Si bevve d'Ottobre

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Konstantin_Levin88
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda Konstantin_Levin88 » 06 ott 2019 22:20

pipinello ha scritto:
Quindi secondo me qualche produttore langarolo t,'ha trombato la fidanzata :mrgreen:

Scherzi a parte, a me la prova del bicchiere, ad oggi fra Docg Barolo e Docg Montalcino (limitiamoci a questo confronto e al netto di Conterno, BS e Soldera) vince, e di gran lunga, Barolo, soprattutto dopo che i vini cominciano ad avere 10-15 anni sulle spalle.

Questo è ancora un altro discorso. Non ho detto che la fascia media di Montalcino sia migliore della fascia media di Barolo. Il mio discorso era riferito ai vini sopra i 60€, dall'una e dall'altra parte.
Sono un piemontese atipico, lo so. Ma il sangiovese m'ha stregato.
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda teo777full » 06 ott 2019 22:51

Il tread mensile sulle bevute é diventato un
“Barolo vs Brunello” :roll:
Konstantin_Levin88
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda Konstantin_Levin88 » 06 ott 2019 23:06

Chiedo scusa. Non risponderò più a questo discorso.
Sono un piemontese atipico, lo so. Ma il sangiovese m'ha stregato.
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supersonic76
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda supersonic76 » 06 ott 2019 23:24

Konstantin_Levin88 ha scritto:Il valore reale dei vini dei tradizionalisti di Langa è quello:
Rinaldi 40, Bartolo 50, Cappellano rup. 40 e p.f. 80 (ci sta visto l'unicum che rappresenta), Accomasso 35 e così via. Guarda caso questi produttori, gente seria, evidentemente, fissano a tot il prezzo in uscita dei loro vini. Si chiama onestà: sanno che valgono quello. Sono stupidi secondo voi? O masochisti? No.
Quello che ho detto era semplice:
Al netto del mio gusto personale, non ritrovo nei prezzi a tre cifre di quei vini (ma neanche in molti prezzi over 50 che son "saltati sul carro") una corrispondente qualità. Un'eccellenza, qualcosa di nettamente distintivo. Un salto quantico di intensità, finezza, nobiltà rispetto a molti altri vini da 20/30/40 euro.
Non li valgono.
Gli unici in cui ho sentito qualcosa di nettamente incommensurabile rispetto al "gruppone" sono (me cojoni, direte...) G.Conterno, G.Mascarello, Giacosa E.R. e il Crichet Paje. Qualche Gaja... Gli altri si differenziano per sfumature. Tutti non esattamente economici, ma di questi, per le mie tasche, 120 euro per un Monprivato o 60/70 per un Villero o S.S. di Perno sono una spesa che per me vale la qualità.
Opinione personale.
Se Rinaldi metteva, e ora le figlie continuano a mettere, il barolo a 37€ è perché lavorano per guadagnare un margine equo, anche stante il prestigio della denominazione, a fronte di un certo costo di produzione.


Pienamente d'accordo
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vinogodi
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda vinogodi » 07 ott 2019 07:43

Konstantin_Levin88 ha scritto:
pipinello ha scritto:
Konstantin_Levin88 ha scritto:
littlewood ha scritto:
gianni femminella ha scritto:@Franco, non dimenticare la difficoltà di averli. Non discuto sul fatto che quello che dici è vero, ma sulla reperibilità che è la variante imprescindibile.

Assolutamente Gianni! Ma dobbiamo confrontare i prezzi REALI. Non quelli speculativi...

Esatto.
Infatti, è proprio quello che intendevo.
Il valore reale dei vini dei tradizionalisti di Langa è quello:
Rinaldi 40, Bartolo 50, Cappellano rup. 40 e p.f. 80 (ci sta visto l'unicum che rappresenta), Accomasso 35 e così via. Guarda caso questi produttori, gente seria, evidentemente, fissano a tot il prezzo in uscita dei loro vini. Si chiama onestà: sanno che valgono quello. Sono stupidi secondo voi? O masochisti? No.
Quello che ho detto era semplice:
Al netto del mio gusto personale, non ritrovo nei prezzi a tre cifre di quei vini (ma neanche in molti prezzi over 50 che son "saltati sul carro") una corrispondente qualità. Un'eccellenza, qualcosa di nettamente distintivo. Un salto quantico di intensità, finezza, nobiltà rispetto a molti altri vini da 20/30/40 euro.
Non li valgono.
Gli unici in cui ho sentito qualcosa di nettamente incommensurabile rispetto al "gruppone" sono (me cojoni, direte...) G.Conterno, G.Mascarello, Giacosa E.R. e il Crichet Paje. Qualche Gaja... Gli altri si differenziano per sfumature. Tutti non esattamente economici, ma di questi, per le mie tasche, 120 euro per un Monprivato o 60/70 per un Villero o S.S. di Perno sono una spesa che per me vale la qualità.
Opinione personale.
Se Rinaldi metteva, e ora le figlie continuano a mettere, il barolo a 37€ è perché lavorano per guadagnare un margine equo, anche stante il prestigio della denominazione, a fronte di un certo costo di produzione.
(Tra l'altro, lessi una volta che il costo di produzione di una bottiglia di Petrus è di circa 30 €. Pure in pianura, per cui ipso facto da quel punto di vista costi inferiori rispetto alla Langa... quello è un investimento per l'eccellenza). È evidente che il costo aziendale di una bottiglia di Rinaldi è di pochi euro. Comparabile con quello di altre cantine piemontesi. Il procedimento è simile a quello della scimmiottata Borgogna, ma con una differenza: che tra la terra delle Brunate e la terra di un qualunque sorì di Diano d'Alba, o di qualunque bricco di Roddino (per dire) non c'è neppure un centesimo della differenza che passa tra, che ne so, la terra de La Tache e quella di un qualunque bourgogne rouge lungo la statale.
Non basta la terra, in Langa, per fare grandi vini. Ci va l'investimento finalizzato all'eccellenza. E questo non c'è.
In Toscana negli ultimi 15/20 anni lavorano con più attenzione, con più scienza, puntando all'eccellenza. Hanno terreni e clima che di per sé richiedono meno costi, ma in generale , e in media, sono più attenti, dalla gestione del terreno agli interventi sulla vite, alla selezione delle uve, alla gestione in cantina. Alla pulizia e al controllo sulle procedure. Andate a visitare San Giusto a Rentennano, o Pian dell'Orino. Poi andate a visitare Bartolo Mascarello o Accomasso. Davvero devo spiegare ulteriormente le differenze?
Ciao.



