 2016 - Flavio Roddolo. Bello il frutto profondo ed intenso, una bella mora decisa, qualche spezia, il sorso è langarolo con buona struttura ma sempre rimanendo succoso, il tratto è rustico ma quanto basta. ottima riuscita.

vino liquoroso secco Vecchio Samperi Ventennale - Marco De Bartoli. La prima sera è proprio bruttino, ed essendo un po' un vino del cuore mi sarei messo a piangere... sembrava più un passito che un ossidativo, con ancora un po' di albicocca secca al naso ed il sorso dolcino. Lotto VS2010, quindi bottiglia recente ma neanche troppo. Vent'anni di botte e 10 di bottiglia non bastano, è vino delle attese, per cui ritappo e metto via incrociando le dita. A 24 ore comincia a distendersi, arriva il mallo di noce, la nocciola tostata, un leggero iodato in lontananza, al sorso la partenza è ancora abboccata, ma il finale sapido comincia a farsi sentire. Ma è anche vino traditore, che atteso per una settimana, non decollerà mai del tutto con la zavorra dolciastra al sorso ed un naso imbrigliato... peccato.
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda L_Andrea » 17 mar 2023 21:48

Qualche giorno fa ho approfittato di una giornata libera per visitare qualche piccola realtà nella zona di Boca e Gattinara, un territorio che non avevo ancora approfondito dal punto di vista enologico.
Prima visita nella azienda Agricola di Davide Carlone, piccola realtà a conduzione familiare che opera nella zona del Boca. A farmi da guida la sorella del proprietario che mi ha fatto fare principalmente assaggi da botte ( non hanno ancora imbottigliato l ultima annata).
Erbaluce che da poco hanno iniziato a produrre, ( annata 2020): viene vinificata esclusivamente in acciaio, ben svolta con tutto a puntino ma non lascia il segno.
Vespolina 2021 invece più convincente per la tipologia; ruffiana e speziata al punto giusto.
Nebbiolo ( non ricordo l annata) che stanno vinificando senza diraspare e in acciaio; si tratta un esperimento su una piccola parte delle loro uve e da vita ad un vino volutamente leggero e orientato sulla parte floreale. Potrebbe essere un grande aiuto per soddisfare la voglia di rosso durante il periodo estivo.
Poi ci trasferiamo dove tengono le botti grandi per l affinamento del loro Boca; loro vinificano singolarmente le uve dei diversi vigneti in loro possesso che poi andranno ad assemblare il loro Boca. Molto interessante vedere le differenze che esprimono i diversi vigneti pur essendo lavorati nella stessa maniera.
Mi hanno fatto un bella impressione; vini assolutamente privi di difetti e con una loro personalità. Traspare la grande passione e cura del proprietario nel suo lavoro. Spero nella prossima visita di trovare lui visto che sta portando avanti studi sulle diverse varietà di nebbiolo presenti in quel piccolo angolo di Piemonte.
L_Andrea
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda L_Andrea » 17 mar 2023 21:50

Successivamente riesco a strappare un oretta a Luca Calligaris per scambiare due chiacchere A conti fatti sembra un garagista ma riesce a fare dei vini pulitissimi e senza sbavature. Assaggiati il suo Gattinara base 2018 e il riserva 2017, entrambi leggono fedelmente il territorio ed esprimono tutte le caratteristiche del territorio di Gattinara. Ho trovato la riserva già più leggibile rispetto al base. In aggiunta mi fa assaggiare anche il suo Rosato che sarà pronto per aprile che con ancora un piccolo residuo zuccherino è una bomba di bevibilità; ne avrei comprato volentieri una tanica che non sarebbe durata molto.
Ultima visita da Paride Iaretti nella sua nuova cantina frutto del ingresso in società di un gruppetto di investitori ; decisamente meno " romantica" delle altre aziende visitate ma alla fine quello che conta è quello che c'è nel bicchiere.
Parliamo un oretta abbondante con il nuovo socio di Paride che snocciola i cambiamenti che avverranno in futuro in azienda; non produrranno più il rosso da tavola e il Coste del Sesia verrà prodotto con uve acquistate nella zona dei colli novaresi a causa delle grandinate che hanno colpito Gattinara; ovviamente cambierà dicitura in etichetta.
Veniamo poi all assaggio dei 3 Gattinara, prodotti di punta dell' azienda.
Gattinara Pietro 2018, fa ancora legno piccolo di 2 passaggio, ma non mi convince molto erano già presenti sentori di prugne e mi ha lasciato un po' perplesso.
Gattinara riserva 2017 decisamente meglio, ancora bisognoso di tempo per aprirsi ma molto classico nelle note austere e minerali tipiche della zona.
Gattinara Valferana 2017 una bomba, colore rosso rubino, già concede delle note floreali eleganti sostenute dai tannini importanti ma mantengono una certa dose di eleganza e dalla note di mineralità ferrosa tipiche del cru di appartenenza. Sicuramente se atteso non potrà che migliorare ma già adesso regala soddisfazioni.
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda paperopap » 18 mar 2023 11:09

