zampaflex ha scritto:
Caro Ale, mentre tu sei un liberale classico, per cui il mercato ha sempre ragione, in quanto somma delle volontà degli uomini, io sono un liberale idealista e conscio delle derive e degli eccessi che un mercato non regolamentato inevitabilmente prende, perché "greed is good" e la natura umana cercherà sempre il conseguimento di extra profitti.
Per cui ti dico che questo trasferimento della generazione della conoscenza dall'alto (critica) al basso (influencers), invece che aumentare contenuti informativi e trasparenza nelle scelte, aumenta l'opacità dei fini e mercifica il consumatore ad un livello mai raggiunto.
Produci, consuma, crepa.
"se una cosa è gratuita, il prodotto sei tu"
Abbasso gli influencers manipolatori.
Se ti volessi rispondere in modo approfondito non basterebbe un dibattito vis-a-vis innaffiato da 2 casse di La-La-La belli maturi...
Più sinteticamente ti posso dire che io non mi sento tanto calssico, tant'è che non penso che il mercato abbia sempre ragione ma più semplicemente il merato è tale quando "è". So che l'affermazione può sembrare criptica inizialmente ma se ci pensi bene, fino quando due individui non si trasferiscono dei beni (tangibili o intangibili) in cambio di qualcosa che a cui entrambi assegnano lo stesso valore (altri beni, una moneta, servizi, ecc.), semplicemente NON esiste un mercato! Fanno, bene, fanno male, è giusto, è sbagliato, provocherà danni oppure farà il bene dell'umanità, ecc. SONO VALUTAZIONI EX POST che nulla hanno a che vedere sul fatto che fino a quando non avviene una transazione non esiste alcun mercato. Per questo penso che la maggior parte delle persone parla di concetti astratti, non del mercato. Il mercato non è ne buono, nè cattivo: il mercato "é" o "non è". Il resto sono chiacchiere fra intellettuali che di solito il mercato lo osservano a posteriori ma non lo vivono nella ua realtà.
Per tornare al punto, io non ho le prove che una bottiglia di Domaine de Miroirs venga effettivamente pagata centinaia di euro(fino a quando non esisterà un mercato ufficiale e ci baseremo sulle "quotazioni" dei commercianti, parliamo di aria fritta) ma se così fosse, e se l'acquirente lo facesse più per l'etichetta con le nuvolette che per il contenuto e le sensazioni che noi "capiscitori" siamo in grado di provare, non ci troverei niente di male. La nostra (noi appassionati e frequentatori di questo forum) siamo un elite di sbevazzoni che presume di possedere la conoscenza degustativa e questo ci fa credere di essere autorizzati a giudicare "il mercato degli altri". Ci scandalizziamo oggi perchè ci toccano la nostra capacità di spesa, ma queste divisione fra presunti esperti e consumatori "bovini" è sempre esistita e sempre esisterà. Non credo proprio che la situazione stia peggiorando, non in senso assoluto perlomeno. Peggiora per noi ma migliora per altri. Il mercato dà e toglie. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si sposta. D'altronde anche noi lavoriamo, consumiamo, pisciamo quello che abbiamo consumato ed il ciclo ricomincia. Noi però ci riteniamo "Aristòs" solo perchè siamo in grado di far funzionare meglio quei 4 neuroni che abbiamo rispetto ai 2 che ha Omar Simpson e gli altri miliardi di esseri umani come lui. Ognuno di noi ha il proprio mercato ed il proprio divertimento. Noi avremmo volentieri continuato con il nostro se non fossero venuti a romperci le scatole gli OS del vino. Siamo pigri e dobbiamo migrare ad altri lidi (altre referenze) per questo ci girano le scatole. Altrimenti.....
