Palma ha scritto:Si ricade sempre nell'errore di voler dare ad un descrittore una valenza totalmente positiva o negativa, ma non è così.
Al di là delle sensibilità personale, ci sono moltissime sfumature e diversae intensità per ogni descrittore, in un vino può risultare ben amalgamato al resto ed essere piacevole, in un altro risultare pesante, in un altro ancora far cagare. Il pirico per me non fa eccezione.
Per me viene dal legno, ma evidentemente i vini di maggior livello di quelle zone lo sopportano e supportano meglio che in altre parti.
Non mi sembra di aver parlato affatto dei sentori pirici, figurati se ne ho parlato volendo dimostrare che hanno valenza totalmente negativa.
I motivi del mio minor interesse nei cofronti di questa tipologia di vini non è certo dovuto dalla presenza in alcuni di essi di sentori di polvere da sparo.
Anche se, visto che ormai stiamo parlando di questo, tali sentori quando monopolizzano il profilo aromatico di un vino non è che mi esaltino particolarmente.
All'interno invece di un registro variegato ed ampio una leggera piricità non è che mi faccia gridare allo scandalo, anzi, mi sta benissimo anche se, ripeto, probabilmente non è un sentore del terroir nè del varietale.
épée ha scritto:A me pare il contrario. Essendo totalmente impossibile trovarli fuori dalla Borgogna, dev'essere per forza anche terroir.
Insieme al legno? Poesse. Ma fuor di lì lo stesso legno, la stessa vinificazione, la stessa pulizia delle barrique con lo zolfo, non dà lo stesso risultato.
Non mi è chiarissimo poi che significhi sparsi random per la Borgogna: mi pare anzi che il livello della mineralità pirica sia un tratto comunissimo all'interno di uno stesso villaggio, anche cambiando produttore.
Tutto è ANCHE terroir, e varietale. Mica si può scindere un singolo aspetto e considerarlo a parte da tutto il resto.
E' chiaro che in alcuni posti, con uve di un dato luogo ad una certa maturtà, ed utilizzando certe tecniche, quel sentore lì viene fuori con più frequenza ed intensità.
Io non ne farei comunque una questione capitale secondo la quale promuovere o cassare un vino, io volevo fare un discorso di portata generale.
Se mi si permette il paragone, anche la famosa anguria non è un sentore ascrivibile totalmente alla vigna Francia o al varietale del Nebbiolo; è un mix di diversi elementi, maturià delle uve non eccessiva, varietale del Nebbiolo ma soprattutto vinificazione in riduzione.......ed anche qui la storia è la stessa della polvere pirica, se quel sentore risulta monocorde e monopolizzante è quasi un difetto-, se invece rientra in quadro più complesso ed articolaro può anche essere considerato un fattore interessante.
Il tratto della mineralità pirica comunque non mi sembra proprio localizzato in un villaggio ma è distribuito un po' a macchia di leopardo.....tipo come si diceva Coche Dury a Meursault o altri.....poi oh, per essere precisi bisognerebbe assaggiare con più frequenza i vini in orizzontali molto ampie.
A mio avviso però identificare un luogo preciso (Puligny?) dove questi sentori sarebbero più ricorrenti è proprio "sbagliato" dal punto di vista concettuale......anche se sarebbe in un certo senso più romantico (e so che ti piacerebbe fosse così) e darebbe un senso ad una lettura che vede il terroir come primo artefice di questi sentori, non è corrispondente alla realtà ed un po' forzata.......imo.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)