Questione di termini...

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Re: Questione di termini...

Messaggioda balzac » 26 set 2013 15:49

pippuz ha scritto:Assoluta sintonia con Sir Panzy. Definizione che spesso va a braccetto con "macerazione sulle bucce"* per i bianchi e - chissà perchè - con affinamento in anfora di terracotta (curiosa 'sta cosa). Molti produttori hanno sempre fatto vini naturale anche senza certificazioni.

Macerazione sulle bucce: per i rossi vabbè è ovvio se no vengono bianchi, per i bianchi un po' meno, infatti io li chiamo vini arancioni. Non è più chiaro "con le bucce" al posto di "sulle bucce" ?


grazie pure a te pippuz.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda balzac » 26 set 2013 15:56

pippuz ha scritto:
Sir Panzy ha scritto:Sur lie? Vini non filtrati ma imbottigliati con i lieviti di partenza, oggi molto di moda i prosecchi.

Aggiungerei: da sempre utilizzato per Champagne, Muscadet e altri bianchi fermi (metodologia da me molto apprezzata tra l'altro). Un utilizzo di lieviti in maniera diversa si ha per lo Sherry di Jerez


chiedo:
sur lie= colfondo?
è estensibile anche alla vernaccia di Oristano?
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Re: Questione di termini...

Messaggioda megaMAX » 26 set 2013 17:18

balzac ha scritto:sur lie= colfondo?



Esatto. E' l'equivalente della rifermentazione in bottiglia di tante birre di stile belga e non solo.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda darmagi90 » 30 set 2013 15:55

megaMAX ha scritto:
balzac ha scritto:sur lie= colfondo?



Esatto. E' l'equivalente della rifermentazione in bottiglia di tante birre di stile belga e non solo.


Mah, io ho sempre sentito questo termine per indicare una pratica di cantina che precede l'imbottigliamento dei vini fermi e la sboccatura degli spumanti metodo classico.
Il vino può rimanere a contatto con i lieviti e poi essere imbottigliato senza, nel caso di vini fermi, oppure sboccato per gli spumanti e, quindi messo in commercio limpido.
Il contatto fra i lieviti ed il vino si ha spesso sui bianchi di Borgogna, a cui spesso si aggiunge la pratica del "batonnage", ossia il rimescolamento delle fecce con un bastone.
Lo scopo è quello di favorire delle reazioni chimiche fra i componenti del vino e i residui delle cellule dei lieviti che, dopo la fermentazione, sono andate in autolisi.

Quanto al fondo, non necessariamente è rappresentato dai residui dei lieviti di fermentazione o rifermentazione.
Molti vini rossi, uno su tutti il Barbera, molto ricco di acido tartarico, presentano dei cristalli di bitartrato di potassio che con i lieviti non c'entrano nulla.
Si tratta di un fenomeno chimico assolutamente normale dovuto alla saturazione della soluzione.
Idem certe fecce fini in vini piuttosto vecchi e dalla carica fenolica importante.
I fenoli col tempo tendono a polimerizzare, formano cioè delle catene di molecole che, ad un certo punto, raggiungono un peso specifico maggiore di quello del vino e precipitano.
Ergo:
Fondo = lieviti in bottiglia non è equazione verificata.
Lieviti in bottiglia = fondo è equazione verificata.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda green_day » 30 set 2013 16:45

katarum ha scritto:Mi è capitato tempo fa di vedere il film documentario Mondovino (molto bello) in cui l'enologo Michel Rolland col suo fare da saccente ordinava ad alcuni produttori a cui faceva visita di praticare la microssigenazione. Vorrei saperne di più su questa pratica, grazie :roll:


Anche a me interesserebbe saperne di più e vorrei anche capire se è una pratica molto diffusa, per quali vini è meglio farla e se chi non la attua, procede diversamente o meno per ottenere gli stessi risultati. Premettendo che parlo da ignorante in materia.
Inoltre chiedo a chi può rispondere che valore aggiunto dà l'utilizzo del lievito flor per la produzione di alcuni vini (non intendo sherry e compagnia). Anche qui parlo da enoignorante.
Grazie mille!
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Re: Questione di termini...

Messaggioda balzac » 01 ott 2013 12:54

darmagi90 ha scritto:
megaMAX ha scritto:
balzac ha scritto:sur lie= colfondo?



