Messaggioda piergi » 13 set 2022 09:25
SALERNO
Marisa Cuomo
Fiorduva 2020
Piano piano questa celebre etichetta sembra trovare una via interpretativa più moderna. Nel bicchiere il sorso pare tonico e vibrante, certo non scheletrico ma privo delle antiche adiposità.
Montevetrano
Montevetrano 2019
Molto riconoscibile, elegante. Sentori di tabacco biondo, cuoio e arancia dolce, il tannino è ben presente e il legno appare già abbastanza integrato. Il finale grintoso lascia intendere una quota di aglianico che comincia a essere incisiva.
Alessandra
Catacatascia 2016
Primitivo cilentano dal nome originale, peccato che proprio l’etichetta sia la cosa che mi sia piaciuta di più. Troppo sbilanciato su sale e acidità che mal si confanno al vitigno
Tempa di zoe’
Diciotto 2020
Aglianico entry level ben costruito, profilo mediterraneo e facilità (nel contesto) di beva
Zero 2019
Naso ancora molto giovane, una noterella verde insinuante. In bocca altrettanto imberbe, struttura importante e tanta parte agrumata soprattutto nel finale
Albamarina
Futos 2018
Bel vino smart, aglianico solo acciaio con un efficace corredo di mirto, rosmarino e arancia navel, prima volta all’assaggio: promosso
Mila Vuolo
Aglianico Duemiladiciassette 2017
Anche qui un bel cambio di direzione, addio note smaltate e vanigliose. Rimane un aglianico modernista ma con una zavorra minore, sia olfattivamente che al palato, così da rendere il sorso ben più leggero e interessante
IRPINIA
De Beaumont
La baronessa 2021
Fiano ancestrale, una gueze dissetante
Contrade di Taurasi
Grecomusc’ 2019
Bel naso sfaccettato, nuance di rosmarino e foglia di limone, in bocca giovanissimo, in questo momento predomina la parte acida citrina e salata ma la struttura sotto si percepisce bene.
Taurasi 2016
Versione piacevole, cedro, radice, cuoio, un po’ asciugante il finale.
Taurasi vigne d’alto 2016
Altra impronta, arancia rossa, legno arso, tabacco. Tannino importante e finale arioso e verticale, penso abbia una bella evoluzione davanti a se.
Traerte
Torama 2020
Interlocutoria, vero che le vecchie bottiglie hanno mostrato capacità di evolvere nel tempo, ma questa coda di volpe mi sembra abbastanza statica e poco espressiva. Giudizio sospeso
FDA Aipierti 2020
Non uno dei 020 più reattivi, anzi. Naso muto e bocca un poco imbrigliata dalla tanta materia. Vedi sopra.
Le otto terre
FDA saliceto 2021
Giovane e fermentativo, in bocca è meglio definito, salvia, un tocco di lavanda, pesca rossa. Chiude un po’ repentinamente.
GDT cru 2021
Teso e affilato al naso, in bocca una bella fibra contrasta la “grechesca” acidità, interessante.
Feudi di San Gregorio
FDA Pietracalda 2021
Abbastanza tecnico, note tropicaleggianti in prima battuta, struttura che tende a sedersi, piacione.
FDA Ris. Campanaro 2020
Altra pasta, una verticalità inspettata, molto arioso nel suo sviluppo. Frutta a pasta gialla, fiori bianchi, menta e finale iodato.
GDT Cutizzi 2021
Bella versione, giocata molto sulla dicotomia fra una acidità citrina pronunciata e un frutto di densità non disprezzabile, finale che in questo momento si risolve a favore dell’agrume.
Taurasi ris. Piano di Montevergine 2017
Un edizione sussurrata, certo priva di difetti ma un po’ statica, manca la tridimensionalità di alcune versioni. Insistite le note radicose.
