Novembre bevute da paura

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littlewood
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda littlewood » 16 nov 2021 21:18

Gavedano82 ha scritto:
littlewood ha scritto:
alleg ha scritto:
littlewood ha scritto:
Andyele ha scritto:
A me questo vino non è mai sembrato ne piacevole ne facile, anzi l'ho trovato sin dall'inizio sempre di diffcile beva, incarognito su se stesso e sbuffante alcool.

Ora prendere capanna come esempio di Montalcino come pure il poggione mi sembra un tanticchio azzardato...quanto al grado alcolico prima di arrivare a dealcolazioni io arriverei ben altre tecniche agronomiche...e poi e tutta na' questione di equilibrio....


Posso chiederti perché non lo ritieni rappresentativo? Io non ho assaggiato 2010 ma in generale mi è sempre piaciuto parecchio, trovandolo sempre pulito e non appesantito da legni strani o da concentrazioni eccessive. Forse un po' rustico ma abbastanza tipico...

Perché il miglior vino di capanna e' il moscatello...


Mi permetto un commento, conoscendo l'azienda: la conduzione dei vigneti è molto cambiata (in meglio) dal 2012-2013 in poi, ed i vini di conseguenza, la 15 e la 16 sono migliori rispetto ai vini di 10 anni prima...

Sono cambiati anche perché quella zona e' cambiata in meglio. Ma se guardi chi hanno attorno e che vini fanno beh . I loro sono vini onesti e nulla piu'
Gavedano82
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Gavedano82 » 16 nov 2021 23:10

littlewood ha scritto:
Gavedano82 ha scritto:
littlewood ha scritto:
alleg ha scritto:
littlewood ha scritto:Ora prendere capanna come esempio di Montalcino come pure il poggione mi sembra un tanticchio azzardato...quanto al grado alcolico prima di arrivare a dealcolazioni io arriverei ben altre tecniche agronomiche...e poi e tutta na' questione di equilibrio....


Posso chiederti perché non lo ritieni rappresentativo? Io non ho assaggiato 2010 ma in generale mi è sempre piaciuto parecchio, trovandolo sempre pulito e non appesantito da legni strani o da concentrazioni eccessive. Forse un po' rustico ma abbastanza tipico...

Perché il miglior vino di capanna e' il moscatello...


Mi permetto un commento, conoscendo l'azienda: la conduzione dei vigneti è molto cambiata (in meglio) dal 2012-2013 in poi, ed i vini di conseguenza, la 15 e la 16 sono migliori rispetto ai vini di 10 anni prima...

Sono cambiati anche perché quella zona e' cambiata in meglio. Ma se guardi chi hanno attorno e che vini fanno beh . I loro sono vini onesti e nulla piu'


Non lo metto in dubbio, conosco benino quella zona, in particolare Le Chiuse. Il mio commento era solo riferito a quello dell'utente sopra che aveva notato una 2010 pesante e sgraziata, mentre lo stile oggi è cambiato ed in meglio..
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mattiave
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda mattiave » 17 nov 2021 13:18

Vinoteque de la Maison Jadis 1999 extra Brut Caillez Lemaire (sb. 2019)
Bevuta con alcuni amici qualche sera fa, devo fare i complimenti all'ottimo Davide Zingaro perchè si è rivelata una bottiglia super. Una gran bella evoluzione al naso con quelle note pregiate che ricordano l'ossidazione ma sono anni luce distanti dal difetto e vanno a renderlo complesso ed intrigante. Una bocca che conserva freschezza ed acidità, viva e vibrante. Bellissima bottiglia apprezzata dall'intero tavolo.

Merlot Radikon 2004
Perfettamente evoluto, balsamico, complesso, affascinante, lungo, vivo. Un grande merlot.
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda alleg » 17 nov 2021 13:44

Gavedano82 ha scritto:
littlewood ha scritto:
Gavedano82 ha scritto:
littlewood ha scritto:
alleg ha scritto:
Posso chiederti perché non lo ritieni rappresentativo? Io non ho assaggiato 2010 ma in generale mi è sempre piaciuto parecchio, trovandolo sempre pulito e non appesantito da legni strani o da concentrazioni eccessive. Forse un po' rustico ma abbastanza tipico...

