Messaggioda piergi » 09 set 2021 11:49
parte seconda
Benevento & Caserta
Alois
Caiatì 2020
Pallagrello bianco vinificato in acciaio, naso pepato e sbuffi idrocarburici. Bocca coerente, tanto pepe rosa quindi accenni di ananas e papaya. Chiude un po’ repentinamente.
Morrone 2019
Pallagrello bianco parzialmente elevato in legno. Dalla prima snasata appare chiaro sia un vino ambizioso. Piuttosto giovane, al naso concede ricordi di cipria e zucchero a velo, in bocca è più espressivo con note speziate (curry, cardamomo) e sale. Lungo il finale ma vino ancora da tenere in bottiglia.
Masseria Piccirillo
Pallagrello bianco 020
Bel frutto, pesca, ananas, mentuccia. Balsamico ma chiude velocemente.
Galardi
Terra di lavoro 2018
Rispetto a altre uscite, in questa versione, mi pare più approcciabile, più pronto. Naso boisè, in bocca il frutto rosso maturo, radici fresche, liquirizia. Il tannino serrato e il finale catramoso lo rendono riconoscibilissimo.
Terra di rosso 2018
Piedirosso in purezza, disteso ma con un bagaglio di acidità importante. Mente, mirto, origano e un bel finale pulito.
Fattoria la rivolta
Taburno falanghina 2020
Tanta pera williams sia al naso che in bocca, quindi miele e ginestra. Disturbante (per me)
Taburno aglianico riserva terre di rivolta 2017
Naso di bella freschezza, frutta rossa, ematico, cacao amaro. Finale lungo.
Fontanavecchia
Taburno falanghina 2020
“Tensione orizzontale”, il vino non è un peso piuma ma una robusta vena idrocarburica ne sostiene la beva.
Taburno falanghina Libero 2015
Falanghina da vendemmia tardiva (ma non tarda…ndr). Al naso i propoli e la zagara fanno subito pensare a un vino piuttosto molle, invece in bocca queste sensazioni sì ritornano ma sono corroborate e sostenute da una dose notevole di sale, note di mandarino tardivo e maggiorana. Chiusura abbastanza lunga. La bevuta alcuni mesi fa di un 2008 in splendida forma mi fanno presagire anche per questo vino una bella evoluzione.
Taburno aglianico riserva Grave Mora 2012
Grande versione. Naso da mercato delle spezie orientali, bocca di grande freschezza e gioventù, tabacco biondo, ciliegia croccante, arancia sanguinella, menta piperita. Finale molto lungo e appagante.
La guardiense
Anima lavica 2020
Tratti da flegreo di montagna, vino giocato in sottrazione, mineralità in primo piano ma che non riesce a caratterizzare abbastanza. Da risentire per curiosità.
I Mille per l’aglianico 2013
Aglianico che taurasianeggia nella sua cupezza e ematicità. In bocca mostra un aspetto più solare, con belle note di agrume e carne affumicata.
Mustilli
Sannio falanghina vigna segreta 2019
Come sempre mostra la sua natura peculiare nel panorama delle falanghine sannite. Tratti minerali e idrocarburici spinti, quindi tanta frutta a pasta gialla, melone, pesca, salvia. Sul finale torna quella vena salata e minerale che al naso si sentiva molto netta, finale lunghissimo.
Cantine Tora
Sannio falanghina kissos 2016
Falanghina affinata in acciaio e messa in commercio a 4 anni dalla vendemmia. Oro denso alla vista, naso di miele di castagno e frutta candita (praticamente un panforte). Il sorso è poco coerente con il resto, acidità vibrante e tratto cerealicolo marcato, quasi di torba. Vino divertente.
Taburno aglianico riserva spartiviento 2013
Vino d’antan, crepuscolare con note di fiori secchi, cassettone. Chiude un po’ scomposto, sfibrato.
Ocone
Calidonio 2015
Piedirosso maturato in tonneaux. Parte puzzettoso, in bocca va leggermente meglio ma emerge costante un agrume verde quasi disturbante.
Taburno aglianico vigna pezza la corte 2014
Molto meglio questo aglianico, che parte sulla dolcezza speziata del curry per virare su note più piccanti e fresche, tannino feroce e piacevole finale con una lunga scia agrumata.
Cantina di Solopaca
Viticoltori San Martino 2017
Poco palpabile a parte un tannino vivace, chiude un po’ corto.
