bpdino ha scritto:Mi permetto sommessamente di intervenire, ma forse il clamore/successo che negli ultimi anni stanno riscuotendo i vini "naturali" credo sia anche (e forse soprattutto) dovuto dal fatto che i vini "tradizionali" oramai sono arrivati a prezzi che per molti 30-40enni iniziano ad essere quasi inarrivabili.
Fino al 2010 (che personalmente considero come il punto di non ritorno) con €40-50 si riusciva anche a trovare un Tignanello, un GF, un Trebbiano Valentini o un Barolo Rinaldi; adesso invece lo sapete meglio di me di che cifre si parla (almeno il doppio se non il triplo per gli esempi di prima) e di contro le tasche sono sempre quelle di 10 anni fa.
Dunque il mercato dei vini "naturali" ha partita facile per i 30-40enni che hanno sempre più difficoltà nel bere i vini "tradizionali", se non partecipare molto saltuariamente a degustazioni fra amici e conoscenti un po' più danarosi: così il confronto risulta sempre meno praticabile e quindi meno attendibile.
Potrò sbagliarmi, ma non credo di molto.
Scusate l'intrusione.
Osservazione plausibile ma, a mio avviso, non centrata. Per esperienza diretta chi si butta sul naturale (e qui menziono l'inferno di Fornovo con sottofondo di cavalli nitrenti stile Frau Blucher
) lo fa non per il costo ma per un pregiudizio iniziale, oppure attraverso un percorso a senso unico dal "convenzionale" verso la libertà espressiva trovata negli altri.
Libertà che, come ben sappiamo sfocia troppo spesso nell'anarchia.
Se Marco riferisce del 6% di potabili al Fivi, figuriamoci di là...