In Franciacorta ci sono enormi investimenti, enorme attenzione alla vigna e alla gestione in cantina. I vini fanno quasi tutti enormemente cagare.
In Borgogna (ma pure nel Rodano) ci sono cantine che se fossero in Italia sarebbero chiuse da anni per il mancato rispetto dei più minimi standard igienici, ma tirano fuori vini che...vabbè.
Quindi?

Quindi....
1) se hai una terra di merda e il clima della bassa padana non ci puoi cavare dello champagne, ovviamente
2) ciononostante, incredibilmente, i migliori Franciacorta riescono a essere, se non buoni, quantomeno bevibili, il che è un miracolo.
3) La Langa non è la Borgogna. Non ci sono quei metri quadrati magici che danno al vino quel "timbro lì", e la "cruizzazione" della Langa è un'emerita strunzata, un'invenzione del mercato senza alcuna ragion d'essere né storica, né geo-pedologica. Non dico che il nebbiolo venga bene sui bricchi o nelle valli, a nord come a sud, ma che, a parità di buona esposizione e altitudine, le differenze tra una collina e l'altra sono minime. In Borgogna, sia bianca che rossa, è tutta un'altra musica.
4)come si fa quindi l'altissima qualità in Langa? Con gli investimenti, enorme attenzione in vigna e in cantina.
Citofonare azienda vinicola "Giacomo Conterno" per capire cosa intendo. (D'altronde, se la Langa fosse come la Borgogna, che bisogno avrebbe Conterno di comprare una diraspa-pigiatrice che toglie fino al 99,99% del raspo, o una imbottigliatrice che probabilmente decolla e va su Marte e mille altre figate tecnologiche? Nessuno! Potrebbe tenersi le ragnatele in cantina. Invece no... QUINDI??)
Ciao
...hai il potere di farmi riflettere: complimenti . Sono passato dalla fase " ma che cazzate dice"? a "non sono d'accordo , ma leggo volentieri , in quanto espone benissimo i suoi concetti" a " apperò , c'ha mica tutti i torti, anche perché non spara a vanvera ma si sbilancia con nomi e cognomi , tra l'altro a ragion veduta" ... per cui : non concordo sul livello di Toscana superiore alla Langa , anche perché sono convinto che il Nebbiolo sia l'uva rossa più buona del mondo , almeno come potenziale, a braccetto con il Pinot Noir ; però , come dici tu , meno chiacchere e più investimenti strutturali e tecnici . Il salto è stato fatto con le ultime generazioni , culturalmente (i figli degli empirici vignerons albesi si sono formati quasi tutti alle scuole enologiche) , ora ci vuole un cambio di mentalità , dove le qualità manageriali di Toscana (per ricchezza e tradizione e ... dimensioni : Banfi, Frescobaldi, Antinori , Ricasoli la Langa non li ha avuti , se non rarissimi e illuminati uomini di stato , che usavano più le tenute di Langa come buen retiro , magari con l'amante ...) sono indubbie , anche nella cultura dell'accoglienza e del "fanfarismo mediatico" ... 8)
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda littlewood » 07 ott 2019 08:00

vinogodi ha scritto:
Konstantin_Levin88 ha scritto:
pipinello ha scritto:
Konstantin_Levin88 ha scritto:
littlewood ha scritto:Assolutamente Gianni! Ma dobbiamo confrontare i prezzi REALI. Non quelli speculativi...

Esatto.
Infatti, è proprio quello che intendevo.
Il valore reale dei vini dei tradizionalisti di Langa è quello:
Rinaldi 40, Bartolo 50, Cappellano rup. 40 e p.f. 80 (ci sta visto l'unicum che rappresenta), Accomasso 35 e così via. Guarda caso questi produttori, gente seria, evidentemente, fissano a tot il prezzo in uscita dei loro vini. Si chiama onestà: sanno che valgono quello. Sono stupidi secondo voi? O masochisti? No.
Quello che ho detto era semplice:
Al netto del mio gusto personale, non ritrovo nei prezzi a tre cifre di quei vini (ma neanche in molti prezzi over 50 che son "saltati sul carro") una corrispondente qualità. Un'eccellenza, qualcosa di nettamente distintivo. Un salto quantico di intensità, finezza, nobiltà rispetto a molti altri vini da 20/30/40 euro.
Non li valgono.
Gli unici in cui ho sentito qualcosa di nettamente incommensurabile rispetto al "gruppone" sono (me cojoni, direte...) G.Conterno, G.Mascarello, Giacosa E.R. e il Crichet Paje. Qualche Gaja... Gli altri si differenziano per sfumature. Tutti non esattamente economici, ma di questi, per le mie tasche, 120 euro per un Monprivato o 60/70 per un Villero o S.S. di Perno sono una spesa che per me vale la qualità.
Opinione personale.
Se Rinaldi metteva, e ora le figlie continuano a mettere, il barolo a 37€ è perché lavorano per guadagnare un margine equo, anche stante il prestigio della denominazione, a fronte di un certo costo di produzione.
(Tra l'altro, lessi una volta che il costo di produzione di una bottiglia di Petrus è di circa 30 €. Pure in pianura, per cui ipso facto da quel punto di vista costi inferiori rispetto alla Langa... quello è un investimento per l'eccellenza). È evidente che il costo aziendale di una bottiglia di Rinaldi è di pochi euro. Comparabile con quello di altre cantine piemontesi. Il procedimento è simile a quello della scimmiottata Borgogna, ma con una differenza: che tra la terra delle Brunate e la terra di un qualunque sorì di Diano d'Alba, o di qualunque bricco di Roddino (per dire) non c'è neppure un centesimo della differenza che passa tra, che ne so, la terra de La Tache e quella di un qualunque bourgogne rouge lungo la statale.
Non basta la terra, in Langa, per fare grandi vini. Ci va l'investimento finalizzato all'eccellenza. E questo non c'è.
In Toscana negli ultimi 15/20 anni lavorano con più attenzione, con più scienza, puntando all'eccellenza. Hanno terreni e clima che di per sé richiedono meno costi, ma in generale , e in media, sono più attenti, dalla gestione del terreno agli interventi sulla vite, alla selezione delle uve, alla gestione in cantina. Alla pulizia e al controllo sulle procedure. Andate a visitare San Giusto a Rentennano, o Pian dell'Orino. Poi andate a visitare Bartolo Mascarello o Accomasso. Davvero devo spiegare ulteriormente le differenze?
Ciao.