Esatto. E' l'equivalente della rifermentazione in bottiglia di tante birre di stile belga e non solo.


Mah, io ho sempre sentito questo termine per indicare una pratica di cantina che precede l'imbottigliamento dei vini fermi e la sboccatura degli spumanti metodo classico.
Il vino può rimanere a contatto con i lieviti e poi essere imbottigliato senza, nel caso di vini fermi, oppure sboccato per gli spumanti e, quindi messo in commercio limpido.
Il contatto fra i lieviti ed il vino si ha spesso sui bianchi di Borgogna, a cui spesso si aggiunge la pratica del "batonnage", ossia il rimescolamento delle fecce con un bastone.
Lo scopo è quello di favorire delle reazioni chimiche fra i componenti del vino e i residui delle cellule dei lieviti che, dopo la fermentazione, sono andate in autolisi.

Quanto al fondo, non necessariamente è rappresentato dai residui dei lieviti di fermentazione o rifermentazione.
Molti vini rossi, uno su tutti il Barbera, molto ricco di acido tartarico, presentano dei cristalli di bitartrato di potassio che con i lieviti non c'entrano nulla.
Si tratta di un fenomeno chimico assolutamente normale dovuto alla saturazione della soluzione.
Idem certe fecce fini in vini piuttosto vecchi e dalla carica fenolica importante.
I fenoli col tempo tendono a polimerizzare, formano cioè delle catene di molecole che, ad un certo punto, raggiungono un peso specifico maggiore di quello del vino e precipitano.
Ergo:
Fondo = lieviti in bottiglia non è equazione verificata.
Lieviti in bottiglia = fondo è equazione verificata.


Interessante dissertazione...
Deduco che e' un termine attribuibile ad una tecnica di affinamento piuttosto che ad un vino tout court.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda darmagi90 » 03 ott 2013 17:32

Giusto per sgomberare il campo da ogni dubbio:
Volatile: nulla a che fare con piccioni, tordi, beccacce ed altri pennuti.
:)
Quando si dice, per brevità, "volatile" si intende omesso il precedente sostantivo "acidità", rappresentata proprio dall'acido acetico che, essendo appunto piuttosto volatile, viene percepito nettamente con l'olfatto.
Si contrappone all'acidità fissa che è data prevalentemente dall'acido tartarico.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda balzac » 19 ott 2013 10:30

rilancio:
cuvée
metodo champenoise
metodo charmat
liqueur d'expédition
liqueur de tirage
dosage
dégorgement/sboccatura
remuage sur pupitres
botrite/uve botritizzate
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Re: Questione di termini...

Messaggioda Sir Panzy » 21 ott 2013 17:59

balzac ha scritto:rilancio:
cuvée
metodo champenoise
metodo charmat
liqueur d'expédition
liqueur de tirage
dosage
dégorgement/sboccatura
remuage sur pupitres
botrite/uve botritizzate


