Cristianmark ha scritto:Non so cos aspettarmi dal radice.
Sorry per chi lo apprezza.
Imho.
C.
Rabbocca la batteria della macchina
Cristianmark ha scritto:Non so cos aspettarmi dal radice.
Sorry per chi lo apprezza.
Imho.
C.
yotamoteuchi ha scritto:zampaflex ha scritto:alì65 ha scritto:zampaflex ha scritto:Per il 2013 segnatevi di prendere qualche bottiglia di pecorino. L'annata è stata molto buona esaltandone il lato mentolato senza perdere sapidità.
mi segnerò qualche pecorina da qui a fine anno!!
(battuta scontata) la passerina è ancora meglio
Quale passerina e pecorina consigliate, visto il consiglio di fare scorta di 2013?
zampaflex ha scritto:Cristianmark ha scritto:Non so cos aspettarmi dal radice.
Sorry per chi lo apprezza.
Imho.
C.
Rabbocca la batteria della macchina
gabresso ha scritto:il 2013 di Clara Marcelli , Irata, colo acciaio, floreale e vegetale di ottima persistenza con freschezza sapidità e acidità ben bilanciate.
tra tutti quelli assaggiati quest'estate in zona ascolana ( poderi san lazzaro, aurora , capecci, ciu ciu, ps, cocci grifoni ) ... sicuramente quello più buono.
senza contare i soli 8 euro a bott
alì65 ha scritto:Gaja Barbaresco 2010, un pochino compresso, si spiega ma non a sufficienza; rimane chiuso ma lascia intravedere una ricchezza notevole
Smarco ha scritto:gabresso ha scritto:il 2013 di Clara Marcelli , Irata, colo acciaio, floreale e vegetale di ottima persistenza con freschezza sapidità e acidità ben bilanciate.
tra tutti quelli assaggiati quest'estate in zona ascolana ( poderi san lazzaro, aurora , capecci, ciu ciu, ps, cocci grifoni ) ... sicuramente quello più buono.
senza contare i soli 8 euro a bott
Ma sarebbe il pecorino?
Alberto ha scritto:Per festeggiare praticamente in tempo reale la nascita del "petit vin" Chateau Gabriele annata 2015, estratto secco 3,095 Kg, sesto d'impianto 48,5 cm, rosa pallido alla vust e note lattiche di colostro abbastanza evidenti in gioventù:
Sherry/Jerez Palo Cortado Apostoles VORS, Gonzalez-Byass, S.A.
Colore ambra scuro, non concentrato. Naso molto complesso, che mixa varie note "vissute" (vernici nobili, fondo bruno/estratto di carne, proverbiale rancio di vecchia botte), toni fungini in parte freschi (sottobosco umido in Autunno) ed in parte non freschi (porcini essiccati) ed una dimensione fruttata soprendentemente ben presente, di frutta con l'osso disidratata, con sconfinamenti perfino nella visciola (apporto a mio avviso della quota del 13% di PX affiancata al vino base secco da uve palomino).
Palato meno ampio ed articolato nel ventaglio di sensazioni rispetto al naso, molto pieno nel corpo e ben smussato negli angoli, quasi "cioccolatato", con perfino una suggestione di Aceto Balsamico Tradizionale verso il finale (ancora il contributo del PX a marcare, evidentemente). Residuo zuccherino peraltro abbastanza ininfluente, soprattutto in chiusura di bocca. Lunghezza non enorme, ma persistenza in retro-olfatto davvero super, netta sulla pasta di olive nere.
Sempre una bella esperienza (a prezzi tutt'altro che proibitivi, peraltro) le storiche riserve trentennali di Gonzalez-Byass. E con una tagliatellina di grano duro integrale spadellata con una noce di burro e cospicuamente spolverata di bottarga? Oh, Yes!
Ziliovino ha scritto:vinnae ha scritto:vinotec ha scritto:Ieri sera io e Claudio accompagnati dalle rispettive signore abbiamo anticipato di un giorno il brindisi per il mio compleanno:
- DOM PERIGNON 2004: a me è piaciuto molto; bello, di una finezza che solo il DOM ha in certe annate; scivola via in un amen lasciando la bocca pulita; il bouquet diciamo che è un po' sottilino, ma sempre molto fine:
- GIULIO FERRARI RISERVA DEL FONDATORE 2000: a me, che piacciono champagne o franciacorta molto freschi(di annata), non è piaciuto molto, a differenza delle signore e di Claudio che hanno molto apprezzato: naso da caterpillar che faceva sparire il DOM, ma si sentiva già da lì la nota ossidativa che ad alcuni (francesi in testa) piace molto, ma a me no; in bocca secondo me se non era scollinato, era al vertice della parabola gustativa e può solo peggiorare:
Stando alle tue considerazioni relative al Dom Perignon 2004.........
Fra un po potrebbe essere una bellissima boccia!!!!!
E del Dom Perignon 2005? Qualcuno l'ha già bevuto? in generale mi sembra un'annata ben considerata in champagne dagli stessi produttori.