In Franciacorta ci sono enormi investimenti, enorme attenzione alla vigna e alla gestione in cantina. I vini fanno quasi tutti enormemente cagare.
In Borgogna (ma pure nel Rodano) ci sono cantine che se fossero in Italia sarebbero chiuse da anni per il mancato rispetto dei più minimi standard igienici, ma tirano fuori vini che...vabbè.
Quindi?

Quindi....
1) se hai una terra di merda e il clima della bassa padana non ci puoi cavare dello champagne, ovviamente
2) ciononostante, incredibilmente, i migliori Franciacorta riescono a essere, se non buoni, quantomeno bevibili, il che è un miracolo.
3) La Langa non è la Borgogna. Non ci sono quei metri quadrati magici che danno al vino quel "timbro lì", e la "cruizzazione" della Langa è un'emerita strunzata, un'invenzione del mercato senza alcuna ragion d'essere né storica, né geo-pedologica. Non dico che il nebbiolo venga bene sui bricchi o nelle valli, a nord come a sud, ma che, a parità di buona esposizione e altitudine, le differenze tra una collina e l'altra sono minime. In Borgogna, sia bianca che rossa, è tutta un'altra musica.
4)come si fa quindi l'altissima qualità in Langa? Con gli investimenti, enorme attenzione in vigna e in cantina.
Citofonare azienda vinicola "Giacomo Conterno" per capire cosa intendo. (D'altronde, se la Langa fosse come la Borgogna, che bisogno avrebbe Conterno di comprare una diraspa-pigiatrice che toglie fino al 99,99% del raspo, o una imbottigliatrice che probabilmente decolla e va su Marte e mille altre figate tecnologiche? Nessuno! Potrebbe tenersi le ragnatele in cantina. Invece no... QUINDI??)
Ciao
...hai il potere di farmi riflettere: complimenti . Sono passato dalla fase " ma che cazzate dice"? a "non sono d'accordo , ma leggo volentieri , in quanto espone benissimo i suoi concetti" a " apperò , c'ha mica tutti i torti, anche perché non spara a vanvera ma si sbilancia con nomi e cognomi , tra l'altro a ragion veduta" ... per cui : non concordo sul livello di Toscana superiore alla Langa , anche perché sono convinto che il Nebbiolo sia l'uva rossa più buona del mondo , almeno come potenziale, a braccetto con il Pinot Noir ; però , come dici tu , meno chiacchere e più investimenti strutturali e tecnici . Il salto è stato fatto con le ultime generazioni , culturalmente (i figli degli empirici vignerons albesi si sono formati quasi tutti alle scuole enologiche) , ora ci vuole un cambio di mentalità , dove le qualità manageriali di Toscana (per ricchezza e tradizione e ... dimensioni : Banfi, Frescobaldi, Antinori , Ricasoli la Langa non li ha avuti , se non rarissimi e illuminati uomini di stato , che usavano più le tenute di Langa come buen retiro , magari con l'amante ...) sono indubbie , anche nella cultura dell'accoglienza e del "fanfarismo mediatico" ... 8)

Ehmm...Marco ...forse l' amico qualche c...zata l' ha sparata...tipo nn esistono differenze fra i cru in Langa..( come se il monprivato fosse uguale al movigliero e CF a vigna rionda ) come perche' conterno si sia preso la pellenc e in Borgogna no( forse perche' il nebbiolo e' moooolto diverso come spinta tannica del pn della sacra valle?) Poi x il confronto toscana Piemonte beh....nn e' che in Toscana nn usino la tecnologia ... Riccardino delle ragnaie ha la stessa pellenc di conterno .. Jan a pian dell' orino ha comprato il lettore ottico di ultima generazione ..il Piemonte e' la regione vinicola italiana con piu' storia se si parla di viticoltura di qualita' dove di piu'( rispetto ad es a Montalcino) c' e' stata continuita' aziendale e quindi conseguente tramando di esperienze. Per cui dire che i langhetti devono imparare dai toscani....beh mi sembra un po' grossa...
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Ludi
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda Ludi » 07 ott 2019 08:25

Feudi di S. Gregorio, Greco di Tufo Cutizzi 2011: bevuto più per curiosità che altro, alla fine non è stato così malvagio. Molto ruffiano nelle note di frutta tropicale, ma integro e tutto sommato godibile. Classico vino costruito ma che va giù,
Palmento Costanzo, Bianco di Sei 2017: decisamente affumicato, ammicca alla Borgogna in maniera palese e riesce bene nel suo compito. Bel vino, freschissimo e su cui ci si sofferma volentieri.
A' Vita, Cirò 2014: amo decisamente questo vino, etereo, delizioso nei profumi di rosa, di una bevibilità imbarazzante. Sarebbe interessante degustarlo accanto alla Pelaverga dei Fratelli Alessandria o di Burlotto.
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda Konstantin_Levin88 » 07 ott 2019 08:31

littlewood ha scritto:Ehmm...Marco ...forse l' amico qualche c...zata l' ha sparata...tipo nn esistono differenze fra i cru in Langa..( come se il monprivato fosse uguale al movigliero e CF a vigna rionda ) come perche' conterno si sia preso la pellenc e in Borgogna no( forse perche' il nebbiolo e' moooolto diverso come spinta tannica del pn della sacra valle?)

Non ho detto che non esistono differenze. Ma sono piccole, comparabili alle differenze interne a molte altre zone vinicole italiane, inferiori alle differenze interne ( per esempio, visto che se ne parlava), di Montalcino e enormemente inferiori alle differenze interne di Borgogna.
La pellenc era un esempio portato per rispondere all'osservazione "in Borgogna fanno gli zozzoni senza tecnologia e producono vini della madonna" (cosa peraltro ormai non più così vera, che siano zozzoni)... Evidentemente non è l'unica tecnologia d'avanguardia usata da Conterno, e in ogni caso è a sostegno della mia tesi per cui un grande vino si fa anche con tecnica e ricerca.

littlewood ha scritto: Poi x il confronto toscana Piemonte beh....nn e' che in Toscana nn usino la tecnologia ... Riccardino delle ragnaie ha la stessa pellenc di conterno .. Jan a pian dell' orino ha comprato il lettore ottico di ultima generazione ..il Piemonte e' la regione vinicola italiana con piu' storia se si parla di viticoltura di qualita' dove di piu'( rispetto ad es a Montalcino) c' e' stata continuita' aziendale e quindi conseguente tramando di esperienze. Per cui dire che i langhetti devono imparare dai toscani....beh mi sembra un po' grossa...