Perché il miglior vino di capanna e' il moscatello...


Mi permetto un commento, conoscendo l'azienda: la conduzione dei vigneti è molto cambiata (in meglio) dal 2012-2013 in poi, ed i vini di conseguenza, la 15 e la 16 sono migliori rispetto ai vini di 10 anni prima...

Sono cambiati anche perché quella zona e' cambiata in meglio. Ma se guardi chi hanno attorno e che vini fanno beh . I loro sono vini onesti e nulla piu'


Non lo metto in dubbio, conosco benino quella zona, in particolare Le Chiuse. Il mio commento era solo riferito a quello dell'utente sopra che aveva notato una 2010 pesante e sgraziata, mentre lo stile oggi è cambiato ed in meglio..


Boh io non so come lavorino nel dettaglio ed effettivamente i vicini sono anche meglio ma nel panorama complessivo per me rimangono un buon riferimento a prezzi civili, secondo me siete un po' troppo tranchant su questa azienda...
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Wineduck
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Wineduck » 17 nov 2021 13:55

zampaflex ha scritto:.... ti fa pensare che qualche quota di acquisti potrebbe spostarsi da Montalcino al Chianti, nei prossimi anni.


Io sono anni che ho mollato Montalcino a favore del Chianti. Il rapporto Q/P è indiscutibile ma anche volendosi concentrare sulla qualità assoluta, io comincio a dubitare che i risultati raggiunti fino alla 2010 da una manciata di eccellenti produttori sia ripetibile in futuro. Vedremo come si comporterà la 2016 in futuro ma quello che sta accandendo in quella zona è già significativo: una massimo due annate di livello ogni 10 anni, non di più. Li vedo molto concentrati a soddisfare il mercato americano, vini concentrati, alcolici, possibilmente scuri. Il Chianti non è certo una fucina di innovazione e sperimentazione (in Italia, a mio parere, nulla è comparabile a quanto sta accadendo in Sicilia) ma qualcosa di "fresco" (ovvero bevibile e complesso allo stesso tempo) si trova mentre a Montalcino io sto facendo fatica a trovare qualcuno che mi accenda la fantasia. Se ci facciamo surclassare dai Francesi anche sulla capacità di innovazione nelle zone meno rinomate (visto che sulle AOC che hanno 300 anni di vantaggio sono irrangiungibili) allora possiamo arrenderci prima di iniziare la gara.
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda littlewood » 17 nov 2021 14:01

Wineduck ha scritto:
zampaflex ha scritto:.... ti fa pensare che qualche quota di acquisti potrebbe spostarsi da Montalcino al Chianti, nei prossimi anni.


Io sono anni che ho mollato Montalcino a favore del Chianti. Il rapporto Q/P è indiscutibile ma anche volendosi concentrare sulla qualità assoluta, io comincio a dubitare che i risultati raggiunti fino alla 2010 da una manciata di eccellenti produttori sia ripetibile in futuro. Vedremo come si comporterà la 2016 in futuro ma quello che sta accandendo in quella zona è già significativo: una massimo due annate di livello ogni 10 anni, non di più. Li vedo molto concentrati a soddisfare il mercato americano, vini concentrati, alcolici, possibilmente scuri. Il Chianti non è certo una fucina di innovazione e sperimentazione (in Italia, a mio parere, nulla è comparabile a quanto sta accadendo in Sicilia) ma qualcosa di "fresco" (ovvero bevibile e complesso allo stesso tempo) si trova mentre a Montalcino io sto facendo fatica a trovare qualcuno che mi accenda la fantasia. Se ci facciamo surclassare dai Francesi anche sulla capacità di innovazione nelle zone meno rinomate (visto che sulle AOC che hanno 300 anni di vantaggio sono irrangiungibili) allora possiamo arrenderci prima di iniziare la gara.