Smarco ha scritto:martedi a pranzo al tiglio con qualche forumista marchigiano cioè io e altri due (purtroppo in zona siamo pochi) abbiamo bevuto comunque più che bene e molto
-Ulysse Collin les maillons bdn: Collin è sempre una certezza e anche con questo bdn che fa da pochi anni non si smentisce, si capisce subito dal colore con i suoi riflessi rosati che si parla di pinot nero, al naso si sente qualche piccolo frutto rosso e una bella mineralità, in bocca è avvolgente con una bella persistenza
- Derain gevrey chambertin 2012: produttore che non conoscevo, comunque anche se giovanissimo gia godibile, bel colore rosso brillante al naso è intenso con frutti rossi e spezie, in bocca bella persistenza, c è un bel tannino ben bilanciato dall acidità che invoglia a berne ancora, sicuramente da riprovare più in la
-sorpresa della serata, Santadi terrebrune 2003, dal tappo le speranze di trovare un vino ben mantenuto erano prossime allo 0, invece vino perfetto, al naso ricordava quasi la borgogna bevuta prima, solo con piu materia,più concentrato, al naso è ricco cè frutta rossa matura, tabacco, buone spezie, in bocca è morbido ed elegante con un tannino per niente aggressivo. Piaciuto molto
-sauternes castelnau de suduiraut 2010 non amo i vini dolci comunque bel colore giallo con riflessi oro, al naso albicocche, miele e altro buona acidità e persistenza.
complimenti al tiglio che ci ha fatto iniziare a mangiare alle 13 e finire alle 17 con piatti veramente ben fatti
SommelierSardo ha scritto:Ziliovino ha scritto:vinnae ha scritto:vinotec ha scritto:Ieri sera io e Claudio accompagnati dalle rispettive signore abbiamo anticipato di un giorno il brindisi per il mio compleanno:
- DOM PERIGNON 2004: a me è piaciuto molto; bello, di una finezza che solo il DOM ha in certe annate; scivola via in un amen lasciando la bocca pulita; il bouquet diciamo che è un po' sottilino, ma sempre molto fine:
- GIULIO FERRARI RISERVA DEL FONDATORE 2000: a me, che piacciono champagne o franciacorta molto freschi(di annata), non è piaciuto molto, a differenza delle signore e di Claudio che hanno molto apprezzato: naso da caterpillar che faceva sparire il DOM, ma si sentiva già da lì la nota ossidativa che ad alcuni (francesi in testa) piace molto, ma a me no; in bocca secondo me se non era scollinato, era al vertice della parabola gustativa e può solo peggiorare:
Stando alle tue considerazioni relative al Dom Perignon 2004.........
Fra un po potrebbe essere una bellissima boccia!!!!!
E del Dom Perignon 2005? Qualcuno l'ha già bevuto? in generale mi sembra un'annata ben considerata in champagne dagli stessi produttori.
Assaggiato il 2005 un mesetto fà...
Chiaramente sempre un prodotto notevole, figuriamoci se DP può toppare!
Comunque, a mio parere, meglio il 2004.
Alberto ha scritto:Per festeggiare praticamente in tempo reale la nascita del "petit vin" Chateau Gabriele annata 2015, estratto secco 3,095 Kg,
picenum ha scritto:Alberto ha scritto:Per festeggiare praticamente in tempo reale la nascita del "petit vin" Chateau Gabriele annata 2015, estratto secco 3,095 Kg,
Allora Augurissimi Alberto!
Alberto ha scritto:picenum ha scritto:Alberto ha scritto:Per festeggiare praticamente in tempo reale la nascita del "petit vin" Chateau Gabriele annata 2015, estratto secco 3,095 Kg,
Allora Augurissimi Alberto!
Grazie mille davvero! Siamo appena arrivati a casa dall'ospedale.
Chiaramente è già in cantiere l'organizzazione di una bevuta più "seria" ed articolata per celebrare l'evento...
zampaflex ha scritto:Ieri sera bevuta di rientro dalle vacanze con il solito gruppuscolo di avvinazzati meneghini. Nessuna tema, e alcune sorprese.
Il campione della serata: Valentini - Cerasuolo 2010. Si capisce subito che il passo è da lunghe distanze, e indovinarlo diventa facile perché non credo ci siano rosati, in giro per il mondo, all'altezza di questo.
Familiari note di caffè, radici, fragolina, edera, arancia, china...costruzione in bocca semplicemente splendida per tempismo e collegamento tra le parti. La freschezza lascia gradatamente il posto, sfumandosi, a degli amari molto fini, che chiudono una PAI di gran durata.
zampaflex ha scritto:Delusione number two: ArPePe - Rocce Rosse 2002. Naso sintetico, bocca vuota, echi di frutto e radici da annata fredda. Piaciuto talmente tanto che metà di noi l'ha lavandinato senza pietà.
zampaflex ha scritto:Ed ecco il turno, inconsapevole, del Rodano. Fianco a Fianco il Cornas vecchie vigne 2007 di Voge e il Saint Joseph Vignes de l'hospice 2007 di Guigal.
Due interpretazioni opposte, tradizionale il primo che parte con note animali, di macchia, e frutta rossa matura e vispa. Grande freschezza per una bocca un po' magra e slegata, ma per me è questione di gioventù. Crescerà.