Guarda che qui l'hai intesa al contrario. Sostengo proprio che in Toscana le grandi aziende usino più tecnologia che in Piemonte. Concordo con Vinogodi che sia anche dovuto a un fatto di dimensioni aziendali, e a una conseguente maggior disponibilità a investire. Ma è anche una mentalità diversa.
Il tramando di esperienze è importante, ma ogni tanto è anche importante "rompere coi padri".
I laghetti devono assolutamente imparare dai toscani.
Sono un piemontese atipico, lo so. Ma il sangiovese m'ha stregato.
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda littlewood » 07 ott 2019 08:53

Konstantin_Levin88 ha scritto:
littlewood ha scritto:Ehmm...Marco ...forse l' amico qualche c...zata l' ha sparata...tipo nn esistono differenze fra i cru in Langa..( come se il monprivato fosse uguale al movigliero e CF a vigna rionda ) come perche' conterno si sia preso la pellenc e in Borgogna no( forse perche' il nebbiolo e' moooolto diverso come spinta tannica del pn della sacra valle?)

Non ho detto che non esistono differenze. Ma sono piccole, comparabili alle differenze interne a molte altre zone vinicole italiane, inferiori alle differenze interne ( per esempio, visto che se ne parlava), di Montalcino e enormemente inferiori alle differenze interne di Borgogna.
La pellenc era un esempio portato per rispondere all'osservazione "in Borgogna fanno gli zozzoni senza tecnologia e producono vini della madonna" (cosa peraltro ormai non più così vera, che siano zozzoni)... Evidentemente non è l'unica tecnologia d'avanguardia usata da Conterno, e in ogni caso è a sostegno della mia tesi per cui un grande vino si fa anche con tecnica e ricerca.

littlewood ha scritto: Poi x il confronto toscana Piemonte beh....nn e' che in Toscana nn usino la tecnologia ... Riccardino delle ragnaie ha la stessa pellenc di conterno .. Jan a pian dell' orino ha comprato il lettore ottico di ultima generazione ..il Piemonte e' la regione vinicola italiana con piu' storia se si parla di viticoltura di qualita' dove di piu'( rispetto ad es a Montalcino) c' e' stata continuita' aziendale e quindi conseguente tramando di esperienze. Per cui dire che i langhetti devono imparare dai toscani....beh mi sembra un po' grossa...

Guarda che qui l'hai intesa al contrario. Sostengo proprio che in Toscana le grandi aziende usino più tecnologia che in Piemonte. Concordo con Vinogodi che sia anche dovuto a un fatto di dimensioni aziendali, e a una conseguente maggior disponibilità a investire. Ma è anche una mentalità diversa.
Il tramando di esperienze è importante, ma ogni tanto è anche importante "rompere coi padri".
I laghetti devono assolutamente imparare dai toscani.

Sai secondo me cos' hanno i francesi piu' di noi?? Hanno semplicemente piu' tradizione! E' questo il loro plus! Nn i territori nn le tecnologie che ormai sono disponibili globalmente ma semplicemente piu' tradizione viticola volta all' alta qualita'! Noi in pochi anni abbiamo fatto progressi ENORMI! Ma come ho toccato con mano lavorando in una delle aziende sopra citate lo step fra fare un ottimo vino e un grande vino beh....quello e' il difficile! E ci vuole un bagaglio di conoscenze e di impegno che magari in molte parti d' Italia nn si ha. E per dirla tutta se penso ai nostri vini italici il luogo dove piu' si concentrano i nomi e' proprio la langa!
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda zampaflex » 07 ott 2019 09:39

ricolloco..

Si è parlato di piacentini di recente, e casualmente in una enoteca mi hanno proposto questa:

Lusignani - Cabernet Sauvignon 2015


Mi ricordavo, quando seguivo fedelmente IL VATE, di avere bevuto diverse bottiglie de La luna selvatica di La Tosa, sempre con piacere. Per cui sapevo che ci sarebbero state le possibilità di un simpatico riscontro.
Colore scuro, da vinone italico. Unghia violacea di grande gioventù.
Naso molto più sul frutto che sulla pirazina, frutta anche in composta ma senza cotture, pulita.
Bocca spinta da subito da una ottima acidità non prevaricante, sorso ampio, globoso, sbanda da metà su un po' di alcool di troppo ma chiude comunque in gloria grazie alla giusta freschezza.
Un vino robusto, semplice, facile. Da proporre ai non appassionati per farli stare bene.

:D :D :D
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda bobbisolo » 07 ott 2019 09:48

littlewood ha scritto:Ehmm...Marco ...forse l' amico qualche c...zata l' ha sparata...tipo nn esistono differenze fra i cru in Langa..( come se il monprivato fosse uguale al movigliero e CF a vigna rionda ) come perche' conterno si sia preso la pellenc e in Borgogna no( forse perche' il nebbiolo e' moooolto diverso come spinta tannica del pn della sacra valle?) Poi x il confronto toscana Piemonte beh....nn e' che in Toscana nn usino la tecnologia ... Riccardino delle ragnaie ha la stessa pellenc di conterno .. Jan a pian dell' orino ha comprato il lettore ottico di ultima generazione ..il Piemonte e' la regione vinicola italiana con piu' storia se si parla di viticoltura di qualita' dove di piu'( rispetto ad es a Montalcino) c' e' stata continuita' aziendale e quindi conseguente tramando di esperienze. Per cui dire che i langhetti devono imparare dai toscani....beh mi sembra un po' grossa...


