vinogodi ha scritto:... Stop , possiamo ricominciare a discutere perchè il tema mi sembra molto interessante ...
Ecco, da questo punto di vista, sarebbe interessante parlare dei risultati del progetto INBIODYN dell'università di Geisenheim, che, come evidenziava Eliag in un precedente intervento su questo thread, ha portato avanti
per 10 anni (2006-2015) un progetto che prevedeva la conduzione dello stesso vigneto in regime convenzionale, biologico e biodinamico e lo studio dei rispettivi effetti su suolo, crescita della pianta, resa e qualità dell'uva.
Qui trovate un articolo in italiano che ne illustra i principali risultati:
http://www.viten.net/files/3fb/3fb5fcc6 ... ca0cf2.pdfDei risultati di questo progetto mi hanno colpito due aspetti (cito dall'articolo):
1)
"Negli anni i mosti e i vini provenienti dal campo sperimentale sono stati esaminati non solo quantitativamente ma anche qualitativamente. In collaborazione con J. Fritz (Università di Bonn e Università di Kassel, Witzenhausen), sono stati esaminati per la loro qualità mediante biocristallizzazione sensibile (biocristallizzazione, di namolisi capillare e analisi delle immagini cromatografiche circolari, vedi Huber et al., 2010; Zalecka et al. 2010). I campioni della tesi integrata hanno richiesto una maggior quantità di mosto o vino per formare forme altrettanto definite rispetto a quelle delle varianti biologiche e biodinamiche, e hanno mostrato segni di più rapido invecchiamento. I campioni della variante biodinamica erano quasi sempre classificati meglio della tesi biologica (Meissner 2015, Fritz et al., 2017).";
2)
"Nel 2014 i vini degli anni 2009-2013 dall’esperienza comparativa sono stati esaminati in un programma di degustazione per le differenze sensoriali (Nikolaus 2014). I campioni sono stati assaggiati da un panel qualificato secondo un test di preferenza (ranking test), un test triangolare e un test a sensori descrittivi. Le degustazioni sono state condotte in doppio, a eccezione dell’annata 2010... Nel ranking test la tesi biodinamica è stata classificata più di frequente # 1 (cioè al primo posto), in quattro su otto test...".
E parliamo di vini realizzati dalla stessa mano, applicando i medesimi protocolli.
Aggiungerei poi i due ulteriori studi citati da Zampaflex.
Ora, lungi da me un approccio fideistico ed esoterico, ma mi pare che i più recenti studi scientifici stiano dimostrando che vi sia, in effetti, una differenza riscontrabile tra qualità dell'uva a conduzione biologica e a conduzione biodinamica.
Sicuramente si tratta di studi non ancora definitivi (ve ne sono altri più risalenti, a quel che so, che dimostrerebbero che non vi sarebbero differenze sostanziali tra conduzione biologica e biodinamica), ma di certo la scienza non afferma quel che qui, sbrigativamente, è stato scritto da molti.