Colli di Lapio
FDA 2021
Ennesima ottima versione per questo che è ormai un grande classico dell’enologia irpina. Nonostante l’annata non sia stata memorabile per il fiano in questo vino c’è tanto di tutto, sale, arancia navel, garrigue e speziatura leggera.
Petra marzia
FDA Ramia 2020
Si conferma un discreto peso medio, frutta a polpa gialla, pompelmo, radice di liquirizia, buon finale abbastanza lungo.
Taurasi ris parlami 2014
Il taurasi che mi è piaciuto di più, poco meno di 900 bottiglie per un vino fresco, verticale, balsamico. Arancia rossa sanguinella, cioccolato fondente, eucalipto, finale di idrocarburica piccantezza. Promettente.
Di Prisco
FDA vigna rotole 2020
Al naso una curiosa nota di miele di zagara, nota che ritorna al sorso ma che non disturba in quanto ben bilanciata da una discreta spalla acida e da una scia iodata finale.
Pietracupa
Fiano 2020
Molto indietro, muto al naso. Bocca più espressiva, con note balsamiche e primaverili, un vino assolutamente in divenire.
Greco 2020
La tenzone fra i due bianchi aziendali va anche quest’anno al greco. Teso, affilato, foglia di pomodoro, salvia, pesca gialla matura e tanto sale. Buono già adesso
Quirico 2018
Un aglianico privo di pesantezze e inutili barocchismi, allegro e scorrevole, fa pensare immediatamente alla tavola.
Taurasi 2016
Sabino Loffredo è reputato fra i grandi bianchisti, ma costantemente il suo taurasi si proietta nel novero delle migliori etichette della denominazione. In questa versione non si smentisce, e complice l’annata tira fuori una bottiglia dal rendimento veramente elevato. Tannino, acidità, ciccia concorrono a trovare un mirabile equilibrio, metteteci anche che non esce a prezzi folli…
Villa Raiano
FDA Bosco Satrano 2020
Mancando Alimata il vincitore della competizione tra i fiano aziendali è lui. Molta carne al fuoco, sia in struttura che in verticalità, frutta bianca, agrume dolce, speziatura sottile e finale idrocarburico.
FDA ventidue 2020
Meglio di altre annate (per me sempre il meno buono fra i bianchi aziendali), molto reattivo e con un bel finale piccante.
GDT ponte dei santi 2020
Interlocutorio, ho il sospetto di bottiglia non a postissimo, squilibrato e scomposto. strano
Costa Baiano 2018
Un mini taurasi, moderno ma non modernista, a cui l’apporto della terracotta in elevazione conferisce quel tocco di misurata ruvidezza e una profondità non comune ai pari categoria.
Taurasi ris. 2015
Piaciuto poco, scorre via sull’anonimo. Un frutto asciugato lascia spazio al tannino che prevale rendendolo monocorde.
Tenuta Sarno
FDA emme 2020
Oscuro e minerale all’eccesso. Note di resina e sottobosco. Vino silvestre.
FDA 2019
Naso mutarello, molto meglio in bocca, tattile, pompelmo rosa, curry, finale gradevolmente piccante.
FDA erre 2018
Naso che tende a essere poco delineato, in bocca convince appieno. Note di mandarino di Ciaculli, timo, cardamomo, litchi. Bel finale lungo
Cantina del barone
Particella 928 2020
E che vino educato! Un po’ mi spiazza, certo la parte terrosa e sulfurea c’è, ma anche tanta frutta dolce, polpa di clementina matura, pepe bianco. Molto giovane ma interessante
Paone 2020
Sarebbe il second vin di Luigi Sarno, ma in questa annata le distanze non sono siderali, tanta tensione salina e un finale molto lungo e di esemplare pulizia.
Tenuta del meriggio
FDA 2020
Disteso e approcciabile, spensierato, con un buon corredo fruttato e una discreta spalla acida.
FDA colle delle ginestre 2018
Al naso leggermente cognaccoso, in bocca ritorna questa sensazione non piacevolissima, frutta secca, uva di corinto e chiusura quasi tannica.