Legnoso il secondo, su note di vaniglia e mango, poi affumicate. Dichiaratamente costruito, ma piano piano si assesta, si apre pulendosi un po' ma resta non completamente gradevole. Da attendere anche lui, perché assorba il legno in eccesso.
kubik ha scritto:Belle note Luciano,
zampaflex ha scritto:Ieri sera bevuta di rientro dalle vacanze con il solito gruppuscolo di avvinazzati meneghini. Nessuna tema, e alcune sorprese.
La prima: Casa Caterina - Brut Réserve 1999. Colore e toni ossidativi, nonché una acidità tagliente, ci hanno fatto pensare ad uno sciampo con almeno venticinque anni di vita. Rancio, agrume, miele, bella chiusura fresca, caffè. Insomma, il repertorio di un récoltant che lavorasse in ossidazione. Grande sorpresa togliendo la stagnola e vedendo l'etichetta. Certo, il dubbio sul comportamento nel tempo della boccia visto che ha "solo" sedici anni ci è venuto, però, complimenti. 92% PN, 8% chardonnay.
La seconda: Istvan Szépsy - Szent Tamas 2008. Parte con insistenti note piriche sopra ad un tappeto di agrumi e delicati frutti tropicali, ma la bocca (specie dopo la bolla) si sente molle, placida, come un grande fiume giunto alla foce. Ma è un carrarmato, resiste imperterrito all'ossigeno e al rialzo della temperatura (si abbina benissimo ad alcuni formaggi mangiati a fine cena), si arricchisce di sfumature e schiude anche l'acidità che si porta dietro, inizialmente nascosta. Note di botrite, erbe officinali, il terroir vulcanico di Tokaij in piena azione. Molto bello, ci ha fatto dannare per la provenienza non riuscendo ad inquadrarlo in alcun terroir conosciuto. Fino alla rivelazione del conferitore sghignazzante. Secondo vino della serata.
Delusione number one: Vitovska 2007 di Vodopivec. Bottiglia storta, mollissima, opaca (e vabbè) e tendente a toni molto carichi. Il naso prometteva, partendo da toni marini di acciuga e capperi, ma il corpo è rimasto scivoloso e privo di mordente.
Il campione della serata: Valentini - Cerasuolo 2010. Si capisce subito che il passo è da lunghe distanze, e indovinarlo diventa facile perché non credo ci siano rosati, in giro per il mondo, all'altezza di questo.
Familiari note di caffè, radici, fragolina, edera, arancia, china...costruzione in bocca semplicemente splendida per tempismo e collegamento tra le parti. La freschezza lascia gradatamente il posto, sfumandosi, a degli amari molto fini, che chiudono una PAI di gran durata.
Delusione number two: ArPePe - Rocce Rosse 2002. Naso sintetico, bocca vuota, echi di frutto e radici da annata fredda. Piaciuto talmente tanto che metà di noi l'ha lavandinato senza pietà.
Ed ecco il turno, inconsapevole, del Rodano. Fianco a Fianco il Cornas vecchie vigne 2007 di Voge e il Saint Joseph Vignes de l'hospice 2007 di Guigal.
Due interpretazioni opposte, tradizionale il primo che parte con note animali, di macchia, e frutta rossa matura e vispa. Grande freschezza per una bocca un po' magra e slegata, ma per me è questione di gioventù. Crescerà.
Legnoso il secondo, su note di vaniglia e mango, poi affumicate. Dichiaratamente costruito, ma piano piano si assesta, si apre pulendosi un po' ma resta non completamente gradevole. Da attendere anche lui, perché assorba il legno in eccesso.
Delusione number three: Zidarich - Terrano 2012. Mai bevuto in vita mia (per fortuna non faccio parte di commissioni di assaggio ) un vino che in bocca presentasse una tal nota forte di acino marcescente. Un tale schifo non è accettabile da un produttore di questo livello, e fanculo al naturalismo se deve portare a fermentazioni incontrollate. Peccato perché il naso era interessante.
Per fortuna l'ala naturalista del gruppo si riscatta con due parenti del grenache giovanili, pimpanti e sbarazzine, nonché di grande bevibilità.
Panevino - Su chi no'nau 2013 (Cannonau - Sardegna) con scorza d'arancia amara, pirica, macchia, anguria, violetta, fumé. Bocca ben legata, saporita, leggera (anche nel colore).
Laboratorio Rupestre - Escombro 2013 (Alicante Bouschet - Yecla, Murcia) va invece su oliva netta, arancia, pepe bianco, caramello, cardamomo. Sorso un pelo vuoto a centro bocca ma chiaro, solare e di bella tessitura.
Chiudiamo con una Borgogna minore, Gelin - Fixin 1er cru Clos Napoléon 2009, che dimostra i limiti colturali del pinot nero nell'areale, essendo un vino "freddo", duretto, e solo mediamente complesso. Però ha il pregio di farsi bere piuttosto bene e di costare il giusto.
Chiusura estiva Ibiza-style con toniche Q, Fentimans e Fever Tree e gin Mare, Monkey47 e Bluecoat
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