Ciao Franco,
OT, sta pellenc, te li toglie tutti i pezzettini di raspo o qualcosa rimane? É la presenza/assenza di questi ultimi che determina gran parte della qualità espressa in finezza del vino? Se ci metti uva matura maciulla il grano o indipendentemente dall'uva o dalla zona i grani rimangono integri? Quando fa la selezione sui grappoli, prima di andare nella pellenc e una volta diraspata finisce sul tappeto di rulli oppure diraspa e poi fa selezione su un tavolo?
Il lettore ottico costicchia penso oltre i 200k... credo e spero funzioni molto bene ma è una cosa riservata a pochi.
La pellenc 55k(anche questa non per tutti). Ci vuole molto per pulirla a dovere?
Infine, cos'è che fa grande un vino, la qualità della diraspatura e selezione o il terroir o entrambe le cose?
Mi interessa perchè anche io faccio un diraspatrice che costa la metà almeno della pellen e vorrei capire cosa viene scartato in una selezione di per esempio Conterno... per quali vini la fa e come la fa 'sta selezione...
Perchè poi c'è anche la diraspa a saltello, della quale parlano bene, ma a quanto pare funziona peggio della pellenc... o no?
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 07 ott 2019 10:12

vespolina di Barbaglia 2018
stupisce, come ogni vino di Sergio..uno si aspetta un buon vino senza pretese e invece ci si trova davanti un vino che pretende ascolto e attenzione..un bel frutto scuro accompagna tutta la bevuta.. la parte tannica si fa sentire fin da subito ma è una trama fitta, morbida, quasi dolcina..assieme alla parte acida lo rende un vino da portate succulente, con sapori forti e decisi..l'abbinamento con lo stinco al forno sembra un abito cucito su misura.

La Barbera brezza 2015
è freschezza, schiettezza, 14,5 gradi pervenuti a fatica, un naso di fiori e frutti rossi croccanti..una versione molto elegante e molto sincera che non vuole giocare il campionato dei grandi ma che gioca in maniera egregia quello dei "piccoli"..da l'idea di avere una gittata nel lungo termine non indifferente.... 8) 8)

belle epoque 2012
Su quest'annata è stato detto tutto e il contrario di tutto..gelate terribili in primavera, estate torrida e settembre degno delle grandi annate..addirittura sono volati paragoni con la 96..la curiosità ha preso il sopravvento e ho deciso di testare in prima persona..la mia sensazione è che per alcuni produttori (tra cui questo) sarà una di quelle annate memorabili, non meno importanti della recente 2008..ma veniamo a questo splendido champagne: prima di parlare del naso vorrei soffermarmi sul perlage..pazzesco, quasi da ascoltare in religioso silenzio quando si infrange sul palato..bolla definita, fine, di una persistenza ammaliante..il naso non è da meno: amaretto, strudel, pesca gialla, mallo di noce..è un gioco di incastri tra i classici sentori dello Chardonnay e del pinot nero..all'assaggio non è solo coerenza: in retro sopraggiungono marcate note di mandarino e canditi..il sorso è tanto invitante da essere quasi immediato, ma rivela una lunghezza che si articola in tanti passaggi tutti estremamente interessanti..agrumato sí, ma senza rinunciare alla morbidezza e alla suadenza che un grande Champagne riserva spesso..la spinta acida e l'equilibrio tra le componenti mostrano chiaramente le grandi potenzialità in divenire, ma con tutto quello che ci si trova nel calice a mio parere è godibile già adesso..
Lorenzo
Stefano976
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda Stefano976 » 07 ott 2019 10:33

Qualche bottiglia bevuta nel fine settimana:

Pacher Hof Kerner 2018, vino dritto, pulito, acidità sferzante ma ben integrata che da al vino tanta freschezza e bevibilità, buonissimo;

Petterino Gattinara 2003, non ostante i sui sedici anni il vino è perfettamente integro nessuna terziarizzazione, unico appunto il tannino polveroso, dopo un po' nel bicchiere migliora ma resta sempre questo sentore di cassettone chiuso;

La Cà Nova barbaresco 2016, prima volta che bevo il loro “base” sarà anche l’annata che mi dicono essere ottima a Barbaresco, di questo qua a 12 euro bottiglia in cantina ne consiglio due bancali;

Boschis Francesco Dogliani superiore Vigne Sorì San Martino 2016, di un rosso impenetrabile e brillante, tanta frutta e corpo ma veramente piacevole e goloso, aperto a fine pasto più per curiosità che per sete e tracannato avidamente!!!

Andrea Occhipinti Fremito bianco, vino per gli amanti dei naturali spinti, il colore è quasi quello della birra tennent's al naso ricorda sentori di camomilla, in bocca resta dolcino poco invitante alla beva, da qualcuno apprezzato dal sottoscritto poco!!
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 07 ott 2019 10:47

Stefano976 ha scritto:Qualche bottiglia bevuta nel fine settimana:

Pacher Hof Kerner 2018, vino dritto, pulito, acidità sferzante ma ben integrata che da al vino tanta freschezza e bevibilità, buonissimo;

Petterino Gattinara 2003, non ostante i sui sedici anni il vino è perfettamente integro nessuna terziarizzazione, unico appunto il tannino polveroso, dopo un po' nel bicchiere migliora ma resta sempre questo sentore di cassettone chiuso;

La Cà Nova barbaresco 2016, prima volta che bevo il loro “base” sarà anche l’annata che mi dicono essere ottima a Barbaresco, di questo qua a 12 euro bottiglia in cantina ne consiglio due bancali;

Boschis Francesco Dogliani superiore Vigne Sorì San Martino 2016, di un rosso impenetrabile e brillante, tanta frutta e corpo ma veramente piacevole e goloso, aperto a fine pasto più per curiosità che per sete e tracannato avidamente!!!

Andrea Occhipinti Fremito bianco, vino per gli amanti dei naturali spinti, il colore è quasi quello della birra tennent's al naso ricorda sentori di camomilla, in bocca resta dolcino poco invitante alla beva, da qualcuno apprezzato dal sottoscritto poco!!


vini della madonna quelli di petterino..ricordo una 2006 bevuta quest'inverno in forma strabiliante
Lorenzo
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda littlewood » 07 ott 2019 11:06

bobbisolo ha scritto:
littlewood ha scritto:Ehmm...Marco ...forse l' amico qualche c...zata l' ha sparata...tipo nn esistono differenze fra i cru in Langa..( come se il monprivato fosse uguale al movigliero e CF a vigna rionda ) come perche' conterno si sia preso la pellenc e in Borgogna no( forse perche' il nebbiolo e' moooolto diverso come spinta tannica del pn della sacra valle?) Poi x il confronto toscana Piemonte beh....nn e' che in Toscana nn usino la tecnologia ... Riccardino delle ragnaie ha la stessa pellenc di conterno .. Jan a pian dell' orino ha comprato il lettore ottico di ultima generazione ..il Piemonte e' la regione vinicola italiana con piu' storia se si parla di viticoltura di qualita' dove di piu'( rispetto ad es a Montalcino) c' e' stata continuita' aziendale e quindi conseguente tramando di esperienze. Per cui dire che i langhetti devono imparare dai toscani....beh mi sembra un po' grossa...


