Messaggioda Alberto » 15 ott 2022 11:49
Ieri sera epica mangiata di alzavole in quel del Ristorante il Castello di Montemezzo di Sovizzo (VI), organizzatore l'amico Marco (Bega37).
Nell'ordine:
Champagne BdB GC Extra Brut Cuvée de Reserve, Bonnet-Gilmert (base annata 2017)
Molto "masculo" e gastronomico, bolla non fine ma efficace (in primis sulla sopressa con polenta, ed in secundis sui tagliolini in brodo coi fegatini).
Pessac-Léognan, Chateau Olivier, 2005 (13,5%)
Da Magnum. Un po' monocorde, bidimensionale, proiettato su note vegetali (nonostante l'annata) e poco altro. Chiaramente il vaso di coccio della serata.
Pauillac, Chateau Pontet-Canet, 2004 (13%)
Annata in questo caso "classica", e vino semplicemente stupendo, moderno di sicuro, ma dotato di un'avvolgenza e di una suadenza floreale davvero di classe superiore, aperto, setoso, dinamico. L'epitome della definizione "potenza senza peso". Una damigiana, please!!!
Saint-Julien, Chateau Talbot, 2003 (13%)
Il più terragno e rustico del gruppo, vino orizzontale con note quasi rotí, anche tocchi balsamici nel tempo, paga un deficit di caratura rispetto agli altri (Olivier escluso, chiaramente), ma si è fatto moltissimo apprezzare sull'alzavola.
Saint-Julien, Chateau Léoville Barton, 1995 (12,5%)
Step evolutivo successivo, e vino che seppur senza picchi ha messo d'accordo tutti, bordeaux di mezz'età iper-classico ed ora in perfetta beva, terziari goudroneschi e fumé già bene impostati ma ancora con una bella riserva di tannini, nel complesso appena appena sottile...ma chi se ne frega! Gran boccia.
Margaux, Chateau Palmer, 1982 (l'etichetta non indica la gradazione alcolica)
Qui è scattata, quasi ma anche senza quasi, la lacrima. Bottiglia perfettamente conservata, che dopo 40 anni ci ha regalato un elisir color rubino chiaro brillante, di una dolcezza senza fine e di una freschezza balsamica che ha il tocco solleticante di una piuma. Stappato alla mattina, una volta versato nel bicchiere non ha ceduto di un mm per oltre un'ora. La femminilità fatta vino.
Vin Santo di Vigoleno, Lusignani, 2004 (11%)
Denso, oleoso, ancora nella prima sua fase evolutiva, sa di mela molto ben caramellata e liquirizia, prima che l'acidità quasi citrina porti via tutto quanto sul finale. In etichetta dichiara 16% alc. da svolgere, che convertito in zuccheri residui fa 270 g/l circa, ma ho il timore che siano anche di più. In ogni caso, da murare in cantina.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?
For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.