Wineduck ha scritto:il chiaro ha scritto:Wineduck ha scritto: (...) Forse l'importatore ed i suoi preziosi agenti, sono mestieri "a finire" come il calzolaio, il benzinaio o il facchino della stazione?
Può essere benissimo, ma resta il fatto che se si decide di avere una rete commerciale bisognerebbe rispettarla, nulla più. Si chiama "non tenere i piedi in due scarpe". Citrico non ha una rete commerciale ed è per me assolutamente lecito. Ma son convinto che se l'avesse non la scavalcherebbe.
Cosa c'è di così difficile in questo concetto?
Niente ma mi risulta alquanto difficile credere che un produttore accetti un contratto che preveda di non vendere direttamente vino ai clienti diretti di una certa nazione se ha già una vendita diretta. Io non lo accetterei mai e sarebbe folle il produttore che accettasse di non avere contatti con coloro che tengono in piedi tutta la baracca. Perché forse loro hanno un più di rispetto per coloro che, con i propri soldi, remunerano il produttore, il distributore, l'agente e il commerciante. Tutta gente rispettabilissima ma che si mette in tasca una quota parte di quello che paghiamo noi con i soldi che ci sudiamo. Ionmi sarei anche rotto le palle di essere additato come un "nemico della società" invece che come il vostro rispettabilissimo finanziatore. Solo in paese che ha la stessa cultura di mercato del Burkina Faso si possono leggere discorsi così allucinanti.
Ale nessuno dice che sei un nemico della società!
Prova a vedere il tuo discorso dalla prospettiva dell'importatore: vado, trovo un produttore che mi piace, compro e investi su di lui, ne decreto il successo commerciale in una nazione e poi invece di sentirmi dire grazie mi sento pure fregato xchè nel contratto non abbiamo fissato alcune clausole. L'importatore xchè dovrebbe accettare un contratto simile?
Basterebbe che il produttore avesse un prezzo x gli importatori e uno x i privati.