Messaggioda Ludi » 30 dic 2013 14:25
Gozzoviglie dell'ultimo we...
casa Caterina, Cuvée Espezial 2000: eccentrico come il suo artefice e come l'etichetta, disegnata con il pennarello direttamente sulla bottiglia. Bella mineralità e freschezza, oroginale ventaglio aromatico che richiama il biancospino e l'albicocca ma anche il fungo ed il pepe.
Radikon, Oslavje 2003: forse il più estremo tra i vini orange, con notevole grip tannico e note di liquirizia e radici amare. La volatile si sente, ma non è molto fastidiosa.
Massa Vecchia, Rosato 2007:ç continuo a ritenerlo in grado di misurarsi ad armi pari con il Cerasuolo di Valentini, e magari di vincere. Elegante, succoso, senza un accenno di sbavatura.
Bea, Sagrantino Pagliaro 2005: per Giampiero una delle migliori versioni di sempre, e come dargli torto? Il ventaglio olfattivo è severo, composto pur nella sua intensità, i profumi fruttati tipici del sagrantino se la giocano con le note di sottobosco, goudron, rosa e tabacco dolce. Gran vino.
Dettori, Tenores 2009: grandissimo Tenores, in grado a mio avviso di competere con il 2006. Incredibile la leggerezza considerando che ha 16.5°.
Bimmer, Cremant d'Alsace 2006: il miglior cremant mai provato, non solo dell'Alsazia. Complesso, cremoso, minerale. Gradevolissimo.
E. Pepe, Cerasuolo 2011: chiamarlo rosato sarebbe del tutto improprio: è un rosso a tutti gli effetti, con le tipiche note animali dei vini di Pepe, che si ripuliscono dopo una mezzoretta in caraffa. Godurioso.
E. Pepe, Montepulciano 2009 : anche questo parte sporco, poi si distende con potenza su note di frutto croccante che accompagnano una notevole massa materica. Troppo giovane.
Sladic, Marastina 2012: una curiosità dalla Croazia. Corretto, ma nulla di più.
Yamazaki, Chardonnay 2010: incredibile sorpresa questo chardonnay dell'Hokkaido, con una rigorosità borgognona impressionante. Se i Giapponesi cominciano a fare il vino così ci sarà da divertirsi.
Gaja, Conteisa 1997: già parlato altrove....vino del tutto avulso dal territorio, ed assolutamente improbabile come nebbiolo di Cerequio. Mah....
Dom Perignon 2000: inizia a dar grandi soddisfazioni. Versione elegante, molto meno brutale nella mineralità rispetto alla 1999. Belle le note piccanti di pepe verde e zenzero.
Ostertag, Riesling Muenchberg 2005: ha diviso il tavolo, tra chi lo riteneva da un lato opulento rispetto allo stile Ostertag, dall'altro un pò chiuso, e chi, come me, lo ha molto gradito, pur essendo incuriosito di capire come si evolverà.
Faiveley, Latricieres Chambertin 1999: buono, anzi molto buono, ma un pò troppo concentrato; guadagna in potenza, ma perde in eleganza. In un GC di Borgogna cerco altro, ma è finito senza problemi.
Chateau Ducru-Beaucaillou 1982: mamma mia che meraviglia! Ancora giovanile, di una eleganza degna di Chateau Margaux, senza un filo di ossidazione ma tutto giocato su ben avvertibili note di ribes in contrasto con grafite, polvere di caffè ed incenso. Fantastico.
Guigal, La Turque 1997: qualcuno al tavolo l'ha giustamente definito "tridimensionale": certo è difficile coniugare l'irruenza sensoriale del syrah con leggerezza, eleganza, sensualità. Vino del cuore.
Huet, Vouvray Moelleux Le Mont 1985: un subdolo tappo emerge dopo una decina di minuti nel bicchiere....sino a quel momento era stato perfetto ed ancora nettamente giovanile.