Ah beh, se ti sei complimentato con lui con le stesse parole che hai usato qui, ne sarà stato sicuramente lusingato...
Dei Chianti Classico che dici, la versione annata se hai risposto a tono al Papero, innanzitutto c'è da dire che la maggior parte proviene da zone diverse della denominazione. Libero ognuno di preferire una zona (comune ecc.) rispetto all'altra, anche se non metterei la questione in termine di maggiore/minore complessità. L'articolazione floreale-minerale di certi vini d'altura all'interno della denominazione è di per sé complessa, tanto più rispetto alle note mature delle zone più calde nelle stesse annate, che rischiano in particolare di sacrificare l'espressione delle potenzialità minerali che la denominazione offre e che per alcuni (io tra questi) sono un aspetto fondamentale.
Di San Giusto a Rentennano si è discusso recentemente qui sul forum, io a proposito del 2010 e altri del 2011, è proprio un esempio di zona (Gaiole bassa) che tende a dare vini maturi e alcolici, a cui lo stile della casa aggiunge una quota di legno non timida.
Monsanto base lo trovo discontinuo, varia molto a seconda dell'annata, forse anche perché le bottiglie sono tante e non è detto che siano tutte alla stessa altezza. Mi chiedo anche che conseguenze possa avere fare 80.000 bottiglie del base e 150.000 della Riserva (prendendo per buoni i dati delle ultime due edizioni della guida L'Espresso) -- un vino tra l'altro che nel paio di assaggi che mi sono capitati mi è sembrato dimenticabile e che mi sembra nessuno citi mai (a differenza della Riserva il Poggio, che ovviamente è un'altra cosa).
Badia a Coltibuono secondo me è migliorato negli ultimi anni, affrancandosi proprio da un'impostazione Gaiole bassa che lo appesantiva non poco e guadagnando proprio in termini di complessità: sul 2010 sono convinto di questo, il 2011 (annata difficile) l'ho assaggiato a ottobre alla Leopolda e mi è sembrato ancora molto indietro, ma sulla stessa lunghezza d'onda.
Monteraponi base più o meno non pervenuto, anche qui mi sembra che in realtà si parli soprattutto delle sue Riserve, che ho sentito a banchi d'assaggio in due occasioni (annate rispettivamente 2006 e 2010), in entrambi i casi preferendo nettamente altri vini -- nel primo caso, anni fa, proprio la straordinaria Riserva 2006 di Val delle Corti.
Cacchiano a gennaio a Sangiovese Purosangue ha portato il 2009, un vino sicuramente non banale, com'è nelle abitudini della casa, ma in versione alquanto... ciclopica (15° in etichetta
).