Ciao Franco,
OT, sta pellenc, te li toglie tutti i pezzettini di raspo o qualcosa rimane? É la presenza/assenza di questi ultimi che determina gran parte della qualità espressa in finezza del vino? Se ci metti uva matura maciulla il grano o indipendentemente dall'uva o dalla zona i grani rimangono integri? Quando fa la selezione sui grappoli, prima di andare nella pellenc e una volta diraspata finisce sul tappeto di rulli oppure diraspa e poi fa selezione su un tavolo?
Il lettore ottico costicchia penso oltre i 200k... credo e spero funzioni molto bene ma è una cosa riservata a pochi.
La pellenc 55k(anche questa non per tutti). Ci vuole molto per pulirla a dovere?
Infine, cos'è che fa grande un vino, la qualità della diraspatura e selezione o il terroir o entrambe le cose?
Mi interessa perchè anche io faccio un diraspatrice che costa la metà almeno della pellen e vorrei capire cosa viene scartato in una selezione di per esempio Conterno... per quali vini la fa e come la fa 'sta selezione...
Perchè poi c'è anche la diraspa a saltello, della quale parlano bene, ma a quanto pare funziona peggio della pellenc... o no?

Allora io in funzione nn l' ho vista ma Roberto mi ha detto che era na' vita che cercava di costruire na ' macchina cosi'! Ora quando l' ha vista l' ha presa subito e secondo quello che mi ha detto lui e anche Riccardino toglie il 99.9 % dei raspi. Certo e' a detta sua un po' complicata da pulire ma rispetta molto l' acino e no nn passa sul tavolo di cernita poi. Il lettore ottico Jan ha iniziato ad usarlo dalla vendemmia 018 e i problemi che ha avuto erano essenzialmente dovuti a leggeri sbalzi di tensione sulla linea elettrica che x una macchina cosi' be' inficiano molto il lavoro .( Poi per lui che e' un' iperperfezionista figurati!) Ha dovuto installare uno stabilizzatore di corrente e quest' anno e' andato tutto ok. No la tecnologia' esalta un cru ma nn potra' mai essere un sostitutivo. Ora la cosa che a me ha impressionato era la differenza fra monfortino 013 e 014. Il 014 che aveva visto l' uso della pellenc era come dire la quadratura del cerchio un vino frutto gia' buonissimo ora ma con una potenza spaziale che lo fara' durare tantissimo senza quel "garbo..( uso una parola veneta perche' nn riesco a tradurre la sensazione in italiano) che nn e' acerbo ma allapante ecco! Che aveva il 013 e Roberto sosteneva che era grazie a quella macchina. E infatti il 014 con quella annata avrebbe dovuto essere il contrario...ora Jan ha sempre sostenuto che i grandi vini son buoni da subito. E infatti il pian Bassolino 012 e' sempre stato un vino spaziale e cosi' vale x il monfo 014....la tecnologia esalta ma nn sostituisce...
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda Max1991 » 07 ott 2019 11:06

Visita in cantina Ca la Bionda, sempre un piacere passare a salutare Franco.
Assaggiato circa tutta la linea, ma questi mi hanno colpito davvero:
Casalvegri Valpolicella Classico Superiore 2016
Tutta l’uva viene del vigneto è riservata alla produzione di questo Valpolicella, quindi nessuna uva "migliore" rubata per l'amarone.
Valpolicella con colore vero, chiaro, rosso rubino lucente, unghia leggermente granata.
Grande eleganza subito al naso, amarena non invasiva, piccoli frutti di bosco con qualche nota speziata e balsamica. Bella beva, tannino non invadente, freschezza che non ho riscontrato in molti valpolicella. Molto elegante.
“Ravazzòl” Amarone della Valpolicella Classico 2013
Appassimento delle uve in cassette di legno e non di plastica per sfavorire la possibilità di muffe (ci spiegavano appunto che il legno è più difficile da pulire ma utile per assorbire l'acqua in eccesso).
Colore più scuro, intenso e profondo ma non impenetrabile. Esplosione al naso, amarena, frutta appassita, note candite e qualche nota tostata. Sorso deciso, muscolare ma non esagerato, alcolico ma bilanciato. Coerente con il naso con qualche speziatura in più. Importante ma non pesante, ne avrei bevuto subito un altro calice (erano le 12 senza aver mangiato nulla e dopo 4 assaggi). Mi ha sorpreso!
“Le Tordare” Recioto della Valpolicella Classico 2012
In genere non il mio vino, la mia ragazza invece si è innamorata.
Per essere un vino dolce non è affatto stucchevole, fresco e minerale. Al naso uva passa e una affumicatura davvero interessante. Sembrava uno speck stagionato :mrgreen:
Da provare con qualche erborinato!
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda bobbisolo » 07 ott 2019 12:16

littlewood ha scritto:
bobbisolo ha scritto:
Ciao Franco,
OT, sta pellenc

Allora io in funzione nn l' ho vista ma Roberto mi ha detto che era na' vita che cercava di costruire na ' macchina cosi'! Ora quando l' ha vista l' ha presa subito e secondo quello che mi ha detto lui e anche Riccardino toglie il 99.9 % dei raspi. Certo e' a detta sua un po' complicata da pulire ma rispetta molto l' acino e no nn passa sul tavolo di cernita poi. Il lettore ottico Jan ha iniziato ad usarlo dalla vendemmia 018 e i problemi che ha avuto erano essenzialmente dovuti a leggeri sbalzi di tensione sulla linea elettrica che x una macchina cosi' be' inficiano molto il lavoro .( Poi per lui che e' un' iperperfezionista figurati!) Ha dovuto installare uno stabilizzatore di corrente e quest' anno e' andato tutto ok. No la tecnologia' esalta un cru ma nn potra' mai essere un sostitutivo. Ora la cosa che a me ha impressionato era la differenza fra monfortino 013 e 014. Il 014 che aveva visto l' uso della pellenc era come dire la quadratura del cerchio un vino frutto gia' buonissimo ora ma con una potenza spaziale che lo fara' durare tantissimo senza quel "garbo..( uso una parola veneta perche' nn riesco a tradurre la sensazione in italiano) che nn e' acerbo ma allapante ecco! Che aveva il 013 e Roberto sosteneva che era grazie a quella macchina. E infatti il 014 con quella annata avrebbe dovuto essere il contrario...ora Jan ha sempre sostenuto che i grandi vini son buoni da subito. E infatti il pian Bassolino 012 e' sempre stato un vino spaziale e cosi' vale x il monfo 014....la tecnologia esalta ma nn sostituisce...