dai, ci riprovo e attendo note complementari. Non lasciatemi solo! :wink:
metodo champenoise: detto anche "metodo classico" è la pratica usata per la rifermentazione in bottiglia. In primis champagne ma anche franciacorta e OP e molti altri. Si ottiene aggiungendo alla bottiglia il liqueur de tirage ovvero zuccheri e lieviti selezionati. Ovvio che rifermentando in bottiglia si avrà un procedimento molto più lungo e di conseguenza più "interessante" soprattutto per lo sviluppo di componenti aromatiche (e non solo) e per la carbonica (perlage) che rimarrà decisamente più piccolina e dunque più delicata e armonizzata rispetto al vino pur arrivando a pressioni molto alte. Molto differente il metodo Charmat (chiamiamolo metodo Martinotti visto la primogenitura Italiana e non franzosa :wink: ) dove la "presa di spuma" o la rifermentazione avviene all'interno di autoclavi (vasche in inox che permettono la conservazione di vini frizzanti, cioè resistenti alle elevate pressioni). Qui siamo nel campo degli asti spumante, del moscato e del prosecco e di molti altri "frizzanti"
Facile da capire che i costi della prima lavorazione sono esponenzialmente più elevati della seconda.
Rimanendo nel metodo champenoise, una volta aggiunto il "liquer de tirage", bisogna fare in modo che a fine del nostro processo di rifermentazione i lieviti e gli altri sediementi scivolino giù per il collo della bottiglia fino ad incollarsi al tappo (a corona). Per questo le bt si mettono a testa in giù sulle pupitres (che non sono altro che quei porta bottiglie fatti appositamente per le bollicine). Il Remuage (cioè girare le bottiglie di 1\8 di giro al giorno ed inclinando a testa in giù ogni giorno di più fino ad arrivare ad avere la bottiglia quasi capovolta e a testa in giù) serve per espellere i sedimenti della rifermentazione che nel frattempo si saranno compattati nel tappo della bt. Quest'ultimo procedimento si chiama prorpio degorgemant o sboccatura, cioè far saltare il tappo e con lui tutto il fondo incollato ad esso. In questa procedura (visto la pressione del vino) si perde una piccola parte di liquido che viene "riaggiunta" sottoforma di liqueur d'expédition che normalmente è composta dallo stesso vino più zucchero più cognac o distillati vari o vini vecchi appositamente preparati. Ogni casa ha la sua ricetta e il gusto del prodotto finito è molto spesso influenzato (in bene o in male) da questa liqueur.
per il resto a domani :wink: :mrgreen:
Si può sognare una moltitudine di bevande, ma quando si ha veramente sete bisogna svegliarsi per bere. (F)
Gli specialisti dell'anti grillismo sono quasi + patologici dei grillini. (A.M)
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Re: Questione di termini...

Messaggioda darmagi90 » 05 nov 2013 10:37

katarum ha scritto:Mi è capitato tempo fa di vedere il film documentario Mondovino (molto bello) in cui l'enologo Michel Rolland col suo fare da saccente ordinava ad alcuni produttori a cui faceva visita di praticare la microssigenazione. Vorrei saperne di più su questa pratica, grazie :roll:


Ne sentii parlare la prima volta da un amico produttore, una dozzina di anni fa.
Lui la utilizzava per alcuni vini bianchi, iniettando nella vasca di acciaio piccole quantità di ossigeno mediante una elettrovalvola di precisione controllata da un plc.
La microssigenazione così effettuata riproduce quella che si avrebbe naturalmente se il vino fosse fatto affinare in barrique, viene mandata una quantità di ossigeno per unità di tempo paragonabile a quella che entra nel vino da una barrique.
Questo perché, a quanto pare, il contatto con piccole quantità di ossigeno favorisce reazioni chimiche che fissano o favoriscono lo svilupparsi di alcune molecole responsabili di profumi che migliorano le qualità organolettiche del vino.
Con la microssigenazione in vasca di aciaio, anziché in barrique, si evita di trasmettere al vino tannini ed altre sostanze che tipicamente il legno della botte trasferisce al vino (per lo più si tratta di fenoli e polisaccaridi più o meno caramellati a seconda del grado di "tostatura" del legno) pur beneficiando degli effetti positivi dell'ossigeno.
Si tratta comunque di quantità veramente minime, se ricordo bene pochi milligrammi per litro al mese.
Sempre se le mie fonti sono attendibili, l'entità ottimale della di microssigenazione è la ragione per cui il rovere francese è impiegato per la produzione di botti piuttosto piccole, di norma mai oltre i 600 litri, mentre il rovere di Slavonia per le botti grandi.
Il rovere francese, infatti, sarebbe molto meno poroso e permeabile all'ossigeno rispetto al rovere di Slavonia e, per ottenere un'ossigenazione ottimale, vi deve essere un rapporto fra superficie della botte e litri di vino contenuti molto maggiore rispetto al rovere di Slavonia.
Di contro, se il rovere di Slavonia fosse utilizzato per piccoli contenitori, il vino subirebbe un'ossidazione troppo spinta e, quindi, dannosa.

Poi cosa succede a livello chimico con la microssigenazione non lo so.
Non sono un chimico nè un produttore, io il vino lo bevo e basta...
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Re: Questione di termini...

Messaggioda balzac » 14 nov 2013 12:20

mi spiegate cosa intendete con il termine "manico" associato ad un produttore?
grazie
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Re: Questione di termini...