GDT colle dei lauri 2018
Sorso materico e complesso, evolve in decise sensazioni cerealicole maltate, finale che si riscatta per merito di una decisa nota salino/torbata.
Tenuta Scuotto
Oinì 2019
Altro vino che nel tempo ha perso il peso eccessivo. Acqua di cocomero, crema di limone, zucchero a velo, finale in crescendo grazie a una decisa nota salmastra.
I favati
FDA ris, pietramara et. Bianca 2019
Naso chiuso, bocca che chiama piatti abbastanza robusti, radice di liquirizia dolce, macchia mediterranea, un tocco fumè. Chiusura repentina.
Vigne Guadagno
FDA contrada sant’Aniello 2017
Una delle etichette più sottovalutate del panorama bianchista irpino. Teso e vibrante, non cede nulla alla possibile evoluzione. Notevole la struttura e il corredo di nuance, dalle più delicate gelsomino e mandarino, a quelle più decise come la scorza di arancia candita e il pepe rosa. PAI lunghissima
Taurasi ris. 2017
Come mi è piaciuto il bianco così non apprezzo questo rosso, sfocato, slabrato con una fastidiosa riduzione all’olfatto. Magari sarà la bottiglia ma una certa spossatezza di fondo non penso sia dovuta al fato avverso.
Cantine dell’angelo
GDT ris. Miniere 2020
Naso sulfureo (e ci mancherebbe) bocca molto tesa, pietra focaia, sale, molto idrocarburo nel finale.
GDT ris. Torrefavale 2020
Naso se possibile ancora più luciferino del Miniere, ma bocca ben più elegante. Ad una parte verticale e salata fa da contraltare un frutto sì citrino ma anche molto rotondo e solare.
Sanpaolo
GDT Claudio Quarta 2020
Toni linfatici e verdini sia al naso che, in misura minore, al palato.
Luigi Tecce
Satyricon 2020
Vini ino ino, corto verde, finale breve, tannino amaro. Boh?
Taurasi ris. Poliphemo 2016
Non solo il naso è troppo foxy, ma sta’ volpe sta dentro il pollaio e ha fatto una strage.
Taurasi ris. Purosangue 2016
Qui invece siamo sui canoni a cui Tecce ci ha abituati. Pur senza mostrare mirabilie c’è tanto agrume rosso, tannino fine, allungo e ossigeno. Rinfrancante per un ammiratore come me dei vini del vigneron di Paternopoli.
Tenuta de Gregorio
Campi taurasini 2019
Buona bottiglia, erbe mediterranee , arancia bionda dolce, legnetto che si sente ma non dispiace, lunghezza finale non disprezzabile.
De’ Gaeta
Campi taurasini 2017
Tannino vivo ma non aggressivo, acidità citrina contenuta, un profilo empireumatico. Un fratellino che non fa rimpiangere l’assenza del taurasi.
I capitani
Taurasi bosco faiano 2018
Praticamente come mettere il naso in un vaso di olive in salamoia, in bocca devi il primo impulso è di stare attento a sputare i noccioli…monocorde
Il cancelliere
Taurasi nero ne’ 2017
Il naso non è proprio da manuale, un sensetto di vinilico che non va via, in bocca invece migliora molto, frutta rossa sotto spirito, arancia dolce, un tocco di mentolato. Arioso nella sua veste contadina
Fonzone Caccese
Taurasi ris. Scorzagalline 2015
Alla prima snasata il legno resinoso bruciato mi ottunde le sinapsi, un po’ meglio in bocca ma la parte legnosa poco piacevole predomina.
Perillo
Taurasi 2011
Pur non avendo lo smalto e la vigoria della 2010 anche in questa annata i Perillo tirano fuori un piccolo gioiellino. Arancia rossa, acidità e verticalità, carne alla brace, after height . Fresco ma non freddo