gentilissimo, grazie infinite.
In effetti pare essere una macchina dalle grandi possibilità di modifica-customizzazione... in base all'uva regoli distanza tra le palette che sgranano... rispetto al sistema con gabbia, sembra molto più delicato questo oltrechè possa garantire la quasi totale eliminazione del raspetto. Però vedo che va ancora molto la via tradizionale(ad es. in casa Gaja penso non abbiano una pellenc) con gabbia forata e battitore con le pale... Spostandosi in borgogna o in loira o in rodano... cosa vuol dire per questi quando vinificano con il raspo?
Che usano diraspatrici che nn separano del tutto raspo e acini o è proprio una lavorazione che so a grappolo intero e non diraspato?
Perdona l'ignoranza di queste ultime domande ma vorrei capire meglio sto raspo in quale quantità è accettabile per fare un grande vino... dall'esperienza monfortino 14 mi pare molto..
Poi non so, qua non sappiamo vinificare col raspo, la si ?... o son film che mi faccio io o comunque non ho ben chiaro il processo... non ho le idee ben chiare in generale, ma questa è un'altra storia.
Chiedo scusa agli altri lettori se non sto parlando strettamente di vino :oops:
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda littlewood » 07 ott 2019 12:38

bobbisolo ha scritto:
littlewood ha scritto:
bobbisolo ha scritto:
Ciao Franco,
OT, sta pellenc

Allora io in funzione nn l' ho vista ma Roberto mi ha detto che era na' vita che cercava di costruire na ' macchina cosi'! Ora quando l' ha vista l' ha presa subito e secondo quello che mi ha detto lui e anche Riccardino toglie il 99.9 % dei raspi. Certo e' a detta sua un po' complicata da pulire ma rispetta molto l' acino e no nn passa sul tavolo di cernita poi. Il lettore ottico Jan ha iniziato ad usarlo dalla vendemmia 018 e i problemi che ha avuto erano essenzialmente dovuti a leggeri sbalzi di tensione sulla linea elettrica che x una macchina cosi' be' inficiano molto il lavoro .( Poi per lui che e' un' iperperfezionista figurati!) Ha dovuto installare uno stabilizzatore di corrente e quest' anno e' andato tutto ok. No la tecnologia' esalta un cru ma nn potra' mai essere un sostitutivo. Ora la cosa che a me ha impressionato era la differenza fra monfortino 013 e 014. Il 014 che aveva visto l' uso della pellenc era come dire la quadratura del cerchio un vino frutto gia' buonissimo ora ma con una potenza spaziale che lo fara' durare tantissimo senza quel "garbo..( uso una parola veneta perche' nn riesco a tradurre la sensazione in italiano) che nn e' acerbo ma allapante ecco! Che aveva il 013 e Roberto sosteneva che era grazie a quella macchina. E infatti il 014 con quella annata avrebbe dovuto essere il contrario...ora Jan ha sempre sostenuto che i grandi vini son buoni da subito. E infatti il pian Bassolino 012 e' sempre stato un vino spaziale e cosi' vale x il monfo 014....la tecnologia esalta ma nn sostituisce...


gentilissimo, grazie infinite.
In effetti pare essere una macchina dalle grandi possibilità di modifica-customizzazione... in base all'uva regoli distanza tra le palette che sgranano... rispetto al sistema con gabbia, sembra molto più delicato questo oltrechè possa garantire la quasi totale eliminazione del raspetto. Però vedo che va ancora molto la via tradizionale(ad es. in casa Gaja penso non abbiano una pellenc) con gabbia forata e battitore con le pale... Spostandosi in borgogna o in loira o in rodano... cosa vuol dire per questi quando vinificano con il raspo?
Che usano diraspatrici che nn separano del tutto raspo e acini o è proprio una lavorazione che so a grappolo intero e non diraspato?
Perdona l'ignoranza di queste ultime domande ma vorrei capire meglio sto raspo in quale quantità è accettabile per fare un grande vino... dall'esperienza monfortino 14 mi pare molto..
Poi non so, qua non sappiamo vinificare col raspo, la si ?... o son film che mi faccio io o comunque non ho ben chiaro il processo... non ho le idee ben chiare in generale, ma questa è un'altra storia.
Chiedo scusa agli altri lettori se non sto parlando strettamente di vino :oops:

Si vinifica a grappolo intero. Amerighi lo fa ormai da alcuni anni. Il nostro valpolicella ( max 1991 be' a scritto proprio sopra il tuo post) ha il 30%di grappolo intero perche' consente di avere un cappello piu' soffice questo almeno x noi....
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda zampaflex » 07 ott 2019 14:15

bobbisolo ha scritto:Spostandosi in borgogna o in loira o in rodano... cosa vuol dire per questi quando vinificano con il raspo?
Che usano diraspatrici che nn separano del tutto raspo e acini o è proprio una lavorazione che so a grappolo intero e non diraspato?
Perdona l'ignoranza di queste ultime domande ma vorrei capire meglio sto raspo in quale quantità è accettabile per fare un grande vino... dall'esperienza monfortino 14 mi pare molto..
Poi non so, qua non sappiamo vinificare col raspo, la si ?... o son film che mi faccio io o comunque non ho ben chiaro il processo... non ho le idee ben chiare in generale, ma questa è un'altra storia.
Chiedo scusa agli altri lettori se non sto parlando strettamente di vino :oops:


Il raspo presenta due caratteristiche, una chimica e una fisica.
Quella fisica te l'ha detta Littlewood: usare il raspo in fermentazione permette di ottenere un cappello più "aperto" con migliore scambio tra tino e ambiente esterno. Pensa, per esempio, all'ossigenazione.
Quella chimica riguarda il tannino estraibile dal raspo, che, per vitigni scarsamente (o non sufficientemente) dotati di tannini come il Pinot Nero, permette di compensare naturalmente. Chiaro che si introduce qui una ulteriore variabile rispetto al grado di maturità fenolica dell'uva: sta alle scelte tecniche, al vitigno su cui si opera e alla sensibilità di ciascun vigneron, soprattutto in Borgogna, meno in altre zone francesi, ancora meno in Italia, introdurre o meno l'uso dei raspi.
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda bobbisolo » 07 ott 2019 14:57

zampaflex ha scritto:Il raspo presenta due caratteristiche, una chimica e una fisica.
Quella fisica te l'ha detta Littlewood: usare il raspo in fermentazione permette di ottenere un cappello più "aperto" con migliore scambio tra tino e ambiente esterno. Pensa, per esempio, all'ossigenazione.
Quella chimica riguarda il tannino estraibile dal raspo, che, per vitigni scarsamente (o non sufficientemente) dotati di tannini come il Pinot Nero, permette di compensare naturalmente. Chiaro che si introduce qui una ulteriore variabile rispetto al grado di maturità fenolica dell'uva: sta alle scelte tecniche, al vitigno su cui si opera e alla sensibilità di ciascun vigneron, soprattutto in Borgogna, meno in altre zone francesi, ancora meno in Italia, introdurre o meno l'uso dei raspi.


Vi ringrazio entrambi per le spiegazioni... comincio ad unire qualche punticino.
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda Alberto » 07 ott 2019 15:11

Nel desiderio di approcciarmi a questa azienda, di cui qualcuno me ne parlò bene di recente, e con l'occasione di una guancia di manzo brasata al Barolo (ho usato mezza bottiglia avanzata di un Borgogno Riserva 1968...ancora bevibile - leggi non decrepito - ma ormai tutto o quasi solo durezze, con un tannino immaturo da far vibrare le palpebre...), ho stappato:
Langhe Nebbiolo, Cascina Adelaide, 2014 (14%)
Purtroppo l'annata marca molto, ovviamente non in positivo: non è assolutamente un vino diluito, ed anche il colore - davvero da manuale del nebbiolo - di suo risulta invogliante, ma il profilo complessivo è davvero già troppo "ingiallito" per l'età, floreale complesso ma tutto fané, frutto rosso mogio mogio quasi rintanato lì nell'angolo. Una nota vanigliata al naso nel tempo...botte grande nuova di pacca? I tannini si sente che provengono da un pedigree nobile, ma non basta.
Speravo meglio, anche perché non è un'azienda che i vini te li tira dietro, in generale. Ho preso anche la babera Preda 2013, vedremo.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda vinogodi » 08 ott 2019 10:40

vinogodi ha scritto:...ieri sera, alla Palta, locale stellato, divertentissima serata con gran bere e gran mangiare..
...scusate la latitanza, ma il lavoro mi "prende" ... dicevamo , cosa?

Mangiare:
- Piccolo benvenuto della cucina (con il preaperitivo) fatto di panetteria/grissineria fatta in casa con piccoli sformatini di formaggio e tanto altro :D :D :D :)
-Trota marinata alle erbe aromatiche (slurp) :D :D :D :D :)
- Gnocchetti di patate e porcini con ragù di pere e scalogno :D :D :D :D
- Aperti di capriolo in brodo di polenta :D :D :D :D
- Filetto di maiale "Bettella" con fichi caramellati e cipolle alla piastra :D :D :D :) (lo preferivo più crudo , anche se è "gosino ")
- Cremoso di vaniglia con mosto di uva fragola :D :D :D :D :)

Bevuto :
Preaperitivo : doppia bottiglia di Champagne Olivier "Origine"

Antipasti :
- Champagne Herbert Beaufort Blanc de Blanc Cuvée de Melomane
- Champagne Herbert Beaufort Blanc de noir (confronto)
- Champagne Moncuit Millesimato 2007 Blanc de Blanc
- Champagne Blanc de Blanc Amour de Deutz 2009

Coi Primi :
- Chablis 1er "Foret" 2010 Ravenau
- Meursault Perrieres 2013 1er Michelot
- Corton Charlemagne Grand Cru 2007 Bonneau de Mortray
- Chassagne Montrachet 2013 "Rouchottes" domaine Ramonet

Con il secondo :
- Cote Rotie 2001 Ogier
- Ribera del Duero réserva 2006 Pesquera
- Sassicaia 2005
- Merlot Miani 2002 (vino della serata , galattico)

Finale :
- Auslese Shloss Lieser 2014
- Auslese Dr Hermann 2013
Ultima modifica di vinogodi il 08 ott 2019 12:14, modificato 1 volta in totale.
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda ale1984 » 08 ott 2019 11:22

Joh. Jos. Prüm Wehlener Sonnenuhr Riesling Kabinett 2016 (9%)
Giallo paglierino scarico, cristallino. Pesca e passiflora, agrumi, un accenno di idrocarburi. In bocca salta fuori più definito un po’ di pompelmo. Acidità (ovviamente) a palla, che stimola la salivazione per molti secondi. Bevibilità killer.

Abbinamento casuale con focaccia, speck e trentin-grana.
ciscuz500r
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda ciscuz500r » 08 ott 2019 11:58

gbaenergiaeco10 ha scritto:
Stefano976 ha scritto:Qualche bottiglia bevuta nel fine settimana:

Pacher Hof Kerner 2018, vino dritto, pulito, acidità sferzante ma ben integrata che da al vino tanta freschezza e bevibilità, buonissimo;



L'ho bevuto ieri sera, rispetto alla 2017, questa 2018 l'ho trovata con un finale amarognolo poco piacevole...spero nella bottiglia non a posto o nella mia bocca poco predisposta...perché mi piace molto come vino... e poi qui in franciacorta sono già pieno di vini amarognoli!!!
vinogodi
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Re: Si bevve d'Ottobre

Messaggioda vinogodi » 08 ott 2019 12:17

ale1984 ha scritto:...e trentin-grana.
.. :roll: ... :? ... :x ... :( ... :| ...
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