Messaggioda alì65 » 14 nov 2013 12:38

balzac ha scritto:mi spiegate cosa intendete con il termine "manico" associato ad un produttore?
grazie


hai presente Rocco Siffredi..........ecco, una cosa del genere!! :D solo che lui lo aveva con la patata
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: Questione di termini...

Messaggioda balzac » 14 nov 2013 12:57

alì65 ha scritto:
balzac ha scritto:mi spiegate cosa intendete con il termine "manico" associato ad un produttore?
grazie


hai presente Rocco Siffredi..........ecco, una cosa del genere!! :D solo che lui lo aveva con la patata


fuor di metafora, se possibile?
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Re: Questione di termini...

Messaggioda Kalosartipos » 14 nov 2013 13:01

balzac ha scritto:
alì65 ha scritto:
balzac ha scritto:mi spiegate cosa intendete con il termine "manico" associato ad un produttore?
grazie


hai presente Rocco Siffredi..........ecco, una cosa del genere!! :D solo che lui lo aveva con la patata


fuor di metafora, se possibile?

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Re: Questione di termini...

Messaggioda balzac » 15 nov 2013 09:05

Kalosartipos ha scritto:
balzac ha scritto:
alì65 ha scritto:
balzac ha scritto:mi spiegate cosa intendete con il termine "manico" associato ad un produttore?
grazie


hai presente Rocco Siffredi..........ecco, una cosa del genere!! :D solo che lui lo aveva con la patata


fuor di metafora, se possibile?

Attributi=Capacità


grazie kalos
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Re: Questione di termini...

Messaggioda bruber73 » 10 apr 2014 14:11

Recupero questo thread per una domanda sulla classificazione dei vini germanici.
Mi pare di aver capito che la differenza tra Kabinett, Spatlese e Auslese sta nell'epoca di raccolta delle uve dove quindi l'ultimo dovrebbe essere il più ricco in zucchero e estratto.
Quello che vi chiedo è invece la differenza tra: Spatlese dolce, Beerenauslese e Eiswein.
Grazie.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda Kalosartipos » 10 apr 2014 14:22

Copio-incollo da Francesco Agostini..

CLASSIFICAZIONE DEI VINI TEDESCHI
La legge del 1971 ha diviso i vini tedeschi in tre qualita’. La prima Tafelwein (vini da tavola) e Landwine (vini
del paese) e’ la piu’ bassa. La seconda e’ dei Qualitätswein bestimmter Anbaugebiete “vini di qualita’ da una
regione specifica”, detti QbA, che devono raggiungere un minimo contenuto zuccherino nel mosto (misurato
come grado Oechsle, che e’ una misura di densita’, ad esempio, con una densita’ di 1,090, si ha un grado
Oechsle di 90). Per i QbA il minimo valore da raggiungere e’ 51 (nella Mosella). Possono venir aggiunti di
zucchero (chaptalizzati), ma questa pratica non viene adottata dai produttori di qualita’ (ad esempio Dönnhoff
non fa cio’ nel Qualitätswein feinherb che abbiamo messo nel GDA).

Successivamente, ad un grado Oechlse superiore, ci sono i Qualitätswein mit Prädikat (QmP), che si puo’
tradurre con “vini di qualita’ con speciali attributi” che sono al top della piramide qualitativa tedesca.
Diversamente dai QbA, i QmP non possono venir aggiunti di zucchero (chaptalizzati). I QmP sono divisi in
categorie, in ordine crescente grado Oechsle (cioe’ crescente concentrazione zuccherina del mosto). Ogni
regione del vino tedesca adotta dei criteri minimi di grado Oechsle per appartenere ad una o un’altra categoria,
noi indicheremo, ad esempio, quello che viene utilizzato nella Mosel / Saar / Ruwer. Ogni produttore ha nel
suo listino, da una stessa annata e da uno stesso vigneto, anche molti Prädikat (sempre almeno i Kabinett e gli
Spätlese), ottenuti attraverso diverse passate di raccolta, ma anche selezionando i vini da parcelle diverse.

