Un ringraziamento di cuore per l'accoglienza principesca che Michele e Alessandra ci hanno riservato. Ci hanno trattato così bene che di più non si potrebbe. Non solo dal lato enologico-culinario, ma anche dal lato umano ci hanno dato veramente il massimo.
Qualche nota non relativa al vino, per chi è curioso anche di altro.
La tenuta è di uno splendore unico. Lasciata la strada maestra che da Castellina conduce a Radda, si svolta per uno sterrato che scende nella vallata e si giunge a un borgo del mille, quasi tutto mantenuto a pietra a vista, circondato da boschi a perdita d'occhio. I vigneti sono letteralmente circondati dal verde e la vista spazia in distanza fino a Montalcino e all'Amiata. Prati, ulivi, piscina panoramica, è un posto da consigliare a chi è in cerca di bellezza e tranquillità... e di vino bono.
Per dare un'idea dello spirito e della vicinanza alla natura di Monteraponi, vi dico che all'ingresso di casa, proprio davanti alla porta della cucina, sotto ad una tettoia di ingresso, hanno permesso ad una coppia di rondini di fare il nido. E' stato emozionante vederle un po' in apprensione quando siamo arrivati. Dopo averci scrutato per un po', aggrappate al muro poco distante da noi ( ad alzare un mano si sarebbero potute toccare ), hanno capito che eravamo nient'altro che una manica di sbevazzatori incalliti e che non rappresentavamo una minaccia, quindi si sono tranquillizzate e sono tornate alle loro occupazioni.
Alessandra ci ha portato in giro per il borgo raccontandoci dell'acquisto della proprietà nel 1974 da parte dei genitori di Michele, dei successivi restauri, dell'orto che curano davanti a casa, ovviamente delle vigne ( "poste, una in alto a prendere il primo raggio di sole del mattino, e una in basso a prendere l'ultimo raggio di sole della sera" ) delle cure necessarie alla vigna condotta con regime biologico, dello spirito con cui producono il vino e di tante altre cose. Impeccabile nel suo stile diretto, Alessandra è una persona luminosa, sensibile e piena di sincerità e ci ha guidato con amabile semplicità.
Più tardi Michele ci ha illustrato il suo punto di vista sulla produzione del vino nella tenuta. Persona di polso che sa dove vuole andare e come. Niente da eccepire. Complimenti anche al suo spirito tradizionalista, che personalmente apprezzo. Quindi a seguire gli assaggi da botte che hanno sempre quel non so che di fascinoso che non mi stanca mai, specialmente e ovviamente con vini di quel livello. Il Baron'Ugo è un grande vino, ma il Campitello ha una immediatezza che conquista. Più d'uno ha paragonato lo stile di Monteraponi a quello di Montevertine, non credo che Michele se ne risenta.
Ho avuto il piacere di conoscere alcuni forumisti che non avevo mai incontrato e di rivedere Marco Vinogodi che, lasciatemelo dire, dovrebbe diventare patrimonio dell'umanità per la sua scienza enologica, per il suo enciclopedismo assoluto in fatto di vino. Ascoltarlo è un'esperienza.
Detto questo, immaginerete in quale stato d'animo ci siamo seduti a tavola in una sala particolarissima. Una scala in pietra a lato, le rondini nel loro nido, il caminetto acceso, le grandi travi di legno dei solai, mobili antichi, l'atmosfera era delle migliori. Tutto buonissimo e assolutamente genuino; nota di merito particolare alle lasagne di Adriana, che mi hanno stupito non meno del meraviglioso porcetto. Purtroppo la mia autonomia è relativa e al quindicesimo assaggio il mio palato aveva perso la capacità di discernimento. A parte gli ottimi vini di Michele, mi ha colpito l'amarone Zymè a maggior ragione per averlo bevuto per ultimo (davvero bono anche il vin santo uso famiglia di Monteraponi ).
Alla fine alcuni forumisti hanno avuto il fegato ( termine a doppio senso ) di recarsi a Radda dove si teneva una manifestazione a cura dei produttori locali. Non faccio nomi: petitbogho, MCSE, il chiaro...

Io invece mi sono arreso. Sono rientrato a casa e ho saltato la cena.
scusate la lunghezza, ma ne valeva la pena
Gianni
p.s. grazie a chi ha "ritrovato" il mio "cellulare" ( ha quasi dieci anni, ormai è vintage

)