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Julien Chopin - Carte Noire Brut Nature
Un paio di giorni fa fatto aperitivo accompagnato da questo champagne della zona d'Epernay, 100% Meunier, sboccatura di quasi due anni fa. Ho avuto l'impressione che già la raccolta sia di uva quasi surmatura, il risultato al calice è un giallo ramato, sorso morbido, bolla fine e non invasiva. Al naso delicata nuance di fiori, ma soprattutto un bel miele millefiori, frutta esotica e un tocco di scorza d'agrume candita. Buona persistenza.
Devo dire d'averlo apprezzato, pur nella mia quasi nulla conoscenza del mondo d'oltralpe e delle bollicine in generale.
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Bart
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Bart » 18 mar 2023 12:52

Ieri ci si è ritrovati per festeggiare un neocinquantenne, e ancora una volta se n’è approfittato per bere due cosucce niente male.
Krug 1990, partenza ad handicap con un vino che purtroppo aveva già dato il suo meglio, colore aranciato più tipico di un macerato, bolla evanescente, profumi ancora sensuali nel loro essere crepuscolari, bocca che segna il passo, pur lasciando intravedere cosa può essere stato, e cos’avrebbe anche potuto essere se la bottiglia avesse avuto una miglior sorte, Andy Murray.
Batard Montrachet 2004 Henry Boillot, vino della serata per me, la Borgogna bianca che mette a sedere tutti quando è in queste condizioni. Naso multiforme che parte con un netto anice per poi virare verso la liquirizia e atterrare sul sedano, attraversando tutte le mille sfaccettatture della tipologia, note legnose non percepite, al sorso riempie la bocca lasciandola sempre pulita e fresca dopo la deglutizione, non smetteresti mai di berlo, John McEnroe.
Savagnin Les vignes de mon père 2000 Ganevat, scendiamo un gradino per colpa di un naso privo di difetti, ma un po’ muto per tutto il corso della serata; fa da contraltare una bocca di grande struttura, saturante senza pesantezze, non smette per un secondo di prenderti a pugni il palato, la potenza con il controllo, Ivan Lendl.
Musigny 1999 Domaine Comte George de Vogue, il vero contender del Batard, la quintessenza dell’eleganza, coi suoi profumi di fruttini rossi e prugna che man mano lasciano spazio ai fiori e alle spezie, nel berlo sprigiona tutta la sua leggiadra golosità; acidità, tannicità, sapore tutti meravigliosamente integrati, per un monumento di classe ed eleganza, Stefan Edberg.
Grange 1995 Penfolds, e come per i bianchi, anche sui rossi dopo un capolavoro di equilibrio arriva un campione di potenza, lo Shiraz viene fuori col pepe, la mora, rispetto allo stile Rodanesco si sente maggior concentrazione, ma sempre mantenendo un’ottima bevibilità, lussurioso e aggressivo, Jimmy Connors.
Alzero 1995 Quintarelli, arriva per ultimo, e questo lo penalizza perché soffre il calo di attenzione, inoltre un abbondante fondo ne pregiudica i sorsi finali, eravamo già troppo euforici per prenderci la briga di filtrarlo. Le prime snasate sono state però inebrianti, e quel dolce/non dolce accompagnato da una materia tanto importante quanto raffinata era davvero appagante. Versatile, buono per tutte le superfici, Jim Courier.
Per una volta insomma la Borgogna ha messo d’accordo tutti primeggiando sia in bianco che in rosso, ma in assoluto è stata una delle più belle bevute che abbia fatto, un grande grazie al festeggiato.
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Jeriko One
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Jeriko One » 19 mar 2023 10:42