Irpinia
Traerte
Fiano di Av 2020
Il manifesto di quanto per alcune etichette sia necessario aspettare (almeno) un anno prima di farsi assaggiare.
Donnachiara
Taurasi 2017
Vino ben confezionato, tannino vivace, sorso fresco e scorrevole.
Feudi
Fiano di Av studi Morandi 2019
Attacco mieloso, in bocca note classicheggianti di clementino, fiori bianchi e leggera pietra focaia, pieno e già godibile, che buone sono queste selezioni di Feudi!
Greco di Tufo studi Nassano 2019
Molto buono, verticale ma non verde, pieno ma non grasso, equilibrio e progressione al sorso, pompelmo, terra bagnata, resina di pino.
Greco di Tufo studi Chianchetelle 2019
In questo caso la lancetta tende vistosamente verso gli aspetti più legati alla mineralità, quindi il sorso è più piccante, sulfureo, carnoso. Finale con una curiosa nota di the al limone.
Serpico 2015
Molto indietro nella sua evoluzione, tannino coprente e astringente.
Taurasi riserva piano di montevergine 2015
Naso ebanistico, al palato va molto meglio. Vino giocato sull’eleganza, frutta rossa, cenere, finale dolce ma molto lungo e composto.
I Capitani
Taurasi bosco faiano 2017
Al naso parrebbe un po’ bollito, con note insistite di mosto cotto. In bocca trova una sua quadratura pur in un contesto “caldo”, noce moscata, garrigue, toni boscosi, tannino piuttosto arrotondato.
I Favati
Fiano di Av pietramara 2020
Acidità spiccata e freschezza, frutta a polpa gialla leggermente verde, salvia.
Fiano di Av pietramara et. Bianca 2018
Abbastanza scomposto e in divenire, lievito di birra, finale quasi tannico.
Colli di Lapio
Fiano di Av 2020
Sale e ginestra in quantità, pieno e rotondo, molto godibile, forse in questo momento pecca di eccessiva semplicità.
Tenuta Scuotto
Taurasi 2015
Inizialmente poco appariscente, con la sosta nel bicchiere esce fuori un buon vino. Molto teso e verticale con un tannino importante.
Cantina dell’Angelo
Greco di tufo miniere 2019
Luciferino ma con moderazione, sì piccante, salato e terroso ma con equilibrio, finale lungo in cui timidamente comincia a manifestarsi un poco di agrume.
Cantina del barone
Particella 928 2019
Come sempre è una interpretazione di fiano molto peculiare. Carnoso, quasi torbato, cedro candito, propoli, sale affumicato e finale canforato.
Petra Marzia
Fiano di Av Ramia 2019
Azienda che non conoscevo, piacevole scoperta. Naso sul linfatico/vegetale, in bocca mette più carne e alle caratteristiche di freschezza “verde” aggiunge una bella carica di polpa e definizione. Chiusura lunga.
Rocca del principe
Fiano di Av 2019
Naso che richiama la marna, in bocca c’è tensione e verticalità, frutta gialla, arancia, sale.
Fiano di Av Tognano 2018
Sorso giovane ma già ben definito. Pompelmo, origano, zenzero inizialmente, quindi un centro bocca pieno e vivace, albicocche mature e zuccherine. Chiusura lunga incentrata su questa dicotomia.
Villa Raiano
Fiano di Av Ventidue 2019
“Eccessivamente verde sia al naso (troppo) che in bocca (meglio) chiude veloce. Come ogni anno il cru di questa cantina che piace meno”. Queste erano le note riferite alla versione 2018, non mi discosto troppo, forse questo 2019 da’ una impressione di piacevolezza maggiore, una minore sensazione di immaturità che potrebbe preludere a un positivo sviluppo della bottiglia.
Fiano di Av Alimata 2019
Il vincitore della tenzone interna fra i fiano di questa cantina è nuovamente “l’edizione” di Montefredane. Tanta frutta, tanto sale e tanta freschezza, finale idrocarburico e agrumato che da’ al sorso una bella levità.
Fiano di Av Bosco satrano 2019
Naso velato e un poco impreciso, in bocca rivela uno spirito sibarita. Verticale ma succoso, arancia navel, salvia, mandarino candito e finale cremoso.
Greco di Tufo Ponte dei santi 2019
Come spesso accade a questa etichetta andrebbe risentito fra un po’, ancora squilibrato fra una bocca staticamente ferma su insistite note di crosta di pane e un naso abbastanza in divenire fra lievito di birra e terra bagnata.