La realta’ e’ che, al di la’ di un discorso prettamente legislativo, la definizione di un Prädikat con il grado
minimo Oechsle e’ ormai largamente superata. In effetti, vista la progressiva tendenza all’aumento della
gradazione Oechsle che si sta verificando in questi anni, il produttore puo’ decidere, ad esempio, di classificare
come Kabinett vini che analiticamente raggiungono anche il grado di Auslese (come apparira’ evidente
confrontando i valori minimi qui riportati con i valori nei vini del GDA), magari perche’ il produttore ha deciso
che il vino, al di la’ del grado Oechsle, non raggiunge lo standard qualitativo che si prefigge per un Auslese, o
perche’ magari vuole includere tutti gli anni nel suo portafoglio anche i Kabinett. E c’e’ anche da dire che,
fortunatamente, i produttori di qualita’ non guardano solo al grado zuccherino come indice di qualita’, come
ahime’ la legge del 1971 ha stabilito, ma piuttosto ad altri fattori come il carattere del vino, la sua qualita’
intrinseca, la profondita’, etc.

Le categorie (o meglio detto, i Prädikat) sono i seguenti:

 Kabinett: (minimo Oechsle 70). Il primo livello della classificazione dei prädikatswein.
 Spätlese: (minimo Oechsle 76). Si traduce con “vendemmia tardiva”, il che porta ad una maggiore
concentrazione zuccherina prima della fermentazione.
 Auslese: (minimo Oechsle 83). Significa “raccolta selettiva” e sono vini vini fatti da grappoli
selezionati, raccolti tardivamente. Ogni produttore conosce le sue migliori parcelle, all’interno di uno
stesso vigneto, dal quale raccogliere questi vini. In qesti vini puo’ incominciare a farsi sentire in modo
evidente (a livello diverso da annate ad annate) il contenuto di uve botrytizzate.
 Beerenauslese: (minimo Oechsle 110). Si traduce con “acini selezionati”, e si riferisce a vini prodotti da
uve selezionate individualmente per lo scopo. Generalmente i grappoli sono disidratati dalla botrytis.
 Trockenbeerenauslese: (minimo Oechsle 150). Significa “selezione di acini disidratati”, e si riferisce a
uve selezionate individualmente, molto disidratate dalla botrytis.
 Eiswein: E’ una specialita’, ottenuta da uve tenute a lungo sulla pianta, e raccolte congelate
(tipicamente la raccolta avviene a fine dicembre, e spesso a Natale!. Si contraddistingue per la
purezza e intensita’ di frutto, spesso accompagnata da alto grado zuccherino (grado Oechsle minimo
110) e acidita’. Generalmente la botrytis non e’ amica degli Eiswein, che puntano alla purezza di frutto.
Premesso che nei vini tedeschi c’e’ quasi sempre un residuo zuccherino, questo generalmente aumenta dai
Kabinett ai Trockenbeerenauslese e agli Eiswein, ma questo residuo zuccherino risulta, organoletticamente,
ben equilibrato dalle elevate acidita’. Nell’invecchiamento, poi, queste due componenti si integrano
perfettamente.

E’ da notare che da qualche anno e’ stata inserita un’altra categoria, che riguarda i vini secchi (trocken),
indicata come Grosses Gewächs (Grand Cru) in Nahe e Pfalz, indicati come GG in etichetta, o (Erstes
Gewächs) Premier Cru in Rheingau, indicati come EG in etichetta, che tende ad identificare i vini al top della
piramide qualitativa dei vini trocken, derivanti da selezionate parcelle dei vigneti di migliore qualita’. La dizione
trocken e’ scomparsa sul fronte per rimanere nel retroetichetta. Nel listino per chiarezza abbiamo comunque
aggiunto tale termine ai GG o EG. Questi vini, ancorche’ di qualita’ estrema, sono classificati come QbA, che
in tal caso non puo’ essere connotata come categoria di qualita’ inferiore ai vini QmP. E’ da notare che non
tutti i produttori hanno deciso di creare questa categoria, ma questo non ha impedito loro di creare capolavori,
nella tipologia dei vini secchi. E’ da notare che in Mosel/Saar/Ruwer alcuni produttori hanno introdotto per i
vini dolci anche l’indicazione di Erste Lage (Premier Cru), indicata come 1L, ma tutto cio’ non porta
sostanzialmente, dal punto di vista qualitativo, a differenziazione rispetto a chi non ha indicato cio’ nell’etichetta
(ad esempio JJ Prum non indica come Erste Lage i vini, pur proveniendo anch’essi da alcuni fra i piu’ grandi
vigneit tedeschi). Sono previste variazioni a tutto cio’