Bart ha scritto:Ieri ci si è ritrovati per festeggiare un neocinquantenne, e ancora una volta se n’è approfittato per bere due cosucce niente male.
Krug 1990, partenza ad handicap con un vino che purtroppo aveva già dato il suo meglio, colore aranciato più tipico di un macerato, bolla evanescente, profumi ancora sensuali nel loro essere crepuscolari, bocca che segna il passo, pur lasciando intravedere cosa può essere stato, e cos’avrebbe anche potuto essere se la bottiglia avesse avuto una miglior sorte, Andy Murray.
Batard Montrachet 2004 Henry Boillot, vino della serata per me, la Borgogna bianca che mette a sedere tutti quando è in queste condizioni. Naso multiforme che parte con un netto anice per poi virare verso la liquirizia e atterrare sul sedano, attraversando tutte le mille sfaccettatture della tipologia, note legnose non percepite, al sorso riempie la bocca lasciandola sempre pulita e fresca dopo la deglutizione, non smetteresti mai di berlo, John McEnroe.
Savagnin Les vignes de mon père 2000 Ganevat, scendiamo un gradino per colpa di un naso privo di difetti, ma un po’ muto per tutto il corso della serata; fa da contraltare una bocca di grande struttura, saturante senza pesantezze, non smette per un secondo di prenderti a pugni il palato, la potenza con il controllo, Ivan Lendl.
Musigny 1999 Domaine Comte George de Vogue, il vero contender del Batard, la quintessenza dell’eleganza, coi suoi profumi di fruttini rossi e prugna che man mano lasciano spazio ai fiori e alle spezie, nel berlo sprigiona tutta la sua leggiadra golosità; acidità, tannicità, sapore tutti meravigliosamente integrati, per un monumento di classe ed eleganza, Stefan Edberg.
Grange 1995 Penfolds, e come per i bianchi, anche sui rossi dopo un capolavoro di equilibrio arriva un campione di potenza, lo Shiraz viene fuori col pepe, la mora, rispetto allo stile Rodanesco si sente maggior concentrazione, ma sempre mantenendo un’ottima bevibilità, lussurioso e aggressivo, Jimmy Connors.
Alzero 1995 Quintarelli, arriva per ultimo, e questo lo penalizza perché soffre il calo di attenzione, inoltre un abbondante fondo ne pregiudica i sorsi finali, eravamo già troppo euforici per prenderci la briga di filtrarlo. Le prime snasate sono state però inebrianti, e quel dolce/non dolce accompagnato da una materia tanto importante quanto raffinata era davvero appagante. Versatile, buono per tutte le superfici, Jim Courier.
Per una volta insomma la Borgogna ha messo d’accordo tutti primeggiando sia in bianco che in rosso, ma in assoluto è stata una delle più belle bevute che abbia fatto, un grande grazie al festeggiato.


Ne approfitto per ringraziare pubblicamente il festeggiato (Dario alias pai mei) e per confermare che è stata una grande bevuta. Compagnia top!
"Avete mai fatto caso che ogni tanto si incontra qualcuno che non va fatto incazzare?... Quello sono io"
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Alberto » 19 mar 2023 10:50

Bart ha scritto:Alzero 1995 Quintarelli, arriva per ultimo, e questo lo penalizza perché soffre il calo di attenzione, inoltre un abbondante fondo ne pregiudica i sorsi finali, eravamo già troppo euforici per prenderci la briga di filtrarlo. Le prime snasate sono state però inebrianti, e quel dolce/non dolce accompagnato da una materia tanto importante quanto raffinata era davvero appagante. Versatile, buono per tutte le superfici, Jim Courier.

