Messaggioda Ludi » 28 apr 2019 17:04
Guccione, Catarratto 2013: ha tutto a posto per essere un gran bel macerato siciliano, tranne....tranne un certo carattere monocorde e compiaciuto che lo banalizza, specie in bocca.
Il Poggione, BdM 2004: classico vino cui non si può rimproverare nulla, se non di essere sin troppo perfetto e didascalico nelle note di amarena sotto spirito, caffè, spezie orientali. Per carità, ad averne! Ma l'emozione è altro....
Hambledon, Premiere Cuvée NV: tutto bene finchè non si legge il prezzo: 50 € (in cantina). Con quella cifra mi compro un signor Champagne, mentre qui, a parte l'acidità estrema, siamo nel rango della ordinaria, piacevole correttezza.
Chateau La Lagune 2003: qui invece la correttezza emoziona davvero. Vino cerebrale, ma anche delizioso, sensuale, bevibile, addictive (per dirla all'inglese). Bottiglia sparita quasi magicamente.
Cantina Zanchi, Lù 2015: quel dolce/non dolce che ci sta bene, specie in una giornata di primavera.....
Castello di Ama, Chianti Classico 1987: aperto con poche o nulle aspettative, stupisce subito con le tonalità rubino del colore, per poi esplodere in una trenodia di frutto e di terra, che insegue il palato e la mente. Emozione pura.
Eguren Ugarte, Rioja Reserva Martin Cedoya 2010: il ragazzo sta evolvendo davvero bene. Il frutto, croccante, sta perdendo le più scontate note di legno per divagare su una bella speziatura. Va giù che è una meraviglia, e questo, alla fine, conta parecchio.
Henri Mairie, Chateau Chalon Reserve Catherine de Rye 1986: per quanto sapessi cosa aspettarmi, l'acidità estrema mi ha spiazzato. Vino potenzialmente eterno, che in abbinamento a formaggi biodinamici di capra di Fattoria Calcabrina si esalta ed esalta.