Ale in Chianti ci sono eccellenze indiscutibili e nn sto a citarle perché le conosciamo tutti e nn son proprio anche lì a prezzi popolari...certo a Montalcino il continuo cambio di proprietà nn giova x niente ma chi lavora bene ce ne sono eccome e quel territorio può dare ancora molto....
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Pedross18 » 17 nov 2021 15:27

Buongiorno, scusate se scrivo qui ma qualcuno cortesemente saprebbe darmi qualche info sul Franciacorta ca del diavolo? Dove viene prodotto ecc.. Perché ho cercato in internet ma non ho. Trovato nulla, grazie mille in anticipo
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda zampaflex » 18 nov 2021 12:01

littlewood ha scritto:
Wineduck ha scritto:
zampaflex ha scritto:.... ti fa pensare che qualche quota di acquisti potrebbe spostarsi da Montalcino al Chianti, nei prossimi anni.


Io sono anni che ho mollato Montalcino a favore del Chianti. Il rapporto Q/P è indiscutibile ma anche volendosi concentrare sulla qualità assoluta, io comincio a dubitare che i risultati raggiunti fino alla 2010 da una manciata di eccellenti produttori sia ripetibile in futuro. Vedremo come si comporterà la 2016 in futuro ma quello che sta accandendo in quella zona è già significativo: una massimo due annate di livello ogni 10 anni, non di più. Li vedo molto concentrati a soddisfare il mercato americano, vini concentrati, alcolici, possibilmente scuri. Il Chianti non è certo una fucina di innovazione e sperimentazione (in Italia, a mio parere, nulla è comparabile a quanto sta accadendo in Sicilia) ma qualcosa di "fresco" (ovvero bevibile e complesso allo stesso tempo) si trova mentre a Montalcino io sto facendo fatica a trovare qualcuno che mi accenda la fantasia. Se ci facciamo surclassare dai Francesi anche sulla capacità di innovazione nelle zone meno rinomate (visto che sulle AOC che hanno 300 anni di vantaggio sono irrangiungibili) allora possiamo arrenderci prima di iniziare la gara.

Ale in Chianti ci sono eccellenze indiscutibili e nn sto a citarle perché le conosciamo tutti e nn son proprio anche lì a prezzi popolari...certo a Montalcino il continuo cambio di proprietà nn giova x niente ma chi lavora bene ce ne sono eccome e quel territorio può dare ancora molto....


Va bene, Franco, ma a parte quella manciata di nomi che stanno cercando di fare bene, perché dobbiamo assistere allo sbracamento del prodotto da parte di tutti gli altri? Possibile che la zona non riesca a guardare oltre alla vendita dell'annata corrente, senza pensare alla propria identità, senza costruire una visione del proprio futuro?
Cosa fare di fronte all'innalzamento del grado alcoolico a livelli da Primitivo?
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda vinogodi » 18 nov 2021 12:21

...il nome "Brunello" ha attrazione fatale, soprattutto all'estero. L'altro ieri ero nell'enoteca più "onesta" di Parma ( Hi FI Music di Guido) e nello scaffale dei Brunelli , anche qualche ciofeca , meno di 90 - 100 Euro non ne vedevo ...ma Poggio di Monsanto fino a morte e sepoltura, che diamine... 8)
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda littlewood » 18 nov 2021 19:19

zampaflex ha scritto:
littlewood ha scritto:
Wineduck ha scritto:
zampaflex ha scritto:.... ti fa pensare che qualche quota di acquisti potrebbe spostarsi da Montalcino al Chianti, nei prossimi anni.