Ricordo bene lo stile di gioco, e soprattutto il semblant di Big Jim Courier, e gli aggettivi "inebriante" e "raffinato" sono tra gli ultimi che mi soggiungono al pensiero. :roll: Mi sa che a fine serata eravate belli che arrivati... :lol:
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Bart » 19 mar 2023 11:10

Alberto ha scritto:
Bart ha scritto:Alzero 1995 Quintarelli, arriva per ultimo, e questo lo penalizza perché soffre il calo di attenzione, inoltre un abbondante fondo ne pregiudica i sorsi finali, eravamo già troppo euforici per prenderci la briga di filtrarlo. Le prime snasate sono state però inebrianti, e quel dolce/non dolce accompagnato da una materia tanto importante quanto raffinata era davvero appagante. Versatile, buono per tutte le superfici, Jim Courier.

Ricordo bene lo stile di gioco, e soprattutto il semblant di Big Jim Courier, e gli aggettivi "inebriante" e "raffinato" sono tra gli ultimi che mi soggiungono al pensiero. :roll: Mi sa che a fine serata eravate belli che arrivati... :lol:

Ah, senza dubbio!
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Timoteo » 19 mar 2023 21:07

Fava locale.
Varietà di formaggi presi a un mercatino rionale romano che guasiguasi ricordava quello di st Germain, per i caci.
Paninetti fatti a casa.
Dettori bianco 2019 col solito bellissimo colore e 15,5 gradi.
Evviva!

PS
mi scuso cor glorioso compagno Trabateo per il disordine.

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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Alberto » 20 mar 2023 11:27

Timoteo ha scritto:la vignarola è sicuramente il piatto che segna la primavera a roma.

Sulla mia vignarola di ieri a pranzo (scusassero gli amici della Capitale, ma l'unica cosa che proprio non sono riuscito a trovare sono stati i piselli...mi sono arrangiato con quelli in latta, comunque 100% italiani):
Collio Friulano, Carlo di Pradis, 2018 (12,5%)
Paglierino piuttosto chiaro con riflessi verdolini. Pera, mandorla, fiori bianchi, il tutto un po' soffuso al naso; più incisivo alla gustativa, bello pimpante ancora con una bella presa acida ed un frutto più "giallo" (un filo di mela cotta - spezie incluse), un po' sottile forse da mezza bocca in poi. Tutto sommato, un bel rapporto q/p.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda mennella » 20 mar 2023 11:46

Timoteo ha scritto:Fava locale.
Varietà di formaggi presi a un mercatino rionale romano che guasiguasi ricordava quello di st Germain, per i caci.

Il disordine e' inaccettabile dopo aver visto decine di preprazioni a schacchiera regolare :shock:
Ti invidio le fave, qui tra i monti non sono ancora arrivate
mavis59 [ agosto 2003 ]
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda gianni femminella » 20 mar 2023 12:12

Alberto ha scritto:
Timoteo ha scritto:.


Collio Friulano, Carlo di Pradis, 2018 (12,5%)
Paglierino piuttosto chiaro con riflessi verdolini. Pera, mandorla, fiori bianchi, il tutto un po' soffuso al naso; più incisivo alla gustativa, bello pimpante ancora con una bella presa acida ed un frutto più "giallo" (un filo di mela cotta - spezie incluse), un po' sottile forse da mezza bocca in poi. Tutto sommato, un bel rapporto q/p.


Bevuto poco tempo fa ( acquistato su tuo consiglio). Vino leggero e gradevole. Ai commensali è piaciuto.
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
Rutilio Namaziano, de reditu
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il maestro
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda il maestro » 20 mar 2023 12:50