Per quanto riguarda i vini halbtrocken (demi-sec) e i trocken (secchi), questo termine e’ riportato in etichetta
(fanno eccezione i Grand Cru di cui sopra), sotto il nome del vino, e la legislazione prevede, per i trocken, uno
zucchero residuo da 0 a 9 grammi /litro, e per gli halbtrocken da 10 a 18 grammi /litro. In alcune regioni (come
la Mosella) si preferisce per i demi-sec utilizzare il termine Feinherb, che permette una maggiore liberta’ di
scelta sul grado zuccherino residuo. E’ da notare pero’ che l’acidita’ dei vini tedeschi porta tranquillamente, dal
punto di vista sensoriale, a considerare gli halbtrocken come vini piu’ secchi che dolci.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda Patatasd » 11 apr 2014 09:24

pippuz ha scritto:Assoluta sintonia con Sir Panzy. Definizione che spesso va a braccetto con "macerazione sulle bucce"* per i bianchi e - chissà perchè - con affinamento in anfora di terracotta (curiosa 'sta cosa). Molti produttori hanno sempre fatto vini naturale anche senza certificazioni.


L'anfora è un contenitore che si presta alle lunghe macerazioni, specie se anfore interrate, per via della capacità di mantenere temperature più basse e costanti senza bisogno di interventi esterni, durante la macerazione i vinaccioli si depositano sul fondo e grazie alla forma "ovale" dell'anfora hanno una superficie di contatto minore con il vino e quindi una minor estrazione di tannini amari, inoltre storicamente/tradizionalmente i vini georgiani prodotti nelle anfore venivano sempre vinificati sulle bucce.

Diciamo che un vino vinificato in anfora è sempre prodotto con macerazione sulle bucce, viceversa un vino prodotto con macerazione non per forza dev'essere vinificato in anfora.

Spero di aver soddisfatto la tua curiosità.

P.S Vino naturale bianco = Vino spesso prodotto con macerazione sulle bucce è un luogo comune che mi mancava.
Certo che se vogliamo andare avanti a promuovere luoghi comuni non lamentiamoci poi che dilaghi sempre l'ignoranza, la confusione, e l'uso improprio dei termini.
Indipendentemente dal "partito che si scelga o per cui si tifi" penso che si debba sempre mantenere un certo stile nel divulgare informazioni senza dover ricorrere sempre a sfottò, clichet e quant'altro, se no rimarremo sempre tra "I vini di Rolland sono tutte delle bombe chimiche microssigenate tostate alla vaniglia" e "I vini naturali non esistono e se esistono puzzano" e con questi discorsi il buon senso e la conoscenza muoiono.
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Re: Questione di termini...

Messaggioda bpdino » 11 apr 2014 09:44

il chiaro ha scritto:
vinogodi ha scritto:
il chiaro ha scritto:... sperma di cavallo (CIT.)...
...certo, tutti lo conoscono e possono nell'eventualità obiettare... come il "il vapore cristallizzato del sottosuolo di Marte..."... 8)


questa è di Veronelli :roll: :roll: :roll: :roll: :roll:


Avrà preso lezioni da Marina Lotar (ex Fraiese) :mrgreen:
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Re: Questione di termini...

Messaggioda AedesLaterani2012 » 03 ott 2015 17:19

Thread spettacolare e di sicuro riferimento per i neofiti e non... dunque, UP! :wink:
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Re: Questione di termini...

Messaggioda gianni femminella » 03 ott 2015 18:43

AedesLaterani2012 ha scritto:Thread spettacolare e di sicuro riferimento per i neofiti e non... dunque, UP! :wink:


Ditemi che ho letto male le date. Sono già passati due anni? :shock:
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Re: Questione di termini...

Messaggioda AedesLaterani2012 » 03 ott 2015 19:42

gianni femminella ha scritto:
AedesLaterani2012 ha scritto:Thread spettacolare e di sicuro riferimento per i neofiti e non... dunque, UP! :wink:


Ditemi che ho letto male le date. Sono già passati due anni? :shock:


Purtroppo sì, Gianni. Tempus fugit :cry:
Honni soit qui mal y pense

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