Io sono anni che ho mollato Montalcino a favore del Chianti. Il rapporto Q/P è indiscutibile ma anche volendosi concentrare sulla qualità assoluta, io comincio a dubitare che i risultati raggiunti fino alla 2010 da una manciata di eccellenti produttori sia ripetibile in futuro. Vedremo come si comporterà la 2016 in futuro ma quello che sta accandendo in quella zona è già significativo: una massimo due annate di livello ogni 10 anni, non di più. Li vedo molto concentrati a soddisfare il mercato americano, vini concentrati, alcolici, possibilmente scuri. Il Chianti non è certo una fucina di innovazione e sperimentazione (in Italia, a mio parere, nulla è comparabile a quanto sta accadendo in Sicilia) ma qualcosa di "fresco" (ovvero bevibile e complesso allo stesso tempo) si trova mentre a Montalcino io sto facendo fatica a trovare qualcuno che mi accenda la fantasia. Se ci facciamo surclassare dai Francesi anche sulla capacità di innovazione nelle zone meno rinomate (visto che sulle AOC che hanno 300 anni di vantaggio sono irrangiungibili) allora possiamo arrenderci prima di iniziare la gara.

Ale in Chianti ci sono eccellenze indiscutibili e nn sto a citarle perché le conosciamo tutti e nn son proprio anche lì a prezzi popolari...certo a Montalcino il continuo cambio di proprietà nn giova x niente ma chi lavora bene ce ne sono eccome e quel territorio può dare ancora molto....


Va bene, Franco, ma a parte quella manciata di nomi che stanno cercando di fare bene, perché dobbiamo assistere allo sbracamento del prodotto da parte di tutti gli altri? Possibile che la zona non riesca a guardare oltre alla vendita dell'annata corrente, senza pensare alla propria identità, senza costruire una visione del proprio futuro?
Cosa fare di fronte all'innalzamento del grado alcoolico a livelli da Primitivo?

Perché quella zona in pochi anni ha perso x vari motivi fari come soldera Francesco leanza di salicutti Molinari palmucci per citare i primi che mi viene in mente e nn sono stati sostituiti in azienda da figli o nipoti che si erano tenuti x anni sotto la loro ala.. perché sono in un certo senso vittime del loro successo grazie anche ad una location meravigliosa che attira il mondo nn solo a comprare il vino ma aziende intere...perché quando hai successo nn ti sporchi più le mani di terra ma cerchi in molti casi scorciatoie che indubbiamente funzionano . Visto che dal loro punto di vista vendono...ora nn voglio parlare della mia valpolicella dove questo fenomeno e' sviluppato alla n potenza..ma purtroppo e' così . Ma come in qualsiasi zona bisogna cercare quelli bravi quelli che lavorano bene e prendere quelli!
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Il Parente » 19 nov 2021 14:47

Chateau La Mission Haut-Brion 1955
Ieri, quasi per caso ho avuto il privilegio assaggiare questo Pessac-Léognan... non sto qui a descrivere le note olfattive.. gustative... aromatiche... sarebbe superfluo. Basta dire che dopo 66 anni (i miei genitori erano dei bambini piccoli!!! :? ) non c'era traccia di riflessi aranciati e di elementi terziari omologanti che facessero presagire ad un imminente appiattimento sensoriale... non so per quanti anni avrebbe resistito ancora in bottiglia (tappo appena impregnato, ma turgido, usato il bilama solo a livello precauzionale... ma nn ce ne sarebbe stato bisogno). vino di una potenza incredibile in cui le uve varietali che lo componevano erano esaltate all'ennesima potenza... con la forza del merlot e del cabernet che può esprimersi in questi termini solo nell'areale prediletto da questi vitigni straordinari... penso di non aver mai bevuto qualcosa del genere. Adesso capisco come mai uno come il Marco Vinogodi, che ha anni di bevute stratosferiche alle spalle, esprima sempre un incontenibile entusiasmo nel descrivere le bevute di vecchi Bordeaux....
Vino leggendario! :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: (7come le 7 meraviglie)
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda zampaflex » 21 nov 2021 14:05

Girlan - Pinot nero riserva Trattman 2015

Naso subito pronto e aperto, intenso, fragolina lampone e pelliccia, poca spezia. Sorso che si allarga subito, impatto glicerico, senza imprimere una sensazione duratura, con la coda moderatamente fresca che rimane senza niente da dire se non una nota radicosa. Titola 14,5 ed è un esempio di due cose: come il pinot nero in Alto Adige fatichi sempre più ad esprimersi correttamente, e di come l'alcool oltre certi livelli infastidisca.