Bart ha scritto:Ieri ci si è ritrovati per festeggiare un neocinquantenne, e ancora una volta se n’è approfittato per bere due cosucce niente male.
Krug 1990, partenza ad handicap con un vino che purtroppo aveva già dato il suo meglio, colore aranciato più tipico di un macerato, bolla evanescente, profumi ancora sensuali nel loro essere crepuscolari, bocca che segna il passo, pur lasciando intravedere cosa può essere stato, e cos’avrebbe anche potuto essere se la bottiglia avesse avuto una miglior sorte, Andy Murray.
Batard Montrachet 2004 Henry Boillot, vino della serata per me, la Borgogna bianca che mette a sedere tutti quando è in queste condizioni. Naso multiforme che parte con un netto anice per poi virare verso la liquirizia e atterrare sul sedano, attraversando tutte le mille sfaccettatture della tipologia, note legnose non percepite, al sorso riempie la bocca lasciandola sempre pulita e fresca dopo la deglutizione, non smetteresti mai di berlo, John McEnroe.
Savagnin Les vignes de mon père 2000 Ganevat, scendiamo un gradino per colpa di un naso privo di difetti, ma un po’ muto per tutto il corso della serata; fa da contraltare una bocca di grande struttura, saturante senza pesantezze, non smette per un secondo di prenderti a pugni il palato, la potenza con il controllo, Ivan Lendl.
Musigny 1999 Domaine Comte George de Vogue, il vero contender del Batard, la quintessenza dell’eleganza, coi suoi profumi di fruttini rossi e prugna che man mano lasciano spazio ai fiori e alle spezie, nel berlo sprigiona tutta la sua leggiadra golosità; acidità, tannicità, sapore tutti meravigliosamente integrati, per un monumento di classe ed eleganza, Stefan Edberg.
Grange 1995 Penfolds, e come per i bianchi, anche sui rossi dopo un capolavoro di equilibrio arriva un campione di potenza, lo Shiraz viene fuori col pepe, la mora, rispetto allo stile Rodanesco si sente maggior concentrazione, ma sempre mantenendo un’ottima bevibilità, lussurioso e aggressivo, Jimmy Connors.
Alzero 1995 Quintarelli, arriva per ultimo, e questo lo penalizza perché soffre il calo di attenzione, inoltre un abbondante fondo ne pregiudica i sorsi finali, eravamo già troppo euforici per prenderci la briga di filtrarlo. Le prime snasate sono state però inebrianti, e quel dolce/non dolce accompagnato da una materia tanto importante quanto raffinata era davvero appagante. Versatile, buono per tutte le superfici, Jim Courier.
Per una volta insomma la Borgogna ha messo d’accordo tutti primeggiando sia in bianco che in rosso, ma in assoluto è stata una delle più belle bevute che abbia fatto, un grande grazie al festeggiato.


grandissimo....
però a questo punto aspetto PANATTA, PAOLINO CANE' e il mio preferito....GATTONE MECIR
"finchè fui, sono e sarò in questo mondo,
ho bevuto, bevo e berrò sempre del vino."
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Kalosartipos » 20 mar 2023 12:51

E Riton Leconte?
"La vita è breve e bisogna che uno se la beva tutta".
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Trabateo » 20 mar 2023 12:53

Timoteo ha scritto:PS
mi scuso cor glorioso compagno Trabateo per il disordine.

Questo buttar lì cose a casaccio ti è inqualificabile, si vede che manca la mano di una gentil donzella :mrgreen:
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
Tanto se non sopravvivi alla pallottola più vicina alla fronte, non devi preoccuparti di quella dopo...
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Ludi » 20 mar 2023 13:41