Aglianico Costa Baiano 2018
Belle note di arancia bionda tardiva, frutta rossa sotto spirito e un bel finale speziato.
Di Prisco
Taurasi 2015
Vino dal tannino importante. Resinoso e balsamico, silvestre e balsamico, molto particolare.
Greco di Tufo pietrarosa 2019
Stratificato e interessante. Parte con note di gasolio per poi virare su agrumi verdi (limone) e quindi erbette spontanee, salvia, mandarino. Finale lungo.
Pietracupa
Fiano 2019
Come la versione 2018 mi era parsa immediatamente leggibile e godibile così questa interpretazione dell’annata mi sembra di difficile comprensione in questo momento. Terroso, quasi involuto, poco propenso a concedersi sia al naso che in bocca.
Greco 2019
Freschissimo e già approcciabile, il miglior vino della batteria presentata da questa azienda. Pompelmo, burro d’alpeggio, foglia di limone, pietra focaia.
Cupo 2018
“Pierre a fusil”, lievito, gesso e idrocarburo in primo piano, quasi saturanti in questo momento. Veramente troppo giovane per dargli una valutazione completa, chi ha, su questa etichetta, più esperienza di me (notevolissima) parla di annata memorabile. Un paio di bottiglie cercherò di mettermele da parte!
Tenuta Sarno
Fiano di Av Erre 2018
Non mi è parso all’altezza delle precedenti versioni (almeno in questo momento), appiattito sul cereale e sul torbato con un finale amaro.
Di Marzo
Greco di Tufo riserva Serrone 2019
Fibroso e cerealicolo, chiude amaro.
Greco di Tufo riserva Ortale 2019
Migliore fra i tre cru, almeno in questa fase giovanile. Tanto sale e tanta parte agrumata.
Greco di Tufo riserva Laure 2019
Simile al serrone, ha dalla sua però un finale decisamente più piacevole e fresco, con una bella scia salata.
De Gaeta
Taurasi duecape 2015
Più di naso che di bocca. Mentre il primo è profondo e speziato con rimandi alla frutta secca e alla resina la seconda è piuttosto cortina e non mantiene le aspettative olfattive.
Contrade di Taurasi
Taurasi Coste 2015
Al naso qualche imprecisione di troppo, molto meglio la bocca, frutta rossa matura, arancia sanguinella, paprica. Sul finale riemerge la parte agrumata idrocarburica. Bene ma non benissimo (considerate le ambizioni dell’etichetta)
Taurasi vigne d’alto 2015
Il fratello intelligente. Eleganza e misura, agrume e polpa. Frutta rossa, pepe nero, cenere, resina, tannino bello rotondo e finale decisamente appagante.
Grecomusc ‘ 2018
Tanta polpa, crema di limone, mandarino, ma anche una discreta tensione acida che rende il sorso goloso e per nulla stancante.
Perillo
Taurasi riserva 2009
Mi lascia perplesso. Il vino è buono, anche troppo in questa fase della sua vita. Mi aspettavo un tannino meno leggibile, meno cesellato. Anche il finale mi sembra un poco troppo sussurrato per gli standard di questa cantina. Lo acquisterò come ho fatto per le precedenti annate, ma in cantina lo guarderò con sospetto….
Amarano
Malambruno 2014
Naso ancient regime, puzzettoso e sfocato, sorso decisamente più piacevole. Vino carnoso e sensuale, con decise note di goudron e pepe nero. Spensierato.
Il cancelliere
Taurasi nero né 2016
Naso e bocca vanno un po’ per conto loro, imprecisioni con la pala. Certo il sorso è goloso e nel suo genere è un vino molto piacevole, soprattutto abbinato a qualche cibo adatto, tipo cinghiale catturato a mani nude e mangiato dopo 15 minuti di frollatura.
Molettieri Salvatore
Taurasi renonno 2015
Legnettino dolce, smalto, tannino sopra le righe. Non il vino che preferisco di questa cantina e in questo caso nemmeno nella sua versione migliore.
Boccella Rosa
Taurasi 2015
Sorprendente. Taurasi di Montemarano ma in versione dandy, incedere elegante e equilibrato, carne cruda, cedro, camino spento, arancia rossa matura. Finale lungo e tannino presente ma non invadente.
Delite
Taurasi pentamerone 2015
Lo sbuffo alcolico alla prima snasata poteva essere di cattivo auspicio, invece il vino si districa bene fra un tannino molto fresco e spunti agrumati molto piacevoli.