:D :D :D ++
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Veltliner » 21 nov 2021 15:55

Les Heritieres du Comte Lafon - Macon Uchizy Les Maranches 2015
Versione semplice ma ben fatta di uno Chardonnay.
Ha grassezza e rotondità ma anche una profonda sapidità che tiene in tensione la beva.
Non possiede chissà che complessità ma la bottiglia è evaporata ed ha messo d'accordo tutti al tavolo.

Conterno Roberto - Barbera d'Alba Francia 2013
Sta mutando dagli anni della giovinezza verso una dimensione di maggiore complessità.
Più scontrosa rispetto alla piena 2011 ma trasuda energia e tensione, sicuramente ripagherà con gli anni di attesa.

Ulysse Collin - Les Roises
Sboccatura febbraio 2015.
Uno champagne che inizia ad entrare in una fase di maturità pur mantenendo un'ottima freschezza.
Bollicina di grande finezza, corpo pieno e cremoso che chiama assolutamente il connubio con il cibo.
Finale ricco e di grande intensità.
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda gianni femminella » 21 nov 2021 16:36

Le ragnaie 2013 Brunello di Montalcino
Echeggia Borgogna, sarà per via della passione di Riccardo per la zona. Buono, ma la buona opinione che ho dei suoi vini deve trovare conferme diverse, lo trovo un po' debole, non convince.

Falanghina sabbia vulcanica 2019 Agnanum
Sale, mineralita, frutto maturo, poco alcool. Buona e tanto godibile.

Aglianico del taburno 2016 Nifo Sarrapochiello
Leggera carbonica, ma gradevole. Frutto di prugna matura e fragola, spezie, tannino equilibrato, bella lunghezza. Potrebbe seppellire cento barbera, duecento nebbiolini e tanti altri :mrgreen: . Fosse nata altrove costerebbe il triplo e sarebbero felici di comprarla. Campania, salvaci tu.

Champagne origine Olivier
Buono, senza fronzoli. Da bere senza pensieri fino in fondo alla bottiglia. Missione compiuta in 45 minuti.

Pollino 2015 terre di Cosenza Giuseppe Calabrese
Grande freschezza sulle prime. Poi si fa strada un frutto caldo e mediterraneo.
Eucalipto, liquirizia, prugna, mirto. Moderatamente tannico. Purtroppo ha una ossidazione incipiente che inevitabilmente lo rovina. Peccato perché mi sembrerebbe molto interessante. Bottiglia non finita.
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Luca castoldi » 21 nov 2021 23:17

Non sono riuscito e seguire tutto, periodo tosto e sono appena rientrato.
Nel frattempo
Guido ha dato dell'asino a De Sousa, ci sta tutto, come sempre, però insomma :D

Sempre nel frattempo a Bouzy ho bevuto i vini di una ragazza, Maud Plener ( jean Plener), vigne solo a Bouzy.
Il brut è goloso, maggioritario ovviamente il pn, gesso puro, bolla corroborante ( eufemismo) ma mi piace tanto.
Prezzo di assoluta ragionevolezza per un grand cru da Bouzy ben svolto.
Cambia marcia col suo 0 dosage. 6 anni sui lieviti, presa di spuma perfetta, unisce ,gesso ,sale , frutta e fiori.
La materia gli conferisce bella rotondità. Imbattibile nella sua fascia, di quelli, anche blasonati bevuti da tempo. Lei mi piace tanto ed i suoi vini le assomigliano. Molto brava.