A. Clouet, Grand Reserve SA: il base di Clouet è una certezza, specie per chi ami il suo stile opulento ma non barocco. E' una di quelle bottiglie che personalmente considero di bevibilità pericolosa.
Chateau Carbonnieux, Pessac Leognan Blanc 2005: un vero modello di precisione, a distanza di quasi diciott'anni dalla vendemmia. Meno borgognoneggiante di altri PL (penso soprattutto a Domaine de Chevalier), si declina piuttosto su una parte quasi balsamica, solo lontanamente vegetale (fieno) e su un grande rigore formale.
Castello di Rampolla, d'Alceo 2005: meno entusiasmante di annate come la 2001, più che altro per l'indugio singolare sul frutto a scapito della speziatura. Detto questo, si cerca il pelo nell'uovo: gran vino, e in piena forma.
Vecchie Terre di Montefili, Anfiteatro 2003: qui scatta molto più l'emozione, nonostante l'annata non promettesse grande longevità. Un inno all'incenso e alla cenere, al cumino e alla noce moscata; terziarizzato, ma non crepuscolare. Buonissimo.
Frank Bonville, Grand Cru Demi Sec SA: mai stucchevole nè inutilmente ammandorlato (come accade ad alcuni DS). Dosaggio giusto a 50 gr/l, e vino che a fine pasto pulisce la bocca che è una meraviglia.
Oddero, Bussia Riserva Vigna Mondoca 2012: anche se la 2012 è quella che è, questa bottiglia non delude: molto chinotto e noce di cola, in un vino che tutto sommato è austero, ma anche gradevolissimo quando lasciato esprimere all'aria.
Giulio Ferrari 1996 sb. 2015: una edizione speciale stile DT in cassetta firmata, comprata all'uscita a prezzo assolutamente ridicolo (80 €). Servito alla cieca, l'abbiamo incondizionatamente amato, e debbo dire che non avrebbe sfigurato di fronte a molti grandi Champagne. Peccato che con quello che costa oggi mi ci comprerei Krug GC e mi avanzerebbero i soldi per un base di Agrapart. Detto questo, era sontuoso, splendidamente ricco di sensazioni mielate e di zenzero candito, con una bocca turgida ma anche affilata al tempo stesso.
Joseph Drouhin, Clos Vougeot 2002: sempre servito alla cieca, ho identificato fosse un GC della Cote de Nuits nella 2002, anche se pensavo più a Gevrey Chambertin. Che dire? Giovanile nelle note di ciliegia sotto spirito, preciso (e vorrei vedere) ma anche non alieno da sensazioni gradevolmente animali (cuoio di Russia). Difficile non rimanerne conquistati, anche se manca il profilo emozionale dei grandi Borgogna dei récoltant.
Flaccianello 2004: anche qui sono stato bravino ed ho indovinato vitigno, regione e annata. La violetta passita era talmente evidente che era difficile non pensare subito ad un grande Sangiovese; per la verità, mi ero indirizzato verso un Brunello un po' muscolare (il colore era bello intenso). Anche qui, la cifra stilistica era di enorme eleganza, e personalmente, con le dovute differenze, mi è piaciuto forse più del Borgogna. Ha ancora molti anni davanti.
Zind Humbrecht, GWT Herrenweg de Trukheim SGN 2008 : infallibile, come sempre, Zind Humbrecht. Non molto varietale (e non è necessariamente un male) ma indirizzato sulle note di biscotto digestive e torta di mele. Lo si beve, anzi trangugia, da solo, e la mezzina scompare in pochi attimi.
littlewood
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda littlewood » 20 mar 2023 14:06