Dormo sempre in una casetta ad Avize. A dieci metri c'è un produttore, Paul Sugot. Non ha sito internet, nessuno scrive di lui nella letteratura che conta, dalle penne che contano.
Entro , accolto da una buffa coppia: scusi, non vi conosco , avete per caso delle esclusive in Italia? Dormo da anni qui vicino a voi ed ero curioso.
Sorride e mi guarda come un ufo.
5 ettari, scarsi. due li fa per lui, 3 conferisce.
E' mattina presto e non ho voglia di bere o di fare gargarismi. Chiedo di spiegare.
Tutti parcellari, azz, in Avize...
Il brut viene da vecchie vigne, 5 anni sui lieviti, spara fiori e carisma, entrata di gamma di carattere
Apro oggi il vecchie vigne ( intuisco dai 70 ai 100 anni), ovvio grand cru, dosa sui 5, limite basso per un brut. Champagne di altri tempi, 10 anni sui lieviti...denso e dal volume perfetto. Siccome ero nel mio locale mi permetto di chiedere una toma grassa di alpeggio. Ho visto matrimoni finiti peggio. Mi piace e mi affascina la signora in ciabatte che mi rincorre fino a casa, zoppicando anche un pochino, per darmi le schede tecniche e la superflua fattura.
Ho un paio di millesimi 2008, 12 anni sui lieviti, di recente sboccatura.
Lo devo bere e riferisco a breve.
Ma questo signore fa champagne seri, e per fortuna lontano dai riflettori di vari ciabattoni.

Tornando a casa mi fermo a Carema

Il Carema 18 dei produttori, imbottigliato ad Aprile, mi incanta. Fiori e roccia. Fine, si lascia alle spalle la complicata 17, cmq buona.
Non commento qui, ma lo ho fatto in sede la selezione 2016, passata in barrique. Io boh...

In terra toscana ho fatto dei giretti per svariati motivi in zona Montalcino.
Potazzine rosso mi piace, succoso e croccante e faccio volentieri degli scambi di vini a casa loro.
Prezzi ormai assurdi in linea generale per la doc, questo quello che penso.
Ma se lo vendono fanno bene. Vedo rossi a 40/50 piu iva, che significa a 100 in carta. Hic sunt leones.
Una scellerata gara a rialzo ma questa è la mia opinione.

Condivido l'opinione che , specie in Borgogna, tornerà di moda la vinificazione a graspo intero, seppur parziale sui villages e regionals.
Ma lì ci vuole il manico ( orecchio) immerso dentro al secchio. E severa table de tri.

I pommard (19)di Joillot nella loro nuova veste dedicata al padre ( Georges), in combutta con la figliola, sono buonissimi, giovani e belli e faranno strada.
Il lieu dit Pommard les Noizons, Village,è goloso.

I prezzi nel 22 avranno impennate in alcuni casi fuori controllo in Borgogna, complici le basse rese del 20/21.
Per molti meno di 1/3, ci sta.

Il chianti Monsanto 19/20 a pochi euro è buonissimo ed ha stoffa e classe. Perlomeno io lo bevo sempre con grande piacere.
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Ludi » 22 nov 2021 11:43

Cantine Nicosia, Etna Bianco Brut Sosta Tre Santi 2016: un po' semplice sia all'attacco olfattivo che nell'evoluzione in bocca. Corretto, gradevole, ma nulla più.
Antico Borgo dei Cavalli, Curticella NV (sb. 2013): decisamente più interessante, inizia a correre sul filo dell'ossidazione e regala note tostate molto intriganti.
Tenuta delle Terre Nere, Etna Rosato 2018: la frutta è nascosta dietro una coltre sapida. Ha visto tempi migliori.
Ettore Germano, Rosanna 2011: buono spumante rosé a base Nebbiolo, ineccepibile anche con dieci anni sulle spalle. Piaciuto.
Castello della Sala, Pinot Nero 2015: che si voglia o no, escludendo La Civettaja è uno dei migliori PN dell'Italia centrale. Chiara la fonte di ispirazione borgognona nelle note animali e speziate, si destreggia bene anche con i suoi 14°.
Carlo Hauner, Iancura 2014: inavvertibile al naso, la componente aromatica si dipana invece in bocca su note di marzapane, prima di lasciar spazio ad una sapidità decisa, di alga.
Schiavenza, Barolo Broglio 2015: già sorprendentemente godibile, con inizio di terziarizzazione su note di incenso, catrame, curry (ha infatti accompagnato alla grande uno zighinì). Tannino bello setoso; in un certo senso, molto poco Serralunghiano.
Tschida, Muskat Ottonel Schilfwein 2004: stile completamente diverso da quello di Kracher, più sussurrato e meno dolce, altrettanto convincente negli esiti. Le note finali di creme brulé sono irresistibili.
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Kalosartipos » 23 nov 2021 08:31