il maestro ha scritto:
Bart ha scritto:Ieri ci si è ritrovati per festeggiare un neocinquantenne, e ancora una volta se n’è approfittato per bere due cosucce niente male.
Krug 1990, partenza ad handicap con un vino che purtroppo aveva già dato il suo meglio, colore aranciato più tipico di un macerato, bolla evanescente, profumi ancora sensuali nel loro essere crepuscolari, bocca che segna il passo, pur lasciando intravedere cosa può essere stato, e cos’avrebbe anche potuto essere se la bottiglia avesse avuto una miglior sorte, Andy Murray.
Batard Montrachet 2004 Henry Boillot, vino della serata per me, la Borgogna bianca che mette a sedere tutti quando è in queste condizioni. Naso multiforme che parte con un netto anice per poi virare verso la liquirizia e atterrare sul sedano, attraversando tutte le mille sfaccettatture della tipologia, note legnose non percepite, al sorso riempie la bocca lasciandola sempre pulita e fresca dopo la deglutizione, non smetteresti mai di berlo, John McEnroe.
Savagnin Les vignes de mon père 2000 Ganevat, scendiamo un gradino per colpa di un naso privo di difetti, ma un po’ muto per tutto il corso della serata; fa da contraltare una bocca di grande struttura, saturante senza pesantezze, non smette per un secondo di prenderti a pugni il palato, la potenza con il controllo, Ivan Lendl.
Musigny 1999 Domaine Comte George de Vogue, il vero contender del Batard, la quintessenza dell’eleganza, coi suoi profumi di fruttini rossi e prugna che man mano lasciano spazio ai fiori e alle spezie, nel berlo sprigiona tutta la sua leggiadra golosità; acidità, tannicità, sapore tutti meravigliosamente integrati, per un monumento di classe ed eleganza, Stefan Edberg.
Grange 1995 Penfolds, e come per i bianchi, anche sui rossi dopo un capolavoro di equilibrio arriva un campione di potenza, lo Shiraz viene fuori col pepe, la mora, rispetto allo stile Rodanesco si sente maggior concentrazione, ma sempre mantenendo un’ottima bevibilità, lussurioso e aggressivo, Jimmy Connors.
Alzero 1995 Quintarelli, arriva per ultimo, e questo lo penalizza perché soffre il calo di attenzione, inoltre un abbondante fondo ne pregiudica i sorsi finali, eravamo già troppo euforici per prenderci la briga di filtrarlo. Le prime snasate sono state però inebrianti, e quel dolce/non dolce accompagnato da una materia tanto importante quanto raffinata era davvero appagante. Versatile, buono per tutte le superfici, Jim Courier.
Per una volta insomma la Borgogna ha messo d’accordo tutti primeggiando sia in bianco che in rosso, ma in assoluto è stata una delle più belle bevute che abbia fatto, un grande grazie al festeggiato.


grandissimo....
però a questo punto aspetto PANATTA, PAOLINO CANE' e il mio preferito....GATTONE MECIR

Ma che ne sai tu di tennis????
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Nexus1990 » 20 mar 2023 16:51

Timoteo ha scritto:Fava locale.

È un ingrediente o un’offesa a un indigeno?
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zampaflex
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda zampaflex » 20 mar 2023 19:06

il maestro ha scritto:
Bart ha scritto:Ieri ci si è ritrovati per festeggiare un neocinquantenne, e ancora una volta se n’è approfittato per bere due cosucce niente male.
Krug 1990, partenza ad handicap con un vino che purtroppo aveva già dato il suo meglio, colore aranciato più tipico di un macerato, bolla evanescente, profumi ancora sensuali nel loro essere crepuscolari, bocca che segna il passo, pur lasciando intravedere cosa può essere stato, e cos’avrebbe anche potuto essere se la bottiglia avesse avuto una miglior sorte, Andy Murray.
Batard Montrachet 2004 Henry Boillot, vino della serata per me, la Borgogna bianca che mette a sedere tutti quando è in queste condizioni. Naso multiforme che parte con un netto anice per poi virare verso la liquirizia e atterrare sul sedano, attraversando tutte le mille sfaccettatture della tipologia, note legnose non percepite, al sorso riempie la bocca lasciandola sempre pulita e fresca dopo la deglutizione, non smetteresti mai di berlo, John McEnroe.
Savagnin Les vignes de mon père 2000 Ganevat, scendiamo un gradino per colpa di un naso privo di difetti, ma un po’ muto per tutto il corso della serata; fa da contraltare una bocca di grande struttura, saturante senza pesantezze, non smette per un secondo di prenderti a pugni il palato, la potenza con il controllo, Ivan Lendl.
Musigny 1999 Domaine Comte George de Vogue, il vero contender del Batard, la quintessenza dell’eleganza, coi suoi profumi di fruttini rossi e prugna che man mano lasciano spazio ai fiori e alle spezie, nel berlo sprigiona tutta la sua leggiadra golosità; acidità, tannicità, sapore tutti meravigliosamente integrati, per un monumento di classe ed eleganza, Stefan Edberg.
Grange 1995 Penfolds, e come per i bianchi, anche sui rossi dopo un capolavoro di equilibrio arriva un campione di potenza, lo Shiraz viene fuori col pepe, la mora, rispetto allo stile Rodanesco si sente maggior concentrazione, ma sempre mantenendo un’ottima bevibilità, lussurioso e aggressivo, Jimmy Connors.
Alzero 1995 Quintarelli, arriva per ultimo, e questo lo penalizza perché soffre il calo di attenzione, inoltre un abbondante fondo ne pregiudica i sorsi finali, eravamo già troppo euforici per prenderci la briga di filtrarlo. Le prime snasate sono state però inebrianti, e quel dolce/non dolce accompagnato da una materia tanto importante quanto raffinata era davvero appagante. Versatile, buono per tutte le superfici, Jim Courier.
Per una volta insomma la Borgogna ha messo d’accordo tutti primeggiando sia in bianco che in rosso, ma in assoluto è stata una delle più belle bevute che abbia fatto, un grande grazie al festeggiato.


grandissimo....
però a questo punto aspetto PANATTA, PAOLINO CANE' e il mio preferito....GATTONE MECIR


Lo adoravo, quello sciagurato di Mecir.
Al giorno d'oggi, paragonabile a Kyrgios per certi versi.
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda maxer » 20 mar 2023 19:50

zampaflex ha scritto:
Lo adoravo, quello sciagurato di Mecir.
Al giorno d'oggi, paragonabile a Kyrgios per certi versi.

...
i giocatori più pazzi nel tempo ?

# John McEnroe
# Jimmy Connors
# Nick Kyrgios
# Henri Leconte
# Paolino Cané
# Benoit Paire
# Corentin Moutet
# Fabio Fognini
etc etc etc

Solitamente sono i giocatori creativi, che con i loro colpi spettacolari divertono il pibblico

Il tennis ha sempre avuto bisogno di loro, anche se magari a volte esagerano, facendo più male a se stessi e alla loro carriera
La spontaneità a volte si paga
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Kalosartipos » 20 mar 2023 21:31

maxer ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Lo adoravo, quello sciagurato di Mecir.
Al giorno d'oggi, paragonabile a Kyrgios per certi versi.

...
i giocatori più pazzi nel tempo ?

# John McEnroe
# Jimmy Connors
# Nick Kyrgios
# Henri Leconte
# Paolino Cané
# Benoit Paire
# Corentin Moutet
# Fabio Fognini
etc etc etc

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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda paperopap » 20 mar 2023 22:14

maxer ha scritto:...
i giocatori più pazzi nel tempo ?

# John McEnroe
# Jimmy Connors
# Nick Kyrgios
# Henri Leconte
# Paolino Cané
# Benoit Paire
# Corentin Moutet
# Fabio Fognini
etc etc etc

Solitamente sono i giocatori creativi, che con i loro colpi spettacolari divertono il pibblico

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Aggiungerei Goran Ivanišević.
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Nebbiolino » 20 mar 2023 22:52

Timoteo ha scritto:Fava locale.


Menomale che metti sempre le foto.


Comunque invidio la capacità di bere bianchi da 15,5 gradi con tanta semplicità.
Di Dettori di solito preferisco il renosu bianco proprio per la gradazione più facile.
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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda Tex Willer » 20 mar 2023 22:53

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Re: LE BEVUTE DI MARZO 2023

Messaggioda zampaflex » 20 mar 2023 23:18

maxer ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Lo adoravo, quello sciagurato di Mecir.
Al giorno d'oggi, paragonabile a Kyrgios per certi versi.

...
i giocatori più pazzi nel tempo ?

# John McEnroe
# Jimmy Connors
# Fabio Fognini

Solitamente sono i giocatori creativi, che con i loro colpi spettacolari divertono il pibblico

Il tennis ha sempre avuto bisogno di loro, anche se magari a volte esagerano, facendo più male a se stessi e alla loro carriera
La spontaneità a volte si paga
...


Questi tre non erano pazzi, solo nervosi e scontrosi, in parte per proprie debolezze in parte per irritare l'avversario e tirarsi dalla propria parte l'arbitro (soprattutto Mac).

Per pazzi alla Mecir intendo lunatici di talento, capaci sotto incazzatura di mollare tutto così come di sfoderare colpi impossibili.

NeuroCané e Ivanisevic, molto fragili.
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