Domenica, ad Ovada "Vino & Tartufi", in diciotto e rispettosi del dogma "una testa-una bottiglia" (magnum), ho scelto questa come bottiglia della giornata:

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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda picenum » 26 nov 2021 12:30

Nibiò 2013 Cascina degli Ulivi
100% dolcetto, ebbene si. Opulento, vinoso, sventagliava dal frutto rosso maturo all'incenso, caldo, accogliente, bellissima acidità, grande beva, e finale lungo. gran bel vino.

CHÂTEAU THIVIN, CÔTE DE BROUILLY GODEFROY 2020
lo so l'ho aperto e non dovevo. pazienza, ne ho ancora e le tengo da parte. cmq produttore di riferimento per questo cru. non sbaglia un colpo. tutti vini best buy. questo sembrava ancora mosto ma già tanta complessità bel tannino e persistenza non indifferente.
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Alberto » 26 nov 2021 13:05

picenum ha scritto:Nibiò 2013 Cascina degli Ulivi
100% dolcetto, ebbene si.

Ma anche no.
Dolcetto dal Graspo Rosso is not Dolcetto. :wink:
Però, gran bel vino sì.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
pipinello
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda pipinello » 26 nov 2021 13:23

Alberto ha scritto:
picenum ha scritto:Nibiò 2013 Cascina degli Ulivi
100% dolcetto, ebbene si.

Ma anche no.
Dolcetto dal Graspo Rosso is not Dolcetto. :wink:
Però, gran bel vino sì.


Ma certo che è dolcetto. Ne è un biotipo, molto raro, ma è dolcetto.
Sarebbe come dire che L'ampia o Rosé non sono nebbiolo.
Nebbiolino
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Nebbiolino » 26 nov 2021 13:47

pipinello ha scritto:
Alberto ha scritto:
picenum ha scritto:Nibiò 2013 Cascina degli Ulivi
100% dolcetto, ebbene si.

Ma anche no.
Dolcetto dal Graspo Rosso is not Dolcetto. :wink:
Però, gran bel vino sì.


Ma certo che è dolcetto. Ne è un biotipo, molto raro, ma è dolcetto.
Sarebbe come dire che L'ampia o Rosé non sono nebbiolo.


Eh, ma Alberto ha grossi problemi personali col dolcetto :lol: , è più forte di lui... :D
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Alberto » 26 nov 2021 16:34

:lol: :lol: :lol:

:wink:
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
piergi
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda piergi » 27 nov 2021 17:10

LES clapas 2016 - domaine de l'escalette
Profilo sudista, sia al naso che in bocca.
Pasta di olive, origano fresco, mirto, quindi cioccolato fondente e more mature ma sempre mantenendo una certa freschezza e balsamicità.
Strane luci di pioggia...splende il sole,fa' bel tempo...nell'era democratica.

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Ludi
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda Ludi » 28 nov 2021 10:46

Ettore Germano, Alta Langa 2010: me lo immaginavo ben oltre il viale del tramonto, invece è ancora sufficientemente pimpante e, inaspettatamente, anche buono. Molta dolcezza al naso, bella freschezza in bocca.
Kante, Malvasia 2018: grande delusione...del tutto inespressivo al naso, minerale al sorso ma senza quel guizzo che mi aspetto dal produttore. Forse troppo giovane.
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Re: Novembre bevute da paura

Messaggioda zampaflex » 28 nov 2021 12:00

Altro amico a cena, altra bottiglia di Franciacorta portata in dote :roll:

Ca' del Bosco - Brut Satèn 2016

Lievito di birra, fiori bianchi e gialli, pera.
Impatto disarmonico, toni piuttosto crudi, chiusura corta e lievemente metallica.

:D :D :)
Non progredi est regredi

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